Le mie sfortune

di Kaeru
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WEEKEND DI COMPLEANNO
Partire di venerdì sera post lavoro per andare a passare un weekend a Torino da Milano per festeggiare il compleanno di un amico.
Stranamente non troviamo traffico.
Arriviamo a Torino poco prima della mezzanotte.
Hotel 4 stelle prenotato in pieno centro.
Mezzora per trovare un posto per lasciare l’auto.
Ci dirigiamo all’albergo con il dubbio che il posto dove ho lasciato l’auto non sia proprio l’ideale.
Decidiamo di andare a fare il check-in e poi tornare a spostare la macchina vista anche l’ora tarda.
Arriviamo all’albergo e do il nome della prenotazione.
Il ragazzo alla reception ci chiede se possiamo aspettare un attimo perché è stato chiamato da una stanza e doveva consegnare una cosa urgentemente.
Nessun problema diciamo.
Dentro di me inizio a pensare: «Fa che non sta facendo quello che penso che stia facendo. Fa che non sta facendo quello che penso che stia facendo…» Lo ripeto nella mia mente come un mantra.
Il mio amico nota probabilmente un’espressione strana sul mio viso e mi chiede: “Tutto ok?” e io posso solo rispondere: “Sì, certo.”
Il ragazzo della reception torna dopo qualche minuto e finiamo il check-in.
Saliamo in camera ed entro io per prima.
Ed eccola lì.
Come temevo.
Sul letto, in bella vista, una confezione da pasticceria chiusa con un’unica candelina blu in un sacchettino di cellophane attaccato con un punto di pinzatrice.
Ed io esordisco con un’imprecazione.
Il mio amico mi chiede cosa sia ed io devo vuotare il sacco.
E’ una torta che avevo chiesto di poter ricevere per fargli una sorpresa di compleanno. Peccato che avevo chiesto per ben 2 volte (e soprattutto con ben 2 conferme da parte dell’hotel) di riceverla la notte tra il sabato e la domenica, posto che il compleanno era di domenica.
Invece mi hanno bruciato la sorpresa.
Ficco la scatola così come è nel frigo della stanza.
Io nervosissima.
Decidiamo di uscire un po’ per prendere aria e calmarmi e nel frattempo andare a spostare l’auto.
Mentre scendiamo mi fermo alla reception e dico al ragazzo senza mezzi termini che mi è stata bruciata la sorpresa.
Il ragazzo si vedeva che era mortificato e mi dice che gli era stato lasciato un appunto di consegnarla all’arrivo.
Come avevo immaginato quando ci ha lasciati alla reception non era per andare in un'altra stanza, ma era per andare a portare la torta in camera nostra.
Usciamo e ci dirigiamo alla macchina e troviamo nemmeno troppo distante un parcheggio migliore.
Ci facciamo una passeggiata, mentre il mio amico cercava di calmarmi mentre io ero una pentola a pressione di nervoso.
Finalmente mi calmo e decidiamo di tornare in hotel.
Saliamo in camera.
Mentre ci stiamo sistemando il mio cervello registra che il bagno non è dotato di finestra.
Vado a rivedere le varie mail che avevo scambiato con l’hotel ed eccola lì. La mia domanda specifica se i bagni sono dotati di finestra in quanto sono claustrofobica. E di seguito la risposta dell’hotel: i nostri bagni sono dotati di finestra.
Ed ecco che la pentola a pressione del mio nervoso torna a bollire.
Il mio amico che esce dal bagno e mi vede ancora nervosa e mi chiede se ancora stavo pensando alla torta. E no, questa volta non stavo pesando alla torta, ma ad una ennesima richiesta che l’hotel aveva beatamente ignorato.
Decidiamo di andare a dormire, sperando che una notte di sonno possa calmarmi.
La risposta è no…
La mattina successiva andiamo a fare colazione e poi usciamo per fare un giro breve della città. Avevamo un’oretta da far passare prima di poter andare alle Terme.
Passo davanti alla reception e vedo che c’è una ragazza. Mi fermo e la ragazza mi chiede se va tutto bene.
Ovviamente la mia risposta è: “No. Devo fare due reclami. Il primo è che mi avete bruciato la sorpresa della torta che mi avete fatto trovare in camera stanotte.”
E lei tutta serena: “Sì ho lasciato detto io al collega di farvela portare in camera al vostro arrivo.”
Ed io: “Peccato che ci siano due mail dove chiedevo specificatamente di avere la torta la notte tra il sabato e la domenica e due vostre risposte in cui mi date conferma che non ci sono problemi. Ma evidentemente di problemi ce ne sono stati visto che mi avete bruciato la sorpresa.”
