Price, in piedi davanti allo scaffale, è indeciso su cosa
scegliere.
Nonostante non sia un tipo romantico, ci tiene a festeggiare
il primo mese insieme a Joe.
Vuole farlo nel modo migliore, anche se sa già che
finirà
per combinare qualche casino; eppure Joe sa com’è
fatto, non se la prenderà.
Scandaglia file e file di candele profumate, sistemandosi
nervosamente gli occhiali sul naso. Quelle che ha a casa non lo
convincono, a
dire il vero sono piuttosto banali e inadatte a un momento come quello
che sta
progettando.
Il suo emporio di fiducia – non tanto distante dal suo
appartamento – è stato più volte una
scialuppa di salvataggio, e stavolta non
sarà diverso.
«C’è troppa scelta» bofonchia.
Sta per allungare una mano per afferrare una candela
aromatizzata alla menta, quando qualcuno gli molla una pacca sulla
schiena.
Il batterista si volta e si ritrova faccia a faccia con
Phil.
«Scusa per il ritardo, sono riuscito solo ora a liberarmi
del tuo fidanzato. Mi ha costretto a una sessione di allenamento
lunghissima,
sembrava posseduto dal demonio!» scherza il bassista,
sorridendogli.
«Dal demonio, mmh?» insinua
Price in tono malizioso.
«Eviterò di risponderti. Allora? Hai scelto le
candele per
stasera?»
Price scuote il capo e sospira, tornando a rivolgere la
propria attenzione allo scaffale straripante. «Neanche per
idea. Che ne pensi
di questa alla menta?»
«Troppo estiva e fresca» replica Phil, inspirando a
pieni
polmoni la mistura di troppe fragranze tutte insieme – a dire
il vero gli danno
alla testa, ma vuole resistere per aiutare il suo amico.
«Giusto, è vero. Nocciola e zenzero?»
«Eh?» Phil si stropiccia appena il naso.
«Ma che razza di
abbinamenti sono?»
«Sono particolari, non fare l’orso!
Allora?»
Phil si china per annusare e solleva le sopracciglia,
storcendo la bocca. «Fa cagare, amico.»
Price si guarda attorno e gli fa cenno di abbassare la voce.
«Vuoi per caso farmi fare una figura di merda con il
proprietario? Vengo spesso
a comprare da lui!»
Phil si stringe nelle spalle. «Quella sembra invitante:
vaniglia e miele.»
«Non sarà troppo dolce?» si interroga
Price, prendendo tra
le mani la candela dall’odore decisamente zuccherino.
«Oh, c’è anche sciroppo
d’acero e burro d’arachidi!» esclama
il bassista. «Dio, che schifo!»
«Phil, non gridare! Mmh… mela e
cannella?»
«Sembra una torta. Non mi ispira. Però, guarda
qua: cocco e
fave di cacao. Sentiamo…» Phil inspira e i suoi
occhi si illuminano. «Che
buona!»
Price lo guarda scettico, poi annusa a sua volta e si rende
conto che il suo amico non ha tutti i torti: l’aroma ha delle
note dolci
tipiche del cocco, ma c’è anche qualcosa di
più robusto e intenso che rende
l’abbinamento vincente. «Questa non
l’avevo mai vista» mormora.
«Hai scelto?»
Il batterista sorride all’amico e annuisce.
«Sì. Ne compro venti.»
Accendere venti candele senza rischiare di incendiare la
casa: ecco qual è l’obiettivo di Price.
È sempre stato abituato a usarle, ma le ha sempre
posizionate
in punti strategici, sicuri e soprattutto non nei pressi del divano o
del
tappeto.
Eppure stavolta è diverso: vuole che l’atmosfera
sia
perfetta, per comunicare a Joe ciò che non riesce mai a
dirgli a parole.
Vuole fargli capire quanto sia speciale come persona, quanto
sia bello e unico per lui.
Ha preparato anche uno stupido biglietto, ma non è riuscito
a scrivere qualcosa di sensato o intelligente. Spera che Joe possa
apprezzare
lo stesso.
Comincia a posizionare le candele e le accende con cura,
stando ben attento a non combinare disastri. Le appoggia sui bordi del
tappeto,
sul tavolino di fronte alla TV, sulle mensole.
