Un amore tra...cugini

di Marianna Scarso
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La storia inizia nel 2013 quando avevo 8 anni. A quei tempi andavo in terza elementare e avevo la passione per il calcio, così mio padre decise di iscrivermi ad una scuola sportiva. Entrai in una squadra costituita da maschi che mi prendevano in giro, dicendo che una bambina come me doveva giocare con le bambole e non a calcio, così mi misi a piangere e me ne andai. Agli allenamenti però dimostrai a tutti quegli idioti chi ero veramente, visto che ero il portiere usavo indossare un cappello per essere esattamente come il mio idolo Benji di Holly e Benji, ed è stato per lui che decisi di giocare a calcio. In seguito all'allenamento parai tutti i palloni e vidi che dopo un'po' si erano stancati tutti e dissi:-ma siete già stanchi?-; e loro annuirono, ero instancabile e diventai così il portiere-bambina più forte che forse dico forse sia potuto esistere. Dopo questo episodio diventai loro amica e insieme vincemmo molte partite. Passarono 2 anni e io e i miei compagni di squadra diventammo come una famiglia, però me ne dovetti andare a malincuore a causa delle difficoltà economiche che riscontrò la mia famiglia, avevo 10 anni e giocai l'ultima partita che fu vinta e ai festeggiamenti piangemmo tutti e i miei compagni mi mancavano già. Una settimana dopo che me ne andai mi fermai davanti al campo dove ho giocato per due anni, mi sedetti e incominciai a piangere e a ricordare i bei momenti trascorsi con i miei compagni di squadra, ad un certo punto mi sentii toccare una spalla mi girai e vidi un ragazzino Tommaso che avevo già visto in precedenza perchè avevo giocato contro la sua squadra anche se quando l'ho battuto era più piccolo, avrà avuto circa 10 anni visto che io ne avevo 9, e mi prendeva in giro dicendo che sembravo un maschio, questo perchè avevo i capelli a caschetto e ricci e poi come ho già detto indossavo un cappello, onestamente quando mi toccò la spalla era molto diverso sembrava sempre un'po' antipatico e aveva sempre la solita faccia tosta da narcisista esattamente come quando l'ho visto la prima volta, ma si era però fatto crescere un'po' i capelli e guarda un'po' ce li aveva e caschetto. Tornando al punto in cui ero prima a quando mi sentii toccare la spalla e mi girai, lo guardai e lui mi disse:-perchè piangi?-,e io:-perchè ho abbandonato la mia squadra-,-ah mi dispiace-,come se ti importasse qualcosa dissi tra me e me,-e sono dispiaciuta per aver lasciato i miei compagni-,-mi dispiace anche perché eri proprio un bravo portiere-, bugiardo. E con questo se ne andò lasciandomi la da sola a ricordare cose belle del passato. Dopo questo incontro non lo vidi più, e neanche andai più a visitare il campo. Passarono anni e praticai il tiro con l'arco che abbandonai un anno dopo, imparai a suonare la chitarra che diventò la mia più grande passione, alle scuole medie infatti entrai in un orchestra e vinsi due concorsi musicali. A quei tempi non studiavo per niente mi dedicavo solo alla musica e a nient'altro anche perché ero confusa per il semplice motivo che avevo cambiato scuola e perchè non avevo amici ma anche per il fatto che non avevo un comportamento corretto. Finite le scuole medie mi iscrissi al liceo scientifico ovviamente continuai a suonare la chitarra ma mi innamorai di un mio compagno di classe Marco. Tralasciando questo diventai amica di una mia compagna Alice ma poi per qualche strano motivo non mi ha più considerato e ancora adesso che sto scrivendo mi chiedo il perché ma va bene. Parlando di Marco a lui non interessava l'amore pensava solo a studiare infatti era il secchione della classe mentre io ero la più scarsa perché stavo dietro a lui e mi ricordo quando cercai di dirgli che ero innamorata di lui ma non ci riuscii perché avevo paura che sarebbe scappato e decisi così di scrivergli una lettera per San Valentino e la lasciai sul suo banco anonima, ma credo che già sapesse chi era stato, nonostante tutto siamo diventati amici anche se non mi parlava così tanto e per questo soffrii un' po' e soffrivo anche perché volevo a tutti i costi che le due gemelle Marta e Sonia e tutto il resto della classe diventassero miei amici. Nessuno mi considerava tranne il mio compagno di banco Emanuele, che anche se lui è stato bocciato al primo anno è rimasto mio amico e con lui potevo parlare di qualsiasi cosa e lo faccio ancora adesso. Per quanto riguarda Marco, soffrivo per lui e per questo mi vestivo sempre di nero e ascoltavo canzoni tristi infatti dedicai a lui My Happy ending di Avril Lavigne perché ero sicura e lo sono ancora che lui non mi parlava perché i suoi stupidi amici gli dicevano che io ero strana ed è esattamente quello che dice la canzone. Sul mio amore per lui ricordo invece un episodio in cui eravamo a chitarra e suonavamo accanto e io mi sentivo bollire perché avevo lui accanto a me e quindi mi sentivo bene anche le poce volte in cui mi parlava, soprattutto quando mi abbracciò l'ultimo giorno di scuola del primo anno. La mia sofferenza per lui però aumentò al secondo anno di liceo...




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