E' passato un anno intero da quando le sorti del mondo si sono
ribaltate, gli umani hanno ricevuto una seconda opportunità
inconsapevolmente, e gli angeli e i demoni hanno ripreso il loro
lavoro, due di loro in particolare ora vivono insieme.
Aziraphale e Crowley si sono trasferiti nell'appartamento di
quest'ultimo proprio dopo aver pranzato al ristorante, quando avevano
brindato all'umanità.
Vivono la quotidianità come fossero due umani qualunque,
l'angelo si occupa della sua libreria, sempre cercando di scacciare
ogni potenziale acquirente e il demone si concede qualche piccola
tentazione di tanto in tanto, hanno scoperto di andare molto d'accordo
anche tra le mura domestiche, ovviamente non sempre, ma i battibecchi
sono per cose così sciocche che finiscono per
dimenticarsene, o trovando un modo migliore per fare la pace.
Aziraphale ora è seduto sul comodo divano con un libro in
mano, una tazza di tea fumante appoggiata sul tavolino di
vetro e
piccoli
occhiali da lettura scivolati sul naso, Crowley si avvicina a lui
posandogli un bacio sulle labbra.
<< Angelo io vado. >>
<< D'accordo caro, fa attenzione alla strada
>> sorride affabile.
Quando il demone è ormai sulla porta viene fermato
nuovamente dalla candida voce del suo compagno.
<< Ah Crowley. >>
Si gira alzando un sopracciglio.
<< Non far cadere il gelato ai bambini questa volta.
>>
Crowley si morde le labbra, alza lo sguardo verso l'alto fingendo di
pensarci per poi guardare il suo amorevole angioletto con un sorrisino.
<< Che gusto ci sarebbe senza di te che lo rimetti a
posto? >>
Gli fa un occhiolino ed esce di casa incurante di quanto abbia lasciato
stordito il povero Aziraphale, come fa ad essere sempre così
sexy si domanda sospirando, decide di andare a dare un'occhiatina alle
piante ma mentre passa di lì la sua attenzione viene
catturata
da qualcos'altro, la porta chiusa.
Dal primo giorno in cui si è trasferito in questa casa
Crowley
gli ha detto che poteva comportarsi come fosse casa sua, poteva portare
i suoi libri e gli ha persino consentito di apportare qualche modifica
all'arredamento, e in effetti ora la casa e un bel mix di entrambe le
personalità. Ma c'è solo una cosa che non gli
è
stato consentito di fare, non ha fatto in tempo a mettere il piede
oltre la soglia che quella regola aleggiava già sopra di
lui,
non entrare mai nella stanza in fondo al corridoio, la prima volta non
ha nemmeno dato troppo peso alla questione, si sentiva ancora un ospite
e non voleva essere indiscreto. Man mano che il tempo passava
però la curiosità si faceva sempre più
padrone di
lui.
Una sera a cena ha tentato di chiedere spiegazioni al diretto
interessato, ricevendo come risposta che era una cosa da demoni avere
un posto privato dove rimanere da soli, questa risposta lo aveva
lasciato parecchio perplesso e ha finito col chiedersi che cosa mai
dovessero fare i demoni in privato.
I giorni passavano e con essi anche la loro intimità
cresceva,
Aziraphale stava imparando parecchie cose riguardo
l'intimità
fisica tra due persone e in un libro aveva persino letto che un umano
poteva occuparsi da solo del proprio piacere, e questo aveva fatto
scattare una lampadina nella sua mente. Così la sera mentre
erano entrambi seduti sul divano a godersi un ottimo bicchiere di vino,
l'angelo aveva chiesto piuttosto ingenuamente -e come se stesse
parlando del meteo- se Crowley in quella stanza era solito sollazzarsi
in attività intime e piacevoli, il risultato era stato
pessimo,
il povero demone si era quasi soffocato con la bevanda finendo per
sputarne una parte sul pavimento.
<< ANGELO ma come ti vengono in mente certe idee!?
>> aveva urlato Crowley tossicchiando.
Ovviamente Aziraphale si era agitato, le guance si erano colorate di un
delicato rosso.
<< I-io, beh ecco vedi, ho letto in un libro che gli
umani, a volte quando sono soli...- >>
La conversazione si stava facendo esageratamente imbarazzante, Crowley
fece una smorfia e scosse la testa, come se potesse evitare di sentire.
