fic del dopo
AVVISO: avviso che questa è una fic, quindi i contenuti dentro sono solo un modo di portare qualcosa di beatrice come avrebbe voluto, non i miei pensieri, per quelli leggete la nuova fic, l'ultima e il commento che posterò.Ho ripescato per caso da
un vecchio hard disc questa fic mai pubblicata, dedicata a un'opera che
amo. Mi era venuta leggendo una fic di qualcuno in questa sezione che
parlava di come erano sopravvissuti isnieme e insieme erano ripartiti.
Non ricordo il nome e non sono riuscito a trovarla, forse ho cercato
male, ma so che cè e l'ho apprezzata. Mi sarebbe piaciuto
leggere altro su questa cosa, come fossero come nel tema delle
possiiblità e kakera, arrivati vivi e insieme e insieme
ripartiti. Creando una vita felice per Lion, per una volta. Se l'autore
o l'autrice di quella fic cè ancora e ed ispirato/a, mi
paicerebbe leggere altro di quella fic, perchè era ben fatta
e profonda. Ricordo solo che era un sequen di umineko ma positivo per
loro.
Inoltre la fic
è come la salvai anni fa, la psoterò in
più capitoli appena posso perchè anche se non la
sistemo. Sarà per come la scrissi e la metto per nostalgia.
Beatrice ex Sayo si svegliò intorpidita. Si era accoccolata
nel suo letto, acciambellata come un gatto.
Era rimasta in camicia e gonna. Continuava a indossare qualcosa che
richiamava la sua parte di Beatrice.
Si pentiva, sentiva in colpa, colei che aveva permesso tutto quanto. Di
nuovo.
Sul corpiletto da poco, peròl con gattini e uccellini, si
era gettata nello sconforto.
Aveva sognato la fine di quel giorno vicino l'isola. Anzi, frammenti
del prima le rivoltava lo stomaco.
Il suo risveglio sul letto della camera dell'oro, ferita e con la
realtòà rosso sangue delle vittime del suo gesto
iniziale, aveva portata a un tormento continuo.
Lo shock del risultato della sua decisione l'aveva colpita, come un
pugno allo stomaco.
La sua rabbia, la non accettazione della realtà , nuda e
cruda dalle sue origini, del perchè della sua vita e le sue
condizioni fisiche, l'aveva resa furiosa e vogliosa di una risoluzione.
Non solo e proprio vendetta.
Reputaa tutti gli adulti colpevoli, ognuno della proprio parte, di ogni
aspetto doloroso della sua vita. E aveva deciso.
Nessuno l'avrebbe amata, accettata, voluta, sia
perchè inferiore e difettosa.
E aveva deciso di gettare tutto fra le pieghe del destino, con un piano
che prevedeva una fine, in base alla situazione, suicidaria per lei in
ogni caso, ma in mano al fato e loro scelte per gli adulti.
Si, voleva ripulire la sporcizia de peccati di Kinzo proponendo la
continuazione dell'enigma dell'epigrafe e attendere.
Se gli adulti non riuscivano a risolverla, avrebbe imbracciato le armi
di suo padre/nonno e assolvere quei peccati per cui in tanti avevano
sofferto.
COme capofamiglia legittimo ma non annunciato, si era decisa.
Aveva analizzato tute le variabili e sfumature della notte in cui
avrebbe agito. Era sicura acadesse quanto studiato.
Se risolvevano e trovavano la cemra, avrebbe agito diversamente,
lasciando in mano loro il risultato definitivo.
Le storie, i piani, le bottiglie, tutto per lasciare la sua voce anche
anche creare lei stessa ogni situazione per portare a termine il piano
come Signora di Rokkenjima.
E quando lei aveva visto il gruppo giungere nella camera dell'oro,
aveva proseguito per la parte successiva corrispondente agli eventi.
NOn più armare se stessa e sciogliere il male dell'isola di
sua mano, ma lasciare tutto in mano loro.
Si era anche, terminato di illustrare le regole, seduta riflettendo.
Sul dopo.
Decidendo di donare a beatrice il suo meritato sonno di riposo,
cessando la sua funzione e spogliandosi di quella se stessa del suo
motto. Io sono una, eppure molti. Io sono, Io sono noi. E dopo sarebbe
toccato a lei. Shannon come personalità e poi il cuore,
Lion, cessando tutto definitivamente.
Na kyrie non agì come da quella riflessione, tutto
sfuggì al previsto.
Beatrice non era super partes e quindi ignorata come credeva, ma venne
colpita dal fucile della donna. Voleva morire, ma forse a posteriori,
comprese come doveva accadere.E che significava morire e tornare, e
vedere.
E appena sveglia, lei si parò d'innanzi crudelmente
e veramente nella cruda verità oltre i suoi
scritti e piani, quel che derivò dalla sua decisione
e analisi del piano.
