Stars in a Black Sky

di IloveMarauders
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CAPITOLO 15 - 28 OTTOBRE 1977


SIRIUS POV

Abbasso lo sguardo sul mio piatto, su cui solo un minuto fa avevo messo sei cosce di pollo, e strabuzzo gli occhi sorpreso di vederlo vuoto. Va bene che sono stanco morto, ma sono sicuro di essermi riempito il piatto e di non aver ancora mangiato nulla.

Alzo gli occhi sui miei amici e li vedo ridacchiare, ognuno con in mano due di quelle che immagino siano le mie cosce di pollo. Fisso indignato i loro piatti pieni: ormai dovrebbero sapere che non si ruba cibo dal piatto di Sirius Black senza subire terribili ritorsioni.

"Te l'abbiamo fatta sotto il naso, Felpato" ridacchia Codaliscia con la bocca piena "eri talmente intento a guardare dall'altra parte del tavolo che nemmeno ti sei accorto che ti abbiamo svuotato il piatto!"

Stanco e nervoso come sono, avrei una gran voglia di tirargli un pugno sul naso, proprio come ho fatto con Ramoso qualche mese fa quando è andato a dire all'ultima persona a cui avrebbe dovuto dirlo, che uno dei suoi amici ha una cotta per lei; ma non riuscirei mai a fare del male a una persona innocua come Codaliscia, quindi mi limito a sbuffare e a fare finta di non aver sentito.

Mi complimento con me stesso per il mio autocontrollo - non capita di frequente che io sappia controllare così bene le mie reazioni - e con uno scatto fulmineo rubo due cosce di pollo dal piatto di Codaliscia e due da quello di Ramoso, ne poso tre sul mio piatto proteggendolo con un braccio da eventuali incursioni nemiche, e addento avidamente la quarta. Sono molto affamato, anche se faccio fatica a tenere gli occhi aperti dal sonno che ho: ieri c'è stata la luna piena ed è stata una nottata più impegnativa del solito.

Era già capitato più volte che ci spingessimo fino ad Hogsmeade sotto le nostre sembianze di cane, cervo e topo, per fare compagnia al nostro amico lupo nelle notti di luna piena, ma non c'erano mai stati problemi. Purtroppo una giovane coppietta ha deciso di fare una passeggiata nel villaggio al chiaro di luna proprio questa notte, ed è stato particolarmente difficile fermare Lunastorta. Ci ho provato prima io, con il risultato di trovarmi le zampe anteriori, e quindi le braccia, doloranti e piene di lividi, graffi e morsi, finché non è intervenuto Ramoso che con una poderosa cornata al fianco di Lunastorta lo ha spinto lontano da me e dalla coppietta che intanto continuava a passeggiare ignara di ciò che stava accadendo nei dintorni. L'impatto ha provocato una ferita piuttosto profonda al fianco di Lunastorta, che ha passato parte della mattinata in infermeria ma poi ha convinto Madama Chips a farlo uscire per poter essere presente alla lezione di Pozioni, dal momento che Lumacorno doveva comunicarci i risultati del compito in classe che abbiamo fatto due giorni fa e in cui - al di là del solito Eccezionale di Lunastorta - io, Ramoso e persino Codaliscia abbiamo del tutto inaspettatamente preso Accettabile.

Allungo una mano verso il piatto di Lunastorta che, dolorante com'è, sta facendo fatica anche a mangiare, e prendo un'altra coscia di pollo, la stanchezza mi mette sempre appetito. La divoro cominciando a dondolarmi sulle gambe posteriori della sedia, e intanto getto una rapida occhiata dall'altra parte del tavolo, dove le cinque ragazze, nostre compagne di Casa, stanno confabulando in modo misterioso. I miei occhi, senza volerlo, si posano su una delle due ragazze bionde sedute al tavolo, e ultimamente succede così spesso che ormai so interpretare alla perfezione ogni espressione del suo viso. Si mordicchia il labbro, poi sorride alla rossa seduta di fronte a lei, ma ha l'aria tesa, come se ci fosse qualcosa che la preoccupa, e mi sorprendo a pensare che mi piacerebbe saperne di più.

 Si mordicchia il labbro, poi sorride alla rossa seduta di fronte a lei, ma ha l'aria tesa, come se ci fosse qualcosa che la preoccupa, e mi sorprendo a pensare che mi piacerebbe saperne di più

Dopo aver confabulato ancora per un po', le cinque ragazze si alzano da tavola e nello stesso momento un sonoro sbadiglio di Ramoso mi fa sobbalzare.

