Un
regalino apprezzato
Non
capitava spesso che Ryuunosuke Akutagawa andasse in giro per un centro
commerciale, ma desiderava regalare alla sua sorellina una giornata normale e
spensierata, per cui in una mattina invernale in cui entrambi erano liberi da
incarichi assegnati dalla molto temibile Port Mafia, l’aveva accompagnata in
giro per negozi a fare compere.
Considerata
la sua nomea, Akutagawa era l’unico a essere camuffato con occhiali da sole e un
abbigliamento diverso dal solito e camminava con le mani affondate nelle grandi
tasche di un cappotto grigio, spostandole soltanto per allentare un po’ la
sciarpa sul collo qualora ne sentisse la necessità.
Mentre
Gin era impegnava a provare dei vestiti nei camerini di una bottega della moda,
egli fermò i suoi passi di fronte a una vetrina che esponeva dei pupazzi.
C’era
in particolare uno di questi dalla forma di una tigrotto bianco, alto 20 cm
all’incirca. Era indubbio che gli ricordasse “quella persona”: se aveva ben
capito che tipo fosse Atsushi Nakajima, pensò che al momento poteva essere
impegnato ad allestire degli addobbi natalizi alla sede della loro patetica – ma
rispettabile, grazie alla presenza di Dazai-san, non per altro – agenzia di
investigatori.
Immaginare
l’ex mentore sorridere al ragazzo e venire persino ricambiato lo fece
innervosire per un momento, ma dovette tenere a bada Rashomon perché non poteva
certo scatenare il panico dei passanti intorno a lui: non sarebbe stato giusto
nei confronti di sua sorella e del desiderio di farla contenta, anche se
conoscendola non lo avrebbe rimproverato, però la loro giornata insieme sarebbe
finita lì.
Si
calmò ritenendo che un pensierino, un regalo, in quel periodo ci poteva stare.
Tuttavia
non avrebbe rivelato che il mittente era lui, ma almeno Nakajima avrebbe gioito
grazie a lui e non a Dazai-san.
Non
spese neanche tanto denaro, usò solo una minima parte del proprio stipendio.
Quando
Gin lo fissò interrogativa, venti minuti dopo, fece
spallucce.
“Non
fare domande”, si limitò a dire, con il tigrotto ben chiuso e impacchettato tra
le sue braccia.
***
“Ero
certo di aver chiuso questa finestra ieri”.
La
mattina dopo, Atsushi era al secondo piano dell’edificio e si stupì nel vedere
le ante spalancate, così le richiuse e voltandosi guardò meglio nell’angolino
tra uno scaffale e una pianta, accorgendosi di un pacco regalo di cartone grigio
con un vistoso fiocco rosso.
Lo
prese: non c’era nessun bigliettino che indicasse per chi fosse destinato e
quindi non sapeva cosa fare, inizialmente, ma annusando in un punto ebbe in
qualche modo la soluzione.
Il
giovane scartò il pacco e si ritrovò il tigrotto tra le mani: era carino e
morbido al tatto. Non era più un bambino piccolo, ma all’orfanotrofio non
riceveva mai nessun regalo e quindi si sentì per un momento felice e
riconoscente.
Andò
di nuovo verso la finestra e osservò il cielo, azzurro con qualche nuvoletta,
oltre il vetro.
«Non
so dove si trovi adesso, ma non è così cattivo come vuol far credere. Lo
mostrerò a tutti, anche a Dazai-san», considerò Atsushi di buon
umore.
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Pensierino
per Shade <3 buona befana!
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