Per
Arianna, con tanti auguri di buon Natale e buone feste!
Era la sera
della Vigilia ed Eren, approfittando del fatto che Mikasa fosse
impegnata in cucina, sistemò sotto l'albero addobbato un
pacchettino
con il nome dell'amica sulla carta. Non era mai stato così
nervoso
per un regalo ma sentiva che era giunto il momento di dare una svolta
al loro rapporto. Erano sempre
stati molto legati fin da bambini, come testimoniava la vecchia
sciarpa rossa che la ragazza non aveva mai smesso di portare intorno
al collo, ma dopo gli avvenimenti degli ultimi anni quel simbolo
andava sostituito con qualcosa di più adatto.
Se non
fosse stato per Mikasa, la sua vita sarebbe finita molto tempo prima,
quando i suoi amici erano riusciti a fermare la marcia dei titani a
cui lui stesso aveva dato inizio, scatenando quei mostri in tutto il
mondo. Un attimo prima di ucciderlo, infatti, l'amica era riuscita
chissà come a smuovere il gelido cuore di Ymir, che nel
momento in
cui la ragazza l'aveva decapitato per eliminare la maledizione dei
giganti, aveva deciso in qualche modo di salvarlo, dandogli la
possibilità di realizzare il suo sogno di una vita normale.
Dopo
essersi assicurata che la creatura luminescente responsabile di tanto
dolore fosse finalmente morta, Mikasa aveva scoperto incredula che il
suo corpo privo di sensi era intatto e miracolosamente vivo,
affrettandosi a portarlo via mentre le ossa del suo titano crollavano
per l'ultima volta intorno a loro.
Al suo
risveglio qualche giorno dopo si trovavano a Paradis in quella casa,
dove lei aveva continuato ad accudirlo per tanto tempo cercando come
poteva di alleviare il suo enorme senso di colpa e impedirgli di
farsi male seriamente nei momenti di crisi. Nei mesi successivi,
infatti, aveva perso il conto delle volte che l'aveva coccolato e
rassicurato per ore, giorno e notte, quando incubi e allucinazioni lo
riportavano agli orribili momenti in cui aveva letteralmente
calpestato milioni di vite innocenti per assecondare il desiderio di
vendetta di Ymir, che aveva preso il controllo della sua mente per
convincerlo a compiere per lei quel massacro, ma con il tempo e una
pazienza infinita, a quanto pareva, Mikasa era riuscita a farlo
scendere a patti con i crimini che aveva commesso. Rimpiangeva ancora
ciò che aveva fatto ai suoi amici e a tanti altri, ma in
qualche
modo aveva accettato la realtà e capito che senza di lui i
suoi cari
sarebbero stati ancora peggio. Non era sempre facile resistere al
richiamo di un oblio fin troppo gradito in cui non avrebbe
più
sentito nulla, ma non poteva farli piangere di nuovo. Avevano
già un
enorme fardello da portare per colpa sua, visto oltretutto che Levi,
Armin, Jean e Connie erano stati costretti per anni a stare lontani
da casa mentre Marley e il resto del mondo discutevano se fidarsi
delle loro parole a nome degli Eldiani superstiti o vendicare su di
loro il disastro. Visto il loro impegno per fermare la marcia dei
titani, a Paradis erano stati a lungo considerati dei traditori, al
punto che solo da poco Historia era riuscita a riabilitarne i nomi,
permettendo loro di tornare senza rischiare la vita e andare a
trovarli nel loro rifugio sulle montagne. Prima di allora avevano
dovuto accontentarsi dello scambio di lettere ideato da Mikasa con
l'aiuto di alcuni piccioni viaggiatori. In questo modo, nonostante la
lontananza imposta dalla loro finta morte in quella battaglia, poteva
chiedere notizie e ricambiava con le loro, ricevendo rassicurazioni
per entrambi che l'avevano aiutato non poco a riprendersi. In ogni
messaggio, infatti, c'era sempre qualche parola anche per lui, e i
primi tempi Eren era costretto a rileggere più volte il
testo prima
di convincersi che nessuno sembrava odiarlo come si aspettava dopo
ciò che aveva fatto.
