" Greta...E' pronta la colazione...! " <<
Mmmh...>>, si lamentò Greta rigirandosi sotto
le coperte. Fu improvvisamente inebriata da un forte odore, che la fece
svegliare. Sbagliava o aveva sentito qualcuno chiamarla??
Improvvisamente udì il rumore della porta d'ingresso al
piano di sotto, e vide che la camera da letto dove dormiva era aperta.
<< Malcolm...? >>, disse piano. Scese
lentamente dal letto, e ripetè a voce alta: <<
Malcolm??! >>, ma non ricevette risposta. Allora scese le
scale e arrivò in cucina. Era sola. Il suo ragazzo era
andato a lavorare. Sull'uscio, si accorse che la maniglia della porta
d'ingresso era rotta. << Ahh maledizione! Qui
è tutto distrutto! >>, brontolò tra
sè e sè. Si voltò, e vide sul
tavolo un piatto con due sandwich e una tazza di latte caldo.
Sorrise gioiosa: Malcolm le aveva preparato la colazione prima che se
ne andasse! Si sedette e mangiò con gusto. La gravidanza la
rendeva affamata!
Dopo
essersi occupata di qualche faccenda domestica, si avvicinò
alla finestra e guardò fuori. Il cielo era un po' nuvoloso,
ma le previsioni non portavano pioggia. Riflettè. Quante
volte ancora Malcolm l'avrebbe lasciata sola in quella casa?? Doveva
trovare anche lei qualcosa da fare! Anche se era incinta doveva avere
la sua indipendenza! Così sentì il bisogno di
uscire da quella prigione dove avevano deciso di abitare, e si
avventurò per la strada alla ricerca di qualche fermata per
l'autobus. Purtroppo fu tutto inutile: qualsiasi stradina imboccasse,
le sembrava di ritornare sempre al punto di partenza! Quella Lincoln
Way era terrificante: c'erano solo strade deserte e case distrutte e
abbandonate. Sembrava un labirinto! Improvvisamente sentì un
fruscìo. Si girò spaventata: si trattava di un
cespuglio mosso dal vento...o almeno, così pareva. Avvilita,
decise di chiamare un taxi. Aspettò un bel quarto d'ora al
freddo, finchè non vide arrivare un'auto verso di lei.
<< Signorina Evans? E' lei?? >>, chiese il
vecchio tassista non appena fermò la macchina davanti alla
ragazza. << Sì, grazie, salve!
>>, sospirò lei mentre si accomodava sui
sedili posteriori. << Dove la porto? >>,
domandò lui. << Nel Centro di Pittsburgh!
>>, rispose lei. Il tassista strabuzzò gli
occhi. << Ma signorina, ci vorrà
più di mezz'ora! E' molto distante! >>,
esclamò. << Non importa, basta che lei mi
porti via da qui! >>, rispose secca Greta. Quello mise in
moto senza fiatare. Durante il viaggio, l'uomo chiese sbigottito alla
ragazza: << Cosa ci fa una signorina come lei in un posto
come Lincoln Way?? E' un'amante della solitudine?? >>. Ci
mancava anche il vecchio impiccione! Greta tagliò corto:
<< Io e il mio ragazzo abbiamo deciso di abitare
lì! >>. A quel punto il tassista
commentò ironico: << Ahh...proprio un rifugio d'amore !!
>>. La ragazza fece una smorfia di fastidio, e non
replicò. Caddero in un silenzio imbarazzante, che
durò per tutto il viaggio. Nonostante ciò Greta
si rilassò guardando fuori dal finestrino.
Non
appena arrivò a Pittsburgh, la donna si sentì
subito a suo agio. Scese dal taxi e salutò il tassista. Si
guardò intorno. Finalmente era nel centro cittadino! Data la
forte innovazione che caratterizzava Pittsburgh, Greta pensò
che avrebbe trovato i negozi giusti dove poter acquistare qualcosa per
la nuova casa, così cominciò lo shopping.
La
ragazza si chiedeva ancora come mai Malcolm avesse scelto Lincoln Way,
la zona più solitaria e vecchia di tutta la Pennsylvania,
visto che il Centro di Pittsburgh era senza dubbio più
vivibile! Forse, abituato a lavorare in un piccolo villaggio inglese,
in una casa come quella degli Heelshire, non avrebbe mai potuto
sopportare il rumore di una metropoli americana! Mentre la ragazza
passeggiava, le sembrò di sentire una voce che la chiamava,
e si voltò. Non c'era nessuno. Forse si era sbagliata! Poi
uno strano negozio attirò la sua attenzione. In vetrina
erano esposti dei bambolotti con indosso dei deliziosi vestitini per
neonati! Greta sorrise, ed entrò incuriosita: le era venuta
la voglia di comprare già qualcosa per il suo bambino,
nonostante la sua gravidanza fosse ancora all'inizio! Quando fu dentro,
un odore di mobili antichi la avvolse. L'arredamento di quel posto era
davvero antiquato! Percepì un certo disagio. Qualcuno la
distolse dai suoi pensieri: << Desidera...?