<< Sì sì angelo ho capito, ma
perché avrei
dovuto farlo da solo se ho te per l'amor di qualcuno! >>
Aziraphale arrossì vistosamente.
<< Non lo so mio caro, magari non ti bastavo.
>>
Crowley gli schioccò un'occhiataccia incredula.
<< Non guardarmi così, lo sai che non ne
capisco molto di queste cose. >>
Gli occhi gli erano diventati improvvisamente lucidi, il labbro
inferiore era piegato in una smorfia deliziosa, era il tipico sguardo
che usava quando desiderava qualcosa, o quando voleva spostare
l'attenzione su di lui, il piccolo bastardo sapeva bene che a quel
tenero visino il demone proprio non sapeva resistere, e in effetti
così fu. L'espressione di Crowley si intenerì
immediatamente, si avvicinò ad Aziraphale tirandolo verso di
sé.
<< Non fare così angelo dai. >>
<< Ti sei arrabbiato >> mugugnò.
"Piccola, adorabile carogna" pensò il demone.
<< Non mi sono arrabbiato, mi sembra solo dannatamente
impossibile che tu possa credere di non essere abbastanza per me.
>>
<< M-mi dispiace >> balbettò.
"Oh no" era arrivato il momento, gli occhi dell'angelo se possibile
erano diventati ancora più lucidi e languidi,
sembravano
addirittura più grandi, il labbro inferiore
aveva cominciato a
tremare e Crowley sapeva bene cosa stava a significare.
<< Non piangere ti prego, ngk a-angelo dai...
>>
Il principato; si alzò in piedi, come una perfetta
regina
del dramma fece qualche passo verso il corridoio che conduceva nella
stanza da letto.
<< Meglio se vado a dormire, ho già rovinato
abbastanza la serata. >>
"La sua voce, dio la sua voce" era la perfetta combinazione di
arte drammatica, Crowley si alzò a sua volta raggiungendolo,
lo
prese tra le braccia, Aziraphale posò la fronte sul suo
petto
come faceva di solito quando voleva essere coccolato, ma il demone
aveva imparato a non abbassare la guardia, infatti l'angelo
tirò
sul il viso, aveva l'espressione più supplichevole che
avesse
mai visto, nemmeno i cuccioli al canile avrebbero potuto fare di meglio.
<< Allora non mi dirai che cosa contiene quella stanza
chiusa a chiave? >>
Lo sapeva! Era sicuro ci fosse qualcosa dietro quella strana domanda e
tutte quelle moine, deglutì mentre lo guardava, quei
maledetti
occhioni così belli lo stavano facendo cedere.
<< A-angelo io non.. >>
Il labbro di Aziraphale tremò appena, con l'indice prese a
disegnare cerchiolini immaginari sul petto del demone.
<< Nemmeno un piccolo indizzietto? >>
Crowley digrignò i denti, il suo cuore aveva appena fatto
una
capriola, ma non poteva cedere, sapeva che quella era tutta una
strategia per farsi dire ciò che desiderava.
<< E'... e va bene angelo, ci sono degli hard disk,
è roba
tecnologica molto delicata e non voglio prenda troppa aria o luce in
eccesso, è sufficiente ci vada io. >>
Lo fissò in attesa di sapere se ci avesse creduto.
<< Oh. Potevi dirlo subito mio caro. Perché
tutta questa segretezza? >>
Crowley tirò un immaginario sospiro di sollievo.
<< Non sono cose che un angelo dovrebbe vedere,
c'è dentro roba scottante, cose demoniache capisci?
>>
Il principato fece sì con la testa, ma in realtà
non è che ci avesse capito poi molto.
A Crowley non piaceva affatto mentirgli, ma era l'unico modo per farlo
smettere di chiedere, l'aveva considerata come una bugia bianca, e poi
lui era un demone per tutto l'inferno, gli sarà pur
consentito
dire qualche bugia, solo che non aveva considerato la
curiosità
del suo etero fidanzato e la pessima scelta di parole da lui stesso
utilizzate.
Aziraphale raramente utilizzava un computer, aveva imparato a fare
qualche piccola ricerca sul tablet del suo fidanzato e così
decise di sfruttare quella nuova
competenza a suo vantaggio, voleva scoprire cosa fossero quelle strane
cose nominate dal suo fidanzato, così digitò
sulla barra
di ricerca "Hard disc + roba bollente", beh si può solo
immaginare quali furono i risultati.
