silenzio sussurrato un richiamo sporco di fango
sotto la suola delle mie scarpe.
nascosti, in cima, il fischio e un cane
la luce lontano. dov’è la porta? la colpa
della città è la città e noi
dal fango alla via all’asfalto
e l’ombra del custode
che vuole fumare in santa pace.
l’Uomo Della Croce è tra noi:
NON PARLARE! sara nervosa sara che
ride sara nel fondo del parco di notte; GIù! sotto
la collina, sopra passi meccanici ad ogni secondo, su
la mia asma; nicola cammina
da genova. nostra madre è stata
rapita dagli alieni.
porto il fango a casa, i trucioli nella cenere.
note:
questa poesia è più che altro un esperimento, perchè è diversa da qualsiasi cosa abbia mai fatto prima. mi sembrava l'unico modo corretto di raccontare una serata surreale che ho passato con i ragazzi del collettivo del mio liceo, gli stessi con che sono stati accanto a me dalle quattro e mezzo di lunedì mattina per occupare.
"nostra madre" è il nostro rappresentante, Riccardo, che spero che non veda mai questa poesia perché credo si offenderebbe tantissimo.
E.
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