A message in a bottle - prequel

di Ladybug87
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Sono davanti al mare di Normandia, è burrascoso, nonostante si sia in estate, in effetti lo è per buona parte dell'anno.
Il cielo è pregno di nubi nere e minacciose, tra poco sarà meglio che io rientri.
Prima però lascerò i miei pensieri a lui, il mare.
Il vento mi scompiglia i capelli, carezza la mia pelle, sfiora la mia cicatrice.
Scendo da cavallo, Alexander sta diventando nervoso, stai tranquillo bello ci metterò poco.
Mi avvicino alla riva e poi mi addentro tra le onde che stanno crescendo di intensità.
Cammino finché tocco, poi con l'acqua all'altezza del torace lancio la bottiglia, dentro alla quale ho nascosto le mie parole d'amore, il più lontano possibile, spero che le correnti la portino via, lontano.
Spero che Nettuno la possa trovare e la regali ad una sirena le cui lacrime di commozione si trasformeranno in lucide perle preziose.

Adesso che sto rientrando a Parigi per prendere servizio posso ripensare con calma agli ultimi avvenimenti.
Quelli che mi hanno fatto mettere nero su bianco i miei sentimenti, quelli che mi hanno fatto chiedere un permesso di un giorno per raggiungere il mare, quelli che mi hanno frenato dal confessarti tutto.

Tutto è nato il giorno nel quale tu, Oscar, hai deciso di farti fare un ritratto.
Tutti ne siamo rimasti sorpresi, a partire dal generale fino all'ultima delle cameriere.
Tu sempre così discreta e defilata hai contattato un pittore che ti ritraesse nelle vesti di un'eroina mitologica.
Quando il quadro è stato terminato mi hai chiamato, entusiasta, per chiedere il mio parere.
Ti sei seduta dietro di me aspettando con ansia il mio giudizio.
Non potevi certo immaginare che io non riesco più a vedere chiaramente neppure con l'occhio destro, ma non potevo certo confessartelo, così ho chiuso gli occhi e l'ho visto, quel magnifico capolavoro, con gli occhi dell'anima.
Tu, rosa tra le rose.
Aulente e marziale allo stesso tempo, splendente.
Ho capito che tu mi avevi colto in flagrante quando ti ho sentita piangere.
Il mio udito si è affinato parecchio da quando la mia vista mi sta abbandonando.
Così ho capito subito che avevi compreso.
Eppure non mi hai umiliato con domande imbarazzanti, mi hai dato corda, mi hai detto che avevi parlato al pittore delle rose bianche di Arras, che gli avevi chiesto di inserirle nel quadro.
Grazie Oscar.
Tutto quello che ho scritto e che poi ho donato al mare avrei voluto dirtelo di persona, ma non poter immaginare la tua reazione, specialmente dopo quella notte maledetta, mi ha frenato.
Non so se avremo ancora occasioni per aprire i nostri cuori, la Francia sta correndo verso la catastrofe come un cavallo impazzito.
Il nostro futuro è più che mai un'incognita.
Eppure, proprio come ho scritto nella mia lettera, tu resterai per sempre una rosa.
La mia rosa, un fiore speciale del quale solo io conosco l'essenza.

Non importa se perderò la luce e non potrò più vedere il mondo, poiché mi basterà ricordare la tua bellezza impressa per sempre su quella tela perché il mio mondo sia pregno di felicità.




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