Lentamente,
con il sostegno di tutti, era riuscito a costruirsi una vita
abbastanza normale e negli ultimi tempi si era accorto di volere che
l'amica ne facesse parte ufficialmente, visto che il limite imposto
dalla trasformazione in gigante era ormai trascorso senza conseguenze
per la sua salute.
La voce di
Mikasa che lo chiamava lo riscosse dai suoi pensieri ed Eren si
voltò
in tempo per vederla comparire sulla soglia con aria preoccupata.
«Stai
bene? Mi sono
accorta che mancavi
da un po'» disse ansiosa, scrutandolo
attentamente.
Un'abitudine che non aveva mai perso da quando avevano iniziato a
vivere insieme in quella casa, dal momento che allora il pericolo di
gesti inconsulti da parte sua era davvero altissimo.
«Sì,
tranquilla. Passando ho visto che era caduta una decorazione e mi
sono fermato a sistemarla» la rassicurò con un
sorriso che sperò
fosse abbastanza convincente. Nelle sue intenzioni avrebbe dovuto
appoggiare a terra il pacchetto e tornare subito in cucina, ma era
evidente che si fosse perso di nuovo nei suoi pensieri per
chissà
quanto.
Con orrore,
la vide scrutare il pavimento intorno all'albero, ma se notò
quel
pacchetto così diverso dal solito, fu molto abile a
nasconderlo.
«Si è
rotto qualcosa?» chiese invece dispiaciuta.
«No, era
solo un festone. Niente di grave questa volta» le rispose con
un
sorrisetto nervoso, ripensando senza volerlo alla volta in cui da
bambino, giocando in casa con lei ed Armin in un pomeriggio di neve,
aveva abbattuto per sbaglio l'albero di Natale già
addobbato,
distruggendo quasi tutto.
«Meno
male» disse sollevata, il pensiero che correva a propria
volta al
medesimo episodio della loro infanzia.
«Dev'essere
caduto prima quando ho sistemato gli ultimi regali» le
spiegò e la
ragazza annuì. Non era la prima volta che succedeva quando
mettevano
i pacchetti sotto l'albero in attesa della mezzanotte e quella sera
avevano deciso di preparare già anche quelli dei loro
ospiti, che li
avrebbero raggiunti il giorno dopo per passare il primo Natale
insieme dopo tanto tempo.
«Vieni,
dev'essere pronto ormai» lo chiamò tornando in
cucina, onde evitare
di far bruciare la cena, subito seguita dall'amico.
Poco dopo
si misero a tavola, gustando la loro semplice zuppa mentre fuori la
neve riprendeva a fioccare. Sulle montagne in cui vivevano era
già
tutto bianco da un pezzo ma quell'atmosfera rendeva sempre il Natale
ancora più magico, sebbene li costringesse a uscire spesso
per
andare a liberare porte e finestre da quel candido manto.
Una volta
finito di mangiare e lavare i piatti, uscirono insieme e Mikasa si
perse a osservare lo spettacolo davanti a lei. La neve le ricordava
sempre l'infanzia trascorsa con i suoi genitori e i giochi
spensierati con Eren e Armin prima e gli altri cadetti poi. Tante
cose erano cambiate da allora ma in quei momenti le sembrava di
tornare indietro nel tempo, con sentimenti contrastanti.
Come
accadeva spesso, fece qualche passo su quella morbida coltre che
scricchiolava sotto le sue scarpe e sollevò le mani guantate
per
raccogliere alcuni cristalli, che osservò sciogliersi
lentamente,
subito sostituiti da altri compagni. Era tutto ovattato, al punto che
persino il rumore della vanga a pochi metri da lei le sembrava
lontano.
Alzò il
viso verso il cielo buio e sorrise quando la neve si posò
gelida
sulle sue guance, facendole immaginare luoghi e persone che ormai da
tempo non c'erano più.
«Ti piace
sempre, vero?» le arrivò poco dopo la voce di Eren
e voltandosi lo
vide al suo fianco.
«Già...
Da questo punto di vista sembro ancora una bambina» disse lei
ridacchiando imbarazzata.
