Una Finestra Sempre Aperta

di ClostridiumDiff2020
(/viewuser.php?uid=1152558)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


331 - Sprofondare…




Korov’ev le indicò la via e Aurora avanzò mentre le ombre mutavano attorno a lei.
Un groviglio di rovi e spine che crescevano sempre più di minuto in minuto la circondavano.
Una protezione e una prigione per l’anima di Black.
“Tu conosci il suo nome e sai quanto potere ci sia in esso, perché non vuoi rivelarmelo?”
La Guida delle anime squadrò la ragazza emersa dalla maschera di Abadonna.
La ragazza se ne stava impettita, noncurante della fragilità della propria anima, ora che era sprovvista della maschera.

“Sei consapevole che se di addentrerai in quel posto, dove i ricordi sono rovi pungenti, rischierai di svanire? Sei un dimenticato… La tua forma è instabile…”
“Stai cercando di dissuadermi?”
Black aveva raggiunto quel suo unico ricordo oltre la maschera e risvegliandola dal mostro che l’aveva avvolta per un interminabile numero di vite, questo le aveva permesso di recuperare il suo nome, di tornare ad essere Aurora, anche se forse per poco.
Al silenzio di Korov’ev Aurora le voltò le spalle. “So bene cosa rischio, ma non lo lascerò diventare un dimenticato”
“Non possiamo interferire, tutto questo avrà delle conseguenze. Se questo è il percorso che è destinato a percorrere, il Guardiano non ci consentirà di alterarlo”
Gli occhi di brace di Korov’ev illuminavano le ombre che la attorniavano, Aurora poteva percepirne l’anima furiosa che vi si celava.

“Questo è ciò che desideri, non negarlo! Confidavi sul fatto che si smarrisse, che sprofondasse… Tu sei qui per osservare i suoi ricordi… Ma non vedi veramente… Non riesci ad accettare che quel bambino ferito non ha mai avuto alcuna possibilità. Tu non lo vedi, non ti è mai interessato, vuoi soltanto avere vendetta…”
I rovi attorno a Aurora si incendiarono.
“Come osi? Il Guardiano ha incaricato me, sono io la Guida delle anime perché non mi lascio coinvolgere dai loro percorsi, lascio che seguano la strada loro assegnata…”
Aurora sorrise voltandosi verso il bruciante sguardo di Korov’ev “Mi stai dicendo che la vostra comune esperienza non può condizionarti? Tu lo odi, e desideri che si smarrisca… Perché è stato Black a trascinarti quaggiù, ti ha quasi ucciso. Non interessa sapere il perché?”

Korov’ev illuminò la strada dinanzi a loro “Ti accompagnerò, ma non perché sono interessata a lui”
I ricordi si intrecciavano tra loro, un intrigo groviglio tagliente.
Si stringevano ferendoli con lame appuntite.
Korov’ev sorrideva vedendo brandelli di Aurora strapparsi da lei.
Quando sarebbe arrivata al centro di quella prigione forse niente sarebbe rimasto di lei. Perché?

Come percependo la forza della domanda Aurora rispose “Perché il mio cucciolo sta soffrendo e io… Devo cercare di salvarlo. Come lui ha fatto con me”
Voleva solo raggiungerlo, oltre quelle barriere di dolore e sangue.

E finalmente lo intravidero, rannicchiato tra i rovi, l’anziana si ricomponeva, composta di spinte e tralci taglienti. Quel groviglio che lo avvolgeva era parte di quell’essere che lo stringeva affondando le proprie spine nel corpo del ragazzo.
Aurora ruggì mentre il gigantesco Abadonna emergeva di nuovo. “Va via orribile strega”
L’ombra dell’anziana si ritrasse come scottata.
Korov’ev la osservò inorridita, non aveva mai visto un ricordo rafforzarsi tanto da divenire l’eco di un’anima.

“Non riesco a cacciarli… Non riesco a liberarmi dalla loro presa…”
Il sussurrò di Black rianimò Aurora che scacciò la propria maschera e si precipitò rannicchiandosi accanto al ragazzo.
Rivedeva in lui le stesse ferite, che i rovi avevano lasciato, strappando via brandelli di essenza. Lei non aveva il potere del nome, Korov’ev non glielo aveva rivelato, ma sentiva dentro di lui quel bambino ferito che si rintanava nel cuore di Black e non riuscì a trattenersi dallo stringerlo a se.
“Sono solo un vigliacco… Talia… Potevo darle un motivo per vivere, potevo accettare il suo amore e invece le ho voltato le spalle… Ho ferito Ulysses e chiunque mi abbia mostrato un minimo di affetto. Anche lei, che voleva solo aiutarmi mentre io… Pensavo solo a proteggere me stesso…” ansimò Black mentre i rovi lo afferravano di nuovo.
Aurora urlò e cercò di allontanarli da lui riuscendo solo a ferirsi.