Quando Crowley lo trovò era nella stessa posizione di quando
aveva iniziato, la mascella caduta verso il basso e lo sguardo
sconvolto.
<< Angelo? >>
Gli toccò una spalla.
<< A-angelo? >>
Il principato si alzò di scatto.
<< Tu, tu sei un bugiardo! Perché non mi hai
detto semplicemente la verità? >>
<< M-ma di cosa parli? >>
Tentò di avvicinarsi, allungò un braccio verso di
lui.
<< Ehi... >>
Aziraphale si scostò e corse via, il demone venne catturato
dal
tablet che giaceva abbandonato sul divano, lo prese e quasi non si
scorporò vedendo ciò che vi era rappresentato,
raggiunse
il suo compagno che stava piagnucolando seduto sul letto.
<< Spiegami. >>
<< No, tu spiegami Crowley, ho provato a cercare quello
strano,
quell'hard qualcosa e sono uscite tutte quelle immagini e tu mi avevi
detto che non...- >>
<< Angelo fermati! C'è stato un malinteso, per
l'amor del
paradiso >> si spiaccicò una mano sul viso
sbuffando
esasperato.
<< Per prima cosa hai sbagliato a scrivere hard disk ma
non è questo il punto...- >>
<< Allora qual è!? >>
<< Che non si devono MAI scrivere parole come "bollente"
su
internet, e in secondo luogo l'hard disk è un oggetto che si
utilizzava sui vecchi computer. >>
Aziraphale non sembrava molto convinto così Crowley gli
mostrò sul tablet di cosa parlava.
<< Ma qui dice che non si usano più
>> notò.
Il demone borbottò qualcosa.
<< Crowley mi hai mentito? >>
Ormai era con le spalle al muro.
<< Tu sei un angelo troppo curioso, e la
curiosità è un peccato ricordalo. >>
Mentre lo diceva indietreggiava verso la porta.
<< E non ti dirò cosa c'è in quella
mal... in quella stanza! >>
La questione sembrava essersi chiusa quella volta, almeno per il demone
era così, invece il suo fidanzato era determinato a sapere,
così un bel giorno aveva preparato una gustosa cenetta per
entrambi, aveva decorato la sala in maniera romantica ma anche
piuttosto lussuriosa, c'erano dei tendaggi rossi, e le luci soffuse
creavano un ambiente piuttosto invitante. Era stato tutta la sera
lascivo con il suo demone, lo aveva servito, gli aveva fatto le coccole
riempiendolo di complimenti, e come chicca finale aveva
promesso di
fargli tutto ciò che desiderava, e così avevano
cominciato, erano nel pieno dell'estasi più pura, Crowley
non
ragionava più concentrato com'era sotto i tocchi di
quell'angelo
ammaliatore, e proprio in quel momento Aziraphale sferrò il
colpo.
<< Crowley mio caro, cosa tieni in quella stanza?
>>
Il demone mugolò e si paralizzò all'istante,
fissò
il suo angelico fidanzato e mai prima di ora gli era sembrato
così diabolico.
<< A-angelo ti sembra il... io sto per...ngk
>> strinse gli occhi e digrignò i denti.
Aziraphale incrociò le braccia e gonfiò le guance.
<< Se non me lo dici io non continuo. >>
<< Scherzi vero!? Non vorrai lasciarmi così!
>>
Il principato chiuse gli occhi, la sua espressione non ammetteva
repliche.
<< Per tutti i poteri dell'inferno non è
possibile. >>
Aziraphale mosse il bacino verso di lui in maniera invitante.
<< Avanti dimmelo, per favore. >>
Crowley mugugnò ancora, ma poi raccolse tutte le sue forze,
sogghignò sadicamente, afferrò i polsi dell'altro
e
ribaltò le posizioni, ora era lui sopra, sibilò
nell'orecchio del biondo e con voce roca e ammaliante gli disse:
<< Fa pure come ti pare, io vado a mangiarmi quella bella
torta
che c'è in frigo e me la mangerò tutta da solo.
>>
Gli baciò le labbra e ancora con il sorriso vittorioso si
diresse in cucina.
<< COSA! Quale torta!? Tu non hai mai parlato di una
torta, prima non c'era. >>
<< Ma ora sì mio bellissimo angelo!