Gli adulti erano impazziti e per la gola e il desiderio di potere, lo
sterminiio sfuggì' alle variabili pensate da SAyo e
sfuggendo seriamente al controllo che credeva di avere e aveva
ipotizzato. La realtà del fatto che la mente umana e gli
accadimetni andassero a volte oltre i confini della storia, erano di
fronte a lei sotto forma di cadaveri e distruzione.
Le vittime dovevano essere gli adulti, quelli sporchi e carichi del
peggio dei peccati di Kinzo. Per non era solamente uno.
Come lui credeva.
La sua vuotezza iniziale, poi la guerra per morire e invece la
rinascita come un giovane ancora adulto nella mente, nonostnate la
quasi mezza età, vedendo comparire una donna che
rispecchiava i suoi gusti e interessi occidentali. Come un dono dal
cielo. E con dell'oro per cambiare le sue sorti.
Quel giorno nella base sotterranei, lui virò e
cambiò. O meglio.
Sayo parlando con Genji, su molti punti della storia nascosta, ottenne
informazioni che a suo dire cambiavano molte cose. Ninete amore
profondo, puro e reverenziale. Ma peggio. Se Genji aveva ragione, dai
racconti che lei ottenne nel tempo da tutti, Kinzou si era ridestato
dal torpore in cui era caduto venti anni , ma nel modo peggiore.
Bramoso, prese oro e Beatrice per interessi personali, uccide e
ingannò e Sayo iniziò a pensar eche forse
l'idiollio della fuga d'amore dei due su richiesta della donna, non
fosse realmente esistitita. O era stata ingannata e quindi
finì nelle mani del suo peggior incubo?
Kinzou dentro crebbe di colpo come persona, maturò e
sviluppò un comportamento prima passimo tendente al
negativo, distruttrice su gli altri, peggio sui figli.
Tutto era meglio se dal lato di Beatrice, gli altri non meritavano.
Eppure Sayo non aveva mai saputo trovare una fonte che gli parlasse di
Beatrice, la prima, e le sue parole per descrivere la sua vita fino
alla morte. Per dare alla luce sua madre, un'altra vittima della follia
di Kinzo, che portò a... lei stessa.
Un susseguirsi di incatenamento, possesso e disperazione senza le
persone coinvolte avessero armi per liberarsi, ma solo subire.
A volte Sayo era triste per la storia che aveva sentito dai domestici,
che considerav aun pò come genitori, riguardo la vita di
natsuhi, e all'epoca non sapeva i peccati di lei. A volte la
comprendeva nei suoi momenti neri sapendo come e perchè era
giunta nella famiglia e come dovesse vivere quella cosa dentro.
Un'altra vittima di un destino da cui er aimpossibile fuggire.
Almeno, da vivi, pensò molto dopo SAyo.
Vedeva i figli legittimi di Kinzou e pensava. Avevano assorbito tutto
quel peggio del padre, riflettendolo sugli altri come una malattia
contagiosa, passandola in successione. Krauss con il tarlo del potere e
la sua carica.
Eva con tutto ciò che covava per la sua condizione di donna
contro le covninzioni di Kinzou e figlia non primogenita. Ricevendo
abusi psicologici da padre e fratello. E portando la stessa malattia
alla sorella minore Rosa. Che aveva continuato con quelle reazioni
tossiche con la figlia Maria, rendendola colpevole di toglierle per la
sue esistenza e stranezza la felicitò-
SAyo aveva trattato con cuore e e affetto la bambina, senza neanche
sapere il legame di parentela ma la comprendeva. IN modo sincero,
sebbene alla fine avesse deciso di includerla nel suo piano.
Se prima aveva vestito di panni di beatrice per alleviare le sue pene,
sfruttando il desiderio di incontare delle streghe e avvicinarsi
davvero alla magia per trovare una felciità che rompesse le
catene della rabbia e odio della famiglia.... Poi non potè
sfruttare il legame che le univa.
Insieme avevano creato il Mariage sorciere e il grimorio e aveva visto
con la sua amicizia e vicinanza come Beatrice, dei sorrisi nella
bambina che rendevano anche Sayo stessa bene dentro. E capiva che fosse
l'una tra pochi ad approcciarsi a lei in quel modo.
ma dovette includerla nel piano proprio per riconoscerla come Beatrice
alla riunione famigliare e avvicinarsi a piccoli passi non fisicamente
agli altri, come se fosse veramente un essere oltre l'umano.
La lettera, le parole di Maria, sicura di ciò che affermava
e credeva. Rendendo il piano sempre più come lo aveva creato.
E il dolore nel petto che le ruppe l'anima nel vedere le persone che
non dvoevano veramente includere nel suo piano.
I suoi cugini.
