Le
parole astiose di Floch,
fortemente in disaccordo fin dall'inizio con la scelta del capitano
Levi di salvare lui al posto del comandante Erwin, risuonavano
crudeli nella mente di Armin, che subito si sentì stringere
il petto
in una morsa dolorosa all'ulteriore conferma che non avrebbe dovuto
essere lì. Non poteva dargli torto, visto che a sua volta
trovava
assurdo che la sua vita fosse stata considerata più
importante, al
punto da non riuscir proprio a essere grato di una simile grazia.
Sapeva che erano stati Eren e Mikasa a insistere con troppa foga
perché gli venisse iniettato il siero che l'aveva
trasformato in
gigante, motivo per cui entrambi avevano passato gli ultimi giorni in
cella, ma era sempre più convinto che il capitano avesse
fatto un
grosso errore di valutazione ascoltandoli. Cosa mai poteva avere lui,
un ragazzino che era sempre stato debole e insicuro, più del
migliore comandante del Corpo di Ricerca, che in pochi anni aveva
ottenuto enormi risultati con un numero di vittime a missione
nettamente inferiore ai suoi predecessori? Certo, durante lo scontro
con i giganti a Shiganshina gli era dispiaciuto dover rinunciare al
suo sogno di vedere il mondo insieme a Eren, ma aveva affrontato
serenamente il Colossale perché sapeva di star facendo la
cosa
giusta. Era persino riuscito a vedere l'amico un'ultima volta prima
di perdere i sensi, e sebbene non fosse l'immagine migliore di lui,
viste le lacrime che gli rigavano le guance e l'espressione
disperata, aveva avuto la certezza che il suo sacrificio fosse
servito a salvarlo da Bertholdt, con enormi benefici per
l'umanità
intera. Non era riuscito a sorridere, né a cercare di
consolarlo, ma
era stato bello essere fiero di se stesso per la prima volta in vita
sua. Il modo migliore di andarsene, aveva pensato, ma si era
risvegliato qualche ora dopo perfettamente guarito, almeno a livello
fisico, con quell'enorme fardello sulle spalle di cui avrebbe fatto
volentieri a meno. Aveva avuto una buona intuizione a Shiganshina, ma
era stato Jean a consigliare come agire per salvare il resto del
gruppo nel momento più critico. Davvero il capitano aveva
pensato,
anche solo per un attimo, che potesse sostituire un uomo come Erwin
Smith?
Sull'onda
di quei pensieri,
il panico avanzava sempre di più, soffocandolo nelle sue
spire come
un enorme serpente mentre Armin, istintivamente, lottava per
incamerare abbastanza aria nei polmoni con respiri sempre
più rapidi
e superficiali.
Non
serviva a nulla, però,
e la vista iniziava già a sfuocarsi quando una voce
arrabbiata e
spaventata insieme chiamò forte il suo nome, strappandolo a
quel
flusso ininterrotto di piccoli e grandi fallimenti a cui era andato
incontro nella sua breve vita. Una sorta di miracolo che fosse
riuscito a sentirla, visto che il rombo del sangue nelle orecchie
aveva coperto ogni altro suono intorno a lui, ma il ragazzo,
nonostante la confusione e il malessere che lo pervadevano, non
poté
far altro che aggrapparsi ad essa, sentendosi immediatamente
rassicurato da quella presenza ancora indefinita.
«Che
ti succede, Armin?
Respira!» stava intanto dicendo Eren, un braccio intorno alle
sue
spalle e l'altra mano che stringeva la sua per cercare di riportarlo
alla realtà. Si era accorto per caso che stava annaspando in
un
angolo della sala stringendosi il petto ed era subito corso ad
aiutarlo con il cuore in gola. Una parte di lui, a questo punto,
avrebbe voluto pestare Floch con ancora più gusto di prima,
visto
l'effetto devastante delle sue parole sulla persona che aveva meno
colpe di tutti per quella decisione controversa, ma non poteva certo
lasciare l'amico in simili condizioni!
«Va
tutto bene, Armin, non
stare a sentire ciò che dice! Respira con me,
forza!» continuò con
foga, sapendo perfettamente cosa avesse provocato l'ennesimo attacco
di panico degli ultimi giorni. Succedeva spesso da quando si era
svegliato sulle mura di Shiganshina dopo la prima trasformazione, al
punto che iniziava a temere non fosse stata una buona idea insistere
con il capitano per fare a lui l'iniezione, e il pensiero rendeva la
situazione ancora più straziante. Sapeva che non avrebbe mai
potuto
lasciar morire il suo migliore amico, ma si sentiva tremendamente in
colpa per la sofferenza che gli stava provocando. Era ancora convinto
che Armin, oltre a essere una persona insostituibile per lui, potesse
avere un enorme valore anche per il Corpo di Ricerca e
l'umanità
intera, ma non aveva calcolato che troppe persone avrebbero pensato
il contrario, portandolo a sminuire se stesso più di quanto
facesse
di solito.
