* Ringrazio tutte le persone che leggeranno questa one-shot, quelle che hanno
letto e quelle che hanno recensito anche le altre mie ff. La mia preferita
rimane Poison anche se in questo periodo sento molto i personaggi di Jake e Nessie. Grazie di cuore per
dedicare a me il vostro tempo prezioso e abbiate pietà se ci saranno
errori, sto postando senza betaggio!
^^ buona lettura ^^
Carlisle lasciò cadere il
telefono sulla grande scrivania massiccia del suo studio, chiudendo la cartella
di un suo paziente e accatastandola insieme ad altre tre, alla sua destra.
Sospirò, scotendo la testa e si passò una mano sulla fronte. Non aveva avuto un nanosecondo di pace
durante le sue telefonate: certo, nessuno dall’altro capo della cornetta
si sarebbe mai accorto di nulla, nessuno avrebbe mai sentito i passi pesanti di
Emmett che rincorreva Nessie
per le scale e in quella che era stata la camera di Edward, nessuno lo avrebbe
sentito ringhiare scherzosamente e nemmeno avrebbero sentito la risata
squillante della sua nipotina, alternata a gridi degni di una reginetta da film
horror. Si domandò cosa avesse scatenato la dinamica della guerra al
piano di sotto e poi nella vecchia stanza di Edward. Afferrò la pila di
cartelle e le infilò ordinatamente nella sua borsa di pelle scura. Aveva
appena appoggiato la borsa sulla poltroncina vicino alla porta quando un rumore
forte e chiaro rimbombò dal fondo delle scale, seguito da un urlo
disperato di Nessie. Fece per scattare e
raggiungerla, quando le voci di Esme e Rosalie lo raggiunsero
preoccupate – avrebbe scommesso di aver sentito il rumore di uno
schiaffo, Rosalie su Emmett probabilmente – e Esme che cercava di tranquillizzare Renesmee.
“Tesoro, ne compreremo un altro, sta’ tranquilla” era Esme. “Nessie dove
corri?” Rose. “A che ti serve quel foulard di Alice, tesoro?”
ancora Esme. Carlisle
sorrise. E trasalì.
-
Nooonnoooo! NOOOONNOOOOOO!! SPOSTATEVI,
E’ UN’EMERGENZA! NOOONNOOO!- l’ultimo urlo era stato
agghiacciante. Aprì la porta dello studio, affacciandosi in corridoio. Renesmee correva per le scale (cosa che le era stata
ASSOLUTAMENTE vietata da Edward, regola che le infrangeva almeno due volte al
giorno), le si avvicinò, guardingo e allarmato.
- Nonno, salvalo! Jake è
ferito! Nonno.. si sta staccando la zampa! PERDE MOLTO
SANGUE! – Carlisle rimase interdetto. Ok. Sua
nipote era un’attrice: un peluche tre volte più grande
di lei, giaceva sofferente sulla
moquette del corridoio, con una zampa, a penzoloni, quasi del tutto staccata
dal corpo. L’ovatta bianca che lo riempiva era nascosta da un foulard di
seta bordeaux. Geniale, quella bambina.
- Nonno! Fa’ qualcosa!!- Carlisle si chiese come procedere. Prese il lupo tra le
braccia e lo portò sul tavolo della scrivania, la coda penzolava oltre
il bordo. Renesmee al suo fianco,
stringeva tra le manine la borsa con i suoi strumenti. Wow. Voleva fare le cose
per bene allora! La ringraziò, togliendole la borsa dalle mani e
appoggiandola sulla sedia. Nessie scomparve e
ricomparve con in mano il suo camice. Aveva corso di
nuovo per le scale. Carlisle si strinse nelle spalle.
