Capitolo
6
Rivelazioni
Adel
atterrò sulle rocce del nono girone e si sedette su un enorme
masso arrotondato. Era triste, amareggiata e notevolmente imbarazzata
per la codardia che si era resa conto di aver dimostrato scappando
come una ladra, senza recuperare la sua veste e soprattutto senza
lasciare alcun messaggio ad Azaele e Alba.
E
ora doveva anche trovare la forza di relazionare ad Akenet quanto
aveva scoperto.
Sbuffò
contrariata, non era giusto, perché doveva essere proprio lei
a distruggere la felicità di quei due?
Provò
a sforzarsi di trovare una soluzione, ma per quanto riflettesse non
riusciva proprio a trovare un modo per evitare che la nascita
dell'erede di Azaele diventasse di pubblico dominio. Prima o poi
sarebbe stato inevitabile, era solo questione di chi lo avrebbe
saputo prima, Angeli o Demoni.
Sicuramente
i demoni avrebbero fatto di tutto per rapire il piccolo ed educarlo
a diventare il loro liberatore.
Adel
alzò gli occhi al cielo al pensiero del mito dell'Alfiere
del Male. In fondo erano stati gli stessi demoni a causare la
loro condanna eterna ribellandosi al Padre in quel modo! Adel
ripensava spesso a qui tempi e malgrado continuasse a ritenere che
non tutte le motivazioni di Lucifer fossero sbagliate, ora che aveva
qualche millennio in più si rendeva conto che se anziché
limitarsi a fare tanto casino avessero almeno provato ad ascoltare le
ragioni del Padre, forse non si sarebbero ritrovati a gestire
l'Inferno con le aureole spezzate e le ali da pipistrello. Che poi
gestire era una parola grossa, con il casino che c'era! Per un
attimo rifletté sulla possibilità di tornare sulla
terra e prendere tempo inventandosi di aver inviato una comunicazione
mai arrivata ad Akenet. Tanto era un classico che le comunicazioni
infernali scomparissero nel nulla. La connessione di rete infernale
era pessima, con tutti quei gironi, cerchi e fossati erano più
le volte che le comunicazioni andavano perse di quelle che arrivavano
al destinatario! Per non parlare del fatto che quasi tutti gli
Arcidiavoli avevano la pessima abitudine di non degnare praticamente
mai di un'occhiata le loro caselle e-mail. Una disattenzione che
assieme alla proverbiale mancanza di disciplina dei suoi colleghi,
era la causa principale dei problemi organizzativi diffusi in tutti i
gironi!
A
parte il nono... gestito da Akenet, riflettè mestamente Adel.
Il suo capo era l'unico Arcidiavolo che svolgeva il suo lavoro con
una certa dose di serietà! Forse perché lavorava nel
girone più vicino a Lucifero o forse perché, doveva
ammetterlo, Akenet era più intelligente della maggior parte
degli Arcidiavoli. Fatto sta che il nono era l'unico girone che
funzionava con una certa efficienza! Adel sospirò, la scusa
del messaggio non avrebbe retto e comunque non avrebbe dato
abbastanza vantaggio ad Azaele e Alba.
Mentre
era immersa nei suoi pensieri tre giovani demoni si affacciarono da
dietro il masso, la osservarono ridacchiando e si scambiarono uno
sguardo complice.
#
Alba
uscì dalla camera di Arianna chiedendosi che fine avesse fatto
Adel. Pensò di andare a cercarla nel bagno per gli ospiti, ma
non fece in tempo ad arrivare perché passando davanti alla
camera di Michele e Sael le sembrò di sentire dei singhiozzi,
bussò delicatamente alla porta e entrò a controllare
trovandosi di fronte Michele distrutto dal dolore. L'angelo piangeva
sommessamente seduto sul letto con il capo poggiato sul braccio
destro mentre con l'altro cingeva le gambe strette contro il petto.
Le sue ali avevano perso la loro lucentezza e l'aureola emanava una
luce fievole, la finestra spalancata le fece intuire che doveva avere
appena litigato con Sael.
