Ricordami di dirti che ti amo

di Serin_88
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Salve! Dunque, prima che qualcuno di voi gridi al plagio (giustamente) sono sempre io, serin88. Il mio account è stato (credo) hackerato e addio a tutto quanto. Ho vissuto la cosa molto molto male, ma grazie ai vostri messaggi mi sono decisa a tornare. Ho avuto modo, in questo frangente di rivedere le mie storie e spero di migliorarle. Quindi: Ricordami di dirti che ti amo è la versione 2.0 di A...come amore. Storia quasi identica, stessi personaggi, autrice, credo, un po' cresciuta. Spero con tutto il cuore di ritrovare tutti voi e che torniate a sostenermi (sperando stavolta vada tutto bene!)                                                                                          

Cosa c'è di divertente nel fare jogging?
Niente! Ecco cosa. Adesso più che mai ne sono assolutamente certa!
Come diavolo abbia fatto a farmi convincere da Sango resta un mistero. Lei ha esordito con un: “Ti farebbe bene fare un po' di moto e poi così passiamo un po’ di tempo insieme” . Io ho annuito vaga ed ecco il risultato, mi ritrovo a sudare come una matta senza il benchè minimo motivo, quando potevo starmene comodamente a letto a dormire.
Dulcis in fundo, la mia migliore amica(ex dato che non sono certa di giungere viva alla fine di questa giornata)è sparita chissà dove. Altro che passare un po’ di tempo insieme!
Ho sempre detestato correre. Al liceo fingeva ogni volta un malanno diverso per saltare l’ora di ginnastica. Ho sempre odiato fare sport, non l’ho mai fatto e sono felicissima così. Beh, felicissima...
Mi fermo esausta dopo ben otto minuti di corsa, più di quanto abbia mai corso in una vita, quando davanti a me si materializza un venditore ambulante di bibite ed hot dog e come una disperata arranco verso di lui, che mi sorride.
“Cosa le servo? ”Chiede gentile.
“Acqua!Tanta!Subito!”esalo sul punto di svenire e l'uomo annuisce, forse un pochino spaventato, porgendomi la bottiglietta.
Oh, fresca idratazione. Mi godo l’acqua che scende lungo la gola, quando un formicolio al braccio mi distrae. Lo scrollo annoiata, ma continuo a sentirlo, così mi volto accigliata e sbianco. Vespa! Ho una vespa sul braccio. .
“Viaaa!!! Vattene!Togliti”urlò dimenandomi come una matta ,finchè non mi scontro su qualcosa o meglio qualcuno, data l'imprecazione che sento.
“Ma che diavolo...”.
Mi voltò ed un ragazzo davanti a me , si guarda la maglietta bianca tutta bagnata. E' un colosso, fatto di muscoli . Mi sento una bambina davanti a lui. Ha i capelli scuri e corti a spazzola e gli occhi più neri che abbia mai visto. Gli fisso la maglietta bagnata, modellata perfettamente sui suoi muscoli e solo dopo qualche secondo mi scuoto, come se mi fossi addormentata e finalmente mi accorgo che la bottiglietta che tenevo in mano, si è rovesciata tutta su di lui.
“La mia acqua” biascico e lui mi guarda storto.
“Se non avessi improvvisato un balletto, adesso avresti ancora la tua acqua” dice.
Ha una bella voce. Calda e profonda ed intrisa di ironia. Simpatico davvero.
“Non era un balletto. Cercavo di mettermi in salvo da una vespa”.
Lui inarca un sopracciglio, poi scoppia a ridere. E ovviamente ha pure una bella risata. Poteva mai essere il contrario?
“Metterti in salvo? Cos’era una vespa geneticamente modificata, per caso?”Dice tra le risate ed io lo fulmino con lo sguardo.
“No genio, sono allergica” dico imbronciata. Ok è una bella, ma tanto lui non lo sa, no?
Quando finalmente smette di prendermi per i fondelli, mi scruta da capo a piedi, come per mettermi a fuoco.
“Non ti ho mai vista da questa parti”.
“Perché ovviamente tu conosci tutti coloro che transitano qui al parco”
Un sorriso gli si disegna sulle labbra .
“Non tutti. Non conosco te”
Alzo gli occhi al cielo.
“Sono certa te ne farai una ragione, mr Muscolo. Ora, se vuoi scusarmi”
Lui si sposta per lasciarmi passare e mi sorride allegro. .
“Attenta alle vespe eh?” Dice infine ex io reprimo la voglia di mostrargli il dito medio. Voglio solo andarmene a casa.
 Quando arrivo ci sono quattro messaggi in segreteria di mia madre.