"Hai finito di sbadigliarmi nell'orecchio, maledetto cervo?" gli domando indignato.

"E tu hai finito di incantarti a guardare Amy e ti decidi a chiederle di venire con te a Hogsmeade domani?" mi punzecchia lui.

"Perchè, tu per caso lo hai chiesto alla Evans, ora che ha mollato il Corvonero?" ribatto io sarcastico.

Ramoso sbuffa rumorosamente, ne abbiamo già parlato e so che non ne ha il coraggio, teme l'ennesimo rifiuto e, dopo essersi esposto con lei la scorsa primavera confessandole i propri sentimenti, ci rimarrebbe troppo male se lei dicesse di no anche questa volta.

"E dai Ramoso, che Grifondoro sei?" si intromette Lunastorta mentre si alza da tavola con una mano appoggiata sul fianco ferito e una smorfia di dolore sul viso mentre cerca di sorridere.

"Lunastorta, sei sicuro di sentirti bene? Non sarebbe meglio se tornassi in infermeria?" gli domanda Ramoso avvicinandosi a lui con un'espressione seria e preoccupata in viso. È da stamattina che non fa che scusarsi con Lunastorta: è enormemente dispiaciuto e non può fare a meno di sentirsi in colpa per avergli fatto del male. Eppure so perfettamente che i suoi sensi di colpa non riusciranno mai ad eguagliare quelli che prova Lunastorta per aver rischiato di sbranare i due giovani innamorati.

Codaliscia, l'unico ad essere uscito indenne dalla nottata appena trascorsa, annuisce in segno di approvazione. La fa semplice lui: appena ha visto come stava degenerando la situazione è corso subito a nascondersi dentro a un cespuglio e non ne è uscito finchè il lupo non è stato messo ko.

"Sto bene" risponde Lunastorta anche se il suo viso pallido e tirato dice tutt'altro. Per fortuna nel pomeriggio non abbiamo lezione e così decidiamo di andare nella nostra stanza a dormire un po'.

Entrando dal buco del ritratto nella Sala Comune di Grifondoro, la mia attenzione viene catturata dalle due ragazze bionde sedute sul divanetto vicino al camino: la McKinnon mi sorride e mi lancia le solite occhiate adoranti, mentre la Mancini ha ancora quell'espressione tesa che le ho visto poco fa in Sala Grande. Si alza in piedi e chiama Ramoso sorridendo, ma si vede che il suo è un sorriso forzato.

Il mio migliore amico ci fa cenno di andare avanti senza di lui e si dirige verso le due ragazze mentre io, Lunastorta e Codaliscia imbocchiamo la scala a chiocciola che conduce al nostro dormitorio

Il mio migliore amico ci fa cenno di andare avanti senza di lui e si dirige verso le due ragazze mentre io, Lunastorta e Codaliscia imbocchiamo la scala a chiocciola che conduce al nostro dormitorio. Nella stanza c'è il solito caos e devo farmi largo tra mucchietti di vestiti, scarpe e libri sparpagliati a terra per arrivare al mio letto. Non faccio in tempo a sedermi che già sento russare; alzo la testa e guardo infastidito Codaliscia che è sdraiato sul suo letto a pancia in su con la bocca aperta e i piedi a penzoloni, si è addormentato senza nemmeno essersi tolto le scarpe.

Lunastorta dà voce ai miei pensieri: "è vergognoso, ma come diavolo fa ad addormentarsi sempre appena tocca il cuscino?"

"Non ne ho idea, ma so di sicuro che ora non riuscirò più a dormire, senti che casino fa!" rispondo corrucciato tappandomi le orecchie con le mani.

"Proviamo a scuoterlo delicatamente" suggerisce Lunastorta "magari si gira e la smette di russare".

"Delicatamente? No amico mio, uno che russa in questo modo non si merita di essere trattato delicatamente" rispondo alzandomi e dirigendomi verso il letto di Codaliscia con un ghigno malefico in viso.

Mi avvicino furtivamente e inizio a fargli il solletico, ben sapendo che lui non lo sopporta, scatterà come una molla e sicuramente si sveglierà. Ma devo aver sottovalutato la stanchezza del mio amico perchè Codaliscia si mette a ridere nel sonno ma si volta dall'altra parte e riprende a russare più forte di prima.

