Dieci piccole indiane

di Gatto1967
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Un fresco vento soffiava da nord - nordovest sulla collina di Pony, e Candy sedeva sconsolata sotto i rami protettivi di Papà Albero. Neanche quel luogo riusciva a mitigare la sua tristezza.

Ogni cosa le ricordava Annie, la sua cara, dolce Annie, la sua antica sorellina, il mostro che aveva  ucciso sette  persone solo per farle del male.

Vide qualcuno che risaliva dalla casa di Pony verso di lei. La riconobbe e sorrise.

-Iriza!- disse poi quando la sua antica nemica fu abbastanza vicina.

-Candy!-

Si abbracciarono e rimasero lì per un lunghissimo istante.

-Non avrei mai creduto di essere contenta di rivederti, sai?-

-Come stai Candy?-

-Come vuoi che stia… annientata…-

-Coraggio Candy! Ne hai passate tante nella tua vita e ti sei sempre rialzata. Ce la farai anche adesso.-

-Dai sediamoci.-

Si sedettero e guardarono sotto di loro la Casa di Pony.

-Allora, che mi dici di questo posto? Hai passato anni a dirne peste e corna, e adesso che lo vedi?-

Iriza sorrise

-È un posto fantastico! Quei bambini sono delle pesti, ma sono simpatici, e le tue mamme sono fantastiche! 

Mi pento sinceramente di tutto quello che ho detto Candy… spero che tu possa perdonarmi un giorno…-

-Ehi dico! Tu mi hai salvato la vita! Posso ben perdonarti quei quintali di cattiverie che mi hai riversato addosso.- risero insieme 

-Per nostra fortuna sei riuscita a convincermi quel giorno.-

 

La pistola tremava nella mano di Candy, e Iriza capì che era questione di secondi, o la convinceva subito o sarebbero morte entrambe.

-Candy adesso indietreggio un po’, non voglio saltarti addosso capisci? Gira un po’ la testa e guarda le finestre. C’è qualcuno lì dentro!-

Senza perdere d’occhio la ragazza dai capelli rossi, Candy vide con la coda dell’occhio che quello che diceva Iriza era vero: In casa c’era qualcuno!

-Non sono io l’assassina e non sei nemmeno tu. Qualcuno ci ha ingannato tutte!-

Candy guardava Iriza, e lei capì che non avrebbe sparato.

-Sposta la pistola quel tanto che basta per non colpirmi e poi spara. Io fingerò di cadere a terra. Tu lascia qui la pistola e ritorna piano piano in casa. Io passerò dalla finestra della cucina. Ce la faremo Candy!-

 

-Parliamo di te Candy. Pensi di ritornare a Chicago prima o poi? Ormai sono passati mesi da quel giorno.-

-Non lo so Iriza, non so decidere niente. Pensavo che ritornare qui mi avrebbe aiutata… e invece… rivedo Annie ovunque.-

-Sarebbe strano il contrario. Qui ci sei cresciuta insieme ad Annie. È ovvio che questo posto te la ricordi.-

-Come è potuto succedere Iriza?  Annie era una ragazza buona, gentile. Come ha potuto trasformarsi in un mostro…-

-Annie era impazzita. L’abbandono di Archie e la diagnosi della sua malattia l’hanno fatta impazzire. Forse  anch’io ho le mie colpe, con tutto quello che le ho tirato addosso in tanti anni…-

-Non vorrai mica giustificarla! Ha ucciso sette persone innocenti, e voleva uccidere anche noi! Niente può giustificare una cosa simile.-

-No, niente, tranne la follia più totale. Ma adesso Candy devi pensare a te. Devi ricominciare a vivere.

Torna a Chicago con me, rimettiti a lavorare come infermiera. Io, lo zio William, Archie, la sua nuova fidanzata, ti aiuteremo a tornare quella che sei sempre stata!-

-Sei molto cara Iriza…-

-Non avrei mai creduto di sentirmelo dire da te…-

Si abbracciarono di nuovo, e rimasero lì.

Le lacrime che scorrevano sul volto di Candy sembrarono quasi portare via tutta la tristezza che attanagliava l’animo della ragazza, e lasciare posto ad una rinnovata voglia di vivere.





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