Aswin Tallhart, The Archives

di karma neutral
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Aswin Tallhart : The Archives 
Capitolo 1 : Orb Engine 


Cosa fareste, se qualcuno vi donasse un potere sconfinato?
In questo caso, il potere di andare ovunque, di vedere luoghi mai visti prima, di sperimentare cose terrificanti, magnifiche e profonde : l'Infinità nel palmo della propria mano?
La clausola vincolante : non poter avere un luogo da chiamare casa, nè poter più ritrovare quella da cui siete venuti ; diventare degli esuli.
Poichè questo similmente fù quello che accadde a me.
Solo, non fui io a scegliere questo potere, non ebbi possibilità di decidere e fù questo potere a scegliere me.
Non perchè io possegga chissà quale dote morale o intelletuale, non perchè io sia il prescelto o cazzate del genere.
La verità è che sono stato il primo sfortunato a poggiare le mani su ciò che oggi è la fonte dei mie tormenti.
Oggi ancora penso : sarebbero andate diversamente le cose se non fossi stato io a mettere le mani sull'artefatto? Sarebbe cambiato qualcosa? Qualcun'altro sarebbe disperso al posto mio?
E ora sto divagando...
Il mio nome è Aswin Tallhart e questa è la storia di come la mia vita è stata stravolta per colpa di un artefatto noto come "Orb Engine." 

L'Orb Engine è un artefatto tecnologico la cui vera origine mi è tutt'ora all'oscuro e che, probabilmente, non scoprirò mai del tutto.
D'aspetto si presenta come un dodecaedro metallico dalla superficie nera estremamente levigata, più o meno simile per massa e dimensioni ad un pallone da basket.
Tuttavia il vero potere di questa sottospecie di dado oversize scaturisce dall'interno del suo guscio metallico : nascosto al di sotto di pannelli di controllo, circuiti, cablaggi e chissà quante altre diavolerie tecnologiche che non saprei nemmeno definire, giace ciò che alimenta il dispositivo, il cuore della sua straordinaria capacità : la facoltà di poter viaggiare tra le diverse dimensioni a piacimento.
In altre occasioni,avessi saputo di cosa avessi tra le mani e fossi stato in controllo di un potere così, sarei stato una delle persone più euforiche del pianeta ma così non fù.
La verità era che ero venuto in possesso di un artefatto cui potenziale superava di gran lunga le mie capacità di comprenderlo,e fù una problematica che si dimostrò immediatamente dopo i primi salti dimensionali che riuscì a compiere.
Scapito del fatto che il primo salto dimensionale che feci fù totalmente casuale, attivai a mia insaputa una sorta di softlock di cui mi accorsi solamente in seguito, nel quale tale protocollo mi impediva di accedere alle funzionalità avanzate, a meno che altri parametri e permessi non fossero stati soddisfatti o ottenuti, e che i dati necessari per il mio ritorno a casa erano altresì, corrotti. 
Infine, dopo alcuni lunghi secondo di diniego, realizzai...e il mio cuore si fermò per altrettanti secondi.
Ero disperso lontano da casa oltre ogni dire, nessuno poteva rintracciarmi o sapeva dov'ero e neppure potevo affidarmi all'Orb Engine per viaggiare verso universi nuovi perchè questi ultimi richiedevano che lo stesso elaborasse dati per portarmene verso uno nuovo.
Questo escludendo oltretutto che, ogni volta che mi azzardavo a fare un salto in un universo nuovo, il gioco mutava sempre.
Ero un esule, e non mi rimaneva nulla se non provare a sopravvivere e trovare un modo per trovare la via di casa.

25/12/2021
19:30
Dimensione #457-A
Aswin's P.O.V.