Poi si illuminò: andò a prendere una divisa da sala operatoria e
il monitor che aveva nascosto dietro la libreria. Due mascherine le aveva nella
borsa, ne era sicuro. Prese il pezzo di sopra della divisa da sala operatoria,
ne tagliò l’orlo e un pezzo di maniche con le forbici, e il veritice del taglio a V sul davanti, lo piegò e lo
bucò con la spillatrice più volte, riducendo la stoffa di almeno
3 taglie. Fece lo stesso sulla schiena. Tagliò i pantaloni e
spillò ai lati anche quelli. Nessie lo fissava
affascinata. Collegò il monitor alla corrente e tirò fuori dalla
borsa mascherine e guanti di lattice. Fissò Renesmee,
serio, porgendole il tutto.
- Ho bisogno di un’infermiera che mi assista –
le disse in tono grave. Lei annuì. Gli occhietti concentrati. La
boccuccia sottile, le labbra strette una contro l’altra. Si vestì
in fretta e furia: la maglia era ancora enorme e i pantaloni le scendevano
sotto le ginocchia contro il suo volere. Carlisle
prese il rotolo dello scotch e fece due giri intorno alla vita. Nessie sorrise e annuì, sistemandosi la mascherina
che Carlisle legò velocemente. Mentre stava
per infilarsi i guanti, Carlisle le afferrò
una manina e le pinzò il dito indice con la molletta del monitor, che
cominciò coi suoi vari bip. Lo avrebbe messo alla sua di mano, ma il
monitor probabilmente avrebbe prodotto un fastidiosissimo e continuato bip
assordante. Renesmee, in piedi sulla sedia,
frugò nella borsa di Carlisle e dopo averlo
tirato fuori srotolò il portastrumenti, allungando il braccio della
lampada perpendicolare alla ferita del lupo. Fu soddisfatta di vedere il nonno
fasciato nel suo camice, mascherina e guanti di lattice. Tutto era pronto. Gli
fece un cenno con la testa. Carlisle le rispose con
un altro cenno.
- Lama da 10 -
Renesmee fissò il
portastrumenti, cercando un coltello. Niente coltelli. Fissò Carlisle, preoccupata, e lui le si avvicinò
all’orecchio suggerendole di prendere la bustina sterile con all’interno quella specie di scalpellino. Lei
eseguì, facendo una fatica immane con i guanti larghissimi. Carlisle nel frattempo le aveva preparato un paio di pinze
che fermavano un batuffolo di cotone. Lo diede in mano a Nessie
che non riusciva a tenerlo. A quel punto si decisero ad eliminare i guanti e
l’operazione proseguì.
- Tamponare -
Renesmee si lasciò sfuggire
una risatina. Carlisle se ne
accorse.
- Serietà: siamo in una sala operatoria. Qui si
salvano vite! -
Nessie annuì, ritornando
seria all’istante. Carlisle sfilò via il
foulard, strattonandolo un po’. La manina di Nessie
con pinze e tampone vacillò per un secondo.
- Ago e filo – Renesmee, con
una mano sola li afferrò decisa e li passò a Carlisle.
Non si stupì che fossero già fuori dal portastrumenti, il nonno
le facilitava sempre le cose.
Carlisle era chinato sopra la
zampa del peluche e trafficava concentrato. All’improvviso il monitor
emise un rumore stridulo e continuato. Alzò lo sguardo, fissando Nessie, che si era sfilata la pinza dal dito. Se avesse
ancora avuto un cuore funzionante, ecco: quello sarebbe stato il suo primo
infarto. Aveva una certa età dopotutto.. Renesmee lo
fissava impaziente.
- DOTTORE! E’ IN ARRESTO CARDIACO!!
FACCIA QUALCOSA! – Carlisle cercava con tutte
le sue forze di rimanere serio.. e prima che Nessie gli chiedesse di potergli fare la respirazione bocca
a bocca, afferrò la spillatrice e un fermacarte, sfregandoli l’uno
contro l’altro.
- Si allontani signorina Cullen!