Vedere George che sembrava marla sinceramente e con cui sperava prima
della veritò di dimenticare Battler. Uno dei motivi del
casino di quel giorno.
Jessica, Maria... gli amati amici considerati tali prima, che la
rattavano come una di loro nonostante avesse la convinzione che fossero
superiori e fuori dalla sua portata.
Scoprendo poi la parentela, notò anche le differenze, nette,
con gli adulti. E gli adulti divennero le pedine del suo piano.
E invece le persone a cui voleva bene... erano morte.
Per colpa sua.
Si sentì nonostnate le ferite e lo shock di essere
viva, come se avesse sparato di sua mano.
ma vedendo Battler a rischio, dimenticò tutto.
Corse a salvarlo, portarlo via dal richio concreto e materiale.
Sayo fuggì, con lui.
Sebbene poi gli avesse rivelato di essere la colpevole per l'accaduto,
lui accettò la cosa e le disse di non pensarsi peccatrice
come credeva, ma vivendo avrebbe espiato.
E al so fianco, lui avrebbe espiato quei peccati con lei. Anche il suo.
Tranquillo, piedo di fiducia, sicurezza, gentile e comprensivo.
Sapeva chi era e cosa avesse commesso, ma non gli importava. Erano
vivi, bastava.
SAyo era scioccata, senza parole...
aveva realmente accettato e sviato le sue colpe dicendole di vivere per
purificarsi.
parlarono sulla barca, ma lei nonostante la finzione per mantenersi al
passo con Battler che stava riprendendo fiato dalla notte trascorsa,
non riuscì a reggere la pressione nel suo cuore.
E sviando l'attenzione di Battler, scherzando e baciandolo, gli fece
però intendere chiaramente che non poteva vivere. O almeno
così lei cercava di fare, frammenti di indizi come sempre.
Il mondo non era per lei se era sporcata dai peccati.
E mentre lui teneva gli occhi chiusi, lei si strinse la corda
con il lingottoall'altra estremintà e scese giù
dalla barca verso l'acqua, verso le onde gentili dopo il tifone.
Quello che lei non consideròà fu che lui
nonostnate l'avveertimento di non guardare per pudore e i baci che lo
fecero elettrizzare, preso dalla voglia di parlare e stare insieme,
aprisse gli occhi troppo presto. Comprendendo.
Tuffandosi a sua volta.
La raggiunse, le strinse una mano per trattenerla. Lei però
scivolava giù per il lingotto.
Avvertiva il calore di quella mano e l'espressione più
urlante di mille parole nel viso di Battler.
E mentalmente gli disse quanto non potesse seguirlo, che lo ringraziava
e lo salutava con affetto.
Ma non comprese la forza di volontà di Battler.
la afferrò ancora, per le braccia, poi tirandosela verso di
sè fino a cingerle la vita. Finiva ogni traccia di ossigeno
fino a particelle che gli idnicavano il limite.
NOnostante lei desiderasse sparire e ricevere la sua punizione, vedendo
ciò, si lasciò trascinare e poi anche lei all
ostremo dell'aria, risucì a raggungere la caviglia e
sciogliere il nodo.
Ancora dopo mesi, si chiedeva come fossero riusciti a farcela.
Che possibilità avevano che accadesse?
Ma erano riusciti a riemergere in tempo, prima di scoppiare,
così al limite da perdere i sensi.
Ricordava la sua rabbia, un battler fuori controllo, l'espressione di
incredulità per cosa avesse fatto, con l'ira del gesto,
affermando "non anche tu. Tu devi videre. Resta con me".
E poi il ritorno con difficoltà sulla barchetta e l'esser
finiti sulla spiaggia di Nijima. lei ancora con l'abito, lui stanco
morto.
"Che... che cosa facciamo, adesso?" gli chiese sulle gambe non stabili,
ansante, appena con i piedi sulla sabbia e sapesata
"Normalmente si chiederebbe aiuto, ma data la situazione ..." rispose
lui voltando il capo verso la zona dove l'isola di famiglia si trovava
"ci sono molte cose che sarebbe meglio non dire, almeno per ora. Vorrei
tornare a casa, per prima cosa..."
"E come tornerai? Per prendere l'aereo dovrai dare i tuoi..."
"vero..." si accigliò lui "se qualcuno scopre l'isola in
queste ore e cerca noi... vedrà il mio nome tra i passeggeri
e... potrebbero credere che siamo stati noi..." ma non
terminò la frase, perchè la fissò come
colpevole, di affermare qualcosa che la ferisse.
Sayo aveva i capelli sciolti, non più tirati su e abbellita
dalle trecce, con sguardo spaurito e apparendo come fragile. Lei, la
stessa che prima di gettarsi aveva fatto la spavalda per mascherare il
suo gesto.
