Come il vischio

di Valerie
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Ti guarda con quegli occhi grandi e limpidi, sorridenti. Un gesto come tanti, il suo. Un bacio sotto il vischio.

-È Natale- ti spiega, quasi fosse la cosa più naturale del mondo. Ma per te non lo è.

Il Natale, un bacio, il calore di un altro corpo che avvolge il tuo.

La vedi voltarti le spalle, intenta a pigiare velocemente i tasti del computer, mentre tu rimani lì a fissarla. Ha i capelli legati in quei codini così familiari che quando li vedi, entrando in ufficio, senti sempre quella sensazione di ritorno a casa, tu che la tua casa la odi da quando è così vuota.

Ti avvicini quanto basta alla sua figura, rimanendo un passo indietro.

Eppure, quella manciata di centimetri prende le sembianze di una voragine e vorresti colmarla di tutto. Di parole, di imbarazzi, di incomprensioni, di verità a lungo taciute. Tutto, pur di essere nuovamente umano e pienamente uomo.

D'improvviso, una morsa ti chiude lo stomaco. Socchiudi gli occhi, sopportandola a stento.

È che in realtà, lo sai, non ti è permesso.

Non te lo permetti.

-Eccolo! L'esame conferma la tua te...oh! - Si gira sventolando il foglio con i risultati del test del DNA che le avevi chiesto, ma rimane sorpresa nel trovarti così vicino.

Ti guarda un attimo interdetta, lo sguardo confuso, che, nonostante l'espressione implicitamente interrogativa, non perde mai di serenità e allegria.

'Grazie, Abbie' le rispondi prendendole il foglio dalle mani.

'Buon Natale' aggiungi, eliminando quei pochi centimetri che vi separano e posandole un bacio sui capelli, prima di voltarti ed andare via.

'Però, il vischio funziona davvero!' la senti dire, uscendo dalla porta del laboratorio.
Non puoi fare a meno di sorridere.

Abbie è proprio così, come il vischio, pensi chiamando l'ascensore, una sorpresa dolce e immeritata.
E tu, forse, davvero non la meriti, ma oggi è Natale.
Anche per te.




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