Parole tra i ghiacci

di Najara
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Guanto
 
Non era l’essere partita, non era l’aver scelto il lavoro, quella missione, cos’era allora?
“Non le ho detto addio, come mia madre non mi ha detto addio.” Ammise alla fine, la neve sembrò esitare sospesa per un istante, poi le nuvole si diradarono e lei poté vedere il cielo azzurro.
“Questo il peso che ti trattiene.” E le parole di Anguta non formavano una domanda, ma erano una semplice affermazione.
“Mi trattiene dove?” Chiese lei, ricordando altre parole della donna.
“Non dove…” La corresse la donna. “Non è mai stato questione di spazio, tu sei sempre lì, aggrappata alla vita e abbracciata alla morte.”
Le parole della donna per quanto dette con dolcezza la fecero rabbrividire. Per un istante, per un singolo brevissimo momento la neve fu su di lei, il suo corpo tornò ad essere freddo e immobile, la morte le accarezzava la testa mentre la vita le stringeva le mani.
“No!” Si oppose e si ritrovò in ginocchio mentre tornava a sentire il rumore del fuoco e il calore perfetto che era emanato da esso.
“Devi decidere.” Anguta ora era vicino a lei, immensa e irraggiungibile, un essere incomprensibile per la sua mente umana e al contempo così familiare.
Ricordò il letto freddo, Beth addormentata e lei che la guardava, era così vicina, così lontana… Ricordò mentre nel suo igloo guardava sua madre andarsene, così vicina, così lontana…
Una sola parola e avrebbe potuto cambiare il suo passato. Ma era tardi.
“No.” Mormorò stringendo il pugno nel guanto.




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