«The Politics of Dancing»

di AgathaEffe_HellWill
(/viewuser.php?uid=1205486)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Note degli Autori:
Questa storia si riferisce ad un momento particolare della
Filogenesi Razziale del Mondo di Mame,
ovvero all'istante in cui i
Sayn hanno creato i Garanidi.
Tenendo questo in mente, buona lettura!

In un tempo molto lontano, un tempo di cui si è oramai persa memoria, accaddero vicende che oggi sembrano incredibili, ma che allora, a chi le compiva, apparivano come normale conseguenza della curiosità insita in ogni essere vivente.
 
In quella fresca notte estiva, alle pendici del vulcano Etéh, il villaggio Sayn di Modduhl procedeva nella sua tranquilla esistenza.
Mentre i piccoli riposavano profondamente, gli adulti addetti alla preparazione del loro nutrimento mattutino si adoperavano per finire il prima possibile e contemplare in un pacifico silenzio la natura rigogliosa che li circondava.
– Non trovo Loo, sai dov’è? – Chiese Gumbi all’amica Huun.
– Ah. – La giovane Sayn si meravigliò della domanda – Non è qui?
– No. Abbiamo finito e andiamo ad osservare il cielo. – Commentò l’oramai vecchio Sayn – Se lo vedi digli che basta avvisarci e non sparire così, di punto in bianco.
­– Ma certo Gumbi… – La ragazza sorrise – Ah, vedo che le giare non sono in ordine… Ci penso io, andate pure voi.
– Che la Madre benedica il tuo animo gentile, piccola Huun. – accennò il Sayn mentre si avviava al di fuori della struttura, per poi fermarsi e aggiungere, improvvisamente – Se vorrai raggiungerci e osservare il cielo con me, il mio cuore ne sarà felice.
– Grazie Gumbi, se posso verrò sicuramente. – Huun arrossì visibilmente – Ma… Non vorrei che la mia divergenza d’essere causasse problemi al tuo animo… Io sono così… Inesperta…
– Se questo fosse un problema, piccola Huun, non mi sarei avvicinato a te. Ti aspetto, se lo vorrai. – E così dicendo, il vecchio Sayn sparì dallo sguardo della giovane, nel cui petto esplosero improvvise emozioni contrastanti.
L’animo del vecchio Gumbi era meraviglioso e congiungersi a lui era un desiderio che la ragazza covava da quando aveva memoria, ma temeva anche di non esserne all’altezza, aveva persino paura di cosa potessero pensare alcuni animi cattivi nel villaggio.
Detestava la sua inesperienza, la sua paura di vivere le faceva contorcere le vene di disgusto.
Avrebbe sistemato le giare e… Poi?
Mentre quel turbinio di pensieri le ronzava nella mente, un rumore fragoroso e un respiro preoccupato la riportarono alla realtà.
– Huun! Grazie al cielo sei sola! – Una giovane figura snella e altissima, dalle sembianze che potevano ricordare quelle un essere umano maschile, le si piazzava davanti, i due arti superiori protratti verso di lei, come un segno di supplica – Ho fatto un casino, Huun, mi devi aiutare!
 
– Loo?... Gumbi ti stava giusto cercan…
– Chissenefrega di Gumbi e di tutto, Loo! – Il giovane le si prostrò ai piedi, aggrappandosi ai due arti inferiori della ragazza, mentre cercava di accarezzarne con le due code feline i quattro arti superiori – Loo, porto in grembo della prole!
– Che cosa… Ch… – Huun si sentì un po’ confusa, non era a conoscenza del fatto che Loo fosse innamorato di qualche essere vivente – Loo, perché non hai parlato al villaggio del tuo sentimento e di chi te lo ha suscitato? Sai che qui l’amore è sempre permesso. – Huun si sentì un poco ipocrita in quel momento, forse lei come Loo aveva bisogno di sentirsi dire quelle parole.
– Huun, ho legato il mio animo ad una roccia, una splendida roccia che sta sulle pendici estreme di Etéh… – il giovane pronunciò quelle parole mentre le tre paia di occhi della ragazza si espandevano incredule – Mi sono unito allo sfinimento, pensavo che nulla potesse succedere e invece…
– Loo. – Parlò quasi lontana giovane.
– Huun, io… – Il ragazzo le si staccò, chinando il capo, pronto a ricevere un terribile giudizio.
– Loo, ma come cazzo hai fatto a scoparti una roccia?
Un lungo silenzio proseguì a quelle parole.
Gli uccelli notturni intonavano melodici canti, mentre giganteschi e fluorescenti fiori blu illuminavano vie e radure.
Tutto era in pace, tutto era sintonia e armonia.
Tutto, a parte quei due giovani animi.
 
– Seguimi, Loo. – Sentenziò ad un certo punto la giovane, spiccando il volo fuori dalla struttura che si trovava dentro l’albero mastro del villaggio.
– Huun… Huun, ti prego… – Il grande occhio al centro dell’ampia fronte di Loo si riempì di lacrime: aveva forse sbagliato a confidarsi con l’amica? Anzi: Huun era davvero una sua amica? Il suo cuore traboccava di paura.
– Loo: la Natura ha un suo equilibrio. Noi viviamo in esso, grazie ad esso e per esso. Esiste la vita, esiste la morte, così come esistono le evoluzioni ed i cambiamenti. Ma tutto ciò crea sempre paura ed instilla dubbi. – Huun provò meraviglia di sé mentre si ascoltava pronunciare quel discorso – Evidenza è che la Vita ti ha scelto come portatore di questi cambiamenti, ma concepirlo è, per chi esiste, un arduo compito. Noi ora andremo dalla Madre Regnante dei Sayn e ci faremo aiutare, così la tua prole sarà ben accolta e non ci saranno scompigli. Non tutti gli animi sono buoni.
– No. No, Huun! – Loo soffiò, assumendo la forma di un enorme felino lucente.
– Loo! Smettila: stai per essere un genitore, assumi un comportamento consono! – Sospirò, mentre il suo corpo umanoide fluttuava a mezz’aria – Attendimi qua, tornerò con chi può aiutarci in questo viaggio.
Non volle ascoltare nemmeno i lamenti dell’amico, si recò dritta verso la radura delle stelle.
 
– Gumbi. – Huun gli si piazzò davanti, trovandolo solo, nella sua splendida meditazione della natura.
– Huun, sei venuta. – L’anziano sorrise, mentre il suo corpo prese a brillare di una tenue chiara. – Aspettavo questo momento con ansia, io…
– Gumbi. – La giovane gli prese i due arti superiori con due dei suoi, mentre con i restanti due gli teneva il volto – Ho bisogno del tuo aiuto, ho bisogno che tu ti unisca a me, non solo nell’animo, ma anche in un viaggio.
– Huun… – Appoggiò la fronte contro quella dell’amata, felice di iniziare finalmente quell’unione – Dei cuccioli se ne occuperanno gli altri, per qualche tempo, ma dimmi almeno perché iniziamo questo viaggio.
– Loo si è scopato una roccia e sta per sgravarne un figlio.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4007511