ONESHOTDREAMERS
One shot - Come per davvero
Messico, anno 2005
E' stato un concerto sfiancante.
Ronnie
Vannucci chiude l'ingresso del camerino, condiviso con Brandon Flowers,
schivando, per un soffio, la bottiglia di birra, che il cantante dei
Killers, scaglia contro la porta.
Forse
non ce l'ha con lui, ma il batterista del gruppo più famoso, che
il Nevada abbia mai servito alla storia della musica rock indie, un
dubbio ce l'ha.
Il discorso, fatto al più giovane tre giorni prima, non dev'essere stato assimilato a sufficienza.
"Ti
sposi, Brandon? Cazzi tuoi! A me non rompere più i coglioni: da
oggi è solo lavoro, tra noi, ok? Solo il nostro cazzo di
lavoro!!"
Ron glielo aveva gridato, a muso duro, dopo l'ultima scopata, squallida e senza alcuna emozione, almeno da parte sua.
Flowers,
al contrario, non aveva mai smesso di piangere e lui gli avrebbe voluto
urlare addosso di smetterla di frignare, tanto non serviva.
Nulla, sarebbe servito, a risolvere i loro casini esistenziali.
Lisa Vannucci risponde al telefono sbuffando.
Indossa un bell'abito lungo, da cerimonia; quella, alla quale, a sorpresa, non andranno, lei e il marito.
"E' Brandon ... Avanti, rispondigli" - bisbiglia stizzita - "E' la decima volta che chiama, da stamattina presto!"
Il
percussionista si alza dal divano, fingendo indolenzimento e persino la
febbre, con un vecchio trucco da studenti; la moglie ci è
cascata, ma con un'aspirina, tutto si sarebbe risolto: eppure niente,
sembra potere convincere Vannucci Jr a schiodarsi e partecipare alle
nozze di Flowers.
"Ehi testone, non hai cambiato idea?"
La voce del "suo" ragazzo, è limpida, sembra persino felice.
"Non
è questione di idee, cazzo, ho 39 e mezzo, dev'essere
un'influenza fuori stagione, ecco ... E poi perché mi rompete
tutti, tanto il testimone di riserva ce l'hai e ora lo puoi usare!"
Il front man si ossigena, provando a ricacciarsi, dalla gola allo stomaco, un magone inevitabile.
"Era importante, Ronnie ... Per me"
"Diciamo
che la storia si ripete; quando ho convolato con Lisa, neppure tu
c'eri" - rimarca, con tono irritante, anche per la "sua" signora, ormai
scalza e in costume: un tuffo in piscina, le farà passare
l'arrabbiatura.
Tana ci teneva, ad averla tra le damigelle.
"Ok Ron ... Come vuoi, ma se pensavi che avrei rinunciato"
"Piantala!" - sibila livido.
"Non
smetterò di amarti per questo, Ronnie" - adora ripetere il suo
nome, non solo quando l'altro gli fa l'amore, così bene, da
fargli perdere ogni controllo di sé.
E'
del controllo, che Brandon ha bisogno: per smettere di bere e di fare
chissà quali altre stronzate, neppure Ronnie le conosce; non
ancora, almeno.
"Quando
rientriamo dalla luna di miele, torno da te e stiamo insieme una
settimana, ok? Destinazione deserto, tu ed io soltanto, l'ho già
detto a Tana, per il nuovo video, ok Ronnie?"
Fa quasi tenerezza.
Vannucci riattacca, staccando la spina dell'apparecchio, dal muro in pietra.
"Ehi che modi"
"Così non ci rompe più! Mi avete stressato, vado a dormire."
Lisa non demorde, il comportamento del compagno la destabilizza.
"Ascoltami
Ron: so che ci tieni a Brandon, gli fai da balia, così almeno
sembra, però non pensare, che lui ti molli, per la sua nuova
famiglia: i Killers non si scioglieranno, non farti paranoie, se
è questo il problema"
Lui si gira, fissandola: ecco che idea, si è fatta Lisa, su di loro.
Gli ha gettato un salvagente, senza neppure saperlo.
"Ho comunque dei progetti da solista, non andrò a fondo, se lui mi volterà le spalle"
"Ok Ronnie ... Ok." - lei sorride - "Salgo anch'io, ti va?" - e lo avvolge, suadente.
"Va bene, ma non sono in forma" - ride nervoso - "Devo sfebbrare"
"Ti farò da infermiera, vecchio brontolone"
Scherzano, salgono, consumano un rapporto un po' mediocre, rispetto ai loro standard.
Ronnie
si trova bene con lei, dal punto di vista fisico: con il suo carattere
solido, Lisa lo aveva "ispirato" da subito e quindi, come soluzione e
copertura, sarebbe stata perfetta.
L'affetto e la stima, non tardarono ad arrivare, però la felicità, per lui, abitava in altri occhi.
Ora lucidi, durante il sì, alla "sua" Tana.
Flowers desidera diventare padre.
Disperatamente.