>>
Rispose Crowley dall'altra stanza, e Aziraphale beh... certo non poteva
lasciargli finire una torta intera da solo.
Un'altra volta aveva tentato di sbirciare dallo spioncino della porta,
aveva sentito dei rumori strani, metallici, così si era
avvicinato zitto zitto, si era chinato e aveva cercato di intravedere
qualcosa, ma non riusciva proprio a capire che cosa stesse succedendo
lì dentro, Crowley che aveva allentato i suoi sensi aveva
percepito la sua presenza, andò ad aprire la porta e
l'angelo
cadde in avanti sbattendo contro le sue gambe. Alzò il viso
per
ritrovare quello del demone con un sopracciglio alzato che lo fissava,
sorrise come aveva fatto quella volta a Gabriele durante l'apocalisse.
<< C-ciao mio caro. >>
<< Che stavi facendo? >>
<< I-io oh beh, stavo... stavo dando un'occhiata al
pavimento, sai mi era sembrato di vedere qualche graffio.
>>
Se possibile il sopracciglio di Crowley si sollevò ancora di
più.
<< Il pavimento eh... sei un pessimo bugiardo angelo.
>>
Aziraphale si alzò in piedi stizzito.
<< Se proprio non vuoi dirmelo vorrà dire che
mi miracolerò dentro la stanza quando non ci sei!
>>
Voltò le spalle e si avviò verso la sala, il
demone sbuffò.
<< Non lo farai, ti sentiresti troppo in colpa
angioletto. >>
Diamine aveva ragione pensò il principato, non avrebbe mai
potuto fare una cosa del genere senza essere dilaniato dai sensi di
colpa e avrebbe finito per confessare la verità.
Ed ora proprio davanti quella stessa porta Aziraphale si tortura le
dita delle mani, si avvicina e posa una mano sulla maniglia, si sente
come se avesse un piccolo Aziraphale con le ali bianche sulla spalla
destra, e un piccolo Aziraphale con ali nere e forcone sulla spalla
sinistra, entrambi gli dicono la cosa giusta da fare secondo la
rispettiva indole.
"Sai bene che sarebbe una mancanza di rispetto."
"Oh avanti solo una piccola sbirciatina."
"Crowley si arrabbierebbe molto e con ragione."
"No se non viene a saperlo."
Aziraphale ne ha abbastanza di tutte quelle voci nella sua
testa, sta litigando con se stesso e non ne può
più.
<< Ora basta entrambi! >>
<< A chi dici basta angelo? >>
La voce di Crowley lo fa trasalire più del dovuto, si gira
verso
di lui e sul suo volto il panico più totale, comincia a
balbettare cose senza senso che insospettiscono il demone.
<< S-sei già tornato mio caro? >>
<< Ho dimenticato una cosa, ma tu che ci fai
lì impalato? >> una lampadina si
accende nella sua mente.
<< Non dirmi che stavi cercando di entrare in quella
benedettissima stanza!? >>
<< N-no... ma come ti viene in mente >>
accompagna la frase
con un gesto della mano, come se il suo fidanzato avesse appena detto
una sciocchezza.
Crowley però conosce molto bene il suo pollo, si avvicina a
lui
di qualche passo, si leva gli occhiali da sole e lo guarda dritto negli
occhi.
<< Angelo? >>
<< Mio caro ti assicuro che...- >>
deglutisce.
<< Aziraphale dimmi la verità? Mi assicuri che non stavi
cercando di entrare? >>
Ormai è sulle spine, la tensione lo sta facendo sudare e non
ha
più vie di fuga, la sua parte angelica gli impedisce di
dire
menzogne troppo a lungo così esplode.
<< E va bene te lo dico! I-io sì... volevo
entrare ma ero combattuto. >>
<< Oh ma allora questo fa di te una bravissima persona
>> dice ironicamente il demone.
<< Tu non mi vuoi dire cosa c'è lì
dentro, stiamo
insieme da un anno ormai e tu ancora non ti fidi di me >>
la sua
voce è incredibilmente acuta.
<< Non giocarti quella carta adesso! >>
ringhia Crowley.
<< Tu ti sei giocato quella dell'amicizia prima
dell'apocalisse. >>
Crowley agita le braccia in segno di esasperazione.