Alzo gli occhi al cielo sbuffando in modo teatrale; ormai sono al limite, sento ogni fibra del mio copro tendersi per il nervoso, sono distrutto ed ho solo una gran voglia di dormire. Devo fare qualcosa per svegliare Codaliscia; estraggo la bacchetta, deciso a inondarlo con un aguamenti, quando una voce mi costringe a fermarmi.

"Ehi Felpato! Stai già dormendo?"

Estraggo dalla tasca lo specchietto e guardo Ramoso che ha la stessa espressione tesa della Mancini: ma che gli prende oggi a tutti quanti?

"Magari stessi già dormendo" rispondo sbuffando per l'ennesima volta "c'è Coda che russa come un trattore! Che vuoi?"

Ramoso esita un attimo, ha le guance leggermente arrossate e si mordicchia il labbro, sembra quasi imbarazzato; non l'ho mai visto in questo stato, sto per chiedergli se si sente bene quando lui prende coraggio e tutto d'un fiato, senza nemmeno respirare, dice "Ho bisogno di un favore enorme, domani devi venire a Hogsmeade con Marlene McKinnon".

La saliva mi va di traverso e credo che da un momento all'altro sputerò un polmone per quanto sto tossendo violentemente. Sento Lunastorta avvicinarsi alle mie spalle e darmi qualche pacca sulla schiena per farmi tornare a respirare.

"Stai scherzando vero? E perchè mai dovrei?"

"E dai Felpato, lo sai che sono sei anni che muoio dietro a Lily e adesso finalmente potrei avere l'occasione che ho sempre desiderato, solo che lei ha detto alle ragazze che accetterà il mio invito a condizione che facciamo un'uscita a quattro: io, lei, tu e la McKinnon. Non puoi dirmi di no!"

Ci mancava solo questa, già avevo i nervi a fior di pelle a causa della stanchezza, adesso ci si mette pure quell'infame di un cervo. Mi irrigidisco, mentre sento la mano di Lunastorta ancora appoggiata sulla mia schiena, questa volta nel tentativo di calmarmi.

"Scordatelo Ramoso, non verrò a Hogsmeade con la McKinnon, sai benissimo che non la sopporto!"

"Ti prego, farò tutto quello che vuoi" mi supplica Ramoso con gli occhioni tristi; e se di solito non riesco a dire di no al mio migliore amico, questa volta sarò irremovibile.

"No, no e no".

Lunastorta, che si era allontanato per un attimo, torna vicino a me allungandomi un pezzo di cioccolato che addento avidamente.
"Su Felpato, ragiona; sai benissimo quanto Ramoso tenga a questa occasione, sono sei anni che ci sorbiamo le sue lamentele su Lily che non lo degna di uno sguardo, e adesso che finalmente lei sembra disposta a dargli una possibilità non puoi mettertici tu a rovinare tutto. Se lo fai davvero, chiederò alla McGranitt di spostare me e Codaliscia in un altro dormitorio così poi te lo sopporti da solo quel cervo lagnoso!"

"Perché non può venirci Lunastorta al posto mio? O Codaliscia, magari riesce a conquistare la McKinnon una buona volta" borbotto dando un altro morso al cioccolato.

"Ma sei scemo? Lei vuole te, non me e tanto meno Codaliscia!" sbotta Lunastorta alzando gli occhi al cielo.

"E perché proprio lei allora?" insisto.

"Credo sia stata lei a suggerire a Lily l'idea dell'uscita a quattro" risponde Ramoso con aria avvilita. "E comunque lo so cosa stai pensando, anche se non lo ammetteresti mai. L'ho chiesto ad Amy come mai non può venire lei ad Hogsmeade, ma mi ha risposto che Lumacorno le ha dato un compito supplementare di Pozioni perché deve recuperare il brutto voto che ha preso nel compito in classe dell'altro giorno, e intende passare in biblioteca tutto il pomeriggio di oggi e la giornata di domani".

Sbuffo per l'ennesima volta, sono in trappola, accidenti a Ramoso e alla Evans. Se non si sposano e non fanno almeno quattro figli, giuro che faccio un casino.

"Guarda il lato positivo Felpato" interviene di nuovo Lunastorta "potrebbe essere la volta buona per far capire alla McKinnon che non sei minimamente interessato a lei".

Ci penso su un attimo, Lunastorta effettivamente è un genio; domani potrei comportarmi in modo così sgradevole con lei da farle passare qualsiasi idea possa essersi messa in testa nei miei confronti.
"Uff. E va bene" rispondo sconfitto.