E
poi deve fare le cose "giuste", davanti a parenti e amici, mormoni o
meno, quanto lui e i genitori, orgogliosi del suo percorso, anche se
ignari, su quanto il figlio, fosse complicato e sofferente, anche in
quel momento.
Un mese dopo ...
Quello
che, nel 2008, sarebbe diventato il set di "Human", è un
contesto stimolante, dal punto di vista artistico, almeno per Ronnie,
che già aveva compiuto precedenti sopralluoghi, in cerca di
ispirazioni per la band.
Ora,
invece, questo posto, con sullo sfondo il camper a noleggio e lo
strimpellare di Brandon su di una tastiera elettronica, per noia, gli
infonde sensazioni molto diverse.
Di inadeguatezza, soprattutto.
La fede di Flowers, luccica nel vento, mentre le note si diffondono, a tratti stridule.
"Potresti
toglierla, quella, almeno quando sei con me?" - Ron irrompe nel mezzo
della melodia, con la sua richiesta, un po' antipatica.
"Se tu farai lo stesso ..." - Bran replica a mezza voce, cercando aria.
Vannucci
si sfila l'anello, con sopra inciso il nome di Lisa, buttandolo in un
posacenere, stranamente pulito; Brandon ha smesso di fumare, non senza
fatica.
E anche di ubriacarsi, per reggere la tensione o la depressione.
Loro due non ne hanno parlato a sufficienza, Brandon ci soffre troppo.
I
suoi capelli corti, sanno di cocco, gli occhi bistrati di nero, una
fissa del momento, gli sembrano ancora più grandi, mentre
Brandon sale sulla "Killers mobile", intenzionato a non dargli pace.
Anche la fede del cantante, finisce altrove, lontano dal cuore di Ronnie, dove Brandon prende posto, sul divano scassato.
Gli
affari vanno bene, però quel mezzo era speciale: lo avevano
preso a noleggio cinque anni prima almeno, agli esordi, per spostarsi
da una città all'altra del Nevada, a fare serate persino in
squallidi ristoranti.
In sostanza facevano la fame, ma non demordevano.
Il successo, prima o poi, sarebbe arrivato e non sbagliavano.
Gli errori, erano altri.
Ronnie
gli accarezza le chiome corvine, Brandon gli apre la camicia a scacchi,
con l'urgenza di cercare il contatto, con la sua pelle bollente.
Il
tronco, del suo albero, villoso, cadenzato nell'ergersi e spegnersi, da
un respiro in aumento, quell'aroma speziato, di un profumo, che Brandon
gli regala ad ogni compleanno, tutto, di Ronnie, riesce a farlo
impazzire.
Eppure, quest'ultimo, sembra distante.
La passione appare restia a rinnovarsi, questo giro.
Brandon
lo bacia, un po' timido, ma poi prende coraggio e, al diavolo le
paturnie di Vannucci, al diavolo ogni fottuta cosa, si possa frapporre
tra loro.
Quindi,
si sfila la t-shirt, troppo larga, facendola scivolare lungo il busto
tonico, ma esile, senza interrompere il contatto delle loro bocche:
Ronnie si solleva di poco, permettendogli di levargli la casacca, ma
è solo l'inizio.
Le
dita del ragazzo si fanno febbrili, mentre lo libera della cintura e
gli abbassa i jeans, quel poco che basta, per impadronirsi, di diritto,
del membro di Ronnie, che non oppone alcuna resistenza.
Questo
ragazzo, che non dimostra i suoi seppure pochi 24 anni, riuscirebbe ad
eccitarlo anche negli angoli più assurdi del pianeta.
Ronnie
gli accarezza le guance, sature della sua virilità, sembra
confortarlo, perché Brandon è scomodo, ma non si
arrenderà facilmente, né alla fatica e tanto meno al poco
trasporto del suo partner.
Perché resistergli o farlo arrabbiare?
Brandon lo ama profondamente, è reciproco, a questo si erano arresi entrambi.
Quando stai bene, con una persona, com'è capitato a loro due, devi fare dell'amore, l'unica via da seguire.
Ronnie lo afferra per le spalle, magre e spigolose, come tutto il resto di lui e lo bacia.
Con passione, sconvolgente, assordante come un battito d'ali di mille gabbiani,
I
loro corpi spiccano in un balzo, capovolgendo le posizioni, scalciando
via gli abiti, facendo dell'aria, satura di ansiti ed emozione,
l'abbacinante aurea, trasparente e sudata, per quel loro volo, senza
alcuna meta.
Collidono,
lacerando lo spazio intorno, di respiri e singulti, in un divenire
unico, dove lo splendore della loro pelle, diventa ocra e arancio, come
la sabbia, là fuori.
Il
calore del sole, adesso, scivola dalla fronte alle caviglie sottili
di Brandon: è nudo, come il suo uomo, che lo affianca e lo
stringe.
Bevono
una tequila, in piedi, abbracciati, sotto al tendaggio, che fa da
veranda esterna, a quella reliquia su quattro ruote, mentre osservano
il tramonto, spegnersi nel primo imbrunire.
"Pungi, Ronnie ..." - la sua fronte, si scontra con le gote ispide del batterista.