<< Ah ma non puoi paragonare le due cose per l'amor di
tutto
l'inferno! Volevo scappassi con me ma tu come sempre eri troppo tonto
per capire come stavano le cose! >>
L'angelo si avvicina, sembra quasi star per esplodere dall'irritazione.
<< Rimangiati ciò che hai detto.
>>
<< Prima scusati per aver violato la mia privacy!
>> ringhia.
<< Non l'ho violata, non sono nemmeno entrato.
>>
<< Per averla quasi violata allora! >>
<< Mai! Non sarei mai entrato lì dentro e tu
lo sai bene. >>
Si allontana sbuffando.
<< Quindi adesso la colpa sarebbe mia!? Sono io il
cattivo? >>
Lo segue incredulo fino alla cucina, l'angelo non lo degna di uno
sguardo e si mette a preparare un tea di cui non ha nemmeno voglia.
<< Angelo vuoi guardarmi. >>
<< Va dalle tue piante, scommetto che a loro lo hai detto
cosa
tieni in quella stanza >> dice mentre sposta malamente la
zuccheriera e gli lancia uno sguardo piccato.
<< Non sarai mica geloso delle piante? >>
L'angelo sbuffa.
<< Che assurdità >> sbatte una
tazzina, ma poi se ne
pente e controlla se è intatta, fortunatamente non si
è
sbeccata.
<< Sai che puoi continuare ad ignorarmi senza demolire
l'intero
servizio di piatti? >> Crowley ha deciso di puntare
sull'ironia,
di solito ha sempre funzionato.
<< Nemmeno dovessi ricomprarla, e comunque mi dispiace,
non sbatterò più niente. >>
Ancora non lo sta guardando, il demone si avvicina, lo prende tra le
braccia da dietro e lo bacia sotto alla nuca.
<< Per me puoi sbattere quello che ti pare
>> sogghigna.
Aziraphale si gira nell'abbraccio con un'espressione confusa.
<< Perché dovrei sbatter...- >>
Poi però nota il sogghigno del suo fidanzato e capisce
all'istante che cosa voleva dire.
<< Sei un...un...- >>
<< Un? >> lo incalza Crowley divertito.
<< Non ci parlo con te >> volta il viso
dall'altra parte Aziraphale.
<< Il mio piccolo angioletto geloso. >>
Lo stringe e gli bacia una guancia, poi la fronte, il naso e infine le
labbra, delicatamente.
L'espressione dell'angelo è molto più serena ora,
come se si stesse sciogliendo sotto i suoi tocchi.
<< Non sono geloso >> mugugna.
<< Oh lo so >> gli accarezza una guancia
fino a scendere con la mano sotto al mento.
Le mani delicate di Aziraphale stanno giocando con il colletto della
maglia di Crowley, ancora non lo guarda però.
<< Non cercherò più di scoprire
cosa tieni in
quella stanza, ero così curioso perché non mi
piace ci
siano segreti tra noi, mi spaventa capisci? >>
Ora alza il viso e i suoi occhi incontrano quelli del suo fidanzato.
<< A dire il vero no angelo, e sai perché?
>>
Aziraphale scuote piano la testa.
<< Perché per seimila anni ci sei stato solo
tu, non ho
mai pensato a nessun altro a parte te e non sarà mai diverso
da
così, quello che c'è dietro quella porta non
cambierà quello che provo per te. >>
L'angelo prende un respiro profondo, appoggia le mani sulle spalle di
Crowley, i loro corpi ora sono molto più vicini.
<< E cosa provi? Non me lo hai mai detto... non
direttamente. >>
Il demone si irrigidisce, non aveva mai avuto il coraggio di dire
quelle due parole, lui ha sempre dimostrato tutto con i gesti
perché temeva che se un giorno tra loro fosse finita avrebbe
fatto meno male.
<< Non sei costretto a dirlo Crowley, era solo per...-
>>
<< Ti amo. >>
Le sue pupille gialle ora sono lucide e fisse negli occhi dell'altro,
Aziraphale sussulta e dischiude le labbra con un versetto di sorpresa.
<< Oh Crowley. >>
<< Ti amo così tanto angelo mio, non hai idea
di quello
che ho provato la prima volta che...la prima volta che ho capito che
anche tu provavi le stesse cose, non ho mai osato sperarci.
>>
<< Perché? >> chiede
ingenuamente.
