Epilogo
Hotaru Meiou era all’aeroporto di Tokio, insieme a sua sorella Setsuna.
O meglio, sulla carta era sua sorella maggiore. Ancora non riusciva a
crederci. A otto anni rischiò di morire in un incendio se la guerriera
del tempo non l’avesse salvata. Le spiegò il perché delle sue azioni e
lei acconsentì a cambiare la sua vita. Così Hotaru Tomoe
risultò morta nell’incendio di casa sua insieme alla madre. Sempre
meglio che essere una cyborg con un parassita alieno. E non c’era
pericolo che incrociasse suo padre: il professor Tomoe era in Africa a studiare non si sa quale malattia, insieme alla sua seconda moglie, Kaolinite. Ora era Hotaru Meiou, e anche Sailor Saturn, una guerriera Sailor al servizio della principessa Serenity.
Haruka e Michiru
uscirono dal terminal degli arrivi internazionali. La tournée era stata
un successo. Dopo aver dribblato i giornalisti, trovarono Setsuna e Hotaru ad accoglierle.
-Siete arrivate in tempo.
-Non avremmo perso l’occasione per niente al mondo. Qual è il programma, Sestsuna?
-La festa è stasera, Haruka. E ci sarà qualche novità.
Usagi
stava andando a scuola, per quanto assurdo potesse sembrare. La cosa
più assurda, però, è stata bussare alla porta di casa qualche settimana
fa. Suo padre aveva aperto e, vedendola, era svenuto. Sua madre invece
la abbracciò e la fece entrare, insieme a Demando. Dopo aver ripreso i
sensi, Kenji Tsukino volle sapere cosa diavolo fosse successo. La storia concordata era talmente assurda che doveva essere vera.
Usagi
era uscita dalla stanza di Rei per chiedere qualcosa a suo nonno,
quando notò un bel giovane (Demando) passeggiare fra gli alberi. Fu
allora che vide che un vecchio ramo stava cedendo e sarebbe caduto sulla
testa dello sconosciuto, se lei non si fosse lanciata e lo avesse
spinto a terra. Intanto il ramo era caduto sulla sua testa, facendole
perdere i sensi. Quando il ragazzo si rese di cosa fosse accaduto, aveva
chiamato la sua guardia del corpo (Rubeus)
e l’aveva fatta portare in una clinica privata. Quando si svegliò, si
ritrovò affetta da amnesia. Non ricordava neppure il suo nome. In più,
aveva lasciato i documenti da Rei, perciò non poteva essere
identificata. Siccome l’indomani il giovanotto doveva andare all’estero
con il suo yacht, le propose di andare con lui, e lei accettò. In
pratica, lei era in giro con questo riccone, nel tentativo di recuperare
la memoria. Fu appunto qualche giorno prima, guardando uno show su
aspiranti idol, che vide e riconobbe Minako
fra i concorrenti, e di colpo le tornò la memoria. Dopo qualche
ricerca, scoprirono che la stavano cercando e tornarono subito in
Giappone.
I
genitori le credettero, e accettarono di buon grado che Demando la
frequentasse. Si vedeva che erano innamorati. L'unica pecca era che la
scuola dove andava voleva obbligarla a ripetere l’anno, perché non
sarebbe riuscita a recuperare. A niente sono valse le proteste dei
genitori, dei suoi compagni e della professoressa Haruna. Fu allora che un collega di papà gli consigliò di iscriverla all’istituto Mugen, una scuola privata nel quartiere di Sankakusu,
dove avevano un ottimo programma di recupero. E proprio lì stava
andando. Anche le sue amiche si erano iscritte lì. E ora era diretta
verso la fermata dell’autobus che l’avrebbe portata a scuola. Pregustava
però il momento della fine delle lezioni, Demando sarebbe venuto a
prenderla, e poi era il compleanno...
Fu
un telefono a svegliare Demando, la mattina. Ufficialmente, era un
ricco studente universitario, e quel giorno non aveva lezione. Ma ogni
mattina era puntualmente disorientato verso la sua vita sulla Terra. Per
fortuna, domani era sabato e sarebbe rientrato a Nemesis insieme ad Usagi per sistemare gli affari del regno. Prese il telefono.
Contò
fino a dieci. Il futuro era cambiato, ma non la sua avversione per la
guerriera di Marte. Eppure Sailor Pluto gli aveva assicurato che sarebbe
andato tutto bene. Era solo una questione di tempo.
-Sì, vado a prendere Usagi e la porto al tempio, stai tranquilla.
-Si
tratta di questo... Il tempio è stato prenotato per diverse cerimonie,
tutte in una volta! Non posso organizzare la festa qui! Mi domandavo se
potevamo farla a casa vostra.
Aveva trovato una villa signorile in un bel quartiere. C'era parecchio spazio.
-Perché no? Almeno inauguriamo il salone. Fammi chiamare Saphir ed Esmeralda...
