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di Account di tutti
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-Sei un coglione!-
-Perdonami Senna!-
Il dottor Braum appuntava le parole che i due si scambiavano per farsi un’idea generale della loro situazione.
-No, Lucian! Devi decidere, non puoi stare con un piede in due scarpe!-
-Ma non è colpa mia, Senna!-
-E allora dobbiamo parlare con lui!-
-Lui chi!?- chiese finalmente il dottor Braum. La seduta andava avanti da circa un’ora senza che avesse capito minimamente quale fosse il problema di coppia per il quale i ragazzi si erano recati da lui, rinomato psicologo dell’Accademia.
-Thresh!- dissero i ragazzi all’unisono.
-Ok, ci pensa lo zio Braum!- fece entusiasta il dottore -Portatelo da me!- e si scrocchiò le dita sonoramente.
Lucian sgranò gli occhi dicendo: -Zio, non so cosa tu abbia in mente, ma non si può risolvere con la violenza!-
-Ah!- fece Senna alzandosi dalla sedia -Allora ti preoccupi per lui!-
-Ma cosa? Senna… no, è solo che picchiarlo forse…-
Il dottor Braum interruppe bruscamente: -Ma quale picchiarlo? Penseresti mai che io, il dottor Braum, possa mai far male a una mosca!? Tanto meno a un mio potenziale paziente!-
-E quindi che intenzioni ha?- chiese Senna che non avrebbe mai e poi mai chiamato “zio Braum” quel pelatone coi baffi e novanta chili di muscoli.
-Ragazzi dovete accettare che la vostra non è più una terapia di coppia, è una tripletta!-
-COSA!?- fece Senna, che non era affatto sicura che si trattasse di una “tripletta”.
Lucian aveva uno strano tic all’occhio. L’unica cosa che riusciva a pensare era il motivetto: “Il triangolo no! Non lo avevo considerato!”.
-Tranquilli- dissi il dottor Braum che con uno scatto si avvicinò a loro a una velocità incredibile, poggiando le grandi mani sulle piccole spalle dei suoi giovani pazienti -La mia laurea in psicologia è qui per voi!-
Senna e Lucian si guardarono scioccati e confusi, ma il dottor Braum era troppo grosso perché trovassero il coraggio di contraddirlo.
-Portate qui il vostro… “amico”. Devo parlare anche con lui! Domani a quest’ora vi voglio qui tutti e tre!-
-Ma zio, Thresh domani alle tre lavora!- Lo informò Lucian.
-E tu come fai a saperlo!?- Si infuriò Senna.
-No, è che magari ha altro da fare, Senna- balbettò Lucian.
-Non si preoccupi dottore- disse Senna alzandosi e andando verso l’uscita da sola -Ce lo porto io qui, cascasse il mondo! Ci penso io!- e dopo quelle parole si chiuse la porta alle spalle facendo sobbalzare persino quella montagna del dottor Braum.
Lucian si portò le mani alla fronte e iniziò a scuotere la testa disperato. Peggio di così non poteva andare.
-Suvvia nipote, non c’è niente di cui preoccuparsi, tu stai dietro allo zio Braum e tutto si sistemerà per il meglio!-
Lucian pensò che proprio quello fosse il problema. Sconsolato, si alzò per lasciare il posto al prossimo paziente. Due ragazze, apparentemente normali, una dai capelli corti e rosa e l’altra con due lunghe trecce blu, entrarono dopo di lui. Quando si chiuse la porta Lucian sentì soltanto una frase: -Pensa che io sia pazza? Le presento mia sorella!-




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