"Dobbiamo trovare il modo.... se torniamo e ci mostriamo, le persone
faranno domande alle quali sarebbe meglio non... cosa fare'" si
domandò Battler incerto
"Dovremmo... per adesso dovremmo toglierci di qui, comunque. Se ci
vedono appena sbarcati e io... con questo abito..." fece lei facendogli
constatare un abbigliamento totalmente fuori contesto per Nijima.
Battler osservò l'abito ispirato all'ottocento e al western
su fantasie di Kinzou e comprese che le cose sarebbero peggiorate se si
fossero fatti vedere. Sarebbero stati magari on riconosciuti subito, ma
erano troppo vistosi e facilmente ricordabili.
"Dobbiamo trovare un modo per passare inosservati... ma io... non ho
nulla. E' rimasto tutto..." disse riguardando vero l'isola, per poi
guardare lei.
Entrambi bagnati, eppure lei appariva un pulcino bagnato, le ciocche
sciolte di capelli che si incollavano sull'abito in base al movimento,
e non immaginava come fosse lui come aspetto
"Io..." disse lei come ridestatasi "forse cè un modo...
voglio dire, se mi cambio d'abito..."
"Cosa"
"Alla banca di Nijima cè un conto a mio nome e come
ultioriore intestatario, Genji. Serviva come base per farmi emettere la
carta di credito con la somma per... perchè gli adulti..."
abbassando lo sguardo colpevole "comunque, avevo pensato di farlo
cointestato perchè era lui che di solito veniva
più spesso qui e lo conoscevano, sono venuta anche io, ma...
e dentro cè una bella somma che racchiudeva il mio stipendio
di serva, più un grosso extra che pensavo... dopo che io...
sarebbero finiti a Genji come extra per la pensione, almeno
all'ìnizio avevo..."
"Quindi hai dei soldi? Alla banca?"
"Si... potrei anche farmi rigirare la carta che..." mostrando
i dati della carta che conservava nel reggiseno, aspettando che
qualcuno rimanesse vivo da consegnare tutti i dati
"no... se la somma è enorme e qualcuno lo sa, potremmo..."
"Allora... se mi faccio consegnare i soldi i miei soldi nella
cassetta..."
"Ma ti possono riconoscere?"
"Io..." toccandosi i capelli "di solito mi vedevano come... Shannon..."
col broncio "indossavo la parrucca e..."
"Auguriamoci che se qualcuno.... " dubbioso "se qualcuno
verrà a far domande, vedranno una donna bionda, giusto? Non
la Shannon che tu..."
"Si...s-si è così"
"ok, metti questi allora" disse lui spogliandosi, lasciandola di stucco
"Non puoi certo entrare abbiglaita così! E' necessario non
dare nell'occhio. per questo metti per adesso la mia camicia e miei
pantaloni. Se riusciamo a sguasciare via dalla polizia e chi
farà domande, avremo tempo per pensare... ma devi apparire
normale. Se metti i miei abiti e lasci i capelli sciolti come adesso,
andrà tutto bene. Quindi sei bionda naturale?" le fece
mentre poggiava sulla sabbia la giacca
"S-si..." fece lei torturandosi le mani tra loro
"Capisco... ci hai fregati. Poco male, almeno per questa situazione
senza la parrucca ti prenderanno per una persona diversa. Ci
basterà questo, per ora, prendi e indossali" le
intimò dandole la camicia che si era tolto, con la mano
sulla cintura mentre lei sconvolta si voltava, come se vedesse qualcosa
di assurdo
"L-lo so... ma ora dobbiamo arragiarci con cosa possiamo fare e non
abbiamo altri abiti disponibili che non siano... come quello" indicando
l'abito
"Se avessi gli altri abiti di Beatrice, più normale..." fece
lei col broncio tremando, mentre guardava la camicia tra le sue mani e
arrossiva
"ora non possiamo tornare indietro e non cè sarà
più nulla di nostro... Se ho capito... l'esplosione ha
coinvolto la zona dell'isola con la dimora e tutto il resto, menter si
sono salvati la zona con la Kuwadorian e il vecchio molo di attracco
sottomarini. Ho paura per... quando troveranno, perchè
qualcuno indagherà, quella villa nascosta e la base segreta
sotterranea. Ma non possiamo farci niente. O ci consegniamo e ci
prepariamo a ciò che avverrà o..."
"Vuoi dire... che non potrai tornare al tuo mondo?" sfilandosi l'abito
dandogli le spalle per cambiarsi, mentre lui si toglieva i pantaloni.
tremavano come pazzi ma non potevano restare come erano.
"Il nostro mondo, Beatrice... O... qualè il tuo nome? Quello
reale..."
"Già, qualè il mio nome?" fece lei alzando le
gambe da ciò che resdtava dell'abito per fissarlo triste
"DA quello che mi hai detto, non sei esattamente ciò che
apparivi..."