>>, era la proprietaria. Si trattava di una donna di una
certa età; aveva dei lunghi capelli grigi ricci e un po'
scompigliati, dei bizzarri orecchini pendenti, e una camiciola nera
larga. << Ehm...cercavo vestiti per bambini...ma forse mi
sono sbagliata! >>, balbettò Greta.
<< Nono venga, forse qui troverà quello che
cerca. Mi segua! >>, disse la signora. La ragazza
annuì, e la seguì. "Che tipa strana!", pensava.
<< Questo è un negozio di
antiquariato...Collezioniamo, ripariamo e vendiamo bambole antiche.
Cuciamo anche vestitini per bambini, volendo! Ecco, le faccio
vedere...>>, e così dicendo la donna la
portò in una piccola camera illuminata da una luce fioca.
Improvvisamente Greta si vide circondata da bambole di svariate epoche
e manifatture, ma una in particolare le saltò all'occhio. Un
brivido le percorse la schiena. Il suo cuore si fermò per un
istante. Cambiò espressione. <<
Q-Quella...? Da dove l'ha presa...?? >>, chiesa Greta
quasi tremando. << Oh! Quella me l'hanno lasciata qui!
Doveva essere riparata! Bella, vero? >>, rispose la
signora. La giovane notò i segni dei pezzi che erano stati
rimessi insieme. Non poteva essere...Quella
maledetta bambola...! Ma
com'era possibile??! Poi vide qualcosa che colava dall'occhio sinistro
del bambolotto...Allora ebbe un flash del suo ultimo sogno: Brahms la
guardava, e gli scendeva una lacrima dall'occhio sinistro...! Greta
sussultò. <<
Il bambolotto...piange...?! >>, sussurrò
sgomenta. La proprietaria del negozio lo osservò, poi
rispose: << Oh nono! E' una goccia di colla! Niente di
che...>>. Quella cosa le era già capitata una
volta! La ragazza sentì una fitta alla pancia, seguita da
un'improvvisa nausea. << Qualcosa non va?
>>, chiese la signora. << N-Niente...Mi
scusi, mi gira un po' la testa. Devo andare. >>, e
così dicendo, Greta uscì dal negozio.
Si
era fatto buio. Quando rientrò in casa, cercò di
sigillare la porta alle sue spalle. Ansimava. Era spaventata.
Telefonò il suo ragazzo. << Malcolm? Ci sei??
Torna subito! >>, gli disse allarmata. Poi raggiunse il
salotto e si lasciò andare sulla poltrona. Non
poteva credere ai suoi occhi! Le sembrava un incubo! Corse in bagno, e
aprì la fontana della vasca: aveva bisogno di rilassarsi con
un bagno caldo, per lavare via i ricordi.
"Greta! Perché?? Perché l'hai
fatto, Greta?? Perché hai scelto lui?? Perché,
Greta?? Poteva essere nostro figlio...Perché, Greta?
Greta..."
Era sempre quella voce infantile...! La ragazza
abbassò la testa, e vide che l'acqua nella quale era immersa
si era colorata di rosso. Era sangue. "Mi hai deluso, Greta!",
tuonò un'altra voce, maschile. Greta si rese conto che aveva
perso il bambino. << NO! >>,
urlò. Con le mani cercava di fermare il sangue, ma non c'era
più nulla da fare. Pianse disperata.
<<
Hey, sono qui, è tutto a posto! Che è successo??
>>, le chiese Malcolm preoccupato mentre la sollevava
dalla vasca. La ragazza aprì gli occhi e guardò
l'acqua. Non c'era sangue. Non aveva perso il bambino. Era solo un
sogno! Si era addormentata nella vasca! << Stavi
urlando...>>, le spiegò l'uomo. Allora Greta
lo abbracciò: si era spaventata a morte!
La
donna raccontò a Malcolm della sua esperienza in quel
negozio. << Naa esistono tante bambole simili...Ti sarai
confusa! Sei ancora scioccata...Non riesci neanche a dormire!
>>, cercò di rassicurarla lui. Ella stette
zitta per qualche minuto, poi gli disse: << Comunque,
grazie di avermi lasciato la colazione pronta sul tavolo, stamattina!
>>, ma lui aggrottò la fronte, e le rispose:
<< Quale colazione?? >>.
Eccomi qui!! Allora, piaciuto il
capitolo?? Cosa ne pensate?? Vi sta piacendo questa storia? Alla
prossima!! ;)
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