Crowley sbuffa una piccola risata.
<< E me lo chiedi anche? Tu sei perfetto, sei
l'incarnazione della bontà e della purezza...-
>>
Il cuore di Aziraphale ora è gonfio di amore, non vuole
sentire
altro, non sopporta l'idea che il suo fidanzato finisca per umiliarsi.
<< Io credevo che tu non avresti mai potuto amarmi,
perché ero goffo e imbranato e...- >>
<< Angelo ma questa è una sciocchezza, come
hai potuto pensare... ah siamo due idioti. >>
Il principato annuisce e gli accarezza una guancia, lo guarda con
amore,
ed è conscio che sul volto ha stampata l'espressione
più
innamorata di sempre ma non gli importa, ora non deve più
nascondersi ed è giusto che Crowley veda tutto l'amore che
prova per lui e anche di più.
<< Puoi entrare nella stanza, hai ragione tu non
dovrebbero esserci segreti. >>
Aziraphale scuote la testa e sorride.
<< No, sono stato egoista a cercare di scoprirlo a tutti
i costi,
ero accecato dalla curiosità e non ho visto quello che avevo
davanti. Mi basti tu Crowley, so che non ho niente da temere e me lo
dimostri ogni giorno, lo vedo da come mi guardi ed
è...è
lo stesso modo in cui io guardo te. >>
Il demone arrossisce, non credeva di essere così leggibile
ma la
cosa invece che imbarazzarlo lo rincuora, sorride e si china, i due si
lasciano andare in un lungo e appassionato bacio, entrambi sereni e
sicuri dei loro sentimenti.
...
Una settimana dopo Crowley
sta
strigliando le sue piante, da quando è arrivato l'angelo ha
abbassato un po' i toni ma comunque il suo metodo è rimasto
lo
stesso, prende il vaso più piccolo di una pianta appena
comprata, delle macchioline marroni sono comparse sulle foglie, urla,
la sgrida, la minaccia di ridurla in brandelli e la porta via, proprio
nella stanza chiusa a chiave.
Lì dentro sono presenti vari oggetti tra cui tritatori,
accette,
forbici, asce, seghe elettriche e molta altra roba piuttosto tagliente,
la pianta rabbrividisce ma nota che vicino ai davanzali e in un angolo
sono presenti altre piante, ne riconosce una, quella che era stata
portata via proprio il giorno in cui lei era arrivata in casa, non solo
era viva ma era anche più verde di prima!
Lei invece viene poggiata su un tavolino, Crowley prende un minuscolo
seghetto e si avvicina ai suoi steli, la piantina comincia a tremare,
pensa che quella sia la fine.
<< Allora ti piace fare la furbetta eh? Vedi di non farmi
arrabbiare ancora piccola insolente, altrimenti ti faccio diventare
mangime per cervi. >>
Ringhia ed esce chiudendosi la porta alle spalle.
Ed ecco svelato il mistero di Crowley e della sua stanza segreta,
lì è solito da sempre portare tutte le sue piante
che
osano macchiarsi o ingiallirsi dopo averle minacciate di distruggerle,
ma
non lo ha mai fatto davvero, le ha semplicemente lasciate lì
continuando a prendersene cura, solo che ovviamente una volta guarite
non poteva riportarle dalle altre o avrebbe perso il rispetto, e
così si limita a tenere in quella stanza quelle che lui
chiama
"atee", cioè quelle che non credono abbastanza in lui da
fidarsi
delle sue minacce.
E il motivo per cui non ha mai detto la verità al suo
angelo,
era che non voleva mostrasi più debole o gentile di quello
che
già non avesse dimostrato, aveva comunque una
dignità
demoniaca da mantenere, e non voleva sfumasse via sotto lo sguardo
compiaciuto e colmo di cuoricini del suo fidanzato. Un giorno forse
avrebbe potuto anche dirglielo, ma quel giorno le anatre avrebbero
dovuto imparare a parlare.
Fine.
Note:
So che Crowley porta sicuramente a termine le minacce alle sue piante,
ma mi è venuta in mente la stanza dove le porta e mi sono
chiesta "E se invece di ucciderle facesse solo finta?" e
così
è nata questa piccola storia. Spero che se anche un po'
fuori
canon vi sia comunque piaciuta, grazie a chi è arrivato fin
qui.
Un saluto, Ineffable.
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