"..:" votlandosi ancora come a non volerlo guardare "Io... sono nata
come Lion, ma per un... incidente, sono stata cresciuta come un'orfana
con il nome, scelto da Genji, di Sayo. Sayo Yasuda. Ma... le altre mi
chiamavano Yasu..."
"Perchè ti chiamavano Yasu?" togliendosi un
calzino, per poi riflettere se servivano o poteva darle solo le scarpe,
evitando di guardarla
"per... mi prendevano in giro perchè per loro ero...
diversa. E alla fine avevano ragione..."
"E tu, come vuoi che ti chiami?"
"...?" a quelle parole lei si voltò. Indossava solo
reggiseno e slip, ma la domanda le fece dimenticare questo "Io... chi
sono io, adesso?" fece triste, metnre con l'abito,s enza
però volerlo ma lo stava stringendo addosso, si copriva il
davanti
"Facciamo così! Yasu era un modo per bullizzarti,
dimenticalo. Sayo... è chiaro che esisterà ancora
solo per prelevare quei soldi. E poi... dovrà sparire.
Avremo bisogno di nuovi nomi per adesso... va bene se ti
chiamerò comunque Beatrice o in caso, Beato?"
"Vuoi... davvero chiamarmi ancora Beatrice?"
"Va bene... io ti conosciuta come sei dentro per questo tuo vero
aspetto.. con questo nome. Se ho capito la Sayo con la
personalità di Shannon era solo un modo per continuare la
tua vita in una veste... migliore. Ma ora hai una nuova vita, puoi
divenire ciò che vuoi" le disse occhi negli occhi, con lei
con la bocca socchiusa dalla sorpresa
"..."
"Per ora pensiamo a prendere i soldi. Con quelli compreremo abiti nuovi
e vedremo come andarcene da qui... te la senti di entrare in banca e
prelevare quanto hai?"
"... se... se è questo che desideri..."
"NO!" fece lui con foga, facendola sussultare mentre stava per finire
di infilarsi la camicia, senza pensar epiù al pudore, alla
situazione della nudità ma al risolvere delle questioni
più grandi "non esiste più < come
desideri >. Adesso noi siamo uguali, pari... ti sei liberata dal
peso che hai scelto.... che ti portasse verso l'abisso
perchè nel tuo cuore volevi veramente vivere... e se quella
era una prova, ricoradti cosa ti ho detto. E vivi... porteremo la croce
insieme e insieme andremo avanti al meglio che possiamo..."
avvicinadosi a lei tanto da imprimerle un bacio sulle labbra, a
sorpresa, facendola irrigidire "E così' siamo pari" rise lui
con un sorriso monello "su, sbrigati a vestirti e prepararti. Non
dimenticarti le scarpe..."
Quando lei fu pronta con gli abiti di lui, mentre provava se le scarpe
erano troppo grandi e andassero strette con i lacci, lui le si
avvicinò e le ravvivò i capelli umidi che aveva
però cercato di asciugare un pò all'aria. Le
ricadeva a onde e davano un aspetto particolare alla sua figura, con
gli abiti di lui e quell'acconciatura semplice.
"Secondo te... riuscirò a..."
"Sicuramente. Puoi farcela. Devi solo presentarti e ..."
iniziò a riflettere "stiamo facendo questo ma... hai dei
documenti con te per prelevare il denaro?"
"Ho un codice di sicurezza per..."
"Provaci! Non abbiamo altra scelta, ti aspetto qui! Vai... mostra i
dati della carta e indica il codice ma invece di prelevare i soldi in
essa, vedi se puoi prendere tutto ciò che è tuo
conservato non lì, ma..."
"E se... non riesco a prenderli?!?"
"Ci arrangeremo, ma intnato proviamo...!"
Sayo si era incamminata fino a giungere alla banca, timorosa
dell'accaduto. non portava la giacca, ma solo la camicia e provava
freddo, ma pensando a come era rimasto lui, cercò di fare in
fretta.
Entrò nella banca, aveva detto a se stessa di essere forte e
capace. COme Beatrice, si disse. Si immaginò anche per come
era abbigliata, di essere Beatrice la vecchia, la beatrice prima di
quella presa dal ritratto, l'ultima, la definitiva. Si
presentò e chiese di prelevare il suo denaro indicando i
dati della carta, affermando che l'aveva perduta.
L'addetto che aveva richiesto i documenti, notò il tipo di
carta e riferimento e le domandò il codice speciale di
riconoscimento che poteva sostituire la visione dei documenti
di identità ed era segreto, solo per i titolari del conto.
