Be the Wonder
Titolo:
Be the Wonder
Autore: My Pride
Fandom: Teen Justice
Tipologia: One-shot
[ 944 parole fiumidiparole
]
Personaggi: Laurel
Kent, Talia Kane (Earth-11)
Rating:
Giallo
Genere: Generale,
Slice of life, Commedia
Avvertimenti: What
if?, Hurt/Comfort
BigGirlsCryToo:
"Dei Greci, i meridionali hanno preso il loro carattere di mitomani. E
inventano favole sulla loro vita che in realtà è
disadorna. A chi come me si occupa di dirne i mali e i bisogni, si fa
l'accusa di rivelare le piaghe e le miserie, mentre il paesaggio,
dicono, è così bello."
BATMAN
© 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.
«Dei
Greci, i meridionali hanno preso il loro carattere di mitomani. E
inventano favole sulla loro vita che in realtà è
disadorna. A chi come me si occupa di--»
«Per favore, Talia,
basta!»
La voce esasperata di Laurel
riecheggiò fra
le pareti dell'enorme biblioteca, insieme al tonfo di un libro che
veniva lanciato bellamente sul tavolo di legno. Era da ore che stavano
leggendo testi su testi e non riusciva a capire con quale forza di
volontà la sua amica riuscisse ancora a tenere gli occhi
aperti,
visto che quella notte non aveva praticamente dormito a causa del
dolore alla gamba.
Durante l'ultima missione che avevano
affrontato
cogli altri membri della Teen Justice, Talia si era frapposta tra lei e
uno dei robot di Luthor armati di kryptonite, e si era beccata in piena
coscia la lama affilata di cui era composto uno dei bracci robotici di
quella ferraglia; essendo la figlia di Batwoman e Ali al Ghul,
addestrata sin dalla nascita ad essere una leader, non aveva esitato
nemmeno per un momento a prendere in mano la situazione, ma Laurel si
era sentita tremendamente in colpa per la sua amica. Se Robin era
impossibilitata a combattere era soltanto a causa sua... costringerla a
studiare in quel modo, però, era cattiveria gratuita!
Scocciata, Talia schioccò la
lingua sotto il
palato. «Tante capacità kryptoniane assolutamente
non
sfruttate».
«Sei tu a rendere tutto
noioso...»
«Ma sei stata tu a dire che
avremmo fatto qualunque cosa volessi».
«Non pensavo che scegliessi di
leggere roba in
una lingua che nemmeno capisco!» si risentì
Laurel,
incrociando le braccia al petto e arricciando le belle labbra rosse e
carnose, in una pallida imitazione di un broncio sotto lo sguardo
scettico della sua migliore amica.
«-Tt- credevo che voi
kryptoniani riusciste a
capire tutte le lingue», rimbeccò lei nel roteare
gli
occhi, prima di chiudere il libro che aveva davanti con uno scatto
secco. «E va bene. Prendimi la stampella, andiamo a
giocare», affermò, vedendo il volto di Laurel
illuminarsi
come un piccolo sole; veloce come non lo era mai stata, volò
verso gli enormi scaffali per afferrare la stampella che Talia aveva
deciso di abbandonare laggiù, porgendogliela nel mettersi
galantemente in ginocchio come se fosse stata una spada. E alla vista,
seppur sbuffando tra sé e sé, Talia nascose
l'ombra di un
sorriso. «Teatralmente stupida»,
mascherò il tutto
sotto la sua solita aria scontrosa mentre afferrava la stampella, ma
non le sfuggì il sorriso che si dipinse anche sulle belle
labbra
della sua amica.
Incerta, Talia si rimise in piedi e
zoppicò
verso l'uscita della biblioteca con Laurel che le galleggiva accanto,
tenendola d'occhio come se si aspettasse di vederla cadere da un
momento all'altro. Era stata lei a soccorrerla per prima, e aveva visto
l'espressione sul suo volto quando si era resa conto di tutto il sangue
che aveva cominciato a perdere dalla ferita che le era stata inflitta.
