Steve ha perso il conto delle volte in cui ha percorso il perimetro della sua casa, controllando le finestre, le porte e poi anche gli armadietti della cucina per assicurarsi di avere abbastanza cibo per la settimana.
Dopo la quindicesima volta che ha aperto il frigo si è categoricamente vietato di riaprirlo, poiché la  lucina al suo interno gli ha dato fastidio. Gli è sembrato che qualcuno o qualcosa lo spiasse, lo giudicasse. Così ha smesso di aprirlo.

In questo modo Steve passa il tempo: attende seduto sul divano, per poi rialzarsi e ricominciare la veglia ed il controllo dell’abitazione in un ciclo infinito senza mai perdere di vista il cellulare, fermo ed immobile (nero, lo schermo sempre nero) sul tavolinetto vicino al divano sperando in una notizia.
Qualunque notizia, a questo punto, davvero.

Questo silenzio assordante, questa incertezza, lo stanno facendo impazzire.
Dopo più di otto ore alla fine cede, e manda un messaggio a Natasha.

“Notizie?”

Ma nessuna notizia arriva per altre cinque ore, e quando il telefono finalmente  si illumina con un messaggio in entrata, è solo Nat che gli chiede di avere pazienza.

Stanco, affamato e al tempo stesso troppo spaventato per mangiare nulla, Steve si lascia cadere sul divano distrutto pur non avendo fatto granché per tutto il giorno.

Dopo un intero giorno di attesa, alla fine il cellulare si illumina ed inizia a squillare.
Steve si precipita ad afferrarlo e senza neppure controllare l’ID della chiamata risponde.

La voce di Bucky lo saluta dall’altro capo e Steve finalmente può rilassarsi.