Dopo una consultazione con il direttore, il quale chiese di Genji e per
fiducia in lui, acconsentiì, la condusse al caveau. Le
aprì la cassetta e Sayo sospirò così
profondamente ad sentir male ai polmoni. Per Genji, era per lui se
aveva in mano i suoi soldi. Quei soldi che non le interessavaon, per
lei non valevano, non erano nulla per lei perchè non
potevano darle cosa desiderava, non era quel tipo. Eppure, cotnando le
azzette, si chiese se non stesse andando contro i suoi stessi principi.
Ma pensava a Battler. Contò il denaro, non era
chissà cosa rispetto al suo oro o la vita
di Battler stesso prima.
Si chiese se la somma fosse un ottimo inizio, le sembrava poca roba. Si
era accorta solo in quel momento di quanto basso fosse il compenso
totale nel caso lasciasse il lavoro nella prospettiva che le si parava
davanti con Battler. Quell'extra che era stato messosi accorse, era
ninete in confronto con ciò che aveva prima tra le mani. Ma
era un ottimo inizio, no?
Rignraziò mentalmente Genji ancora una volta, anche dopo la
sua morte era al suo fianco per aiutarla... e dopo aver chiesto un
sacchetto apposito, mise ogni cosa presnete nella cassetta all'interno
e chiese di tenere la carta ancora in quello stato, in attesa
dell'utilizzo. La carta era da qualche parte persa nell'esplosione ma
aveva conservato su di se i codici e le chiavi per la prelevazione.
Ringraziò l'addetto e uscì.
Se non avesse avuto quel codice di riconoscimento invece del nome, un
elemento di protezione dell'identità dei clienti
più presitgiosi, sarebbero stati nei guai.
Le migliaia di yen nella borsa erano per viaggiare, comprare il
necessario e giungere da qualche parte. Potevano trovare un luogo in
cui fermarsi, ma poi? Quanto sarebbe bastato quel denaro? E come
ottenerne altro?
Si mise a pensare mentre chiudeva la borsa al modo di trovare l'oro
intorno all'isola, sicuro per la sua durezza, volato come chiodi in una
bomba. ma si ricordò che dovevano sparire, non tornare
là alla ricerca dell'oro. E si maledisse per aver pensato a
quello, prima non le importava di qualcosa che non poteva darle cosa
voleva, eppure in quel frangente pensava a Battler e come no
nfargli pesare cosa aveva perduto.
La prima cosa che fece uscita, fu entrare in un negozio cercando di
celare la borsa dopo aver preso delle banconote, e acquistare uno
zaino, normale, senza nulla che attraesse l'attenzione, riponendo poi
quel prezioso carico per loro all'interno, tenendo nelle tasche dei
pantaloni soldi sufficienti ai bisogni primari senza toccare gli altri.
prese poi degli abiti per battler e per se stessa, cercando di apparire
naturale. Scarpe, biancheria intima varia
Preso tutto, corse con i capelli al vento verso la spiaggia, e lo vide
nascosto sotto la barca capovolta, che sbucava per chiamarla. Sorrise
per la cosa, ma forse pensò, era l'unico modo per non
apparire subito in quella spiaggia libera. Da solo. QUasi nudo. Gli
abiti non cèrano sulla sabbia, quindi erano nascosti con lui
sotto la barca.
"Ti ho preso delle cose..." dandogli gli abiti mentre lui usciva e si
rivestiva. NOn erano di qualità e perfetti come quelli che
indossava, ma constatò lui stesso che era meglio di ninete,
molto meglio avere abiti puliti e asciutti indosso. Tenne conservati i
suoi abiti che aveva prestato a Beatrice e insieme, vestiti e
più tranquilli, sia vviarono per trovare del cibo e
rifocillarsi.
Comprarono del cibo da asporto e in un an golo appartato su una
panchina, consumarono finalmente qualcosa, mentre riflettevano.
"Mentre ti aspettavo, ho pensato..."
"SI..."
"Abbiamo due soluzioni. Una... tornare a casa e presentarci per chi
siamo, con la consapevolezza però che... non so neanche io
cosa accadrà! Ho paura che... si, potrebbe essere che saremo
travolti dal peggio! Dovremo contrastare la polizia, le indagini, le
domande, le.."
"Oh, no!" fece lei abbassando il cibo che stava consumando
"Potrebbero ritenerci colpevoli, potremmo finire nei guai... e non
capirebbero comunque... perchè significherebbe raccontare
tutto dai... tuoi nonni..." disse guardandola "Oppure..."
"...oppure...?"
"Scappiamo. Nascondiamoci. Creiamo nuovi noi e... partiamo da zero!"
"Scherzi?...tu.. tu vuoi perdere il tuo nome, ciò che
è tuo, vuoi..."