"Grazie Felpato, sei un amico!" esclama Ramoso a cui è tornato il sorriso.

Metto via lo specchietto e torno verso il mio letto; Codaliscia ha inaspettatamente smesso di russare ed ora potrei finalmente riuscire a dormire. Scalcio via le scarpe e mi sdraio, ma i pensieri si affollano nella mia testa e di nuovo non riesco a prendere sonno.

Passa circa mezz'ora quando la porta del dormitorio si apre ed entra Ramoso. Deve aver parlato con la Evans perché l'emozione è ben visibile sul suo viso: ha un sorriso ebete stampato in volto e le sue guance hanno il colore dei pomodori maturi.

"Terra chiama Ramoso" borbotto piano per non svegliare gli altri due, soprattutto il povero Lunastorta che di dormire in questo momento ne ha un gran bisogno.

Ramoso si riscuote e attraversa la stanza saltellando per evitare gli oggetti sparsi a terra; si avvicina a me e mi abbraccia.
"Non so come ringraziarti Felpato!" esclama, e non posso fare a meno di sorridere nel vederlo così entusiasta.

"Non c'è bisogno che tu lo faccia" rispondo "ma vedi di non fare come al solito il cretino con la Evans perché non ti darò un'altra possibilità, e anzi sappi che io darò il peggio di me per farmi odiare dalla McKinnon".

"Ottima idea, così il mio comportamento impeccabile risulterà ancora più evidente agli occhi delle ragazze, in contrasto con il tuo" risponde ghignando; poi, dopo un attimo di silenzio, chiede "ma come mai non dormi?"
"Non ci riesco. Anzi, dammi l'accendino e le sigarette che vado a fare due passi".

Fumo solo occasionalmente io, a differenza di Ramoso; conosco i danni del fumo e non voglio rischiare di rovinare la mia bellezza per un vizio di cui posso fare a meno, quindi scrocco a Ramoso le sigarette quando me ne viene voglia. E l'accendino gliel'ho regalato io al quarto anno, quando ha quasi mandato a fuoco il nostro dormitorio nel tentativo di accendere la sua prima sigaretta con la magia, perciò è anche un po' mio.

Ramoso mi allunga senza fiatare il pacchetto di sigarette e l'accendino, devo proprio approfittare di questa situazione perché mi è così riconoscente in questo momento che se gli dicessi che voglio una statua d'oro dedicata a me nella Sala d'ingresso sono certo che sarebbe capace di convincere Silente e la McGranitt a farmene costruire una.

Esco dal dormitorio e attraverso la Sala Comune di Grifondoro che a quest'ora è piuttosto affollata, anche perché fuori sta piovendo a dirotto; noto al loro solito posto, sedute accanto al camino, le nostre compagne di Casa. La Evans chiacchiera sorridente con Mary McDonald e Sarah Flint, mentre la McKinnon la interrompe ogni tanto con la sua voce acuta. Sbuffo nuovamente al pensiero di doverci passare l'intera giornata domani, ed esco dal buco del ritratto.

Cammino per un po' lungo i corridoi, la stanchezza mi è passata e così anche la voglia di fumare, ma mi sento ancora piuttosto nervoso. Sono felice per Ramoso che finalmente potrà avere l'occasione che aspetta da sei anni con la Evans, ma non posso negare di essere anche arrabbiato: non ho nessuna voglia di andare a Hogsmeade con la McKinnon, e non posso negare che avrei voluto ci fosse un'altra al posto suo.

Arrivo di fronte all'ingresso della biblioteca: non so come ci sono finito, o forse sì, lo so, ma non ammetterò mai che sto volontariamente andando a cercarla. Non ho intenzione di parlarle, ma ho voglia di vederla e so di trovarla qui, lo ha detto Ramoso mentre parlavamo tramite gli specchietti.

I miei passi echeggiano nella biblioteca deserta; mi dirigo sicuro nel posto dove so che di solito lei, le sue amiche e Remus si ritrovano a studiare. E la vedo, è girata di spalle, la sua attenzione completamente rapita dal libro aperto davanti a lei.

Da quel momento perdo totalmente il controllo delle mie azioni: ero venuto solo con l'intento di vederla un attimo e andarmene, e invece mi avvicino. Mi fermo in piedi alla sua sinistra e la osservo mentre legge tenendosi la testa tra le mani, come per concentrarsi meglio.

"Compito supplementare di Pozioni eh?"

