Le sfumature dannose della tossicodipendenza

di __eryn__
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INCONTROLLABILE

Quella sera, Edward accompagna Nicholas fuori il portone di casa.
Il biondino entra in macchina e abbassa il finestrino per guardare gli occhi smeraldo del ragazzo.

<< Non fare sciocchezze, ok? >>

<< No, te lo prometto >> Dice il corvino poggiando le braccia sulla base del finestrino chinandosi per fissare il suo viso.

<< E non ti tagliare i capelli >> Sussurra Nic con un tono divertito e l'altro arrossisce per poi ridere sottovoce.

<< Non lo farò >>

I due si continuano a guardare sperando che il tempo andasse al rallentatore affinché rimangano ancora insieme.
Entrambi avvicinano il viso a quello dell'altro e Ed piega lateralmente la testa per poi scambiarsi un bacio.

<< Avrei voluto che rimanessi di più a casa mia ma... >>

<< Non posso, lo sai... >> Dice Nic guardandolo dispiaciuto.

<< Se prendi le medicine però... >>

<< Le pasticche affievoliscono le allucinazioni, non spariscono. Non voglio che i tuoi genitori pensino che ti frequenti con un matto >> Sussurra continuando a guardare gli occhi verdi del corvino.

<< Tu non sei matto, Nic >>

<< Edward, non preoccuparti, davvero. Preferisco così >>

<< Però... prima non è successo niente >> Dice Ed a bassa voce.

<< Non posso sempre controllarlo, a volte è più forte di me >>

<< Mh... stai attento, ok? >> Domanda Edward e l'altro annuisce per poi dargli un altro bacio.

<< Ciao Ed >>

<< Ciao e... buonanotte Nic >> Gli sussurra con un lieve sorriso e con le guance rosse.

<< Buonanotte >> Gli risponde l'altro sorridendo anche lui.

Nicholas si allontana con la macchina e guida verso casa mentre Edward lo guarda in lontananza.

<< Non potrà mai farmi del male >> Pensa Ed mentre si gratta il polso e, senza volerlo, intruppa con le unghie sulle croste dei tagli.
Geme per un istante e poi se le accarezza.
Tagli, quelle ferite che li accomunano entrambi.
E se ora, guardandoli, pensasse a Nicholas?
E se procurandoseli, si sentisse ancora vicino a lui?
E se incidendosi, quella lama risucchiasse la sua mancanza e trascinasse via quel senso di vuoto senza Nic?

Edward si alza la manica per guardare le sue cicatrici e poi comincia a pensare: << Perché sto pensando a lui? Nic, perché non esci mai dalla mia testa? >>

Continua a fissare quel polso e poi corre in casa fiondandosi in camera sua.
Cerca dappertutto il suo cellulare per prendere dalla cover la lama del taglierino.
Inizia a rovistare nel giubbotto, nelle tasche dei pantaloni e in quella della giacca, ma non lo trova.
Si avvicina allo zainetto e lo cerca lì, buttando tutto ciò che c'è al suo interno a terra, niente.
Apre i cassetti e trova i vetri colorati e rotti rubati a scuola e infine una sacchetta nera con la zip argentata.
Inizia a fissarla, sa benissimo cosa c'è al suo interno.
Il suo sguardo si spegne e si siede sul letto fissando quell'oggetto nelle sue mani.
Apre lentamente la zip e, come già sapeva, ci trova diverse lamette, ognuna con una scritta sopra: "Famiglia", "Fallimento", "Tristezza", "Frustrazione" e "Rabbia".
Quelle scritte le aveva fatte lui con un pennarello indelebile e tempo fa usava quelle, ognuna che indicasse un sentimento, se sentiva di essere un peso per i suoi genitori, allora usava la lametta con scritto "Famiglia".
Ora, invece, ne usa una per tutto.

