Parole tra i ghiacci

di Najara
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Sorriso
 
Pensò a sua madre, ricordò le ore in cui la donna aveva letto per lei, i sorrisi mentre le accarezzava il volto, i pranzi e le cene, i baci della buona notte. Ma ricordò anche gli scatti d’ira, la rabbia esplosiva che ogni tanto la portava a rompere un piatto, ricordò suo padre che si metteva in mezzo, accogliendo la rabbia con pacatezza, pur di non spaventare lei, pur di proteggerla e ricordò la donna che alla fine piangeva e la guardava… era andata via molto tempo prima di quel giorno di Natale, era andata via non perché era ambiziosa e loro un peso, ma perché voleva proteggerli.
Continuò a camminare e ricordò il sorriso di Beth, la sua gioia sincera nel sapere che era stata presa per la spedizione, il suo supporto… e quel bacio, quel bacio che parlava di addio, senza ricorrere a parole. Ricordò quella notte, ricordò il letto freddo e in un lampo di consapevolezza ricordò il respiro della donna, troppo rapido per essere addormentato. E allora comprese: l’aveva lasciata andare via, senza imporle un addio che l’avrebbe trattenuta, un addio che non sarebbe stata capace di dare.
Mentre la consapevolezza la lasciava senza fiato vide una luce tra le folate di vento e neve. Si fermò, incredula, mentre due sagome correvano verso di lei. Erano reali? O erano frutto della sua mente stanca? Crollò sulle ginocchia, ma due braccia la sorressero e dietro agli occhiali protettivi lei vide riflesso nei loro occhi un sorriso.




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