Lacrime di cristallo

di Milkyna
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Una foglia d’alloro dorata era graziosamente posata sopra l’orecchio di Rainbow Dash.

I suoi capelli, solitamente pettinati senza una forma precisa, erano stati acconciati in una morbida trecciona, in grado di donare alla Wonderbolt un aspetto femminile e antico, grazie anche al peplo di lino bianco che Rarity aveva cucito per lei, decorato sul davanti con una spilla a forma del suo Cutie Mark, fermato sulla schiena da un’altra foglia d’alloro e striato, sullo strascico, da tenui colori arcobaleno.

La coda della pony era stata pettinata a morbide onde e legata da due lunghe treccine.

Sulla testa della pegaso era posto un velo delicato, ed agli zoccoli calzava sandali simili a quelli del dio alato, Ermes.

Era fantastico quel look classico sull’impulsiva Rainbow Dash, e Rarity poté dirsi incredibilmente soddisfatta del risultato.

“Sei un incanto, lo sai?” le disse, quasi commossa.

“Sì, mi piace. Questa volta ti sei superata.”

Rarity le sorrise maliziosamente, ma poi sospirò, mentre rimetteva a posto gli spilli nella sua scatolina da sarta.

“Uff… Chissà se mi sposerò anch’io…”

“Beh, quando troverai chi ti farà battere il cuore, Rare!”

“Ma io l’ho già trovato!”

Gli occhi zaffirini di Rarity guardavano quelli magenta di Dashie con aria innocente, come se ciò che aveva appena detto fosse ovvio, scontato.

“Uhm… Scusami, Rare… Ma chi sarebbe il fortunato?”

Era proprio quello il problema. Rarity si mise a giocherellare con il puntaspilli.

“Qualcuno che non mi vuole, purtroppo.”

“Ah, non è Spike…”

Ancora una volta, la sarta guardò la futura sposa.

“Io e Spike ci siamo chiariti. Gli ho detto che lo vedo come un fratello.”

“E lui?”

“Ci è rimasto male, ma che potevo fare? Gli ho fatto perdere fin troppo tempo…”

Il discorso morì lì. Rarity uscì dallo spogliatoio dei Wonderbolt dove Rainbow Dash era stata vestita e truccata per il suo matrimonio con Spitfire e andò a sedersi sugli spalti assieme agli altri. Non le aveva rivelato il nome del suo amato, e a lei non veniva in mente nessuno. Rarity aveva avuto una passione forte e passeggera per Trenderhoof, il famoso giornalista di viaggio, ma a parte quello e il suo appuntamento disastroso con Blueblood ormai nove anni prima, non aveva mai dato segni di vero innamoramento, quindi la Wonderbolt non aveva alcun indizio in merito.

Da lì a pochi minuti sarebbe uscita da quello spogliatoio per raggiungere Spitfire accompagnata da suo padre nel grande piazzale delle esibizioni.

Continuava a pensare a Lightning Dust ed alla promessa che le aveva fatto, accettata da Twilight e da suo fratello.

Il suo cervello era rapidamente passato da quello al percorso a ritroso fino al momento in cui aveva conosciuto Spitfire, proprio durante il primo Gala a cui aveva partecipato. Le due venivano entrambe da Cloudsdale e da piccole avevano gareggiato insieme, ma non avevano iniziato a frequentarsi se non da adulte.

Mai avrebbe immaginato Rainbow di innamorarsi proprio del suo capitano, men che meno di essere da lei ricambiata. Inizialmente lei aveva una cotta per Soarin, ma questa era pian piano svaporata per lasciar spazio ad un sentimento nuovo, diretto alla pony dalla chioma fiammeggiante.

Lei e Spitfire si erano scoperte complici e lo sguardo avvolgente della leader la faceva sentire a casa.

E ora era lì, pronta a sposarla. Le cose si erano fatte incredibilmente serie tra di loro.