L’odore intenso di cocco e cacao si diffonde per
l’appartamento, riscaldando in breve l’atmosfera.
Una volta terminata l’operazione, Price afferra il telefono
e ordina la cena per lui e Joe, poi sogghigna e comincia a registrare
un audio
indirizzato al suo ragazzo.
«Joe…» Tira teatralmente su col naso,
tappandolo per
risultare più credibile. «Ho il raffreddore, credo
di avere la febbre alta. Ti
prego… vieni ad aiutarmi?»
Invia il vocale e ridacchia, avvicinandosi allo stereo per
mettere su un po’ di musica mentre aspetta il fattorino della
consegna a
domicilio.
La risposta di Joe arriva poco dopo: Arrivo, stai
tranquillo.
«Perfetto» esulta Price, cominciando a smistare i
propri CD
in cerca di qualcosa di adatto.
Non vede l’ora di rivedere il suo piccolo Kurt.
Il campanello suona e Price sobbalza appena, lasciandosi
quasi cadere di mano il cellulare.
Il fattorino è passato da almeno dieci minuti, quindi non
può essere che Joe.
È contento che sia arrivato, anche perché questo
significa
che può ignorare i messaggi molesti in cui Dom pretende di
sapere ogni
dettaglio di ciò che ha preparato per il suo ragazzo.
Si alza dal divano e, tappandosi il naso, solleva la
cornetta del citofono. «Chi è?» esala,
fingendosi ancora raffreddato.
«Sono io, apri, altrimenti saremo in due a essere
malati» dice
Joe dritto nel suo orecchio – e, nonostante la voce gli
giunga metallica e un
po’ distorta, riesce a spedirgli un brivido lungo la schiena.
«Sali» bofonchia, poi riaggancia e preme il
pulsante per
permettergli l’accesso al portone del palazzo.
Si precipita alla porta e la schiude, per poi indietreggiare
di alcuni passi e spegnere la luce.
Piomba in una meravigliosa penombra, mentre le fiammelle
delle candele profumate tremolano appena e il loro aroma pare ancora
più
intenso.
La musica in sottofondo – ha scelto cinque album tra i
preferiti di Joe, tra cui The Bends dei Radiohead
– rende il tutto
ancora più intimo e in un certo senso romantico.
Spera di non aver sbagliato qualcosa.
Spera di non risultare ridicolo.
Spera di fargli capire quanto tiene a lui.
La porta si apre un po’ di più e Price trattiene
il fiato.
Ci siamo.
«Price? Perché sei al buio?» Joe fa il
suo ingresso e il
batterista lo vede arrestarsi di botto nel bel mezzo
dell’uscio, un’espressione
confusa e sorpresa a dipingersi sul bel viso. «Oh,
cazzo» mormora. «E questo?»
Price si scioglie in un sorriso intenerito e lo raggiunge,
intrappolandolo in un abbraccio mentre affonda il viso tra i suoi
capelli.
Il chitarrista ricambia senza esitare, affondando le dita
tra i suoi riccioli scuri.
Rimangono stretti l’uno all’altro per un tempo
indefinito,
mentre il chiarore pallido delle candele li avvolge e la voce di Thom
Yorke si
diffonde nell’aria.
Joe è il primo a scostarsi, cercando gli occhi scuri del
padrone di casa mentre le sue mani – ancora coperte dai
guanti in lana –
scivolano sulle sue guance. «Perché?»
Price si stringe nelle spalle e gli circonda la vita con le
braccia. «Un mese fa hai deciso di fare una follia: ti sei
messo con me.»
Joe sorride dolcemente e si sfila i guanti, poi gli prende
il viso tra le mani e si accosta per baciarlo teneramente a fior di
labbra. «In
fondo sei un romanticone, Price.»
«Non direi…» bofonchia il batterista,
tentando di sottrarsi
al suo sguardo.
«Grazie» sussurra il biondo, tornando a baciarlo
– stavolta
con più intensità, ricercando la sua lingua e
stringendolo a sé con trasporto.
Si perdono in quel contatto lento e caldo finché non si
scostano per riprendere fiato.
Price lo prende per mano e gli sorride. «Ho ordinato da
mangiare, vieni.»
«Price?»
«Sì?»