-Perfetto! Io chiamo Kunzite e gli altri!
Rei
attaccò il telefono. Aveva chiamato chi di dovere, anche a scuola per
dire che non poteva venire. Il tempio doveva essere impeccabile. Era il
patto che aveva fatto con il nonno. Sentì un rumore dietro di lei.
Jadeite si era messo in veste d’ordinanza e stava caricando secchi insieme a Juichiri. Caso strano, stavano andando d’amore e d’accordo. Forse Juichiri aveva capito che non avrebbe mai funzionato e si era fatto da parte, con Jadeite. Tuttavia, voleva continuare l’apprendistato. Aveva veramente la vocazione del sacerdote. C'era da dire che era una vera forza della natura.
-Sì, ho chiamato tutti. Sto arrivando.
Prese un secchio e cominciarono. Rei sorrise. Era stato bello con Mamoru, ma Jadeite era quello giusto, ora lo sapeva...
Saphir
e Makoto contemplavano il locale. Era perfetto: uno spazio per la
vendita e un cortile enorme che poteva anche ospitare una piccola serra.
Sarebbe stato uno splendido vivaio. Inoltre Saphir
aveva sistemato il passaggio che conduceva al quartiere generale sotto
al Crown, che avrebbe semplificato la vita non solo alle ragazze, ma
anche a Motoki, che le aveva sempre coperte.
-Fra un po' ci saranno le vacanze estive. Verremo a darvi una mano.
-Ti ringrazio lady Jupiter.
Erano
andati subito d’accordo, sin dalla prima volta. Avevano entrambi la
passione per le piante. E intanto era nato qualcos’altro...
-Makoto... sai per caso come faceva Serenity a sapere che ci saremmo messi insieme?
-C’è una cosa su Usagi:
non sai mai come fa a sapere le cose. Le sa e basta. Una cosa che fa
imbestialire Rei, soprattutto quando ha ragione. Dobbiamo pensare ad
ordinare le piante.
Rubeus
scaricava casse da stamattina. Scaricava, apriva e metteva il contenuto
sugli scaffali o li appendeva. Il tutto sotto le indicazioni di Esmeraude. Però non gli pesava. Da quando si era arresa al fatto che Demando e Serenity si amavano, aveva un carattere più sopportabile. E gli era stata accanto, quando Koan era morta. E poi le cose sono venute da sole.
L'idea
della principessa della colonizzazione discreta e pacifica era ottima.
Tolti mezzaluna e orecchini, sembravano uguali agli umani. Esmeraude
si era riscoperta stilista, e stava per aprire la sua boutique. Ci
voleva solo un po' di olio di gomito. Per fortuna, la sera ci sarebbe
stata la festa.
L'aereo
da Berlino atterrò verso le nove del mattino. Ami avrebbe passato le
vacanze estive a casa. Era da tanto che non vedeva i suoi genitori. E
stasera c’era il compleanno di Usagi. Cercò di prendere la valigia dal nastro, ma pesava troppo. Un'altra mano la prese.
La aiutò a mettere i bagagli nel carrello e lo spinse.
-I tuoi sono venuti a prenderti?
-Purtroppo no. La mamma è di turno all’ospedale e papà è in viaggio. Le altre sono a scuola.
-Forse le guerriere esterne...
-Sono arrivate stamattina. Vorranno riposarsi. Come trovi Berlino?
-Bella città. Penso di iscrivermi all’università. E tu? Vuoi continuare gli studi?
-Sì, ormai ci sono dentro.
-Meno male che ora sappiamo come funzionano i portali!
Fuori trovarono una macchina, con Haruka alla guida.
Kenji Tsukino stava bevendo il thè che sua moglie gli aveva preparato. I ragazzi sarebbero rientrati a breve... a parte Usagi.
Le sue amiche avevano organizzato una festa. Rei lo aveva informato del
cambiamento di programma. Stranamente, non gli è presa la solita crisi
di gelosia. Quel Demando aveva l’aria più matura di Mamoru. E anche suo fratello era un bravo ragazzo. E sua figlia sembrava cresciuta, al suo ritorno...
Ikuko
guardava fuori dalla finestra. Una notte, aveva sentito sua figlia
parlottare con qualcuno in camera sua. Aveva aperto piano la porta, e
vide Luna che le rispondeva! Fu così che aveva scoperto che era Sailor
Moon. E da allora l’assillo era finito. Sapeva che sarebbe finita bene,
come sapeva che Demando e suo fratello non erano chi dicevano di essere.
Sua figlia era felice con loro, e questo le bastava.
Minako entrò nella casa che Nephrite aveva usato come copertura, e che ora ospitava gli Shitennou. Fu accolta da un dolce profumo. Andò in cucina. Non aveva mai visto tanti dolci in vita sua. Kunzite stava sfornando dei muffin.
