Il diario di un terrestre

di Enne2003
(/viewuser.php?uid=1167446)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


7 Giugno 2040
Sono da poco partito dalla Terra a bordo dell'astronave FE2040.
La vista dal finestrino è spettacolare e,nonostante non sia la prima volta che mi ritrovo nello spazio,rimango sempre meravigliato dalla vastità di quest'infinito mare nero e misterioso,che mi provoca sempre riflessioni profonde.
Mi trovo qui in veste di primo uomo incaricato di mettere piede su Marte.La mia missione è stabilirmi sul pianeta rosso ed esplorarlo il più possibile per garantire ai futuri colonizzatori la totale conoscenza del suolo marziano.A destinazione è già presente una cupola,costruita dai robot inviati gli anni precedenti,contenente tutto il necessario per coltivare e per vivere una vita sana.
Nonostante sia una missione delicata e altamente dannosa per la mia mente,è stato deciso di spedirmi senza compagni.Per questo,ho passato gli ultimi sette anni della mia vita a farmi addestrare sia fisicamente che psicologicamente.Dovrò affrontare pericoli sconosciuti e adattarmi alla solitudine,quella solitudine che porta i naufraghi a dover parlare con le noci di cocco.La mia esperienza non sarà differente poichè l'unica compagnia che avrò saranno i pochi robot e rover ancora funzionanti.
Scrivo questo diario per continuare a vivere,per potermi confrontare con me stesso e per poter segnare tutto ciò che succede,nella speranza che in un futuro le mie gesta saranno ricordate senza tralasciarne nemmeno una.
Mi perdo ad ammirare la Terra che si allontana,realizzando ancora una volta che quella era la mia casa.Tutto ciò che so appartiene a quella sfera blu:la geografia,la storia,la scienza...
Ho abbandonato tutti i miei amici e i miei parenti laggiù,dove sono al sicuro,mentre io mi preparo a terminare la mia vita a milioni di kilometri di distanza.
Perchè l'ho fatto?
In questi sette anni mi è capitato spesso di dovermi confrontare con questa domanda.
Ho sempre avuto la voglia di esplorare e di trovare un qualcosa di esclusivamente mio.Il mio fisico e la mia mente mi hanno permesso di accedere a questa possibilità.Pensavo che laggiù,su Marte (devo ancora abituarmi al fatto che andrò a vivere lì) avrei trovato ciò che cercavo.
Sulla Terra è facile dire "è mio",ma in realtà nulla,laggiù,è veramente tuo.
Il mio obiettivo,diverso da quello della NASA,è quello di appropriarmi di tutto ciò a cui è possibile associare dei ricordi o dei sentimenti.
A te,lettore futuro del mio diario,ti è mai capitato di affezionarti ad un oggetto,che sia piccolo come una palla o grande quanto una casa,per poi vederlo uscire in qualche modo dalla tua vita?Su Marte non potrà accadere.
Tu,terrestre nato su Marte,che ti sei ritrovato queste vecchie pagine tra le mani,sai cosa ho sacrificato per consentire la tua vita?

Passerò i prossimi nove mesi dentro questa astronave,a respirare sempre la stessa aria.
Non nascondo che il solo pensiero di questo inevitabile futuro mi demotivi,ma guardando il finestrino riesco a distrarmi e a sentirmi come libero da ogni catena.
Quando guardo le stelle da qui sono io il padrone dell'Universo.

 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4003635