«Spites»
Naozumi,fin da quando era nata la piccola Aono,aveva
imposto certi limiti.
Aveva accettato di partecipare al matrimonio tra Sana-chan e quel bruto;
aveva
accettato di far da padrino al “piccolo marmocchio”;aveva
accettato,seppur a malincuore,di far crescere sua figlia insieme al
“figlio del demonio”-tutto questo solo per compiacere Sana-chan,sia
chiaro.
Ma a
tutto c’era un limite. Limite che- tra l’altro-proprio la sua
bellissima e soprattutto innocentissima
figliola aveva superato.
Tutto era
iniziato quando pochi giorni prima la piccola Aono-chan,dall’ alto dei suoi quattro anni,aveva chiesto con molto
ardore ai suoi genitori uno strumento come regalo per il suo quinto compleanno.
Yukiko,sempre troppo accondiscendente con la primogenita,l’aveva subito
accontentata,rimandando però il giudizio finale al padre. Giudizio più che
scontato perché-come tutti sappiamo-davvero
non si può resistere alla faccia supplicante di un bambino,soprattutto se il
bambino in questione è tua figlia.
E adesso
si trovava lì,al negozio di musica. Tutto questo gli face tornare alla mente quando aveva comprato il suo
primo strumento-aveva più o meno l’età della figlia-e,d’improvviso,si sentì
invecchiato in un solo colpo.
“È
davvero passato molto tempo” convenì l’uomo,sorridendo alla figlia entusiasta.
“Allora,Aono.chan…che strumento vuoi?”
“Voglio…una
tromba!” esclamò felice la piccola,guardando con occhi
supplicanti il padre. “Me la compri,vero? Mi hanno
detto che ti piace tanto…”
Naozumi
Kamura,bianco in
volto,riusciva a stento a capire quello che la figlia tentava di dirgli.
La…quello strumento per lui era tabù,off-limits,colei-che-non-deve-essere-nominata.
Quando il marito di Sana-chan (non si sprecava
nemmeno a chiamarlo per nome) aveva rotto la sua adorata Thicka-si,gli aveva dato un nome-non ne aveva più ricomprata
un'altra,rifiutandosi persino di sentirne pronunciare il nome.
E adesso
proprio sua figlia…lo stava uccidendo-metaforicamente,s’intende.
“Lo zio Hayama-kun mi ha detto che ti piacciono taaaanto
le trombe,così…voglio la tromba!”
“M-ma tesoro…che ne dici di un flauto? Una tastiera?”
“Voglio
la tromba…la T-R-O-M-B-A!!!” urlò la piccola a pieni
polmoni,sillabando l’ultima parola.
“Questa
me la pagha,Hayama-kun…questa me la paga….”
***
qualche giorno dopo…
“Papà,papà!”
“Nano non urlare,ci sento
benissimo. Cosa vuoi?”
“Papi,ho scoperto quale
sport voglio fare! Finalmente ho deciso!”
Akito Hayama
spostò il proprio sguardo dai documenti che stava controllando al nano-soprannome
molto appropriato che lui stesso aveva dato a quella peste di bambino-con aria divertita.
“E dimmi, nano,che
sport avresti scelto?”
“Beh,ne ho parlato con lo
zio-smorfia da parte dell’uomo-e siccome mi ha detto che da piccolo
ballavi…voglio diventare un ballerino,papà!!!”
“…”
“Papà? Perché non dici niente…?”
“Mio figlio…una femminuccia…con il costume…”
bisbigliò il biondo,con il battito cardiaco al
massimo. Come poteva suo figlio,sangue del suo
sangue,proporgli questo?
Lo sapeva,dannazione,lo
sapeva. Non doveva permettere a quella rossa di fare come voleva di suo
figlio. Era ovvio che,facendogli conoscere
certi smidollati,suo figlio…doveva recuperarlo.
“NANO,stammi a sentire
bene…mio figlio non sarà mai una femminuccia,sono stato
chiaro?”
Detto questo si alzò di scatto,prese
con foga il giubbotto e uscì dalla stanza.
Il bambino,spaventato
dalla furia del padre gli trotterellò dietro,cercando di sostenere il passo del
padre.
“Dove vai,tesoro?” la voce
si Sana Kurata in Hayama
gli giunse lontana dalla cucina,dove stava tentando di fare qualcosa di
vagamente commestibile.
“Nano,dì a tua madre che
sto uscendo per uccidere il suo migliore amico e che torno tardi per cena,ok?”
Il piccolo Ichiro guardò
spaesato la porta di casa,da dove era appena uscito il
padre,poi allarmato andò in cucina dalla madre.
“Mamma,che significa che
papà è andato ad uccidere lo zio?”
Sana sbuffò.
“Sempre la stessa storia…”pensò tra se e se,alzando gli occhi al cielo.
“Niente,piccolo. Solo che papà è andato a parlare con lo zio. E che farà ritardo” disse la rossa sorridendo gentilmente al
figlio,copia sputata del padre.
Quando Akito sarebbe
tornato lo avrebbe strigliato per bene,anche se non
era davvero preoccupata per la salute-fisica-del suo
amico.
D’altronde…erano solo piccole ripicche,no?
Trixina speaking: rieccomi qui. Una nuova shot,stavolta con protagonisti Hayama-Naozumi,eterni
sfidanti. Perché,anche se alla fine Sana ha scelto Akito,i dissapori restano. E si fa quel che si può,ovvero ci si sfoga in piccole e-diciamolo-stupide
ripicche. Molte volte coinvolgendo i figli,Ichiro e Aono. Ho immaginato che,essendo migliori amici,Sana e Naozumi
si frequentino molto spesso,di conseguenza i loro figli chiamano “zio” o “zia”
i quattro. Che ne dite? Era carina? Ah…piccola
spiegazione. Akito chiama “nano” suo figlio in modo
molto ironico,anche perché non ce lo vedo né a
chiamarlo per nome,né a chiamarlo come al solito “tesoro” o “amore”. Mi sembra
più il padre sarcastico,e perciò ho messo così. In
realtà vuole un bene dell’ anima a suo figlio,anche se
non lo dirà mai-orgoglio Hayama,s’intende. A presto
Trix