Writober 2020

di Giughi10
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La maschera le copriva tutto il viso, permettendole di osservare il fondale senza che le lenti si appannassero. Chissà quale strana tecnologia serviva per un simile miracolo. La sabbia bianca si intravedeva attraverso le alghe verde petrolio, tra le quali  si districavano sinuosi piccoli pesci scolpiti nel lapislazzuli. Si rifugiarono tra i coralli quando si immerse. Il boccaglio chiudendosi permise comunque ad un po' d'acqua di penetrare all'interno della maschera, bagnandole le labbra. L'acqua offriva resistenza al movimento lento delle pinne, in un lieve gorgoglio. Aprì le braccia: le sembrava di essere uno squalo dei documentari, un calmo e maestoso sovrano del mare. Riprese aria come un'orca, lasciando che l'acqua accumulata nella maschera scivolasse via. Si risistemò la maschera e tornò sotto il pelo dell'acqua con un elegante arco. Mosse velocemente le gambe e divenne un crudele barracuda lanciato contro una preda. Si lasciò trasportare dalle correnti come un'ignara e placida medusa, gli arti abbandonati divenuti tentacoli. Tornando verso riva si  sentiva strappare dal proprio luogo natio, come una cozza dal suo scoglio. Ma come i salmoni risalgono le cascate per nuotare nell'acqua in cui sono nati, così lei avrebbe sentito nuovamente le onde dissolversi sulla battigia. 




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