Il Concilio del caffè

di Baudelaire
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Seduti
Faccia a faccia
Per quanto non ti piaccia.
 
Strappato dal trambusto cittadino
Mi trovo mezzo rinco a te vicino.
 
Due tazze di caffè
Tra te e me.
 
Il guardo imbarazzato giro altrove
Tant’acqua è ormai passata, fuori piove.
 
Divisi
Un po’ arrabbiati
Lontani
Disgustati.
 
E’ come se la testa mi scoppiasse.
Maestra, posso uscire dalla classe?
 
Eppure noi qui siamo
Le spalle non voltiamo
All’amicizia pura
Preziosa, duratura.
 
Sarà il vapore che mi brucia gli occhi
Sarà la mente e i suoi pensieri sciocchi.
 
Sorseggi il tuo caffè
Al pari di un re.
Il mio lo butto giù
E non ci penso più.
 
La gola s’è strozzata col caffè
Mi sento goffo e sbuffo accanto a te.
 
Oh B! Io non perdono
La testarda che sono.
 
Oh B! Son io che devo maturare
A nascondino smetter di giocare.
 
Ma tu mi capirai
La mia mente leggerai
Come i fondi di caffè
Al pari di un re.
 
Capirci ormai possiamo se vogliamo
Basta ascoltare il Fato e il suo richiamo.
 
Vuota la mia tazza
Freddo il tuo caffè
Lo sai che sono pazza
Ma non farò a meno di te!
 
La pioggia adesso è neve nella piazza
Si scioglie qui al calduccio la corazza
Non c’è più niente in te che m’imbarazza
Orsù scendiamo giù, Natale impazza.
 




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