.MUFFIN.
La luce lunare sfiorava la moquet rossa sangue tamburellata di
brillantini, qualcuno doveva aver
combinato qualcosa lì dentro, era abbastanza ovvio; i vestiti lanciati su una sedia accanto alla
scrivania piena di libri,qualche batufolo di cotone in giro.
Passando in cucina notai una confezione di carta che fino a qualche ora prima doveva contere del
succo d'arancia; nell'aria aleggiava un tenue profumo, forse di menta, continuai l'esplorazione
nell'appartamento passando per il soggiorno.
Sul divano erano in bella vista una pila di riviste sul cucito, l'enorme telecomando della tv e una
piccola e graziosa scatola con ancora qualche muffin dentro, uno morso per metà. Erano ripieni di
cioccolato e menta. Li adoravo.
Ho passato l'intera giornata a ricordare con sforzo il mio passato, tremendo in effetti, senza concentrarmi
troppo, perchè avrei rischiato di scatenarmi in una crisi isterica con poca difficoltà.
Andai automaticamente a fare tappa nel bagno, avevo l'abitudine di guardarmi allo specchio
mentre mi spogliavo, desideravo vedere ogni volta i segni che l'infanzia aveva marchiato sul mio corpo.
A partire da quell'enorme cicatrice circondata dal Collare. Rosso fuoco, probabilmente l'unico ancora
esistente, ma non per questo meno doloroso. Buttai meccanicamente l'acqua ghiacciata sul viso;
cercai disperatamente come solito di togliermi gli enormi anfibi neri laccati, con quelle due zanne
che fuoriuscivano laterali, raffinate a mio parere.
Mi trascinai fino ad arrivare in camera, mi affacciai alla finestra con ancora tutti i vestiti
sotto il braccio: ormai il cielo aveva preso una tonalità nera bluastra e la luna rotonda spiccava
luccicante sopra i tetti delle case.
Nonostante questo però all'interno del mio appartamento c'era un buio tremendo, non vedendo
un palmo dal naso, inciampai in qualcosa e caddi di faccia sul parquet in ciliegio con un tonfo sonoro; "cosa diavolo.."
ancora sdraiato sul pavimento cercai a tentoni con le mani il colpevole della caduta ma senza troppa fortuna.
Rassegnato mi alzai e scossi via un pò di polvere dai lunghi boxer, -growwwl...-, sobbalzai al rumore del mio stomaco
che senza accorgermene era rimasto vuoto da ore, come se per me mangiare fosse un optional.
Arrivato in cucina alzai entrambe le braccia a mò di sonnambulo per aggrapparmi alla maniglia
del frigorifero che, secondo precedenti calcoli, era a circa cinque passi dall'entrata; appena ebbi aperto l'anta fui
abbagliato dalla luce interna che mostrava lo scarso contenuto di cibo, alla fine riuscii ad accontentarmi di una lattina
mezzavuota di pepsi e degli ultimi muffin rimasti sul divano. Come mio solito rimasi fino a tardi a guardare varie
cazzate in tv tipo il guinness dei primati americani; a mia insaputa, una creatura faceva capolino da dietro il divano.
Sentii due mani avvinghiarsi al collo per poi trovarmi abbracciato ad una gonfia e folta chioma bionda, la ragazza
tirò su il volto.
"Haine!" mimò con i suoi tipici gesti delle mani e mostrando uno dei suoi più brillanti sorrisi; lui socchiuse gli occhi
che poco prima aveva assurdamente sgranato con sorpresa-Nill, piccola, dovresti essere a letto- lei rispose
con una smorfia, in realtà si era alzata per andare a finire la pepsi e strada facendo aveva notato la tv accesa;
-che hai fatto tutto il giorno in casa?- le chiese il ragazzo, riflettendo i suoi occhi color rubino
in quelli blu dell'angelo, che cominciò convulsamente a gesticolare.
- Ho capito. Quindi tutti quei brillantini sulla moquette li hai lasciati tu nel mentre che facevi i tuoi lavoretti?
E con il cucito? Hai creato qualcosa di nuovo?- Nill ricominciò a spiegare e saltò fuori che era finalmente riuscita
a fare un maglioncino di cotone per lui.
Il ragazzo spense la tv e prendendola a braccetto andarono insieme in camera, una piuma scivolò dall'ala sinistra
della ragazza; "Ahia" pronunciò con le labbra, nessun suono uscì dalla bocca, continuava a protestare perchè
non voleva andare a letto, ormai non aveva più sonno accidenti!
Misi la piva quando la vidi sgattaiolare via scivolando nel buio della casa, ma poi mi ripresi subito perchè ora stava
sulla soglia della porta a saltellare con in mano una scatola vuota e ne indicava il fondo con un sorriso;
- Si, erano davvero squsiti i tuoi muffin, domani però li fai alla fragola, promesso?- ammiccando mi rispose
con un muto "promesso!"
La invitai a seguirmi nel letto.
Raccolse nelle fini mani i lunghi lati della sua graziosa vestaglia bianca e fece due lunghi balzi fino ad arrivare
alla meta con una capriola ed aggrovigliandosi nelle lenzuola lilla.
Haine scoppiò in una fragorosa risata alla quale si unì la voce silenziosa di Nill e anche quella giornata
si concluse con un dolce bacio abbracciati sotto le coperte. |