Per
fortuna era stata
questione di pochi secondi perché lo sguardo di Armin, sia
pure un
po' sfuocato, si posasse su di lui, confermandogli che, se non altro,
l'aveva sentito.
Senza
mai distogliere gli
occhi dai suoi, cercò allora di aiutarlo a riprendere il
ritmo
giusto, esultando mentalmente nel registrare quasi subito un lieve
miglioramento. Il respiro era ancora troppo rapido ma
il
fatto che
l'amico sembrasse un po' più presente era
già un buon passo
avanti.
Dal
canto suo Armin lo
fissava con gli occhi spalancati, sforzandosi di capire cosa stesse
dicendo. Vedeva le sue labbra muoversi ma faticava a comprendere le
parole e il suo petto, nonostante l'esercizio di respirazione che
ormai conosceva bene, continuava ad alzarsi e abbassarsi troppo
velocemente, facendogli male.
Si
lasciò sfuggire un lieve
gemito di dolore e frustrazione ed Eren si accigliò,
aumentando
intanto la stretta sulla sua mano ghiacciata.
«Respira
con me, Armin, so
che puoi farcela» lo incoraggiò di nuovo con voce
dolce ma ferma,
maledicendo tra sé Floch per l'ennesima volta. Come si
permetteva di
dire certe cose in sua presenza?
Un
po' incerto se
considerarlo o meno un buon segno, vide l'amico tentare di dirgli
qualcosa, senza però che dalla sua bocca uscisse alcun
suono, e lo
stomaco di Eren si strinse ancora di più.
«Non
ascoltarlo» ripeté
per l'ennesima volta. «Io so che il capitano ha preso la
decisione
giusta salvando te, e presto tutti si accorgeranno quanto vali. Floch
non sa quante volte ci hai salvato con le tue intuizioni»
continuò
sicuro, augurandosi che la sua previsione si avverasse il
più in
fretta possibile. Non sopportava proprio di vedere così il
suo
migliore amico, sapendo oltretutto di esserne in parte responsabile.
Con
suo enorme sollievo,
Armin si lasciò sfuggire un lieve sorriso a quelle parole ed
Eren,
incoraggiato dal risultato, iniziò un elenco delle sue
trovate più
geniali che sembrò finalmente sortire l'effetto desiderato.
Di tanto
in tanto doveva ricordargli di fare respiri lenti e profondi ma era
evidente che la crisi si stesse placando, e dopo qualche minuto il
ragazzo biondo si appoggiò per un attimo alla sua spalla,
ringraziandolo per l'aiuto, prima di entrare con lui nella sala dove
Historia li stava aspettando per consegnare le medaglie ai reduci
della battaglia di Shiganshina.
Prompt:
Iperventilazione / “Non stare a sentire ciò che
dice!”
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Avrei dovuto pubblicare
molto prima questa fic anche su AO3 ed Efp ma mi sono accorta oggi di
averlo dimenticato (la mia testolina bacata colpisce ancora X'D). La
storia in realtà non mi convince molto ma spero di aver reso
bene la
situazione e i sentimenti di entrambi, visto che in genere ho grosse
difficoltà a scrivere con questa ambientazione. Il secondo
prompt
che ho scelto era perfetto per questo scenario e ho voluto provare.
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti per il tempo
che mi avete dedicato anche solo leggendo! <3
Come
ho accennato nell'introduzione, la fic ha partecipato all'iniziativa
“Writeptember”
indetta dal gruppo fb Hurt/Comfort
Italia - Fanart & Fanfiction.
Mi raccomando, ringraziate anche l'admin se la storia vi è
piaciuta,
perché senza di lei non sarebbe probabilmente mai nata. ;)
Se
a qualcuno interessa, ho
fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed
Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Se volete
conoscere altri fan di queste bellissime opere, saremo ben felici di
accogliervi qui
(attenzione ai possibili spoiler se non seguite le scan online
però,
anche se cerco di stare attenta). Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto,
augurandovi buon Natale e buone feste.
Bacioni
e alla prossima!
Ellygattina
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