Alzando la testa dalle pagine del libro che stavo leggendo, ironicamente 1984 di George Orwell, scruto più avanti dall'altro lato della strada guardando l'indaffarata entrata del grande magazzino.
Senza farmi notare, alterno tra il leggere il libro che in questa dimensione non esisterebbe nemmeno e l'osservare, attendendo l'opportunità proficua per agire.
Questa dimensione, farebbe erroneamente pensare che sia simile alla Terra che tutti conoscono, ma ad un occhio le varie differenze tendono a risaltare esponenzialmente : a partire dallo stile architettonico che rimanda a quello dell'America degli anni cinquanta pur essendo nella zona geografica corrispondente all'Italia, al fatto che dappertutto l'oggetto più tecnologico presente è un automobile e le cabine del telefono non solo esistono ancora ma a momenti sembrano essere più numerose della popolazione stessa. 
Esplorare questo universo mi conferisce una sensazione di spaesamento, riconoscendo l'area territoriale in cui ero cresciuto , ma pesantemente influenzata da influenza culturale Statunitense.
Alzando lo sguardo, vedo che il commesso del grande magazzino espone il cartello "Sorry, we are closed" con gli ultimi clienti che se ne andavano tranquillamente per la loro strada, molti a piedi.
Con un sospiro, mi affretto a mettere via il mio libro nel mio zaino di pelle e mi alzo dalla panca e mi dirigo con passo svelto verso il retro del grande magazzino, quest'ultima recante il nome "Nordia".
Quest'ultimo, pare essere il grande magazzino più grande dell'intera regione, ma la superficie che copre farebbe ridere anche il più piccolo Superstore della mia dimensione, ma per i cittadini di qui pare quasi un miracolo avvenieristico avere così tanti prodotti di diversa gamma a propria disposizione, non solo alimentari.
Spero che un pò dell'ingenuità che caratterizza la popolazione di questo posto mi venga in contro per quello che sto per fare. 
Come prevedibile, sul retro, un commesso porta della spazzatura rigorosamente non differenziata in un cassonetto con la porta aperta, sfruttando questa opportunità scatto verso quest'ultima e come un volgare topo d'appartmento mi intrufolo nel grande magazzino.
Avendo una idea generale del layout del grande magazzino, ero consapevole di dove andare per i reparti designati ove avrei trovato quello che mi serviva.
Spesi qualche minuto a svicolare tra i vari reparti del grande magazzino,sporgendo la testa oltre gli angoli come un dannato topo d'appartamento.
Finalmente, trovo uno dei reparti che cercavo e muovendomi rapido riempio il mio zaino con una confezione di pane biscottato, prima di muovermi verso il reparto accanto ove trovo confezioni di carne e pesce in scatola.
Chinandomi, vedo di far in fretta e comincio a riempire lo zaino di quante più scatole di cibo possibile afferrando una confezione per mano.
Sopravivvere nel multiverso richiede un approccio più pragmatico e sarai costretto ad abbassare  tuoi standard morali di un bel pò ; non ho mai rubato niente in vita mia ma ora è praticamente la mia primaria fonte di risorse,oramai mi sento legitimmato a farlo viste le mie circostanze.
A dirla tutta,era quasi preoccupante quanto era diventato semplice per me rubare per sopravvivere, non avendo mai rubato neanche una caramella in vita mia.
Poco a poco riesco a sistemare le scatolette in maniera intelligente incastrandole le une contro le altre fino a quando lo zaino non è quasi pieno, faccio per alzarmi quando una voce alle spalle mi fà trasalire.
-Ehy tu, non osare muoverti ,tacchegiatore! 
Avverto i passi pesanti della guardia notturna, io con un sospiro mi trovo ad alzare le mani e fissare il vuoto in cupa rassegnazione.
-Perchè ho dovuto perdermi così? 
Mi dico, maledicendo la mia arroganza nel prendermi il mio tempo per derubare il posto dei suoi beni di prima necessità facilmente rimpiazzabili prima che la mano irsuta della guardia mi issi da sotto il braccio, credendomi docile per aver alzato le mani ed aver tentato di alzarmi lentamente. 
La guardia mi sbatte con la schiena agli scaffali rivelandosi una guardia di colore, notando altresì che al posto dell'arma da fuoco, il tipo ha in mano un manganello mentre la pistola pare ancora nella sua fondina da fianco; gli angoli delle mie labbra si piegano in leggero sorriso involontario, elaborando un piano di fuga che potrebbe funzionare.
