supernatural
Particolari Eventualità
Disclamer: immagino
che no, i personaggi di questa storia non siano miei. Sul fatto di non
guadagnarci nulla sono piuttosto sicura, a parte ovviamente lo sfogo
della mia fervida immaginazione.
"Senti Dean.."
"Mhm?"
"Non sarebbe stato
meglio fare delle ricerche riguardo la stramberia che infesta questa
catapecchia, prima di fiondarci qui?"
"Sam. E' un
poltergeist. Niente di nuovo."
"Si, ma è necessario
venire sempre a notte fonda?"
"Beh, la prossima
volta potremmo anche invitare la presenza a colazione, se ti fa
piacere."
Sam guardò suo fratello
con aria stizzita.
Discutere con Dean è come
cercare di convincere un gatto a buttarsi in acqua. Non vale neanche
la pena provarci.
La fatiscente catapecchia
in questione era un villone coloniale da film horror, di quelli che
si trovano in sovrabbondanza in Louisiana. Che, sicuramente, deve
aver visto anni migliori.
Solo che ora di quella
passata bellezza non rimaneva che qualche tenda marcia e l'argenteria
nera nelle vetrine, che di tanto in tanto volavano per le stanza.
"No, sul serio,
perchè non torniamo domani?"
"Dio Sammy, si tratta
solo di sfrattare qualche anima in pena! Non essere codardo!"
“Non è questo, è
che..”
Un'asse del pavimento
cedette senza preavviso sotto i suoi pedi, lasciandolo a penzolare
tra il primo e il secondo piano.
“Maledizione Sam! Certo
che hai un talento naturale nel cacciarti nei casini..”
“Tirami su, muoviti!”
Le assi continuavano a
maciullarsi sotto le sue dita, mentre Dean gli afferrava le braccia
per tirarlo su.
“Conto fino a tre. Poi
do una spinta secca, così..”
“Così crolla anche il
resto del pavimento! Dico, ce l'hai un po' di cervello?!”
“Hai un idea migliore?”
Sam guardò il fratello
pensando che sì, l'intelligenza doveva averla ereditata solo lui.
“So a cosa stai
pensando. Tu hai ereditato il cervello solo perchè io
ho ereditato il sex appeal.”
“Oh,
smettila di dire scempiaggini e tirami su!”
“Allora,
uno..due..”
Dean
puntò i piedi e tirò su il fratello con una spinta secca. Finirono
entrambi sul pavimento, che fortunatamente decise di non cedere.
Nel
frattempo, una luminescenza lattiginosa aveva invaso la stanza..
“Uhu..che
carini..”
“Sst!
Zitta Gladis”
“Oh..ops..ihi..”
Sam
voltò la testa cercando la direzione del suono.
“C-chi
ha parlato?”
“Noi
caro! Ma non ti preoccupare, continuate pure!”
“Gladis!”
“Che
c'è? Almeno così non si spaventano..”
Dean e
Sam si guardarono leggermente smarriti.
“Gladis?”
In un
angolo della stanza, tre figure pallide svolazzavano tra le
ragnatele.
“Oh,
ecco! Adesso non concluderanno niente..”
“Mi
dispiace care, non volevo..”
“No,
Gladis, tu non vuoi mai. Sono i terzi, questo mese!”
“S-scusate..”
Sam,
che nel frattempo si era alzato, aveva educatamente sollevato un dito
in direzione delle figure per chiedere la parola.
“Voi
sareste..”
“Si,
siamo i poltergeist figliolo. Ma ti assicuro che non avevamo
intenzioni belliche nei vostri confronti. Quindi potete anche
continuare a fare quello per cui siete venuti con tutta
calma.”
“Q-quello
per cui..”
Dean,
che nel frattempo si era rialzato, guardava incuriosito i tre
ectoplasmi: quella che avevano chiamato Gladis assomigliava molto a
una bambola di quelle con grossi boccoli dorati, con la differenza
che aveva un fiocco marcio tra i capelli. Le altre due erano brune,
una con i capelli corti e l'altra con una grossa treccia.
Intanto,
Gladis rispose dolcemente a Sam, con una acutissima risata.
“Si
caro, quello per cui siete venuti”
Sam
rifletté che il modo in cui dicevano quello per cui siete venuti
lasciava a intendere che probabilmente non si riferivano alla
loro esorcizzazione.
“Mi
scusi, ma credo che lei ci abbia scambiato per qualcun altro..”
“Oh,
niente affatto caro. Su, noi ci mettiamo buone in un angolino e voi
procedete..”
Questa
volta fu Dean che intervenne: “Procedete in cosa?”
Sam
gli si avvicinò quel tanto che basta da assestargli una gomitata e
sussurrargli: “Dean, credo che ci abbiano scambiato per..”
“Una
coppia! Siete davvero una coppia deliziosa! Oh, che maleducata, non
mi sono presentata. Piacere, io sono Priscilla. Questa è Stella”
rivolgendosi a quella con la lunga treccia “ e lei come avrete
capito è Gladis.”
I
ragazzi guardavano allibiti lo spettacolo. Ok, era già strano che un
fantasma si fermasse a chiacchierare amabilmente, ma che poi si
presentasse..
No,
aspetta.
“Una
coppia.”
Sam
sbarrò gli occhi.
“Esatto
cari. Deliziosa.”
Il
ragazzo si voltò verso Dean, che si stava sbellicando dalle risate.
“No,
voi avete pensato davvero che io e lui..oh dio, questa devo
raccontarla a papà. Non ci crederà mai..”