-Ma...hai fatto tutto tu?
-Basta organizzarsi. Sto lavorando da stamattina. Tu dov’eri?
-Ero a scuola. Il grembiule te lo ha regalato Usagi?
-Rosa con i coniglietti... ovvio. Posso aiutarti?
-Sì, dobbiamo imballare tutto.
-La prossima volta, ti metto in competizione con Makoto. Sono curiosa di sapere come andrà a finire.
E si armò di carta stagnola, combattendo l’istinto di assaggiare tutto. Però era felice. Usagi era tornata a casa, aveva trovato l’anima gemella, lei aveva ritrovato Kunzite, aveva vinto il concorso per idols... Sembrava ci fosse un lieto fine per tutti...
Nephrite
stava revisionando il bilancio. Lo Youma che passava per il suo
amministratore aveva ottimi investimenti, tutti molto oculati. Poteva
considerarsi fra gli uomini più ricchi del paese. Avrebbe potuto
finanziare diverse operazioni. Aveva già cominciato con il futuro vivaio
di Saphir, e la retta di Naru per l’istituto Mugen.
Poteva pagare anche le altre rette, facendole passare per borse di
studio... meglio che stessero tutte in un’unica scuola. Già sapere che
Ami e Zoisite sarebbero rimasti in Europa un po' lo preoccupava, ma
sapeva che sarebbero tornati in Giappone in caso di emergenza. Anche se
oggi...
-Nephrite? Dobbiamo prepararci.
Sorrise. Quando Naru
non era a scuola, veniva ad aiutarlo. Aveva già espresso la sua
decisione di essere la sua segretaria. Non si sarebbero lasciati mai
più.
Chibiusa
stava tornando a casa. Doveva sbrigarsi, se non voleva perdersi la
festa. Era talmente concentrata che non si era accorta di una nuvoletta
rosa che si era formata sopra di lei. Dalla piccola nube qualcuno
atterrò davanti a lei: un bambino della sua età, con i capelli biondi
fino alle spalle e gli occhioni viola.
-Ciao Usagi! Sono venuto a prenderti. Torni a casa!
E le disse qualcosa all’orecchio.
-Ma è fantastico! Però adesso non posso venire. È il compleanno della mamma!
-Ah, ecco perché papà mi ha dato qualcosa da dare alla mamma del passato! Ma come facciamo con i nonni?
E Luna-P si trasformò in un ombrello che lei aveva già usato...
Usagi
pensò che fosse il suo più bel compleanno di sempre. Era a casa di
Demando, con le sue amiche di sempre e i suoi nuovi amici, Ami era
tornata, anche se solo per le vacanze, e Chibiusa le aveva presentato suo fratello Alexandrite, il suo futuro figlio. Non solo, aveva appena saputo di un altro lieto evento nel futuro.
-La mamma ha partorito una figlia. Abbiamo una sorellina!
Alex
le aveva mostrato la foto. Una bambina con gli occhi viola e i capelli
d’argento. L'avrebbero chiamata Diana. In più, la regina Serenity
le aveva fatto un regalo, da parte della famiglia reale: una nuova
spilla, nella quale racchiudere i due cristalli: era d’argento, con le
due mezzelune incrociate.
Non c’era un dolce che non fosse buono: Kunzite si era superato. Avrebbe dovuto organizzare una gara culinaria fra lui e Makoto. Minako
cantò la canzone che l’aveva fatta vincere. Ami raccontò di Berlino e
di come le piacesse. Rei era felice... come non la vedeva da tanto. Di
sicuro, questa sarebbe finita nella top ten delle giornate migliori della sua vita.
Ad
un certo punto, però, sentì il bisogno di stare in disparte, e uscì in
giardino. C'era la luna piena. Aveva avuto un colloquio con sua madre,
giorni prima. La regina Selene. Le aveva detto che le aveva dato quella
versione perché non era riuscita a localizzare Demando. Quando scoprì
che sarebbe nato solo nel trentesimo secolo, si spiegò molte cose. Era
fiera di lei. Aveva battuto il Chaos due volte. E se sarebbe tornato,
lei era preparata.
-Oggi le stelle brillano più del solito.
Demando l’aveva raggiunta. Pensò alla sua vita precedente, a quanto lo aveva amato.... a quanto lo amava ora.
-Sto pensando a ciò che è successo, e ne sono grata.
La avvolse fra le sue braccia. Non si era mai sentita così al sicuro con Mamoru.
-Hai ragione, questa vita è una benedizione. Ho te, i nostri futuri figli...
-Hai ragione, questa è una benedizione. Ma a volte ho paura di svegliarmi, e di essermi sognata tutto...
-È tutto reale. Lo sono io e lo sono i nostri figli.
Si scambiarono un bacio appassionato. Usagi aprì gli occhi per guardare le stelle e la luna, e rivolgere loro un pensiero:
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