-Chet! Chet! Muoviti e vieni subito qui! Ho trovato un taccheggiatore!
Il tipo grida a squarciagola, chiamando quello che presumo sia uno dei commessi prima di rivolgere la sua attenzione nuovamente a me, minacciando di darmi il manganello in testa.
-Ora figliolo dimmi il tuo nome e da dove vieni, così vedremo dove è la centrale di polizia più vicina a cui portarti.
Mi impartisce, ma oramai la mia testa è impegnata altrove, non volendo finire ingaggiato in una collutazione tra la guardia e il terzo incomodo in arrivo, sono costretto a fare qualcosa di azzardato.
-Il mio nome è Jeff Bezos è sono qui per la tua consegna Amazon! 
-Che diavolo di nome è Jeff Bez...AGH!
Fulmineo, la mia mano destra afferra il suo orecchio e allo stesso tempo l'altra si muove per intercettare il suo manganello afferrando il suo polso, sfruttando la distrazione generata dalla più grande cazzata che io abbia mai detto (e ho appena cominciato) per ottenere il vantaggio.
Ne segue uno dei valtzer più imbarazzanti della mia vita ove tra un tira e molla, il tipo sottovaluta la mia forza fisica ed avendo una leva maggiore, mi basta uno strattone e un calcio al suo ginocchio per farlo stramazzare al suolo.
A quanto pare qualche lezione di autodifesa e krav maga sono più utili del previsto.
Avendo ancora il manganello in mano, piazzo il ginocchio sulla sua schiena e lo tengo a terra, raggiungendo con la mano la sua fondina e appropriandomi dell'arma, la quale con mia grande sorpresa è una Colt 1911.
-Hey hey hey! N...non fare nulla di cui potresti pentirti figliolo...!  
la guardia mi ammonisce, portando lentamente le mani sul retro della propria nuca e io mi assicuro di non avere il dito sul grilletto, e la sicura inserita.
-L'altro caricatore, prego.
Lui frettolosamente cerca nella tasca il caricatore e me lo lancia indietro e io mi levo dalla sua schiena dopo averlo afferrato, infilandolo nella tasca.
-Brandon, quale è il...
Alle mie spalle avverto una voce, e girando il cranio noto il commesso di prima, un ragazzo migherlino sulla ventina con parecchie lentigini che impallidisce vedendo la guardia di colore stesa a terra con me armato.
-Non ci pensare nemmeno.
Gli intimo con voce profonda, e questo sembra comprensibilmente parallizzarlo sul posto,con un gesto gli indico di venire verso di me, e il ragazzo di nome Chett si approccia tremolante come una foglia al vento.
-C'è un ufficio qui vicino?
-S..sì...ma...
-Ora, voi due venite con me.
Nemmeno nel multiverso da una settimana e posso già aggiungere al mio curriculum "rapina a mano armata" e "sequestro di persona", semplicemente perfetto.
Il giovane, che onestamente a questo punto mi sta facendo una pena terribile, continua a mugugnare che mi darà i soldi e non c'è bisogno di violenza, praticamente sul punto di avere una crisi nervosa.
E come dargli torto_
Chett conduce verso l'ufficio del sovrintendente, in quel momento assente, e il suddetto ufficio sembrava essere non molto distante dall'entrata posteriore da dove ero arrivato.
-Tu dammi le chiavi dell'ufficio e quelle di scorta lo sò che ne avete, ho lavorato in un supermercato anche io.
Chett fà come ordinato, e mi consegna una chiave singola e un intero mazzo di chiavi senza smettere di tremare, che io mi intasco rapidamente.
-Hai un'arma qui in ufficio? Mostramela.
Lui mugugna qualche scusa, ma conoscendo questo tipo di persona e la sua mentalità, mi basta lanciargli uno sguardo torvo per farlo capitolare.  
Con mani tremanti, inserisce la combinazione e apre la cassaforte a muro del negozio ed esponendo all'interno una serie di pile di documenti, mazzette di contante e nel mezzo una pistola con annesso caricatore e scatola di cartucce ; il caricatore dimostra una certa osservanza delle regole di sicurezza delle armi.
-Dammi il caricatore e la scatola di munizioni, poi richiudi lo sportello, mentre tu Brandon, dammi la tua fondina.
La guardia assume un atteggiamento spaesato, seguendo con il togliersi la fondina prima di cedermela , con tutta probabilità domandandosi come mai avessi ignorato tale cifra in denaro e lo stesso probabilmente si stava chiedendo il commesso.
Mano a mano che gli oggetti mi vengono consegnati, faccio in modo di stare sotto l'arcata della porta e con la mani sinistra poggiarli su un mobile esterno, in modo da non perdere di vista nessuno dei due.
 -Ora rimanete qui buoni! 
