BYRON WHITE Il più fedele

di G_Monti_E_97
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Le alte e fredde onde del mare si infransero con violenza contro la scura roccia erosa dal tempo. Fra la ripida scogliera si ergeva una alta fortezza, a stento distinguibile dalla roccia sottostante, lucida e nera. Nei piani più alti il vento gelido ululava, ascoltato solo da due persone rannicchiate a diverse celle di distanza l’una dall’altra.

La famosa prigione di Nurmengard torreggiava sulle montagne del Nord Eruropa, incombendo sul mare tempestoso come un gigante.

Due figure incappucciate risalirono la scogliera con fatica.

“Crede davvero che ci aiuterà?” chiese l’uomo di qualche centimetro più basso, tirandosi maggiormente il cappuccio verso il volto.

“Sì, ne sono certo.” rispose il più anziano lisciandosi la lunga barba umida. Alcuni schizzi delle onde colpirono la sua schiena.

“A meno che non sia morto.” sussurrò Severus Piton alzando lo sguardo sull’alta entrata di pietra davanti a loro. Una profonda incisione recitava: "Per il Bene Superiore"

“No, è vivo.” replicò Albus Silente attraversando l’entrata con un’ampia falcata, seguito dal pozionista.

I ripidi scalini erano appena visibili, Piton estrasse la bacchetta tentando di richiamare un semplice Lumos, ma non accadde nulla.

ilente gli lanciò una rapida occhiata, bloccandosi a metà della seconda rampa.

“Le barriere antimagia sono attive fin dal sentiero che costeggia il mare.” spiegò prima di ricominciare a salire.

“Quindi non possiamo difenderci?” Chiese con la voce roca

“Non ce ne sarà bisogno.” cercò di rassicurarlo il preside accelerando il passo.

Quando finalmente arrivarono in cima alla torre si fermarono entrambi poggiando una mano sulle pareti laterali ansimando.

“Ora capisco perché ha insistito per portarlo qui.” ammise Piton rimettendosi dritto.

Silente si limitò ad annuire prima di estrarre dalla veste una piccola chiave dorata e inserirla dentro un grosso lucchetto ricoperto di polvere. La seconda porta sulla destra si aprì raschiando il terreno.

All’interno della cella buia si intravedevano solo le sagome di un letto spartano e un groviglio di abiti in un angolo. Ci misero entrambi qualche secondo per rendersi conto che la maglia grigia stropicciata era attaccata al magro corpo di un giovane uomo, che teneva il capo chino, coperto dalle braccia pallide.

“Byron?” sussurrò incerto Silente muovendo un passo verso la sagoma scura.

L’uomo si alzò con una lentezza quasi grottesca dal pavimento, le braccia caddero stancamente lungo i fianchi stretti, le gambe sottili tremarono appena quando si raddrizzarono.

“Silente.” salutò con un filo di voce. Il volto quasi interamente coperto da una folta barba scura lasciava intravedere solo gli occhi chiari e il naso dritto.

Piton restò sulla soglia della cella guardando con il volto contratto il prigioniero.

“Perché siete qui?”

“Volevo vedere come stavi.” rispose Silente accennando a un sorriso.

“Esattamente come l’ultima volta che ci siamo visti.” rispose prima di tossire mestamente.

“Si vede, hai l’aspetto di un vermicolo marcio.” commentò Piton con una smorfia.

Byron voltò lentamente il capo verso di lui, la barba scura tremò. “Senti chi parla, con il tuo naso da cornacchia.”

Il pozionista lo fulminò con lo sguardo.

Silente si lisciò distrattamente la veste umida. “Immagino che tu lo abbia sentito.”

Byron lanciò un’occhiata a entrambi prima di annuire. “Il Signore Oscuro.”

“È tornato, e ora ha un nuovo corpo.” intervenne Piton osservando la parete davanti a se.

“Lo hai sentito anche tu.” Byron si poggiò istintivamente una mano sul braccio sinistro. “Lo hai già visto?” Chiese allargando gli occhi.

“Sì, l’ho visto.” sussurrò.

“Mi sarebbe piaciuto vederlo.” disse tristemente Byron appoggiando la schiena contro la fredda parete.

Silente si sporse in avanti. “Abbiamo bisogno del tuo aiuto per fermarlo.”

“Fermarlo?” La voce del ragazzo divenne più alta. “Sai che non può essere fermato.”

“Possiamo invece, non sarà come l’ultima volta.” si affrettò a dire Silente.

“Davvero? Questa volta sarà diverso perché hai un ragazzino di quattordici anni?” Chiese Byron inclinando la testa.

“Harry è giovane, ma ho fiducia in lui.” disse con forza. “Byron hai finalmente la possibilità di vendicare la tua famiglia, non lasciare che sia morta in vano.”

“Mia moglie e mia figlia non sono morte in vano.” gli occhi di Byron ebbero un guizzo. “È stata la negligenza degli Auror a ucciderle. Stavo lavorando per il Ministero, per te.” disse con la voce roca trattenendo un urlo. “È colpa tua se sono qui.”

“Non è colpa di Silente se sei qui e hai fatto ciò che hai fatto.” si intromise Piton facendo qualche passo dentro la cella.

“Davvero?” Chiese Byron assottigliando gli occhi. “L'ultima volta eri dalla parte opposta, inginocchiato davanti all’uomo che ha rovinato la mia vita.” Staccò di colpo la schiena dal muro “Ma ora ho finalmente capito, volevi il potere, la vendetta e l’ho voluta anche io. Ho servito il Signore Oscuro meglio di chiunque altro e ora mi chiedi di tradirlo in nome di due cadaveri seppelliti da anni?” il volto di Silente si rabbuiò ti chiedo di aiutarmi a proteggere Harry, Voldemort gli darà la caccia ora più che mai.”

“Non mi interessa.” Si limitò a dire Byron voltando la testa verso il letto logoro.

“È il figlio di Lily.” sussurrò Piton stringendo la mano a pugno dentro la tasca dei neri pantaloni.





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