«Non è
così... Ti ricordi la battaglia a palle di neve con Jean e
gli altri
qualche anno fa?» le rispose, alzando a sua volta lo sguardo
malinconico. Era stato poco prima che lui scappasse a Marley per
preparare l'attacco a Liberio ma per qualche ora si erano davvero
divertiti.
«E come
potrei dimenticarla? Tu e Jean avete cercato di seppellirvi a vicenda
nel cortile del Corpo di Ricerca e poco dopo volava neve ovunque! Non
ho neanche capito come avete fatto a coinvolgerci tutti in
così poco
tempo» rise Mikasa.
«Non è
stata colpa mia! È stato lui a cominciare» si
difese imbarazzato.
Ricordava bene la confusione che avevano fatto quel pomeriggio, prima
che Levi ristabilisse l'ordine a modo suo, rischiando a sua volta di
essere colpito prima che Connie si accorgesse troppo tardi della sua
presenza dando un inutile allarme che nessuno aveva sentito.
«Come
sempre, ovviamente» rispose lei con gli occhi che ridevano,
ancora
più bella di quanto già non fosse.
«Non mi
credi?» protestò il ragazzo fingendosi addolorato.
«Diciamo
che a volte avevo più l'impressione che fossi tu a
cominciare»
scherzò Mikasa, scoppiando a ridere quando l'amico
cercò ancora di
convincerla, mentendo spudoratamente. Sapeva bene che in quel caso
aveva ragione lei ma non era disposto a dichiararsi colpevole e
ammettere che Jean le aveva prese da Levi a causa sua.
A un certo
punto, senza neanche accorgersene, iniziarono a tirarsi la neve
davanti a casa come due bambini ridendo come matti mentre si
inseguivano a vicenda, nascondendosi dietro alberi e rocce, fin dove
arrivava la luce della casa. Lo facevano a volte quando tutto si
copriva di bianco ed era bello tornare per un po' a quel periodo in
cui i sogni sembravano facili e indolori da realizzare.
Non
sapevano quanto tempo fosse passato quando, ormai fradici, si
decisero a rientrare in casa, affrettandosi a mettere dei vestiti
asciutti e sistemarsi accanto al camino avvolti in una coperta.
Chiacchierarono
per un po' finché l'orologio a cucù li
avvertì che era arrivata
mezzanotte. A quel punto si scambiarono gli auguri e si diressero
verso l'albero per prendere i rispettivi pacchetti con grande
preoccupazione di Eren. Erano abituati a quel piacevole rituale ma
quella sera avrebbe potuto spazzare via in un attimo tutto
ciò che
avevano costruito insieme fino a quel momento.
Incerto se
considerarlo un buon segno, la vide bloccarsi per un attimo di fronte
a quello con il suo nome e non poté fare a meno di notare il
tremito
delle sue mani nel raccoglierlo e la delicatezza con cui sciolse il
fiocco.
Deglutì
quando il nastro cadde sul pavimento, subito seguito dalla carta, e
la fissò nel panico mentre apriva la scatola, prima che il
tempo si
fermasse per qualche secondo. Mikasa infatti, una volta capito cosa
conteneva, si bloccò a mezz'aria con gli occhi spalancati e
la bocca
leggermente aperta per lo stupore, in viso un'espressione che Eren,
da quella posizione, non riusciva a identificare. Non poteva sapere
che la ragazza, alla sola vista del pacchetto ancora intatto, aveva
sentito il cuore aumentare i suoi battiti almeno quanto il suo,
divisa tra la fantasia di un sogno che ormai non osava più
sperare
di vedere realizzato e il disperato tentativo di tornare con i piedi
per terra prima di ricevere un'enorme delusione. La forma del suo
regalo era un chiaro indizio di cosa potesse contenere ma l'amico non
aveva mai mostrato quel tipo di interesse nei suoi confronti e di
sicuro c'erano altre possibilità, sebbene al momento non le
venissero in mente...