Guardando meglio nella sacchetta ne trova un'altra, ma questa è senza nome.
È a quel punto che sporge il braccio verso il comodino per prendere il pennarello indelebile nero.
Inizia a fissare quella lametta e ci scrive sopra "Nic".
Poggia sulle lenzuola la sacchetta e il pennarello e si alza nuovamente la manica della maglietta scoprendo il polso.
Inizia a trafiggerlo con alcuni tagli a zig e zag strizzando nel mentre gli occhi, un bruciore lancinante scalda la sua pelle, una delle sensazioni più intense che avesse mai sentito da quando ha iniziato a tagliarsi.
Si morde fortemente il labbro mentre continua a tagliare quel polso, poi si ferma e ci stringe sopra un fazzoletto che si sporca immediatamente di colore rosso.
Si piega in avanti con il torso e continua a stringere con le mani quel fazzoletto.
Si tira giù la manica e sgattaiola in bagno senza farsi vedere dai suoi genitori.
Chiude la porta e trova sulla mensola il suo cellulare.

<< Ecco dov'era >>

Si sciacqua i tagli con l'acqua gelata e pulisce la lametta, poi prende il suo cellulare e lo fa scivolare nella tasca del pantalone.
Poggia le mani sul lavabo, chiude gli occhi guardando in alto ed infine sospira.
Crede di sentirsi meglio, sentendo quel bruciore riesce a circondarsi della sensazione di calore di Nic.
Però... fa male, ma cerca di trattenere i gemiti.

Si tira giù la manica ed esce dal bagno.
Si sente picchiettare sulla spalla e Ed si volta.

<< Papà? Quando sei tornato? >> Chiede confuso guardando suo padre dal basso.

<< Da poco, e... Ed ma che hai combinato in faccia? >> Chiede Ron preoccupato fissando i lividi di suoi figlio.

<< Un tizio se l'è presa con me, ma sto bene >> Fa le spallucce senza menzionare Jacob.

<< Non metterti in mezzo negli affari con la droga, te l'ho detto mille volte che- >>

<< Papà! Lo so! Non me lo ripetere tutte le volte >> Esclama Edward agitando le mani.
<< Possibile che con te si parla solo di questo? >> Continua lui con un tono irritato della voce.

<< Edward ma perché devi sempre alzare la voce con me? >> Domanda suo padre e il ragazzo sente le lacrime agli occhi.

<< N-non lo faccio apposta, ma con te non posso parlare mai di niente che pensi solo ai miei sbagli >>

<< Non è vero, Ed >>

<< Ah no? A me pare invece. Perché volevi parlarmi? Anzi, su cosa volevi rimproverarmi stavolta? >> Chiede mettendo le braccia conserte per poi poggiarsi con la schiena al muro.

C'è un attimo di silenzio, poi Ron sospira.

<< Ti ho visto con Nicholas, il tuo... amico >>

Edward spalanca gli occhi, non si aspettava minimamente che qualcuno li avesse visti.

<< Ci stavamo salutando >> Fa le spallucce e rotea gli occhi, senza menzionare che si stessero baciando.

<< Da quando vi salutate con un bacio, Ed? >>

<< Hai visto male >>

<< No, no. Ho visto bene invece. Sei gay per caso? >>

<< Macché gay! Non mi conosci affatto >> Esclama con un tono scocciato per poi allontanare la schiena dal muro.

<< Guarda che invece ti conosco bene >> Gli dice suo padre seguendolo mentre l'altro fa un'espressione sarcastica.

<< So quello che ho visto, e so che tieni nascosto sul collo >> Continua Ron per poi scansare le ciocche corvine dal collo del ragazzo scoprendo un segno di un succhiotto.

Edward fa un balzo inaspettato e si copre il segno con la mano per poi guardare sorpreso suo padre.

<< Non so perché è lì! >>

<< Di certo non te lo sei fatto da solo >>

<< Papà ma che cazzo! È così tanto un problema? Sì, per te è sempre tutto un problema ciò che mi riguarda >>

<< Edward la smetti di parlare a vanvera? Non è tutto un problema >>

<< Tutto no, solo la maggior parte >>

<< Volevo parlare con te tranquillamente ma tu rendi tutto una catastrofe! >>

<< Io?? >>

A fermare la loro conversazione è sua madre che si avvicina a loro.

<< Che succede? >> Domanda lei con un tono preoccupato avendoli sentiti alzare il tono della voce.

I due restano in silenzio e la donna nota che gli occhi di Ed stanno per cedere al pianto.
<< Edward... >> Sussurra avvicinando la mano al viso del ragazzo.
Il corvino, però, prende a correre verso la camera.
Cerca di risistemarsi lo zainetto alla rinfusa e più veloce che può, non riesce a rimanere a casa ancora a lungo.