"Mi farò crescere la barba una volta per tutte ... basta esperimenti"
Brandon lo scruta - "Sì, starai bene, l'anno prossimo festeggeremo i tuoi trent'anni, mi piacerai anche di più"
"Possibile?"
Ridono, ormai rilassati.
"Doccia?"
"Ok Bran ... Se si può chiamare così, quello sgabuzzino"
"Poi mangiamo qualcosa"
"Certo"
"Speriamo ..." - pensa Ronnie, con un po' di ansia.
Brandon
non riesce ad avere un rapporto sano con il cibo; ora pensa di
diventare vegano, di fare sport, di tenersi la mente occupata, quando
non stanno insieme.
"E' ... E' una tortura Ronnie ... Mi manchi da morire e non sto scherzando, io non so cosa potrei fare se tra noi finisse"
Quella telefonata, lo turba ancora.
Brandon
l'ha fatta l'ultimo giorno del suo viaggio con Tana, lasciandogli un
messaggio in segreteria, che Vannucci non ha ancora cancellato.
La
frustrazione lo divora, nell'ascoltarlo, quando non riescono a vedersi,
perché gestire due vite parallele, non è semplice.
"Pollo fritto e patatine ... Un classico" - Ronnie ride - "Faccio i piatti ok? Stasera tocca a me"
"Va bene ... Io telefono a Tana, se non ti dispiace"
"Figurati" - intanto sparecchia - "... Poi lo farò anch'io, con Lisa"
Flowers annuisce, tirando su dal naso, prima di uscire a cercarsi un angolo abbastanza lontano, per non farsi sentire.
Inutilmente.
Ronnie lo tallona, un secondo dopo.
Forse vuole farsi male, forse non accadrà.
Il tono della conversazione è tranquillo, a tratti dolce, nel complesso sereno.
Sposarsi gli ha fatto bene, Ronnie prova a convincersene, tornando "in casa".
Forse quella sarebbe la soluzione: diventare nomadi.
Magari con un mezzo più decente.
Prova a concentrarsi su quella battuta, ride da solo.
E', completamente, solo.
Anche Brandon rientra.
Sta armeggiando con qualcosa.
Ronnie lo spia, risistemando posate e piatti, negli armadietti, dalle antine cigolanti.
"Che combini?" - chiede rigido, perché ha già capito.
"Una sola, ok? Non rompere"
"Smetti di farti le canne, sei cresciuto, sei un uomo sposato!" - e ridacchia storto, ferito.
Questa decisione, di Brandon, non l'accetterà mai, inutile prendersi in giro.
"Dai,
fumiamo insieme, poi si torna a cuccia e ci divertiamo, verrai anche
meglio, lo sai anche tu, Ron" - lo provoca, soffiandogli in bocca, il
primo tiro di fumo.
"Smettila!" - e lo spinge via.
Come se servisse.
La reazione del più anziano è secca, irruente.
Astiosa, come non mai.
Flowers
ride, stordito dall'erba - "Fanculo Vannucci jr, vado fuori a godermi
questo superbo spinello, i sassi e i coyote sono meglio di te!" - e
carambola nella polvere, saltando gli scalini, come un fantoccio.
Infine si trascina su di una seggiola, mezza rotta, ma che reggerà il suo peso piuma.
Ronnie
sbarra l'entrata, con un catenaccio, gridandogli, da dietro lo
sportello - "Sei un coglione! Ci dormi lì fuori adesso!" - e gli
tira una coperta da un finestrino, che nessuno è mai riuscito a
chiudere del tutto.
Ci hanno incollato un poster dei Clash, per impedire agli spifferi di congelarli, durante l'escursione termica notturna.
Un'ora dopo, uno strano odore di bruciato, sveglia il sonno leggero di Ronnie.
Brandon
si è acceso un fuoco, con la poca legna, raccolta intorno,
più che altro sterpaglie e rametti: finirà presto di
ardere e quella coltre, in lana sbiadita, non lo riparerà
abbastanza.
Sta tremando, la testa bassa, raccolto e fradicio di solitudine.
Identica a quella del compagno. Da più di tre anni.
Forse piange, ma dignitosamente; non vuole disturbare nessuno.
Più nessuno, neanche l'unica persona, di cui si è sempre fidato.
Vannucci si precipita da lui, raccogliendolo, stringendolo il più possibile.
Percepisce
il suo collo, inondarsi delle lacrime dell'altro: l'emotività di
Brandon, è quanto di più ingestibile e struggente, per
lui, dal principio di loro.
"Ti ... Io ti amo Ronnie" - singhiozza flebile, ma adorabile.
Poi gli infila qualcosa al dito: un anello, dalla foggia strana, forse pellerossa.
"Fallo anche tu, Ron" - gliene passa un secondo e lui gli obbedisce, con un sorriso.
"Ecco, ci ... Ci siamo sposati anche noi ... Come per davvero, Ronnie"
Il musicista annuisce - "Sì, amore, come per davvero."
Lui se lo farà bastare.
Almeno questa notte.
The End
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