Detto ciò, esco dall'ufficio e sbatto la porta dietro di me, rapidamente afferrando la chiave di scorta evitando di perdere tempo cercando quella del mazzo e infilandola nella toppa e chiudendola con tutte le mandate.
Avendo risolto il problema con quei due , afferro la fondina da fianco e la indosso prima di mettervi la pistola e afferrare il caricatore e le munizioni in più e fare marcia indietro ove avevo lasciato lo zaino.
Le mie mani tremano leggermente, scaricando tensione aggiuntiva al pensiero che sarebbe potuta andare molto peggio di così, e che forse avevo corso un rischio inutile confrontando la guardia ; ero consapevole che avrei dovuto pianificare più a lungo le mie sortite, ma il lusso di avere tempo a disposizione non era sempre presente.
Raggiunto lo zaino, metto la scatola di munizioni in una tasca frontale preferendo tenere i due caricatori nelle mia tasca sinistra, e fatto ciò mi dirigo verso il reparto bevande e reperendo quattro bottiglie da mezzo litro, ben più facili da stivare nello zaino.
-Tempo di levare le tende, dovrei avere abbastanza risorse per un prossimo salto.
Mi avviai verso l'uscita posteriore da dove ero entrato, ma non feci in tempo a uscire dal vicolo che il mio sguardo andò a posarsi su qualcosa che mi fece trasalire.
-Muoversi, troviamo l'origine dell'allarme silenzioso!
Due agenti scesero da una volante della polizia in fondo al vicolo, tagliandomi l'uscita e venni avvistasto pressochè immediatamente, con uno dei poliziotti che sembrò notare la pistola sul mio fianco e di sicuro il fatto che indossavo vesiti neri non aiutava.
-Alt!In nome della legge! Lascia l'arma e...
Alzò la mano per intimarmi di fermarmi, ma neanche gli feci finire la frase e mi rigettai nella porta di servizio, scattando come un dannato per mettere quanta più distanza tra me e loro. 
-Orb! 
Con un suono a metà fra il suono delle onde e uno metallico vagamente digitale, l'artefatto si materializza dall'etere come se particella per particella l'artefatto si fosse assemblato dal vuoto.
Nell'edificio deserto, posso avvertire i loro passi mentre cercano di tallonarmi e io avendo i coglioni girati per l'ennesima falla nei miei piani decido di fare una mossa azzardata. temendo che se dovessi agire in altro modo avremmo messo le mano alle pistole.
Con i due distanziati di qualche reparto, scatto verso un corridoio che conduce ad un magazzino di qualche tipo, sperando di guadagnare almeno un minuto di tempo nascondendomi nell'angolo più nascosto del medesimo.
Afferando il dodecaedro di malo modo e uno dei lati dello stesso si scompone in tante piccole forme geometriche come tanti insetti, rivelando  il display principale ; tra le numerose opzioni presenti  ve ne è una per accedere al Database, una per i settaggi,   e stranamente una che mi consente di pagare le tasse.
-Andiamo...andiamo...trovato!
Cercando sulla voce "database" , seleziono in fretta una dimensione cui nominativo ho modificato io stesso per riconoscerla meglio,  "Lande Vacue", prima di confermare l'operazione.
-Trasporto in corso... 
Percependo un vuoto nel mio petto nelle maniera meno metaforica possibile, la stessa deframmentazione dell'Orb ora si manifesta su di me, scomponendo il mio corpo per pezzo, ad un osservatore esterno parrebbe che il mio corpo si stia disintegrando. 
Con mio orrore, realizzo di aver settato il tipo di teletrasporto sbagliato, e aver selezionato un trasferimento graduale anzichè uno più immediato.
Mentre il resto del mio corpo è ancora al grande magazzino, parte del mio torace è in grado di avvertire il cambio di temperatura della dimensione di destinazione e il leggero pizzicorìo che questo teletrasporto offre; deglutendo pesantemente oramai riesco ad udire i due poliziotti in prossimità del mio nascondiglio.
-Sbrigati! Cerchiamo qui, deve essere andato qui!
Quanto erano perspicaci.
L'interità del mio torace era oramai svanita ed il processo si era esteso a gambe e braccia lasciando solo il mio avanbraccio ed estremità visibili, assomigliando ad una sorta di fantasma disincarnato.
Quando scorgo i due incrociare l'angolo, il mio sguardo si posa brevemente su di essi, cogliendo una espressione di sgomento sui loro volti prima che anche la mia testa sparisca ; loro tuttavia non furono in grado di vedere il mio volto esibire un sorrisetto compiaciuto dall'altra dimensione.


 




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