"Michele!
Che cosa c'è, che ti succede?" domandò allarmata.
Michele
sollevò lo sguardo e riuscì solo a dire "Ti prego,
chiama Azaele!"
Alba
si precipitò in cucina. "Aza, corri, Michele sta male!"
Azaele
non si prese neppure la briga di aprire le ali, si smaterializzò
direttamente in camera dell'amico e vedendolo in quelle condizioni lo
abbracciò commentando furioso "Non dirmi niente, ho già
capito! Giuro che lo ammazzo quel cretino!".
Safet
e Alba li raggiunsero un attimo dopo.
"Michele,
che succede?" domandò preoccupato Safet.
"Succede
che quel decerebrato di tuo figlio ha lasciato Michele e questo è
il risultato" spiegò Azaele irritato.
Safet
impallidì. In tanti anni passati all'Inferno la storia tra
Sael e Michele e quella tra lui e Aurora, erano state tra le poche
gioie di cui aveva potuto godere e ora suo figlio si era appena
comportato da imbecille lasciando un compagno splendido come Michele,
oltretutto proprio in un momento in cui tutti loro sarebbero dovuti
essere più uniti che mai.
"Ma
per la miseria!" sospirò scuotendo la testa. "Possibile
che voi ragazzi non riusciate mai a farmi stare tranquillo? Almeno ti
ha dato una ragione, un motivo minimamente sensato?"
Michele
sollevò il viso rigato di lacrime dalla spalla di Azaele.
"Dice, che lo fa per me, per proteggermi!"
"Oh,
bé! È riuscito a trovare una scusa ancora più
cretina di ti meriti di meglio o non è colpa tua,
sono io che sono sbagliato! Certo che lo hai educato proprio bene
tuo figlio!" commentò con cattiveria Azaele, sapendo
benissimo che Safet non aveva potuto educare Sael, perché
costretto ad abbandonarlo poco più che neonato.
Safet
si irrigidì e per una volta non riuscì a dire niente.
Alba
intervenne arrabbiata. "Sei ingiusto e crudele Aza. Dire
cattiverie a Safet non aiuterà certo Michele a stare meglio! E
comunque credo che sia anche colpa mia, avrei dovuto parlare con
Michele del sogno di Sael”
“Ti
ha raccontato il suo sogno?” domandò Michele ancora più
affranto nello scoprire che il suo ragazzo si era fidato più
di Alba che di lui.
“Si,
proprio stamattina. Mi dispiace tanto non averti informato subito, ma
oggi sono stata davvero male e poi non pensavo che Sael arrivasse
addirittura a lasciarti, credevo fosse solo uno sfogo passeggero!"
"Di
che sogno parlate?" domandò Safet.
"Un
incubo ricorrente che non mi ha mai voluto raccontare!" mormorò
Michele.
"Sogna
che Michele viene condannato all'Inferno a causa della loro storia
d'amore e che gli Arcidiavoli lo costringono a torturarlo"
spiegò Alba rivolgendosi a Safet.
"Cosa?
Ma come gli è venuta in testa una simile idiozia?". Si
lamentò il demone.
"È
colpa di Ysrafael" disse Ariel affacciandosi dalla finestra ed
entrando in camera di Michele seguito da Gabriel. I due angeli si
erano incontrati casualmente di fronte al balcone della cucina e
avendo sentito delle voci provenire dalla camera di Michele erano
entrati senza premurarsi di chiedere il permesso, cosa che irritò
leggermente Azaele. "Si può sapere che ci fate voi due a
casa mia?" si lamentò contrariato.
"Veramente
sarebbe casa mia e di Arianna, visto che il contratto di affitto è
a nome nostro!" sottolineò Alba che era ancora un po'
arrabbiata con Azaele per come aveva maltrattato Safet.
"Bé,
ma io e Michele contribuiamo alle spese!" replicò Azaele
offeso.
"Con
quali soldi?" domandò perplesso Safet.
Michele
e Azaele si guardarono imbarazzati. "Stavamo parlando di Sael e
del fatto che c'entrava Ysrafael…" sviò il
discorso il demone.
