Avισσα.
(Anissa, epiteto onorifico per le dee in epoca micenea, l’equivalente del minoico potnia.)
Non è certo quando, è approssimativo. E di nuovo torni in umana carne, con pensieri che non si sanno ancora esprimere ma che conoscono già. Tu rimani lì, come un fuoco nascosto dentro l’anima e aspetti che l’ora torni. Combatterai? Vivrai? Morirai? Quante volte ancora dovrai rinascere e sentirti strappare l’anima dal corpo per aiutare un’umanità dolente? Ti chiedi, per un attimo senza più speranze. Poi guardi di nuovo sotto e sorridi maternamente. Perché quell’umanità è confusa e capricciosa, ma come un padre perdona al figlio tu le perdoni ogni cosa, perché in qualche modo assurdo è una tua creatura. |