"se restiamo per chi siamo, saremo messi in croce e le nostre vite
potrebbero non essere... la promessa che ti ho fatto, se ci
presentiamo... potremmo portarci il doppio del peso che abbiamo adesso
dentro, per ciò che accadrà... Io... ho ereditato
dai miei nonni materni, ma se torniamo come chi siamo, oltre che avere
tutti contro e pronti a mille domande, dovremo.. dovrai spiegare molte
cose, sempre che non ... mentiamo..." come turbato e incapace di finire
un senso logico, come se nella sua testa vorticassero mille pensieri e
per la prima volta da ore lei lo vide sotto pressione, perdendo il suo
solito carattere
"mentire... vuoi dire raccontare qualcosa di diverso? Fingere per tutta
la vita qualcosa che..."
"Non credo che sia sopravvissuto qualcuno, sono tutti morti, credo...
però adesso mi viene la paura che... che accade se ci
reputano colpevoli e ci arrestano? Se... "
"Ci divideranno?" chiese in unsoffio preoccupata lei, e lui la
fissò negli occhi
"Ecco perchè credo che dovremmo, alla fine, sparire.
Diventiamo qualcun altro, troviamo un luogo per noi..."
"A...Aspetta... io no nso... cosa tu pensi ma... che intendi con... un
luogo per noi..?"
"Cosa ho detto" sorridendo "ci creeremo una nuova vita. Magari come
quella che desideravi e..."
"NO! fece lei si colpo come spaventata "Io... io sono difettosa, io non
sono come le altre, io..." d'un fiato, come terrorizzata
"Calma!" le disse con una mano sulla spalla, facendola fermare
"qualunque sia il problema... cosa ti ho detto sulla barca, prima e
dopo cosa hai fatto?" avvicinandosi col viso a lei gentile "qualsiasi
cosa accada, si può vivere nel pieno possibile e andando
avanti con il mondo che continua a cambiare. Questo tuo difetto,
ciò che pensi sia rotto, è tale da impedire
tutto?"
"... prima di sapere la verità, pensavo di avere una
famiglia per ottenere ciò che no navevo avuto da bambina...
credevo, per dimenticare te, che George potesse amarmi sinceramente
come una persona alla pari, una persona... ma scoprendo la
verità sul mio corpo, mi sono chiesta nel terrore che cosa
avesse pensato di me, se... mi ritenesse una bugiarda e una
truffatrice... Se..."
"Capisco, ma ripeto la domanda. E' tale questo difetto da precludere
tutto? Cancella ogni cosa? Ti impedisce di vivere?"
"battler...le persone senza poter..."
"va bene così!" lasciandola di stucco "Dimmi, anche se pensi
che tu non possa amare per quei difetti e non possa sentirti una
persona con questi, perchè non puoi... davvero non puoi
amare comunque? provare sentimenti? Essere te al fianco di qualcuno che
ama te? I sentimenti che provi nel cuore sono monchi con quel difetto o
comunque senza ciò che ti tormenta, da persona, puoi amare
profondamente e sicneramente anche con tali difetti? Sei meno di me o
di chiunque per questo? Per me no..."
".." incapace di parlare
"non mi sembri una persona tale da non saper vivere e sfruttare
ciò che hai intorno. Io... sono stato la causa, in parte, di
ciò che è avvenuto e... provi ancora qusalcosa
per me?" le domandò mentre lei si torturava con i denti le
labbra, senza rispondere e non guardarlo "che importa del tuo corpo.
Dopo quanto vissuto, dopo tutto quello che sappiamo del passato, credi
davvero che tu non possa essere amata comunque? Che non ci
sarà un giorno un modo per ottenere comunque cosa desideri,
in qualche modo, che per te siano vita? Siamo legati, Beatrice. Non so
cosa accadrà domani, ma siamo qui ora, quest'oggi... se
vogliamo espirare i nostri peccati e rendere almeno meritevole il
nostro esistere per noi, contro ciò che ha portato a
tutto... non pensare ai tuoi difetti, ma guarda cosa cè per
te... hai studiato, sei intelligente e capace, hai più carte
di quelle che pensi, da poter usare per vivere... ora che sei qui, che
hai sentito il bisogno di ocntinuare e seguirmi, dimentica questo e
accetta ciò che hai. Non ci divideremo mai, questo te lo
prometto..."
"Ma tu sei un uomo, hai le tue..."
"non importa per ora. vedremo insieme come sistemare queste
questioni... un giorno lo so, con il mondo che cambia e la
scienza migliora, se le voci sono vere, potresti avere ciò
che desideri ma anche se no nfosse, ci sono mille modi per essere
comunque ciò che sognavi... quindi non pensarci, per ora,
pensiamo a cosa costruire... prima dobbiamo trovare un luogo per noi.
Un posto per noi. Vieni..." le disse alzandosi e dandole una mano, che
lei accettò "Ascolta Beatrice. Ho deciso che tornare come un
Uhiromyia sia... troppo difficile. Anche per te. Vivremmo una vita
di... scegliamo un luogo dove andarcene. Useremo i soldi che hai preso
in banca e io manterrò la promessa che ti feci quel giorno.