"Già
è vero! Che c'entra Ysrafael?" intervenne Gabriel
perplesso.
Tutti
si voltarono verso Ariel che nel frattempo si era avvicinato al letto
dove ora Michele sedeva a gambe incrociate con un braccio di Azaele
intorno alle spalle.
Ariel
incrociò le braccia e indicando con il mento Michele rispose
"È contrario al rapporto tra Michele e Sael. Secondo lui,
Michele è già abbastanza condizionato dall'amicizia con
Azaele...". Gabriel e Azaele sollevarono entrambi il
sopracciglio destro in segno di disappunto. “...ci manca solo
che abbia un fidanzato demone!"
"E
perché sei venuto a dircelo?" domandò Michele
sconfortato.
Ariel
osservò Michele e rispose "Perché per una volta
non sono d'accordo con lui, non fate niente di male, in fondo!"
"Oh,
che magnanimo!" sbuffò Azaele.
"Grazie!"
rispose sinceramente Michele che a differenza di Azaele per una volta
aveva apprezzato il comportamento di Ariel.
"Quel
bastardo ipocrita che fingeva di essermi amico sta cercando di
rovinare la vita di mio figlio senza un motivo valido!" sibilò
furioso Safet.
"Ysrafael,
pensa che Michele potrebbe essere…" provò a
spiegare Ariel.
"Ho
già capito cosa pensa!" lo interruppe Safet con le
pupille completamente rosse.
"Safael,
calmati!" intervenne Gabriel preoccupato nel vedere l'amico così
arrabbiato.
"Sono
calmissimo!" rispose Safet con un tono di voce talmente freddo
da far paura. "Immagino mi perdonerete se ora vi abbandono per
andare a cercare Ysrafael e spiegargli, pacatamente, che non è
il caso che si intrometta nella vita di mio figlio!"
"Tu
non vai da nessuna parte, stai per perdere il controllo!" ordinò
Gabriel avvicinandosi all'amico.
Safet
era completamente nero, aveva sguainato gli artigli e i suoi occhi
rossi erano ridotti a due fessure.
"Ti
ho detto che sono calmo, spostati Gabriel e fammi passare altrimenti…
"
"Altrimenti
cosa?" rispose Gabriel poggiando una mano sul petto dell'amico e
bloccandolo contro il muro.
"Lasciami
passare Gabriel!" ripeté Safet strisciando contro il muro
gli artigli neri e lasciando dei solchi profondi che indicavano come
malgrado la rabbia, stesse cercando di controllarsi per non aggredire
Gabriel e rischiare di ferirlo.
"Non
ti lascio andare finché non ti sei calmato, Safael. Ti
conosco, tu non ti arrabbi praticamente mai, ma quando succede
diventi pericoloso e non ho intenzione di rischiare che…".
Gabriel si interruppe bruscamente cambiando completamente argomento.
"E quelle macchie lì cosa sono?" domandò
stupito.
"Cosa?"
domandò Safet senza capire.
"Quelle
macchie di cioccolata sulla cravatta che ti ha regalato Cary Grant!"
rispose Gabriel ormai completamente distratto.
Safet
sorrise e la sua espressione si fece meno tesa. "Chiedilo a
quell'imbranato di tuo figlio!"
Gabriel
lo guardò esterrefatto, poi si girò verso Azaele che
fece un'espressione tipo "Eh già. Lo so!"
Ariel
li osservò a bocca aperta rendendosi conto che in effetti, a
parte per la mascella di Gabriel più
squadrata, erano praticamente la versione più alta e più
bassa della stessa persona. "No, ma cazzo, sono circondato!"
si lamentò crollando sconfortato sul letto di Michele.
"Le
scarpe sul letto no! Che caspita!" gridarono all'unisono Azaele
e Gabriel disgustati.
Ariel
si tolse le scarpe emettendo un gemito di disperazione che strappò
involontariamente una risatina a Michele.