“Perchè?
Voi non..?”
“Siamo
fratelli!” strillò Sam, in preda a un attacco di isteria.
“Ohh..!
Oh. Che peccato. Vi avevamo visti sdraiati sul pavimento e avevamo
pensato..Che peccato. Sareste una bellissima coppia.”
“Ma
siamo fratelli!” Sam era sempre più scandalizzato.
Dean
stavolta si voltò verso il fratello con un sopracciglio alzato.
“Rilassati,
Sam.. Va bene, signore. Credo sia venuto il momento di procedere in
quello per cui davvero siamo qui.”
“E
cioè?”
“Siamo
gli acchiappafantasmi signore. Quindi, sareste così gentili da
dirigervi verso la luce?”
“Oh..
ecco, ti pareva. Senti ragazzino, siamo qui dalla bellezza di
duecentoquarant'anni, e tu vuoi sfrattarci? Non se ne parla nemmeno.”
“Su,
avanti signore, non vorremmo usare le maniere forti. Siete i primi
ectoplasmi ad essere stati gentili con noi.”
Gladis
guardò Dean con enormi occhi liquidi. Come facessero ad essere
liquidi, dato che tecnicamente non c'erano, rimane un mistero.
Con un
gesto delicato tirò lo straccio fluorescente di Priscilla,
dicendole: “Su, via, questi poveri ragazzi vogliono solo fare il
loro mestiere. E poi sono stati così gentili..”
Stella
nel frattempo guardava i due con una strana luce degli occhi. Si
voltò verso Priscilla e disse: “Beh, potremmo sempre raggiungere
un accordo.. pspsps..”
Il
patto era semplice, come spiegò poco più tardi Pirscilla: loro si
sarebbero dati un picco, minuscolo, insignificante bacetto – con la
lingua – e loro sarebbero andate verso la luce.
“Non
se ne parla nemmeno! Dean, dov'è il sale?!”
“Ma
è proprio perchè siete fratelli che è più intrigante!” Gladis,
suppose più tardi Sam, doveva essere quella più spigliata del trio.
“Oh,
Gesù..”
“Dai
Sammy, non farla lunga. Che vuoi che sia, proprio perchè siamo
fratelli non dovresti farti tutti questi problemi. Ci baciavamo da
piccoli, no?”
“Si,
ma non sulla bocca!”
“Scusate
signore, dateci un momento.”
Dean
prese in disparte il fratello, e tenendogli un braccio attorno alle
spalle gli spiegò perchè sarebbe stato più comodo per tutti
accontentare i tre ectoplasmi pervertiti.
“Senti.
Noi ci sbaciucchiamo, le tre pazze sono contente e noi abbiamo finito
e possiamo andarcene. Cos'è che non ti suona?”
“Direi
la parte dello sbaciucchiamento. E poi come facciamo ad essere sicuri
che non ci stanno imbrogliando?”
“Sono
fantasmi Sam. Non possono mentire.”
“Vedi?
Quando ti fa comodo sei bravo a tirare fuori nozioni base sui
fenomeni sovrannaturali..”
“Allora,
siamo d'accordo?”
Sam
non era d'accordo. Non lo era per niente.
“D'accordo.
Ma mi devi un favore.”
“Andata!”
Nel
frattempo, le tre fantasme aspettavano impazienti il culmine della
loro vita extracorporale.
“Pronte
signore?”
“Prontissime!”
Mentre
Sam cercava di avvicinare la testa a quella del fratello, Dean ebbe
modo di rassicurarlo ancora una volta: “Andiamo Sammy, è per una
buona causa..”
“Puoi
evitare nomignoli? E' imbarazzante in questo momento.”
Le
fantasme non stavano più nella pelle – si fa per dire –
dall'emozione. Attorno alla stanza continuavano a sfrecciare teiere
d'argento e candelabri a tre bracci.
Fu
Dean che arrivò alla bocca di Sam. Un bacio dolce, delicato, uno di
quelli che ti aprono la bocca senza pretese.
E fu
più o meno quando Sam si sentì contro il palato la sua lingua, che
il suo cervello smise di funzionare.
Le
fantasme erano in visibilio.
Gladis
aveva i lacrimoni agli occhi, e si asciugava con un pezzo della
tunica di Priscilla.
E il
bacio, l'innocente bacio tra fratelli, si protrasse per un
quarto d'ora circa.
Quando
Dean si staccò, Sam lo seguì con la testa, prima di rendersi conto
di che diavolo stava facendo.
“Grazie,
figliuoli. Ci avete fatto uno splendido regalo d'addio. Direi che
siamo pronte. Ragazze?”
“Si,
andiamo.” Gladis piangeva ancora, e Stella non la smetteva di
sorridere.
Si
dileguarono in un abbagliante tuono bianco, mentre i fratelli erano
ancora intenti a fissarsi con uno sguardo idiota.
“Dean..”
“Mhm.”
“Noi..non
parleremo spesso, vero, di quello che è successo.”
“Direi
di no.”
“P-però..insomma,
dico. Se dovesse capitarci un altra p-particolare eventualità del genere..”
“Dovremmo essere preparati. Magari facendo pratica.”
“Beh
si, non è una cattiva idea.”
“Ok.”
“Ok.”
“Quando
cominciamo?”
Note
dell'autrice
Si, mi sono divertita come una pazza a scrivere questa cosa. E' da
parecchio che non scrivevo una fanfic, quindi non posso garantirvi
qualità. Ma è stato davvero, davvero divertente XD
Dovrebbero scrivere più storie su questi due..
|