I suoi
pensieri confusi vennero spazzati via nell'istante in cui il suo
sguardo si posò sulla bellissima pietra di un azzurro
intenso che
ornava l'aggraziato anello sotto il coperchio e Mikasa non
poté far
altro che rimanere impietrita per qualche secondo a fissare ogni
singolo dettaglio con le lacrime che premevano agli angoli degli
occhi. Doveva essersi addormentata sul divano, non c'era altra
spiegazione, ma sembrava tutto così reale che faceva sempre
più
fatica a crederci.
«Lasciami
spiegare, io...» cominciò Eren, imbarazzato e
dispiaciuto, dopo
parecchi secondi di assoluto silenzio in cui il mondo gli era
letteralmente crollato addosso. Sapeva che non avrebbe dovuto dar
retta a Levi ed Armin, che un paio di mesi prima, quando aveva
provato a chiedere consiglio a entrambi su un passo così
importante,
gli avevano detto di farsi avanti, e se i muscoli si fossero decisi a
obbedirgli di nuovo, avrebbe già ripreso quella scatola
dalle mani
dell'amica per correre fuori chissà dove, ma la cosa
più importante
in quel momento era cercare di rimediare alla catastrofe che aveva
combinato. Aveva di nuovo rovinato tutto e non aveva idea di cosa
dirle per ricucire lo strappo che aveva sicuramente creato.
«Eren...»
lo chiamò lei un attimo dopo con la voce rotta dal pianto,
voltandosi verso di lui con gli occhi pieni di lacrime e un
bellissimo sorriso che non si aspettava. Perché quel sorriso
se il
regalo non le piaceva?
«È...
quello che penso io?» aggiunse un attimo dopo, vedendo che il
ragazzo si limitava a guardarla con l'espressione più strana
che gli
avesse mai visto.
«S-sì?»
rispose Eren esitante, augurandosi di non doversene pentire. Non
sapeva bene quale fosse la reazione normale di fronte a un anello non
desiderato ma il sorriso di Mikasa in quel momento sembrava
illuminare a giorno la stanza e anche gli occhi, a guardarli bene,
non comunicavano né rabbia né tristezza o
qualsiasi altro
sentimento negativo.
«Oh, Eren!
Non pensavo che me l'avresti mai chiesto!» esclamò
felice,
buttandosi tra le sue braccia senza preavviso con tanta foga da
fargli quasi perdere l'equilibrio.
Stordito
come non mai, ricambiò goffamente l'abbraccio stringendola a
sé
senza capirci più nulla. Sembrava felice adesso ma non osava
crederci dopo un silenzio così lungo che gli aveva fatto
davvero
temere il peggio.
«Allora...
mi vuoi sposare?» domandò confuso dopo qualche
secondo, alla
disperata ricerca di qualcosa di certo a cui aggrapparsi in quel mare
di incertezza che lo stava uccidendo.
«Sì!»
rispose subito lei con un tale entusiasmo da fargli abbassare
incredulo gli occhi come per controllare che aggrappata a lui ci
fosse davvero Mikasa.
«Dici sul
serio?» chiese ancora stupidamente, mordendosi la lingua
subito dopo
mentre la ragazza alzava finalmente la testa dal suo petto.
«Sì»
gli
rispose ancora con un dolce sorriso e gli occhi che brillavano come
non mai.
Eren
ricambiò il sorriso e un attimo dopo, guidato da uno strano
istinto,
appoggiò piano le labbra su quelle dell'amica, depositandovi
un
timido bacio che scaldò il cuore di entrambi.
Si
guardarono ancora e al primo ne seguì subito un altro
leggermente
più audace che li lasciò un attimo storditi
quando si staccarono,
mantenendo però il contatto visivo.
«Grazie! È
il regalo più bello che potessi farmi» disse
infine Mikasa,
ricordandosi della scatola con l'anello che teneva ancora in mano.
«Sono
contento che ti piaccia» rispose piano Eren, prendendolo poi
con un
leggero tremito per infilarlo al dito dell'amica, che rimase a
fissare il gioiello con le lacrime agli occhi per diversi secondi.