"Gabriel"
intervenne Safet, che grazie al piccolo intermezzo aveva ripreso il
controllo di sé. "Tu per caso sai se, davvero, lì
da voi stanno pensando di punire Michele o se è solo una
paranoia che Ysrafael ha messo in testa a Sael per convincerlo a
lasciare Michele?"
"Ne
abbiamo effettivamente parlato tra noi Arcangeli e alla fine abbiamo
deciso di non intervenire perché, come ha detto Ariel, non ci
sembrava stessero facendo niente di male e poi non abbiamo ricevuto
indicazioni a riguardo!"
"Quindi
si tratta solo di una cretinata inventata dalla controfigura di Dante
Alighieri!" sbottò Azaele. "Bene, allora vado a
recuperare Sael!" concluse scendendo dal letto e aprendo le ali
per prepararsi a volare via.
"No!".
Lo bloccò deciso Gabriel.
"Scusa?"
domandò Azaele.
Gabriel
si avvicinò al figlio sovrastandolo con il suo metro e
novantotto. "Non è proprio il caso che ci vada tu!"
Azaele
si innervosì "Ah, si? E perché?"
"Perché
sei un demone!"
"E
allora?"
"E
allora è ovvio che Sael non ti crederà! Ragiona,
ranocchietto!"
Azaele
fraintese le parole di Gabriel e replicò offeso. "Senti,
ma tu credi di arrivare qui e darmi ordini solo perché ti sei
ricordato dopo migliaia di anni che sono figlio di una tua scopata?"
Gabriel
per un attimo rimase interdetto. Safet e Michele si scambiarono uno
sguardo costernato, Ariel si lasciò scappare una sghignazzata
e Alba impallidì.
Azaele
saltò verso la finestra e stava per prendere il volo quando
Gabriel si riprese dallo sbigottimento e aprì le ali
rabbiosamente facendo saltare il bastone che reggeva le tende e che
rimbalzò due volte sulla testa dell'Arcangelo per poi decidere
saggiamente di ritornare al proprio posto evitando di rimbalzare una
volta di troppo.
Gabriel,
innervosito dalle botte in testa e per la figura
imbarazzante, sbatté le ali e contemporaneamente si rivolse al
figlio con la stessa voce tuonante che in genere utilizzava per
comunicare all'Universo le decisioni del Padre. "NON
PERMETTERTI MAI PIÙ DI RIVOLGERTI A ME IN QUESTO MODO!"
Azaele
fu catapultato contro il muro, il palazzo tremò e il Signor
Marchesi - interno n. 18, quinto piano - pubblicò
immediatamente un tweet indignato nel quale accusava dell'accaduto
Bill Gates e il 5G. Con sua grande soddisfazione al tweet seguì
una lunga serie di accorate risposte pro e contro che gli regalarono
il suo personale quarto d'ora di notorietà.
Alba
corse ad abbracciare Azaele crollato a terra per la botta, lo aiutò
ad Alzarsi e fulminò Gabriel con uno sguardo carico di
rimprovero. "Non c'era bisogno di trattarlo in questo modo!"
Gabriel
imbarazzato chiuse le ali e cercò di scusarsi "Uh, forse
ho un po' esagerato..."
"Un
po'?" domandò Azaele passandosi una mano sulla tempia
destra dolorante per l'impatto contro il muro. "Hai quasi
buttato giù il palazzo!"
"Tu
mi hai provocato!" replicò suo padre stizzito.
"In
ogni modo adesso abbiamo anche un altro problema" disse Safet,
attirando la loro attenzione su Arianna che li osservava con gli
occhi sbarrati sulla soglia della camera di Michele.
Alba
si rese conto che nella foga della discussione si erano dimenticati
tutti di passare alla modalità visibile agli umani ma senza
ali e aureole.
"Lu…
Lucifer?" balbettò Arianna indicando Gabriel un attimo
prima di svenire.
#
I
tre Demoni uscirono all'improvviso da dietro il masso su cui era
seduta Adel e le saltarono addosso cercando di toglierle
l'asciugamano nel quale era avvolta. Adel provò a resistere ma
uno dei tre riuscì a strapparle l'asciugamano proprio sul
petto emettendo un grido di soddisfazione. "Yo! Non fare quella
faccia Adel, vedrai che adesso ci divertiamo!"
