Il cielo è caduto.

di Daicchan
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Il Cielo è caduto.


1.

Hanno fatto male al mondo, gli umani.
I fumi dell'asfalto rovente si mescolano con le esalazioni chimiche, intorbidendo le strade sovraffollate in cui il corteo di umani cammina, cieco, negli occhi vitrei si riflettono le notizie sui cellulari sull'ennesimo maremoto in un angolo di mondo.
Il mondo sta male, e gli uomini sono indifferenti.
 
La ragazza è fuggita da un paese troppo caldo, rincorrendo promesse e speranze. Ma aveva l'aspetto sbagliato, sbagliato il nome che le hanno dato all'orfanotrofio. Poteva solo essere venduta, e usata, ma ormai non va più bene nemmeno per quello. La ragazza non ha futuro.
Gli umani le hanno fatto male, e il mondo è indifferente.


 
 
2.
 
Dalla cima del palazzo, la ragazza guarda il cielo e le sembra quasi di vedere il Buco, che allargandosi ha infine bruciato la sua pelle, che la rendeva sbagliata, ma le procurava da mangiare. Ora la ragazza può solo essere usata, ma non venduta. 
Abbassa lo sguardo, vede che l’alta marea ha ricoperto i tetti degli edifici, una placida distesa d’acqua, su cui si specchia il cielo stellato.
Quando salta, è troppo distante per accorgersi delle urla, del boato che scuote la terra, della catastrofe che sopraggiunge.  Vede solo l’acqua avvicinarsi, quel manto nero pieno di stelle. Il cielo. Il cielo è caduto.


 

3.
 
Il cielo è caduto, per la ragazza e per l’umanità, sotto la spinta egoista dell’indifferenza umana.
Il cielo è caduto, annientando tutto. La sofferenza della solitudine, l'egoismo ipocritamente mascherato, l'odio dato, e l'odio ricevuto: il cielo è caduto e ha avvolto tutto nel suo abbraccio di tenebre e quiete. L'indifferenza ha trionfato, e il buio dello sguardo cieco, o semplicemente distolto, degli umani, ha infine rivestito ogni cosa.

Il cielo è caduto, ed è stata una catastrofe, una disgrazia, o forse una liberazione.
Per ora, c’è solo il silenzio. E la pace.

 




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