Spitfire era nel piazzale ad attenderla; era vestita con un abito a strati leggermente plissettati dai colori caldi, simili a lingue di fuoco che si propagavano nell’ambiente circostante, e allo stesso modo la gonna catturava gli sguardi dei presenti.

A Rainbow bastò vedere il sorriso della sua futura sposa per tranquillizzarsi e venire investita da una carica incredibile di energia.

La cerimonia venne celebrata dal sindaco di Cloudsdale, e non appena fu terminata, ci fu la consegna dei regali.

Erano presenti anche Celestia e Luna, le quali portarono alle due neo mogli un uovo posato sopra un panno caldo.

L’uovo era arancio scuro, sembrava quasi una pietra preziosa, con i suoi riflessi ambrati e la luce solare che si specchiava sul guscio con il suo bagliore di topazio.

Rainbow rimase ad ammirarlo con la bocca spalancata; Celestia le sorrise, contenta che il suo regalo le avesse fatto quest’effetto:

“Io e mia sorella abbiamo sempre viaggiato per Equestria e visitato gli orfanotrofi. Qualche volta abbiamo portato anche Cadance con noi. E’ così che ho trovato l’uovo di Spike anni addietro, ed è così che abbiamo trovato quest’uovo. Io e Luna siamo certe che crescerete questo vostro figlio con tutta l’attenzione del mondo.”

Gli occhi di Rainbow brillavano. Un figlio… Qualcuno che avrebbero cresciuto secondo i loro ideali, facendogli amare la libertà e rendendolo la creatura più determinata e coraggiosa del mondo.

Anche Spitfire era toccata dal meraviglioso pensiero e attirò vicino la sua sposa.

La giornata proseguì tra fotografie e banchetti, tra balli con i familiari e pignatte per i piccoli ospiti. Rainbow Dash si sentiva felicissima, ed il suo sguardo seguitava a correre all’uovo che le principesse le avevano donato e che era stato posto in una teca protettiva.

Era ormai pieno pomeriggio e la pegaso azzurra stava sorseggiando una bibita dal banchetto ormai spolpato; era un momento calmo della festa, dove gli ospiti ballavano a piccoli gruppi oppure chiacchieravano comodamente seduti sulle seggiole.

Il suo sguardo era sempre rapito dall’uovo, che oltre ad essere protetto dagli urti era stato anche incantato da una magia riscaldante.

“E’ meraviglioso, vero?”

Spitfire le si era avvicinata, guardando l’uovo con occhi amorevoli.

“Già… E dire che io non mi vedevo proprio un tipo materno, invece non vedo l’ora che si schiuda…” le disse Rainbow, con occhi sognanti.

“Scherzi? Io con i bambini sono negata, e mi sa che questo piccoletto mi darà parecchio filo da torcere…” le fece eco Spitfire.

“Chissà che cosa contiene e dopo quanto si schiuderà…”

“Come lo chiameremo?”

“Fire Rainbow?”

Le due spose si guardarono e si misero a ridere dopo qualche secondo di silenzio.

Pensare al suo futuro figlioletto aveva scatenato in Rainbow Dash un’altra immagine, concernente la piccola Thunderquake. Di nuovo si fece malinconica, e le sue pupille si mossero per tutto il campo visivo della festa, individuando tutti gli amici: Applejack stava chiacchierando con Stormy Flare e Rarity; Fluttershy aveva fatto amicizia con Thunderlane; Pinkie Pie sparava qualche colpo con i suoi cannoni a coriandolo e Twilight la osservava divertita.

“Uhm… Rainbow?”

“Huh?”

“Tutto a posto?”

“Oh… Sì… Scusami…”

“Stai ancora ripensando a Lightning Dust?”

Spitfire era molto acuta, e conosceva sua moglie molto bene.

“Sì… Fra un paio di settimane lei e sua figlia andranno nell’Impero di Cristallo a conoscere Shining Armor e Flurry Heart… Ti confesso che sono un po’ nervosa…”

“E perché?”