Quella pietra le ricordava il mare e il loro sogno di bambini. Allora
non le interessava molto vederlo ma avrebbe fatto di tutto per
rendere felici lui ed Armin, che ne erano invece così
entusiasti, e
ancora le sembrava strano che fossero riusciti in quella che tanto a
lungo era sembrata un'impresa impossibile. Ce l'avevano fatta,
però,
e quell'anello ne era un'ulteriore conferma.
«È
un'acquamarina» le spiegò Eren, tanto per spezzare
quello strano
silenzio che gli faceva sentire ancora di più i battiti
frenetici
del proprio cuore.
« È un
nome adatto » commentò la ragazza senza smettere
di guardarla
mentre ascoltava la spiegazione al riguardo con la testa appoggiata
al suo petto. Grazie al gruppo di marleyani approdati sull'isola anni
prima, Paradis aveva iniziato lentamente a sfruttare le enormi
ricchezze che facevano tanta gola agli altri stati e quelle pietre
preziose così legate al mare avevano attirato subito la sua
attenzione.
Rimasero in
quella stanza a parlare ancora un po' prima che la stanchezza li
convincesse ad andare a letto, dove si addormentarono abbracciati per
la prima volta. Potevano farlo senza remore ormai e il mattino dopo,
quando Mikasa si svegliò, controllò subito di non
aver sognato
tutto. Per fortuna l'anello era ancora al suo posto e un braccio di
Eren le cingeva la vita, trattenendola a sé. Sorrise e
rimase ferma,
aspettando che anche lui aprisse gli occhi prima di alzarsi e
preparare la colazione.
Come
immaginava, quando gli amici, qualche ora dopo, videro l'anello che
sfoggiava orgogliosa, si scatenò subito una gran confusione
tra
domande a raffica e congratulazioni. Da ciò che le parve di
capire,
Eren doveva averne parlato con Levi ed Armin tempo prima in cerca di
consigli ma nemmeno loro sapevano che le avesse comprato l'anello e
che avesse deciso di darglielo a Natale. Come scoprì tempo
dopo, era
stata in realtà una scelta abbastanza casuale, dettata dal
fatto che
mentre cercava un regalo che lo convincesse, aveva visto in una
vetrina dei gioielli con varie pietre preziose, tra cui quello, e
l'aveva comprato d'istinto, salvo poi essere assalito dai dubbi fino
all'ultimo. Per fortuna alla fine aveva vinto la parte più
audace e
Mikasa non avrebbe potuto esserne più felice. La giornata
era molto
fredda ma casa loro non era mai stata così calda e familiare
per
l'affetto di tutti nei loro confronti. Chi l'avrebbe mai detto,
qualche anno prima, che avrebbero festeggiato insieme l'evento che
sognava fin da bambina?
Prompt:
Eremika. In Giappone il Natale è in realtà la
festa degli
innamorati, e dopo la fine dell'era dei titani, Eren vorrebbe trovare
il modo per dimostrare a Mikasa quanto ci tiene a lei. Quella sciarpa
rossa, ormai, è diventata riduttiva come simbolo.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie di cuore per essere arrivati fin qui! Non ho mai
scritto su questa coppia, quindi non so cosa sia venuto fuori, ma
spero che il risultato sia quanto meno decente. Se avete tempo e
voglia, fatemi sapere che ne pensate, ma ringrazio ovviamente anche
tutti coloro che si limiteranno a leggere. :)
Spero
sia stato un regalo gradito per Arianna, innanzitutto, ma anche per
tutti gli amanti della Eremika. Tanti auguri di buon Natale e buone
feste a voi e ai vostri cari e non dimenticate di ringraziare l'admin
del gruppo fb “Chinpo
wo sasageyo” se la storia vi è piaciuta,
perché senza di lei
non sarebbe probabilmente mai nata. ;)
Un
bacio e alla prossima!
Ellygattina
P.S:
Se a qualcuno interessa, ho fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail, Edens Zero e il nuovo Gate of
Nightmares (manga basato su un videogioco che Mashima ha contribuito
a creare disegnando ambientazioni e personaggi), ma anche sugli anime
e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste
bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui
(attenzione ai possibili spoiler se non seguite le scan online
però,
anche se cerco di stare attenta). Vi aspettiamo numerosi! :)
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