I lacrimoni nei suoi occhi azzurri, le parole borbottate per dirle che
sarebbe andato tutto bene e che quella lama non aveva colpito
fortunatemente punti vitali, mentre premeva le mani contro la coscia e
cercava di arrestare l'emorraggia con la sola pressione; era stata
Talia stessa a scandarla per piazzarle un kit di pronto soccorso fra i
palmi e a dirle come fare per suturare la ferita e, anche se con mani
tremanti e gli occhi lucidi, alla fine la giovane Supergirl era
riuscita a prestarle quelle prime cure prima di riportarla alla villa.
E in tutto quel tempo, Laurel non aveva lasciato il suo fianco come se
quella ferita rappresentasse un confile sottile tra la vita e la morte,
quando alla fine era solo una ferita come tante e nemmeno tanto
profonda.
«Talia...» La voce
di Laurel
suonò come un pigolio, e Talia si accigliò
voltandosi
verso di lei. Era rimasta indietro, e si stava attorcigliando intorno
alle dita la lunga coda del fiocco che aveva tra i capelli, lo guardo
basso sule converse rosse che a malapena toccavano il pavimento.
«Mi... mi dispiace per la tua gamba», disse infine,
le
guance gonfie e le braccia esili strette ora al petto. «Se
fossi
stata più attenta, forse io--»
«Non continuare», la
interruppe
immediatamente, portandosi una mano alla testa per sciogliere gli alti
chignon con cui teneva fermi i capelli, che le ricaddero in ciocche
aggraziate sulle spalle. Da quando si era fatta male, Laurel non aveva
mai alzato l'argomento, e sentire adesso quelle scuse sembrava davvero
strano. «Siamo una squadra, le Super Daughters. Questi sono i
rischi del mestiere».
«Ma--»
«Niente ma,
campagnola». Talia fece un
gesto secco con la mano destra. «Ho fatto ciò che
avresti
fatto anche tu, e non dire il contrario. Se vuoi farti perdonare...
prendimi in braccio e portami fino alla sala giochi», la
buttò lì, dato che difficilmente faceva richieste
del
genere alla sua amica.
Il volto di Laurel, però si
illuminò
nuovamente e vide quei grandi occhi azzurri guardarla con rinnovata
gioia, almeno finché non le volò ancora una volta
accanto
per tirarla su senza tanti complimenti; Talia si lasciò
scappare
un'esclamazione sorpresa e si agrappò al collo dell'altra,
guardandola con fare stralunato quando sollevò lo sguardo
verso
di lei.
«Fa' piano, L!»
sbottò Talia,
nascondendo un po' il rossore sul suo viso al di sotto delle lunghe
ciocche di capelli scuri, guardando strategicamente altrove.
«Ora
smettila di fare quella faccia imbrociata e andiamo».
«...quindi non sei
arrabbiata?»
Il silenzio durò solo per un
secondo,
poiché Talia si concesse il lusso di poggiare la testa
contro la
spalla di Laurel, godendosi il piacevole calore del suo corpo.
«Non potrei mai esserlo».
_Note inconcludenti dell'autrice
Anche
questa storia è nata grazie
all'iniziativa #biggirlscrytoo
indetta sul gruppo facebook Hurt/comfort
Italia
Robettina così e cosà, queste due giovincelle
sono le
versioni ufficiali femminili di Robin e Superboy (in pratica ho scritto
sempre di Damian e Jon, ma al femminile... e senza usare il genderswap,
grazie DC ahah), e una volta tanto ho voluto provare ad usarle anche
solo per creare una cosa un po 'diversa con personaggi che tutto
sommato sono sempre gli stessi. Potete vedere le loro versioni (anche
se è una fan art, il design è ufficiale) proprio
qui nel
mio avatar. Oppure cliccare su questi link (Click
e click!)
e vederle con maggiore attenzione
Commenti
e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥
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