La ragazza che sgrana gli occhi. Ok che indossava la mascherina, ma anche solo dagli occhi era palese che il suo non era sbigottimento nell’apprendere di avere sbagliato, ma era più una recita. Le si poteva leggere in faccia la frase che stava pensando: «Uffa che rottura.»
Io proseguo con il nervoso che mi stava nuovamente montando dentro. “Inoltre avevo fatto specifica richiesta di avere un bagno con finestra soffrendo di claustrofobia, mi avete anche in questo caso confermato via mail che, testuali parole, i vostri bagni sono dotati d finestra. Peccato che quello della nostra camera sia cieco.”
La risposta: “Oh, mi spiace.” Punto. Nient’altro.
“Meglio che usciamo che ho bisogno di aria.” La mia risposta.
Ci dirigiamo verso le chiese gemelle.
La passeggiata mi calma e Torino, nonostante l’hotel, scopro che mi piace come città.
Finita la passeggiata veloce torniamo in hotel a prendere la borsa per andare alle terme.
Arriviamo alle terme e la ragazza all’accoglienza molto cordiale ci da tutte le informazioni del caso.
Poi ci chiede se vogliamo conto unico o separato.
Gli rispondo unico. Ci chiede se può dire il prezzo o se è una sorpresa.
Io guardo dritto davanti a me (i miei occhi sono proprio all’altezza del display della cassa)
Ora, almeno questo non era una sorpresa e quindi non mi ha infastidito particolarmente, ma davanti ai miei occhi, prima ancora di dargli la risposta ecco che appare il costo.
Le rispondo che poteva dirlo, ma poi non ce l’ho fatta a trattenermi.
“Scusa, ma ti devo fare un appunto. Ci hai chiesto se potevi dire il prezzo o se era una sorpresa, ma il costo era già apparso sul display.”
La sua risposta: “Oh scusa, è che stando da questa parte non so cosa appare di là.”
La mia risposta: “E’ una comune cassa.” Cosa vuoi che appare dall’altro lato di una cassa? Ok, ma anche no, non conoscere la tua cassa, ma in vita tua sari mai andata in un negozio a comprare qualcosa…
Dietro il mio amico piegato in due dalle risate.
Andiamo a cambiarci e ci ritroviamo all’ingresso del percorso termale.
Percorso che a causa del covid in fase di prenotazione indicavano con accesso contingentato.
Di contingentato mi devono spiegare cosa aveva. Tre piani di attività, pian terreno le piscine, primo piano area massaggi e bar, secondo piano saune, inoltre all’esterno
Per tutte le attività (piscine interne, piscine esterne e saune) c’erano almeno 4 persone in attesa. Eravamo tutti uno in braccio all’altro. Alla fine per disperazione siamo usciti dopo aver fatto a malapena 2 ore e mezzo invece che le 5 ore pagate.
Decidiamo di approfittare per andare a fare un giro più lungo nel pomeriggio. Mentre siamo in giro inizio a sentire bruciore alle gambe che peggiora man mano che passa il tempo.
Andiamo a cena e subito dopo decido di andare a cercare una farmacia aperta perché il bruciore peggiora sempre di più. La troviamo e il farmacista vedendo le gambe e spiegandogli quello che avevo fatto in giornata mi dice che probabilmente è stata un’ustione da cloro.
Torniamo a casa, il mio umore nero quanto il giorno prima.
La domenica decidiamo, visto anche il mio dolore persistente alle gambe di tornare a casa senza fare ulteriori giri.
Scendiamo in reception per fare il check-out. Mi aspettavamo uno sconto o qualcosa per scusarsi di tutto ciò che era successo (torta e bagno cieco).
Ci chiedono se vogliamo prolungare il soggiorno fino a pomeriggio (ce lo chiede mentre facciamo il check-out con già le giacche e le valige alla mano… ha molto senso) ovviamente diciamo di no.
Per scusarsi dei due errori ci scontano ben 20 €.
Torniamo a Milano.
C’era già in programma di fare una festa a sorpresa al mio amico, lo accompagno a casa e i suoi mi invitano a salire ed io accetto (tutto in realtà già programmato).
Quando arriviamo ci avvisano che gli ascensori non funzionano.
Saliamo, mi aspetto di trovare la tavola apparecchiata per 8 persone, ma alla fine mi dicono che la festa è saltata perché con il fatto che gli ascensori non vanno non se la sono sentiti di chiedere ad una delle sorelle che ha una bimba piccola di farsi 4 piani a piedi con tutte le cose della piccola (perfettamente comprensibile).
Insomma, non ne è andata dritta una…




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