L’attenzione di Korov’ev si era improvvisamente acceso, quella frase
Anche lei, che voleva solo aiutarmi…
Allora la ricardava? Sapeva chi lei fosse davvero? Riconosceva l’anima che si celava sotto la sua maschera?
Aurora afferrò Black e lo strinse a sé, incurante delle spine che le dilaniavano l’anima. “Non sei mai stato il tipo che pone come scudo per gli altri, l’ho sempre saputo e l’ho sempre capito. Tu… Perché dovresti? Dopo che la vita ti ha straziato l’anima prima ancora che tu avessi la possibilità di fare una scelta… Non ti chiedo niente, starò sempre dalla tua parte, non importa quanto possa far male…”

“Tu che ne sai… Come puoi sapere cose che nemmeno io riesco a ricordare?”
Aurora gli carezzò la nuca “Mio piccolo cucciolo io… vedo… Vedo un bambino abbandonato e ferito…. Io sono tornata ad essere Aurora grazie a te… Ti prego non perdere te stesso, non nasconderti tra le ombre. La vita ti ha ferito, ti ha segnato ma… Ti prego non rifuggirne. Svegliati mi piccolo cucciolo…”
Black sollevò lo sguardo sul dolce viso di Aurora, la sua anima perdeva consistenza, svaniva lacerata dai rovi che cercava di strappare da lui.

“Aurora…” sussurrò Black davanti al sorriso di lei.
L’anima della ragazza era sempre più fragile e davanti agli occhi di lui si dissolse.
“Le avevo detto che era rischioso addentrarsi qua… La sua essenza non era sufficientemente forte…”
I rovi si diradavano mentre Black si stringeva come cercando di trattenere in se parte delle spirito di Aurora. Si rannicchiò mentre le ombre incombevano su di lui. Gli era scivolata tra le dita, l’aveva vista nitida davanti a sé. Lunghi capelli arruffati occhi nocciola e un dolce viso dalle linee morbide.
“Auroragridò Black al silenzio. “Aurora!”  ripeté mentre l’oscurità inguiava la sua voce, il non luogo vorace stava spalancando le sue fauci per divorare ogni cosa.
“Aurora…” singhiozzò.

La speranza, la luce la memoria di quanto ricordato, Abadonna… Il Non Luogo si stava divorando ogni cosa, sotto lo sguardo di Korov’ev.
“Perché l’hai lasciata andare, stava ricordando! Era emersa dalle ombre… Potevo salvarla”
Non sapeva contro cosa stesse urlando, forse Korov’ev si stava godendo l’esternazione della sua frustrazione. Aveva pensato di intrecciare la propia anima alla sua, di poterla svegliare.
Sentiva il peso dei suoi spettri premerlo, spingerlo verso l’oblio.
Talia, con i suoi vitrei occhi senza vita premeva sulla sua spalla, al fianco del suo fraterno amico Ulysses, lo sguardo vuoto intriso di disprezzo. Le spalle si facevano pensati.
Piccolo Black…
Chiuse gli occhi mentre un aroma di dopobarba, alcool e tabacco gravavano su di lui.
Piccolo disgustoso ragazzino…

Mani fredde le premevano sulle sue spalle, sospingendolo verso il basso, affossandolo.
“Te l’avevo detto di non aggrapparti dimenticati”
Korov’ev lo afferrò per il collo e lo scaraventò a terra, strappandolo alla presa dei suoi spettri.
Black rimase immobile, stretto a se stesso, il respiro affannoso. “Ricordo… Di aver lasciato che Talia si uccidesse, spezzando la fiducia di Ulysses… Sento costante la presenza di quell’uomo, per quanto mi sforzi non riesco a scacciarlo dalla mia mente… Come quella donna anziana. Quelle ombre mi impediscono di emergere. Potevi lasciarmi sprofondare, me lo merito ma… Perché non vuoi che provi a salvare Abadonna, a salvare Aurora… Lei non doveva svanire…” I grandi occhi scuri di Black si inchiodarono sulla maschera nebulosa dagli occhi di brace di Korov’ev.
La rabbiosa domanda impressa nel suo sguardo.

Gli occhi di brace di Korov’ev dardeggiarono e la maschera si dissolse. Al suo posto una ragazza dai lunghi capelli corvini, gli occhi sempre fiammeggianti. “Lei è dimenticata e ha fatto una scelta. Discendere da te, sprofondare nell’oscurità, non può emergere, fa parte di questo luogo e il Guardiano non ti permetterà di portarla via. Lacererà la tua anima in mille pezzi piuttosto…”



Day 331 - Prompt - uno strano risolino (25.11.2021)





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4002482