Peccato
che invece di divertirsi il demone prese improvvisamente fuoco,
seguito immediatamente dai suoi compari. Tutti e tre cominciarono a
urlare e rotolarsi a terra nel tentativo di spegnere le fiamme.
Adel
non capì cosa stesse succedendo finché da dietro lo
stesso masso sbucò Akenet che commentò "Non mi
risulta che siate mai stati autorizzati a scoparvi la mia
segretaria!"
I
demoni terrorizzati chiesero immediatamente pietà
all'Arcidiavolo che senza scomporsi e aumentando l'intensità
del fuoco infernale, ordinò. "Chiedete scusa alla mia
segreteria!"
"Scusa,
scusa, Adel. Ti prego perdonaci non lo faremo mai più!"
piansero in coro i tre disgraziati.
"Di
questo ne sono sicuro!" commentò Akenet impassibile.
Adel,
non riuscendo più a sopportare le urla dei tre colleghi
intervenne. "Va bene così, Signore!"
"Come
desideri!" rispose l'Arcidiavolo spegnendo le fiamme."Levatevi
dai piedi, merde!" ordinò ai tre demoni che non se lo
fecero ripetere e scapparono via un po' malconci ma vivi.
Akenet
osservò Adel e commentò "Ti si vedono le tette,
palletta!"
Adel
diventò paonazza e cercò di coprirsi con quel che
restava dell'asciugamano stracciato.
L'arcidiavolo
ridacchiò, si tolse la maglietta e la lanciò ad Adel
"Levati quello straccio e mettiti questa!"
Adel
gli rivolse uno sguardo imbarazzato sperando che sarebbe stato così
gentile da girarsi ma Akenet la incalzò. "Ti muovi o no?"
La
piccola demone sospirò e lasciò cadere a terra
l'asciugamano restando praticamente nuda di fronte all'Arcidiavolo
che non sembrò esserne particolarmente colpito né
imbarazzato. Indossò più velocemente possibile la
maglia nera che la coprì praticamente come un vestito e
rivolgendosi al suo superiore disse "Sono pronta, Signore!"
"Non
sono cieco, palletta! Andiamo, ci aspettano in aula Zuckerberg. Al
tuo rientro all'Inferno è stata indetta immediatamente una
riunione straordinaria degli Arcidiavoli. Attendono tutti la tua
relazione sulla situazione di Azaele!"
La
ragazza non riuscì a trattenere un'espressione di sconforto.
L'Arcidiavolo
interpretò male e pensando che la segretaria fosse ancora
turbata per quanto le era appena accaduto inaspettatamente domandò
"Te la senti?"
Adel
capì che nonostante tutto il suo capo non avrebbe accettato un
no e rispose. "Si, Signore!"
"Bene,
odio le piagnone! Devo dire che sotto questo aspetto sei perfino
meglio di Esael!" commentò Akenet soddisfatto voltandosi
e procedendo spedito verso l'aula Zuckerberg.
Adel
lo osservò stupita cercando di tenere dietro al suo passo, era
la prima volta che il suo superiore le faceva un complimento.
Mentre
percorreva il sentiero che portava all'aula in cui erano riuniti gli
Arcidiavoli cercò di pensare velocemente ad una soluzione che
permettesse ad Alba e Azaele di avere abbastanza tempo per mettersi
in salvo.
Akenet
si fermò di colpo, si girò e domandò ad Adel “Il
bambino è in arrivo o no?”.
Adel
rimase interdetta, non si aspettava che il suo capo le rivolgesse
quella domanda prima di raggiungere gli altri Arcidiavoli.
Akenet
sogghignò soddisfatto. “Bene, stavolta non è un
falso allarme!”.
Adel
trattenne le lacrime dandosi della stupida. Il suo capo era troppo
sveglio e lei troppo emotiva. Senza volerlo aveva già
condannato Alba e Azaele.
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