La collina Senzanebbia

di Elly Malfoy
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Le favole sono uno strumento semplice e potente. Fatene buon uso.
 
 
A Fr.



 
La collina Senzanebbia
 
 
Sulla collina Senzanebbia cresce da secoli un fitto boschetto di querce.
Ogni anno decine di ricci si stabiliscono fra le foglie cadute per trovare rifugio e riposare durante l'inverno. Rimangono al caldo e il sottobosco offre cibo in abbondanza, perché quello è l'unico posto della valle che non viene avvolto dalla fredda nebbia invernale.
A Primavera i piccoli ricci escono e corrono nei prati verdi della valle.
Ma Nilo il riccio era triste. Rimaneva spesso solo perché tutti i suoi amici andavano a giocare al di là del ruscello. Li vedeva fare le capriole e correre, mangiare i lombrichi e inseguire le farfalle.
Quando qualcuno chiedeva “Perché non vieni?”.
Lui rispondeva “Non ho voglia”, ma non era mica vero!
I giorni passavano e Nilo era sempre più triste. Ogni giorno arrivava vicino al ruscello, si fermava poi tornava alla sua tana tutto solo.
Anche mamma e papà erano preoccupati “Perché non vai a giocare?” domandavano e lui puntualmente ripeteva “Non ne ho voglia”.
Un giorno però Tile il riccio gli si avvicinò.
“Dai andiamo a giocare” esclamò tutto contento afferrandolo per una zampetta e correndo con lui attraverso il ruscello.
Non poteva crederci, c'era riuscito! Ora poteva giocare anche lui con gli altri.
Quando il sole era ormai al tramonto Tile gli si avvicinò e disse “Verró a prenderti anche domani, amico mio. Ma potevi dirmelo prima che avevi paura dell'acqua” e aggiunse “l'avremo superata insieme come abbiamo fatto oggi!”.
 
 
Quante volte ci facciamo fermare dalla paura. Come se essere felici fosse quasi una colpa, sempre qualcosa di immeritato. Allora, per non rischiare, si permette alla paura di vincere e non ci si prova neanche, ad essere felici.




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