Mi sorprendo io per primo di quelle parole che sono appena uscite dalle mie labbra, ma la mia sorpresa non è minimamente paragonabile a quella di Amy, che per poco non cade dalla sedia, deve proprio essersi spaventata.

Si volta a guardarmi e posso chiaramente vedere lo stupore dipinto sul suo viso. Mi sento quasi un po' in colpa per averla spaventata così tanto e, senza che io possa in alcun modo impedirlo, le mie labbra si curvano in un sorriso mentre altre parole mi sfuggono:
"Ops non volevo spaventarti".

Noto che le sua guance hanno preso colore; continua a fissarmi con gli occhi sgranati, ed e chiaro che si starà domandando cosa ci faccia io qui e cosa mai possa volere io da lei. Farfuglia qualcosa a proposito di quello che sta leggendo, ma io non riesco ad ascoltarla. I miei occhi sono fissi sulle sue labbra, che si muovono cercando di articolare spiegazioni per le quali non ho il minimo interesse. Sono mesi che quelle labbra tormentano i miei pensieri durante il giorno e i miei sogni durante la notte, e adesso sono qui davanti a me, troppo invitanti per poterne stare lontano. E senza averlo programmato, senza poter fare nulla per impedirlo, come se una forza esterna che non sono in grado di contrastare mi stesse spingendo a farlo, mi chino verso di lei e le mie labbra incontrano finalmente le sue.

Non esistono parole per descrivere ciò che quel contatto suscita in me: mai avrei pensato che il sapore di quelle labbra sarebbe stato mille volte migliore di quanto avrei potuto immaginare; mai avrei sospettato che avrei desiderato passare tutta la vita incollato a quelle labbra; mai avrei immaginato che una ragazza avrebbe potuto farmi un effetto simile. Ne ho baciare diverse di ragazze prima di lei, e tutte in modo molto più approfondito e passionale; eppure con nessuno di quei baci ho mai provato qualcosa di lontanamente paragonabile a ciò che mi ha suscitato questo.

Mi stacco da lei con riluttanza, vorrei molto, molto di più, ma devo frenare la mia impazienza o rischierò di perderla senza nemmeno sapere se potrei mai averla. E lo sguardo incredulo che lei mi rivolge, le sue guance ormai in fiamme e il fatto che non abbia reagito in alcun modo a questo bacio totalmente inaspettato per entrambi, per un attimo mi fa ben sperare.

"Va bene, io domani andrò a Hogsmeade con la tua amica, ma sappi che non aspetterò la prossima volta a Hogsmeade per invitarti ad uscire con me".
Anche queste parole escono contro la mia volontà, e a questo punto mi costringo a voltarmi ed andarmene, prima che altre parole ancora più compromettenti possano sfuggirmi senza che io abbia la minima idea di cosa lei pensi di me.

Mi affretto ad uscire dalla biblioteca senza voltarmi e con il cuore in tumulto; ormai, senza quasi rendermene conto, mi sono spinto troppo oltre, devo solo trovare il modo di prenderne atto e accettarlo

Nel frattempo ha smesso di piovere ed esco nel parco. Cammino finché la stanchezza torna prepotentemente a farsi sentire. Mi siedo nell'erba bagnata in riva al lago nero e mi accendo una sigaretta. Respiro profondamente lasciando che il sapore acre del fumo invada i miei polmoni e sperando che almeno questo possa calmare un po' i miei nervi tesi.

"Ehi Felpato va tutto bene?"

La voce di Ramoso mi sembra quasi provenire da un altro pianeta, tanto sono perso nei miei pensieri.
"Neanche tu sei riuscito a dormire vedo" rispondo.

"Ti pare che posso riuscire a dormire dopo che Lily mi ha detto di sì?" domanda sedendosi accanto a me e guardandomi di sottecchi. "Ho pensato a come vestirmi domani, a dove portarla, a quali argomenti affrontare con lei...e sono ancora più nervoso. A proposito, cane pulcioso, ridammi le mie sigarette!".

Gli allungo il pacchetto e l'accendino e Ramoso si accende subito una sigaretta.
"Ecco perché sei venuto a cercarmi, eri in crisi d'astinenza da fumo! Ti conviene fare il pieno per domani, non credo che alla Evans piaccia molto vederti fumare così. Anzi, questo è mio, domani ne avrò un gran bisogno!" esclamo rubandogli di nuovo il pacchetto dalle mani.