<< 'Fanculo, ho rovinato tutto di nuovo >> Tira su con il naso e si asciuga le lacrime con la manica.

<< Mi agito sempre >> Pensa mentre prende una striscia di cocaina e la mette sulla scrivania.

Strappa un foglietto e lo arrotola velocemente, se lo poggia su una narice e si tappa l'altra con l'indice per poi sniffare la cocaina.
Si tira indietro con la testa per un attimo e poi si alza con la schiena.
Si mette lo zainetto in spalla e decide di uscire di casa per sballarsi fuori, magari in una discoteca, con la musica talmente forte da coprire cosa sente nella sua testa.

Così fa, non appena entra nella discoteca, la musica techno al massimo volume fa vibrare i battiti del suo cuore e riesce a sentirli mentre spingono violentemente sul petto.
Le luci psichedeliche e quelle bianche si alterano e illuminano tutto l'interno del locale e i visi dei ragazzi che ballano senza mai fermarsi e di coloro che servono al bancone.
Edward non perde tempo a bere un bicchiere di vodka uno dopo l'altro, vomitando qualche volta al bagno per poi tornare a bere.

01:30
Sotto l'effetto di acidi, Ed comincia a vedere tutto a scatti, come se si stesse girando un film tutto al rallentatore.
Vermi psichedelici luminescenti che si arrampicano sui muri, entità blu negli angoli della sala restano impalati a fissarlo, gocce di pioggia nere che cadono a terra emettendo un sibilo, i volti delle persone sono distorti e allungati come se apparissero come spettri.
Un senso di confusione assorbe completamente la vista del corvino che barcolla cercando un appoggio con la mano.
Le sue pupille sono molto dilatate e gli occhi si sono arrossati.
Inizia a vedere inclinato, come se il posto si stesse girando intorno a lui.
Sente la nausea salirgli su e tenta di muoversi nuovamente al bagno ma la porta dell'uscita è più vicina.
Non appena riesce ad uscire da lì, rimette immediatamente tutto.
Il suo respiro è affannoso, i suoi capelli sono fradici per il sudore, il battito accelerato e il suo corpo non fa che tremare dall'adrenalina e dal freddo.
Non riesce a stare in piedi, gli gira troppo la testa, così decide di sedersi sul marciapiede che collega la strada.
Vuole girarsi un drum ma sente le dita tremargli e la percezione del tocco delle cose è bassissima.
Non riesce a rollarsi la sigaretta, così comincia a preoccuparsi, inizia a pensare di aver esagerato.
Impreca e si mette le mani nei capelli mentre le punte dei piedi sbattono a terra velocemente su e giù e le gambe continuano a tremare.

<< Dovevo morire io... >> Sussurra cominciando a piangere.

<< Dovevo morire io quella sera... non lui >>

La droga ha iniziato ad impossessarsi del subconscio del ragazzo cominciando a risucchiare un ricordo che Edward tenta di reprimere.

<< È stata colpa mia >> Dice a bassa voce per poi abbracciarsi le ginocchia e si accovaccia.

Edward tenta di mantenere la calma a fatica, quel senso di stranezza non riesce ad andarsene.
Vede palesarsi una figura camminare verso a lui.
Il corvino alza lentamente lo sguardo e nota che c'è un ragazzo ma vede troppo sfocato per capire le sue caratteristiche fisiche, le poche cose che riesce a individuare sono i capelli castani messi alla rinfusa, la giacca color ocra e i pantaloni grigio scuri.

<< Ehi, tutto bene? >> Gli chiede il ragazzo.

Edward sente completamente distorto, una voce che sembra robotica e ovattata, completamente diversa dalla realtà.

<< Sono fattissimo... >> Ed abbassa lo sguardo, non riesce a tenerlo alzato.

<< Vuoi un po' d'acqua? Così ti calmi >> Dice il ragazzo notando che Edward è molto agitato e l'altro fa cenno di sì con la testa per poi annuire.

Non appena quell'individuo si allontana, Edward cerca di alzarsi ma, non appena ci prova, delle macchie nere iniziano a scomporsi sulla sua vista fino a non fargli vedere più nulla e le forze lo abbandonano fino a farlo svenire a terra.

 





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