Poesie di un'astronauta.

di raven rachel roth
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XV

SOSPENSIONE
 
Prolungo il tempo dell’incertezza
Per avvalermi ancora un po’
Del diritto alla tregua,
Rinnegando ignavia.
 
Ninfea sorretta da nuvole,
Perse piume disperse trasportate dal vento
in una bufera
delicata senza orizzonte.
Beata dalla marea,
cullata da onde
di domande posticipate.
E nascondo occhi senza fondo,
occhi che inceneriscono,
Neri in cui annegare.
 
Ricompongo i frammenti,
mi vedo:
Sono ambrosia,
nido di primavera,
seni bianco latte, profumo di casa
Venere Magmatica,
sono
la nostalgia di un libro
letto,
ma da tenere sempre nelle tasche dei momenti bui,
carta polverosa,
lascio tracce d’inchiostro
porto i segni delle frasi preferite
 sottolineata.
 
Il mio ventre germoglia,
accogliente o meno,
lo sarò per me.
Come forza gravitazionale, gravito.
Dentro, la stessa forza,
tengo unito l’universo.
 
Splendo perché voglio, Luna per natura.
Migliaia di soli, io sola
Decido quale lato mostrare:
Se nel male, il bene
Se nel bene, il male.
 
Allenterò la presa,
Oggi resto sospesa,
Al resto, prima o poi si pensa.
Mi trovo nel mezzo, perché trattengo l’intero
Io sola lo apprezzo, mi conosco,
mi amo davvero.




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