"Occhio a non esagerare Felpato, non vorrai ritrovarti con i denti neri e la pelle ingiallita" ridacchia il mio migliore amico, e ghigno a mia volta tirandogli un pugno sul braccio.
"Va bene, giuro solennemente che con Lily non ne toccherò nemmeno una" dichiara subito dopo tornando serio e battendosi una mano sul petto.

"Sei disgustoso per quanto sei innamorato" lo prendo in giro io.

"A proposito... com'è andata in biblioteca?" domanda lui illuminandosi.

Accidenti al giorno in cui abbiamo inventato la mappa del malandrino. Chi l'avrebbe mai immaginato che questa geniale idea mi si sarebbe ritorta contro?

Resto a lungo in silenzio, non avrei voglia di raccontare a nessuno del bacio e soprattutto delle reazioni che ha scatenato in me. Ma con Ramoso è diverso, lo è sempre stato, e anche quando non avrei voglia di parlare, quando vorrei solo nascondermi dentro al mio rassicurante guscio, c'è sempre qualcosa in lui che mi spinge ad aprirmi senza remore.

"Ho fatto una cazzata. L'ho baciata".

La boccata di fumo va di traverso al mio migliore amico che inizia a tossire violentemente. Cerco di aiutarlo a non morire soffocato battendogli una mano sulla schiena.
"Maledetto cervo, ma vuoi proprio morire il giorno prima del tuo primo appuntamento con la Evans?"

"Sei tu che stai cercando di uccidermi, cane pulcioso!" ridacchia Ramoso dopo essere tornato a respirare normalmente. Poi mi fissa incuriosito e scuote la testa. "Sei proprio perso eh. E lei che ha fatto? Ti ha tirato un ceffone, schiantato o altro?"

Mi accendo un'altra sigaretta. "No, non ha reagito ma in effetti non gliene ho nemmeno dato il tempo. Le ho detto che presto la inviterò ad uscire con me e me ne sono andato. Sono un idiota, non so cosa mi sia venuto in mente".

Un lungo sbuffo di fumo esce dalle labbra di Ramoso, che mi guarda con un'espressione estremamente seria, un'espressione che credo di avergli visto una sola volta nella mia vita: quando mi sono presentato a casa sua in piena notte senza preavviso due anni fa.

"Sirius Orion Black III, apri bene le orecchie e ascoltami. Ho sempre pensato che un amico, un amico vero, sia la persona che si prende a cuore le tue battaglie e le combatte insieme a te, come tu hai sempre fatto con me e come io credo di aver sempre fatto con te. Ma un amico vero è anche la persona che sa farti capire quando la battaglia che stai combattendo è totalmente inutile e sbagliata, ed è la situazione in cui mi trovo io ora. Tu stai combattendo una battaglia contro i tuoi sentimenti che sei destinato a perdere, e credimi è meglio che ti arrendi subito. Non avevi previsto di innamorarti ma è successo, te lo si legge in faccia ogni volta che guardi Amy, e lo fai talmente spesso che credo che ormai tu la conosca meglio di quanto lei conosca se stessa. Metti da parte l'orgoglio e fai come le hai detto, chiedile di uscire con te".

Faccio una fatica enorme ad ammetterlo, la possibilità che il mio orgoglio possa venire ferito non è semplicemente contemplabile per me, non è un'opzione. "Non credo che lei accetterebbe di uscire con me" dico tutto d'un fiato.

Il mio migliore amico mi guarda ghignando. "Dai che se domani mi va bene con Lily me lo faccio dire direttamente da lei cosa ne penserebbe Amy di un tuo invito".

"Vedi di non fare altri casini come sei mesi fa, maledetto cervo!" rispondo ghignando a mia volta.

"Nel caso sono disposto anche a prestarti il mantello. Trattamelo bene però eh, e non trasformarti mentre ce l'hai addosso che l'ultima volta me lo hai riempito di pulci! Dai, andiamo ora, così vediamo come sta Lunastorta".

Mi alzo in piedi, guardo il sorriso che Ramoso mi rivolge e mi sento sollevato di avere lui nella mia vita: un amico vero che non giudica, anzi si sforza di capire perché l'altro sta sbagliando e di fargli comprendere i suoi errori e porvi rimedio. Perché l'amicizia in fondo non è solo ridere, scherzare e divertirsi insieme, ma è anche accettare l'altro per quello che è, cercando allo stesso tempo di indirizzarlo a non essere quello che non deve, ed è esattamente questo che Ramoso fa con me da sei anni. E gliene sono talmente grato che per lui sarei disposto a fare di tutto, anche a dare la mia stessa vita, se mai fosse necessario.





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