Carichi a 300! … LIBERA – il corpo del lupo giaceva immobile. Carlisle lo defibrillò ancora tre volte, poi
spiegò a Nessie che una quarta volta gli
avrebbe bruciato le pareti del cuore e lei si convinse a rimettersi la pinzetta
sul dito.
L’operazione si concluse con una fasciatura stretta e
la raccomandazione di Carlisle di lasciare a riposo
il peluche fino a completo recupero. Nessie gli
strinse la mano, togliendosi la mascherina.
- Grazie mille dottore. Jacob sarà molto felice di
dormire una settimana di fila. – lo abbracciò, gli diede un bacio
sulla guancia poi si riprese il peluche e se lo trascinò fino alla
vecchia stanza di Edward bloccandosi sull’uscio della porta e
ritrovandosi davanti a mezza famiglia. Erano tutti immobili, ancora rapiti
dalla scena alla quale avevano appena assistito. Emmett
ridacchiava, facendo capolino alle spalle di tutti gli altri. Nessie gli si avvicinò minacciosa, cercando di
ringhiare.
- Ti passerà
presto la voglia di ridere. –
Tutti la fissarono. Jasper non riuscì a trattenersi e
scoppiò in una fragorosa risata. Lei proseguì nel corridoio,
sistemo il peluche in camera, accostò la porta e rientrò nello
studio di Carlisle, appropriandosi del cordless.
Compose il numero e attese sbattendo il piedino. Si sentì la porta di
ingresso. Erano Edward e Bella. Il telefono non aveva ancora squillato la terza
volta che si erano aggiunti all’allegra combriccola ammucchiata in
corridoio. Jasper fermò Bella con un braccio, quando si accorse che lei
si era sporta per andare a salutarla. Edward lesse nella mente di Carlisle cosa era appena accaduto e soffocò una
risata.
- Pronto, Sue? Ciao. C’è nonno Charlie? -
Sbuffò. Probabilmente Capo Swan
era in centrale.
- No, grazie, devo proprio parlare con lui, deve venire ad
arrestare mio zio Emmett. -
Emmett la fissò,
contrariato. Essere arrestati per aver mutilato un pupazzo, sembrava piuttosto
esagerato. La risata di Rose rimbombò nel corridoio.
- certo che ha fatto una cosa tanto grave, Sue! Ha staccato
una zampa al mio lupo Jacob -
Le orecchie dei vampiri riuniti nella stanza percepirono con
chiarezza quello che Sue ripetè e Seth che
urlava qualcosa di confuso alle sue spalle. Nel momento in cui Edward stava per
strapparle la cornetta dalle mani la porta al piano di sotto sbattè ancora e Jacob (quello vero) apparve in cima alle scale. Renesmee
si illuminò, il broncio che aveva messo nel momento in cui suo padre
aveva giustificato la denuncia di Emmett, scomparve.
- Nonno – si voltò verso Carlisle
– hai proprio ragione: curare i licantropi da’ grandi
soddisfazioni. Da grande posso diventare il tuo dottore in seconda? Come Leah con Jake..
–
Edward alzò un sopracciglio. Jacob chiese spiegazioni
a Esme, per mettersi in pari sull’accaduto. E
rise sguaiato, specialmente per la parte riguardante Charlie. Tutti fissavano Carlisle ansiosi. Lui si piegò sulle ginocchia, per
portarsi all’altezza della bambina.
- Potrai fare e diventare tutto quello che vorrai, Renesmee – le diede una carezza sulla testa, Nessie gli si buttò tra le braccia, felice. Si
allontanò un po’ e lo fissò, stringendo gli occhietti.
- .. anche il veterinario? – Jake rise, Edward sbuffò, Bella ringhiò,
Rosalie alzò gli occhi al cielo e Emmett si
rassegnò, passò un braccio sulle spalle di Bella e con
l’altra mano diede una pacca sulla spalla a Edward.
-
Va di lusso, finchè gioca al
dottore con Carlisle.. il casino è che prima o
poi vorrà davvero giocare al
veterinario.. -