“Ma dov'eri finita?” Mi chiede quando la richiamo al telefono.
“Ero a fare jogging con Sango ”rispondo e cala il silenzio.
“Joggin?Tu?” Chiede con voce incredula.
“Si io. E non me ne parlare, è stato tremendo e per di più ho incontrato un idiota”.
“Hai incontrato un ragazzo?” Chiede lei emozionata.
“No, ho incontrato un idiota” dico e sento un gridolino giungermi all'orecchio.
“E che tipo è? ”
“Ma che ne so, non mi interessa”.
Sento un sospiro afflitto, poi ancora la voce di mia madre.
“Tesoro mio sono preoccupata per te. Sei sempre tappata in casa”
“Mamma, ti prego” dico con voce stanca e lei sbuffa.
“Ma devi rifarti una vita amore mio, andare avanti. Lui lo ha fatto ”
Ecco, ci mancava questa.
Gli occhi mi pizzicano per le lacrime in procinto di uscire ed io boccheggio, mentre mia madre sospira ancora.
“Scusami amore mio, scusami. Sono solo tanto preoccupata” dice ed io annuisco anche se lei non può vedermi.
“Lo so, ma sto bene” dico rigida.
È una cantilena che ormai ripeto da due anni e la verità è che non sto bene. Lo so da me.
“Devo andare mamma” concludo e lei mi saluta mesta.
Mi butto sul divano esausta, ma non per la corsa. Beh anche, ma la mia è una stanchezza mentale e morale credo.
Fa bene mia madre a parlare, tutti fanno bene a dire che devo andare avanti. Ma avanti dove che vedo tutto buio. Che senso ha? Come faccio a rifarmi una vita? Come faccio a dimenticare? Nessuno sa quello che sento. Solo il mio cuore.
Il telefono squilla di nuovo e dopo un po' parte la segreteria.
“Kagome, ma che fine hai fatto?”.
Oh guarda, la mia presunta migliore amica.
Agguanto il cordless e rispondo incazzata.
“Io?Io?Sei seria? Mi hai mollato da sola”dico arrabbiata.
La sento ridere.
“Scusa, ma sai che ci tengo al mio allenamento” si giustifica.
“Si beh, grazie a te ho rischiato un infarto, per non parlare delle gambe doloranti, la milza sul punto di morte e ho anche dovuto subire la presa in giro da parte di mr Muscolo”
Sango rimane zitta, poi si azzarda a parlare.
“Chi?” Chiede ed io sbuffo.
“Lascia perdere. Sappi che non mi convincerai mai più a fare una simile idiozia”.
So perchè lo ha fatto. Mia madre ha ragione, sto sempre in casa quando non sono a lavoro. Sango voleva farmi evadere un po', con risultati discutibili, certo.
“Mi dispiace .Hai ragione sono stata una stronza, scusa. Però sei peggio di una lumaca ”dice ridendo ed alla fine sorrido pure io.
“Dai non importa”.
Pochi secondi di silenzio, poi Sango parte all'attacco.
“Hai parlato di un certo mister tutto muscoli, o sbaglio?”
“Lascia perdere, ti prego”sbuffo.
“Ok,va bene. Vado a fare una doccia, ci sentiamo dopo” dice chiudendo la conversazione.
 Il silenzio avvolge la casa. Sempre silenzioso.
Sorrido triste nel ricordare me e lui a litigare giocosamente su cosa fare per cena. Sembra passata una vita.
Entro in camera da letto e guardo le nostre foto, dove sorridiamo felici. Che fine hanno fatto quei sorrisi?
Spariti, come tutto l'amore che lui diceva di provare per me.
Apro l'armadio ed eccolo li. Bello, bianco, immacolato .Testimone dei miei sogni infranti.
Ricordo com'ero felice quel giorno. Ricordo le sue parole: “Nulla potrà mai separami da te, nulla potrà mai farmi dire basta” ma lo ha detto. Non ho potuto dargli ciò che desiderava di più e alla fine questo ci ha distrutti. Ha distrutto me più di tutto il resto.
Vivere è diventata un'abitudine. Nessuno potrà mai farmi tornare a sorridere. Sorridere davvero. Nessuno potrà mai farmi tornare ad essere felice.
Osservo la foto del mio matrimonio e le lacrime scendono da sole. Quella Kagome non esiste più e non tornerà.
 
Note autrice: 
Rieccoci qua! Strano ricominciare, ma devo dirlo, senza le vostre accorate parole non lo avrei mai fatto. Mi sento di ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuto e fatto sapere quanto le mie storie vi abbiano emozionati. La pubblicazione dei capitoli avverrà ogni settimana (promesso!) e spero che la storia, pur con delle modifiche, incontri ancora il vostro gusto. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




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