“Beh… Ecco…”

“Non ti fidi di lei, vero? Posso capirti, all’Accademia si è comportata piuttosto male, ma è stato tanto tempo fa, ora è mamma e da quanto mi hai raccontato sembra pentita.”

Rainbow sospirò e le sorrise.

La giornata così terminò e tutti andarono a letto felici dopo quella bellissima festa.

Quindici giorni più tardi, in una soleggiata mattina di metà settembre, Lightning Dust e sua figlia arrivarono nell’Impero di Cristallo, dove sarebbero state accolte da Shining Armor per un paio di giorni nel Castello.

Il principe stava un pochino meglio rispetto al mese prima, ma il suo volto era comunque scavato, aveva ancora un po’ di occhiaie e la sua bella criniera era pettinata in modo irregolare.

La puledrina si guardava attorno con i suoi occhioni color sabbia, divertendosi a vedere la sua immagine riflessa nella miriade di cristalli presenti.

“Benvenute!” le accolse Shining, scendendo dal trono, “Grazie di essere qui.”

“Il piacere è nostro!” gli rispose la Washout, inchinandosi.

L’unicorno si avvicinò a Thunderquake e questa si ritrasse, un poco intimidita. Così, Shining Armor si abbassò al suo livello e le porse lo zoccolo.

“Ciao, Thunder. Sono lo zio.”

Davanti al sorriso rassicurante del pony, la piccola si distese e posò il suo zoccolo su quello dello zio.

C’era una figuretta che li osservava con occhi interrogatori dall’alto del trono.

“Flurry, vieni qui a conoscere la zia e la tua cuginetta.” le propose il padre.

Anche la principessina era guardinga, e anziché volare dal gruppetto preferì scendere i gradini uno ad uno.

Quando fu di fronte alla cuginetta, Flurry la studiò per un po’, fino a che la coetanea non la salutò.

Presa alla sprovvista, la piccola alicorno sorrise e le rispose con calore.

Il ghiaccio era rotto, e le due puledre si misero a correre per il grande salone principale, sotto lo sguardo vigile dei genitori.

“Mi dispiace per tutto quello che è successo.” disse Lightning, quando le bambine furono sufficientemente lontane.

Shining Armor s’incupì.

“Spiace anche a me che tu abbia dovuto scoprire la verità in questo modo.”

I due pony erano stati colpiti duramente dal dolore, ma ora avrebbero potuto condividerlo.

“Sono felice che siate qui.” disse quindi il principe, scuotendosi di dosso la tristezza.

“Sì…” gli fece eco Lightning, “… Anche noi.”

Ed era la verità.

Nel frattempo, a Canterlot, le ragazze si erano riunite nel Castello di Twilight.

“Secondo voi come sta procedendo l’incontro?” domandò Applejack.

“Ho preferito non interferire, è giusto che si conoscano senza pressioni.” disse la principessa.

Rainbow Dash era la più nervosa; si sarebbe sentita responsabile se le cose fossero andate a rotoli.

“Credete che finiranno per innamorarsi?” irruppe quindi Pinkie.

Tutti si voltarono verso di lei.

“Ma sì, ragazzi, pensateci… lei è una mamma sola e lui un padre solo. Hanno in comune lo stesso lutto.”

“Pinkie… E’ passato solo un mese dalla morte di Cadance…” le disse Twilight, chiaramente a disagio.

“Io non credo che tu debba preoccuparti di questo…” tentò di rassicurarla Spike.

“Perché questa cosa ti preoccupa?” s’incuriosì Fluttershy.

La pony rosa guardò l’amica cercando di imitare una poker face, e la pegaso gialla non seppe come interpretare l’improvviso irrigidimento della pasticcera.

“Ad ogni modo, la cosa importante ora è che si conoscano e facciano amicizia. Non saltiamo a conclusioni balzane.”

Rarity toccò leggermente la spalla di Pinkie per rinfrancarla, ma la pony di terra continuava a sentirsi inquieta.

C’era un segreto che si agitava dentro di lei, ma non l’avrebbe rivelato neppure sotto tortura.

 

 

 

 

 





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