Le mie sfortune

di Kaeru
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VISITA MEDICA
Appuntamento alle ore 7:30 del mattino con indicazione data quando ho preso appuntamento di presentarsi almeno 20 minuti per fare accettazione.
Arrivare perfettamente in orario, addirittura in anticipo. Alle 7:00 ero già lì.
Mi dirigo all’accettazione. Luci, monitor… tutto spento e nessuno presente all’accettazione.
Mi rivolgo al banco informazioni. Mi dicono che il dottore è già arrivato e che posso fare la visita prima e una volta fatta tornare all’accettazione e pagare.
Così faccio.
Il medico mi vede in sala d’attesa e mi chiamano addirittura in anticipo alle 7:15. Alle 7:30 sono già fuori e mi dirigo di nuovo all’accettazione.
Davanti al totem per prendere il numero per la coda, ci sono 7 persone in attesa.
Orario di attivazione totem: 7:45 per il servizio sanitario; 8:00 per i privati. Ovviamente io ho appuntamento da privato, quindi attesa più lunga.
Finalmente arriva il mio orario e prendo il numerino. Ovviamente nel frattempo le 7 persone sono diventate almeno il doppio.
Ore 8:03 salta la corrente nel settore pc e pos.
I monitor dove si vedono le chiamate rimangono invece in funzione.
15 minuti per ripristinare la corrente.
Finalmente alle 8:33 riesco a pagare la visita fatta più di un’ora prima.
Esco e mi dirigo al totem per pagare il parcheggio.
Totem del medioevo in cui si può pagare soltanto con contanti: monete da 0,10 €, 0,20 €, 0,50 € centesimi e banconote da 5 €, 10 €, 20 €.
In tasca avevo solo 0,40 €.
Benissimo cerco un atm (che ovviamente era all’interno dell’ospedale).
Ritorna all’entrata che per via delle nuove disposizioni da covid si trova al piano inferiore.
Mi rimisurano la temperatura.
Chiedo alla ragazza che fa le misurazioni dove si trova un atm.
Mi risponde: “Non si preoccupi, può pagare anche con la carta.”
La mia risposta lapidaria: “Non il cavolo di parcheggio.”
Mi indica che l’atm è al piano superiore (lo stesso di dove ho fatto l’accettazione).
Mi dirigo al piano indicato, mi guardo in giro e dell’atm neanche l’ombra.
Vado al banco informazioni per chiedere indicazioni.
Banco sguarnito di personale.
Mi dirigo allora al bar interno.
Chiedo alla ragazza dove posso trovare l’atm.
Me lo indica (dietro un angolo, in una rientranza nascosto da una porta che viene lasciata aperta per il passaggio).
Faccio per prelevare.
Primo messaggio di errore: non è possibile stampare la ricevuta.
Chi se ne frega della ricevuta do ok per andare avanti.
Secondo messaggio di errore: unico taglio disponibili 50 €.
Ecco di questo errore me ne importa un po’ di più visto che è il primo taglio di banconota che la macchinetta del parcheggio non prende.
Mi dirigo di nuovo al bar, rendendomi conto che precedentemente non mi ero rivolta proprio cordialmente alla ragazza, le chiedo prima scusa per prima e le dico se mi può fare un caffè per poter cambiare i 50 €, che la macchinetta del parcheggio non riconosce.
La ragazza carinamente capisce la situazione e capisce anche che non è che avessi tutta questa voglia di caffè (sarà anche che mi vede particolarmente nervosa e il caffè non aiuterebbe). Mi propone di cambiarmi i soldi senza bisogno di prendere il caffè, il cui resto le sarebbe più complicato da darmi che non un semplice cambio.
Finalmente riesco a pagare il parcheggio che se tutto fosse girato in orario sarebbe stato gratuito (entro la mezz’ora), ma tra una roba e l’altra è arrivato a 2,50 €.
Esco con la macchina dal parcheggio. Non conosco la strada e quindi attivo il navigatore che mi da 15 minuti di tempo per arrivare a casa.
Mentre sto andando, mi chiama una collega non accorgendosi che quel giorno non ero presente al lavoro. L’immagine del navigatore si rimpiccolisce e la voce guida ovviamente scompare. Ammetto che mi concentro su quello che mi dice la collega che ha bisogno per lavoro e non presto troppa attenzione al navigatore. Perdo l’uscita che dovevo prendere. A causa di ciò, mi ritrovo imbottigliata nel traffico. Navigatore che si modifica ed ora mi da 45 minuti per arrivare a casa.
Finalmente alle 9:45 sono a casa.
Neanche a dirsi sono già stanca e ho ancora tutto il resto della giornata lavorativa davanti




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