Fondi di caffè

di Exentia_dream2
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Fondi di caffè
 
Nei fondi di caffè Sibilla legge profezie che non s’avverano quasi mai.
Nei fondi di caffè Aberforth ci sputa e poi pulisce la tazza con un panno lurido.
Sibilla lo trova così, quando entra per la prima volta nel locale e lui solleva gli occhi soltanto per un attimo.
“Uno sherry, per favore.”
L’uomo le poggia il bicchiere sul bancone unto – c’è ancora il segno della bocca che  ha bevuto prima di lei sul vetro, le impronte delle dita del barista e il liquore sa di sughero.
Quando fa una smorfia di leggero disgusto, Aberforth sbuffa una risata: “Che c’è? Il tuo palato nobile non ha mai assaggiato questo sherry?”
“Il mio palato non è nobile.”
“Allora non fare questa faccia schifata!” tuona lui.
 L’aveva letto, Sibilla, nei fondi di caffè, che avrebbe avuto un incontro poco piacevole, eppure resta seduta e sorseggia lentamente quello che le sembra il peggior liquore mai bevuto prima.
“Quindi è lei che gestisce questo posto?”
“Vedi per caso qualcun altro a sgobbare qui dentro?”
Lei non risponde, prende un lungo sorso e chiede un altro bicchiere: storce le labbra, strizza gli occhi e si trattiene dal cacciare la lingua.
“Maledetta donna! Ecco prendi questo” le dice poggiando sul bancone lo sherry più costoso che ha.
Sibilla sembra un sommelier esperto: gusta il liquore saggiandolo sulla lingua – fa sempre schifo, ma è meglio del precedente.
 “Quanto le devo?” chiede, alzandosi dallo sgabello.
“Mh, offre la casa.”
Gli sorride e gli occhi dietro le lenti sembrano pozzanghere appannate, ma, quando è a un passo dalla porta, il rumore assordante di legno che graffia il pavimento la spinge a voltarsi.
“Dannata capra! Torna subito qui!”
L’ha letto, nei fondi di caffè, che avrebbe avuto un incontro poco piacevole, ma mai avrebbe immaginato che fosse così tanto spiacevole.
S’avvicina di nuovo al bancone, dietro cui Aberforth è chinato in avanti e prova ad afferrare qualcosa che sembra essersi incastrata.
“Lei è un buzzurro!” sostiene. “Come osa darmi della capra?”
“Non dicevo mica a te, vecchia strega” risponde lui con voce affaticata: è in ginocchio su una pedana consumata, con pezzi di legno che rischiano di ferirlo, ha un braccio teso e continua a maledire il giorno in cui s’è lasciato intenerire dallo sguardo di Milly.
“Dicevo a lei”  riprende dopo aver tirato l’animale dallo stipo delle verdure.

Sibilla solleva le sopracciglia, sul viso ha un’espressione incomprensibile quando chiede: “È sua figlia?”
“Tu sei tutta matta, credi a me. Non sei una persona molto sveglia, vero? Toh, bevi un po’ di caffè!”
Lei s’illumina e un sorriso nuovo le scoppia sulle labbra.
“Soltanto se dopo posso leggerle i fondi di caffè” dichiara.
“Basta che tu non li faccia seccare troppo, chè dopo tocca a me pulire.”




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