Così espierò anche io i miei peccatti, insieme
sorreggeremo le rispettive croci insieme, nonimporta cosa puoi fare o
non fare, dare o non dare... cè smepre una soluzione,
vedrai... ora... andiamo a quella mappa" disse, andando a un grosso
pannello che mostrava varie mappe, dal Giappone al luogo specifico in
cui si trovavano per i turisti. "Tu non conosci niente oltre
Rokkenjima, e io non posso tornare nei luoghi che conosco... quindi
chiediamo alla sorte di darci una risposta"
"E in che modo?" domandò lei, davanti quel grosso tabellone
che mostrava tutto il giappone, il cibo lasciato sulla panca ma lo
zainetto pesante contro la sua spalla
"Puntiamo un dito a caso chiudendo gli occhi e vediamo cosa esce" disse
lui raggiante "magari queto giorno sarà così
fortunato da condurci senza problemi dove magari meritiamo di stare"
"e noi... cosa meritiamo...?"
"Beatrice!" la ammonì"
"Si,.. ok, ho capito... allora dobbiamo..."
"Chiudere gli occhi e puntare con un dito la mappa, pronta...?"
chiudendo lui gli occhi e preparando l'indice "ok, vai..." e sentirono
un tud doppio
"Uh... guarda battler..." fece lei sorpresa
"Oh... io ho puntato tutto verso nord, tu verso il centro.. prefettura
di Gunma ma... verso le montagne.... sai cosa?" le disse con un sorriso
voltandosi verso di lei "Ha avuto ragione il tuo dito!
Dimentichiamo il mare o l'acqua per un bel pò, andiamo in
una zona montana o lì vicino... cerchiamo un bel luogo,
compriamo una casa se riusciamo o affittiamo un luogo adatto a noi e
iniziamo da lì..."
"Tu ci sei stato?"
"non proprio dove hai putnato tu... ma che importa? Compriamo cosa ci
serve e andiamo..."
"Ma... vuoi davvero cancellare chi e cosa sei, perdere tutto...?"
"preferisco una vita con un altro nome e senza sentirmi sotto caccia,
braccato, da tutti, con te al mio fianco, che
saperti nel cetnro della tempesta come me ma peggio... dovremmo creare
una storia perfetta in tutto da dire, senza errori, cancellare o
nascondere delle cose, vivere nell apaura e pressione... e tu hai
bisogno, meriti, una vita senza.... accuse e dubbi, l'ombra di quel
passato e le persone che indagheranno per riportarti in quel
baratro...Forse un giorno potrò tornare come me... ma ho
promesso, insieme ripartiremo e ripagheremo gli errori... Dobbiamo solo
riuscire ad andare verso Chiba, Kanagawa, Shizuoka senza mostrare
documenti... e poi proseguiremo come potremo... insieme, Beatrice...
sono pronto a questo sacrificio, non mi importa..."
"ma... aspetta! E la tua sorellina?" facendolo cadere in depressione
"Lo so! Ho pensato e ripensato! Potremmo... potremmo giungere da lei in
segreto e in silenzio e portarla via. La cercheranno ma... se
sarà con noi, magari riusciremo a... e poi, potresti
considerarla come una figlia, possiamo dire. Come facesti con Maria...
ti rispetto per cosa hai fatto a quella bambina, anche se l'hai inclusa
nel piano..."
"mi dispiace..."
"per ora non pensiamoci. Nessuno sa cosa è accaduto, magari
riusciamo ad andare via perndendo con noi Ange... ci inventeremo
qualcosa. magari di nascosto entrerò in casa e
prenderò tutto ciò che potrebbe aiutarci come
bene prezioso per farcela... andiamo a cercare un piroscafo o nave che
parta, e cerchiamo di confonderci tra la folla"
Beatrice era in un tumulto di sentimenti e pensieri. Battler era pronto
a cancellare se stesso come tale, per lei. Per ricominciare senza il
fiato sul collo per l'accaduto. Anche pronto a portarsi via Ange di
nascosto per vivere insieme, lontano dal passato troppo gravoso per
molti sensi.
Lei, che era andata solo a Nijima poche volte, si sentiva come persa,
un puntino, nel grande e immenso mondo e mentre Battler parlava o
mangaivano, aveva osservato le persone intorno, chiedendosi se e come
sarebbe riuscita a vivere, come lui le aveva chiesto. Che persona
sarebbe stata?
Lei che per dolore e disperazione, da una era diventata molti?"
Ringrazio chi ha commentato le fic di Umi precedenti, i messaggi privati e i ragazzi di facebook.com/UminekoITAAnalisieLore
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