Drift away

di God_Eden_Imperial
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Gilbert non riusciva a dormire.
Sospirò, girandosi e rigirandosi mentre cercava di mettersi a proprio agio per prendere finalmente sonno. Attraverso l'oscurità, poteva vedere, sdraiato a pochi centimetri da lui, la forma snella di Vincent, immobile, tranne che per il respiro lento, che indicava che era profondamente addormentato.
Gilbert sospirò, girandosi ancora. Quello che desiderava di più, in quel momento, era solo coccolare quell'adorabile fratellino che si era intrufolato di nascosto nel suo letto, di nuovo, finché il suono rassicurante della voce di Vincent lo avesse cullato fino a farlo addormentare, ma non l'avrebbe mai ammesso e, cosa ancora più improbabile, non avrebbe mai svegliato il più piccolo, non mentre riposava tranquillo, non soltanto per il suo egoismo.
Tuttavia, rimase sdraiato lì, gli occhi fissi sulla schiena di Vincent come quelli di un bambino, desiderando che si accorgesse, in qualche modo, che era sveglio e che lo desiderava. I minuti passavano e iniziò a sembrare che tutto il suo sforzo mentale sarebbe stato sprecato, lasciandolo a trovare qualche altra alternativa per addormentarsi. Cioè, finché non sentì il fruscio delle lenzuola e il sospiro gentile che sfuggì dalle labbra di Vincent mentre si spostava, aprendo lentamente un occhio, ancora assonnato.
"Mhh…Nii-san?" 
Chiese Vincent confusamente, strofinandosi gli occhi mentre osservava il volto accigliato del maggiore. 
"Cosa c'è che non va? Non riesci a dormire?"
Gilbert si limitò ad annuire, senza incontrare gli occhi di Vincent, suscitando un dolce sorriso sul viso del biondo.
"Avresti potuto semplicemente svegliarmi, sai?"
Mormorò in tono rassicurante, spostandosi sul materasso in modo da essere rannicchiato proprio contro Gilbert, intrecciando le loro gambe sotto le coperte e avvolgendo le braccia intorno alle ampie spalle del fratello. Gilbert respirò profondamente, assorbendo il profumo di Vincent, e chiuse gli occhi mentre il calore del fratellino lo faceva rilassare. 
Sì, si stava sentendo meglio.
Mentre giacevano lì, Vincent fece scorrere distrattamente le dita tra i capelli scuri e spettinati di Gilbert, guadagnandosi un leggero mormorio di approvazione dall'uomo. In qualche modo, Vincent conosceva sempre i posti giusti da toccare, le parole giuste da dire.
In quel momento, rannicchiato contro il corpo del suo fratellone, Vincent non stava dicendo nulla, contento di poterlo tenere stretto e toccarlo, premendo di tanto in tanto dolci baci sulle guance o sulla fronte di Gilbert, strofinandogli il naso contro il suo collo. Anche Gilbert giaceva immobile, contento di lasciarsi abbracciare, accogliendo il tocco morbido delle dita lunghe e sottili di Vincent mentre sentiva le palpebre diventare pesanti, come se il più piccolo gli avesse lanciato una specie di incantesimo. Si sentiva alla deriva, scivolando in lente ondate di sonno, sempre più profonde.
L'ultima cosa che ricordava, prima che l'oscurità lo sopraffacesse, fu il tranquillo e dolce mormorio della voce di Vincent che lo accompagnò definitivamente nel mondo dei sogni.
“Ti amo Gil”




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