Joe gli rivolge un’occhiata intensa ma non dice niente, e
Price sente che non serve alcuna parola: il suo cuore perde un battito
e una
nuova cascata di brividi lo investe.
Si sporge per baciare il biondo sulla guancia. «Sei
coraggioso, piccolo Kurt.»
«Perché?»
Price gli sistema una ciocca di capelli dietro l’orecchio e
ridacchia. «Un mese fa hai fatto una follia e non hai ancora
smesso» replica
con un filo di imbarazzo.
Joe scrolla le spalle e lo trascina con sé fino al divano.
Ricadono tra i cuscini soffici e finiscono intrappolati in
un bacio maldestro, mentre Price tenta di non bruciare i pantaloni
della tuta
con una delle candele più vicine.
«E chi ti dice che voglio smettere?» sussurra Joe,
sfiorando
il lobo del suo orecchio con le labbra.
Price sospira e lo tiene stretto tra le braccia.
«Le candele sono bellissime» commenta il biondo,
sollevando
pigramente lo sguardo per farlo scorrere tutt’attorno.
«Le ho scelte con Phil.»
«Quando?»
«Oggi, dopo il vostro allenamento.»
Joe emette un sibilo e gli tira appena una ciocca di
capelli. «Ecco perché aveva tanta fretta, quel
bastardo!»
Price ride. «È colpa mia, povero Phil. Comunque le
candele
sono al cocco e fave di cacao. Ti piacciono?»
Il biondo annuisce. «Anche se l’odore del pollo
fritto è più
invitante in questo momento.»
Il batterista gli regala un buffetto sulla guancia e si alza
per recuperare la loro cena, ma prima di allontanarsi si ferma a
osservarlo per
un istante: abbandonato sul divano, con ancora indosso il cappotto, Joe
è
bellissimo; i capelli leggermente scompigliati sparsi sulla spalliera,
la pelle
diafana rischiarata dalle candele, le labbra arrossate per i baci di
cui le ha
ricoperte.
Per Price è ancora difficile accettare che quel meraviglioso
ragazzo sia suo.
Si china a baciarlo sulla fronte e sussurra: «Auguri, mio
piccolo Kurt».
E, mentre si dirige verso la cucina, sente che in fondo non
c’è niente di sbagliato in ciò che ha
organizzato.
Basta la presenza di Joe per rendere tutto più luminoso.
Sorride tra sé: non vede l’ora che la serata
prosegua.
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AUGURI
PRIIIIIIIIIIIIIIICE *________________*
Lettori, non potevo
mancare all’appello per il compleanno
del nostro adoratissimo batterista dei NBT!
E non potevo neanche
evitare di scrivere una Joice, dato che
1) ero in astinenza e 2) Carmaux mi ha dato come prompt quelle candele
che
vedete nel banner in cima, per cui ringrazio sempre Carmaux che
l’ha
pazientemente creato apposta per me ♥
Beh, che ne pensate
del nostro Price alle prese con qualcosa
di pseudo-romantico per il suo piccolo Kurt? :3
Per chi non lo
sapesse, in questa mia serie “piccolo Kurt”
è
un nomignolo con cui Price è solito rivolgersi a Joe, vista
la somiglianza del
chitarrista dei NBT a Kurt Cobain in certe foto XD
Spero che la storia
vi abbia almeno strappato un sorriso, a
me è piaciuto un sacco tornare a scrivere di questi due
pandori – dato che siamo
in periodo XDD
Piccola nota e poi
vi lascio in pace: ho pescato un album a
caso dei Radiohead perché so che piacciono a Joe e ai NBT in
generale, ma io
sono ignorantissima in materia, quindi abbiate pietà di me XD
E ovviamente era necessario fare un tributo ai miei Martin&Joe
con la candela sciroppo d'acero e burro d'arachidi, non siete
d'accordo? AHAHAHAHAHAHAHAH ma che roba è, poi? (A proposito
di ciò, ho inventato tutti gli aromi delle candele, dato che
ormai in giro si trova di tutto e non mi sembrerebbe poi troppo strano
se esistessero davvero XD)
Grazie
ancora a Carmaux per prompt e banner e a chiunque sia
giunto fin qui ^^
Alla prossima e
ancora buon compleanno al cuore pulsante dei
Nothing But Thieves ♥
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