QUEL RAGGIO DI SOLE
“Il nostro Andrè ha difeso la sua donna” sento in lontananza esclamare queste parole
ridacchiando, è la voce di Alain la riconosco nonostante sia un pò confusa e sinceramente
un pò infastidita, e non capisco se sia la frase di Alain, il suo ridacchiare inutile, o questo
raggio di sole che mi sta scaldando il viso, ma mai quanto il calore che sento nel cuore
proveniente dalla presa che sento ferma e possente sul mio polso. questo raggio di sole
continua a scaldarmi di più, e io non faccio altro che ripetermi in mente le parole di Alain
tenendo ancora ben serrati i miei occhi, ed un’unica domanda mi tormenta: chi è la sua
donna? io? e il mio polso lo sento ancora ben rinchiuso nella mano proprio di lui, e sento
muovere le sue dita delicatamente.
“ahahahahahahhahahahaha” continua quella risata in lontananza alternata ad un “un due
tre” è giunto il momento di aprire i miei occhi ed affrontare la realtà, mi siedo di fronte a te,
ma non penso minimamente di allontanarmi dalla tua mano, che ancora una volta mi ha
protetta. Ci guardiamo sempre più confusi, Alain in lontananza ride e fa esercizi, e io ti
guardo, una mano sulla mia e l’altra a sgranchirti e a grattarti la testa.
“Oscar siamo riusciti nella nostra missione!!” spezzi questo momento confusionario con la
tua solita delicatezza e voce premurosa.
La giornata è iniziata bene, abbiamo portato a termine la nostra missione come mi hai
ricordato tu, ma il sole mattutino è stato sostituito da un gran temporale serale e io mi ritrovo
qui nel mio ufficio a compilare un sacco di scartoffie quando sento bussare in modo
aggressivo e impaziente, non ho neanche il tempo di rispondere che mi ritrovo un Alain
furioso di fronte e te, dietro di lui.
Un’unica domanda secca e decisa. “comandante Oscar cosa farebbe se Andrè sposasse la
mia sorellina Diane?” e io torno con la mente a stamattina, mentre continuo a far finta di
scrivere su quei fogli davanti a me, e penso “Diane, è lei la tua donna?” annullo il pensiero
con un’ Unica mia risposta ad Alain secca e decisa: “Andrè è libero di fare quello che vuole.”
questo è cio che dico, ma ciò che sento dentro non corrisponde minimamente, NO, non puoi
sposare Diane, perchè io sono la tua donna Andrè, io sono la tua donna, questo avrei voluto
urlarti in faccia direttamente mentre ti ritrovo dietro di lui lì fermo immobile. Ma questi
pensieri vengono interrotti bruscamente dalla presa di Alain, dalla sua rabbia, dalla sua
voglia di difendere un suo compagno e un presunto mio tradimento verso di loro, e mentre
sotto la pioggia scrosciante combatto per ciò che non ho fatto e per ciò che sono, ti guardo
di sfuggita e vedo quel tuo sguardo di protezione e di preoccupazione, di agitazione e di
amore. “Allora sono io la tua donna da difendere?” E questo pensiero mi incita a combattere
ancora più ferma e decisa ad affermare la mia verità e la mia innocenza. Vinco contro Alain il
duello, ma credo di aver combattuto di più contro me stessa e contro ciò che mi esplode nel
cuore. Tu. Mi rintano nell’ufficio, devo pensare a come posso fare per il mio soldato, e non
mi accorgo che di nuovo sta nascendo il sole, e un piccolo raggio entra dai finestroni della
caserma. Mi guardo la mano con la penna tra le dita, il mio polso è libero, ma non puoi
esserlo tu libero. Mi alzo dalla scrivania e corro il rischio di imbattermi in chissà cosa
entrando nella camerata dei miei uomini, ma quello che ho dentro mi spinge, mi spinge a te,
sei disteso nel tuo letto, braccia incrociate dietro la testa e sguardo perso, tutto il resto non lo
vedo, sono sicura tu non sia da solo qui, ma poco mi importa, voglio solo la tua mano ad
imprigionare la mia, così arrivo fino da te e delicatamente stringo il tuo polso come a difenderti e a proteggerti.
Rimaniamo a guardarci pochi istanti, occhi negli occhi, io inginocchiata di fronte a te, tu con
quell’aria un pò confusa ma bella, d’altronde la tua bellezza è rinomata in caserma e
dovunque tu abbia messo piede.
“oscar…” riesci solo a dire, mentre ti alzi dalla brandina mantendendo il contatto visivo e
appoggiando la tua mano forte e calda sulla mia. Mi avvicino, ti faccio segno di rimanere in
silenzio, se non te lo dico ora non lo faccio più.
“andrè…non è vero che sarei contenta,non è vero che non mi importerebbe, non è vero che
sei libero, insomma non vorrei tu sposassi la sorellina di Alain, nè tanto meno altre donne,
lo so che sei pieno di spasimanti…” e stavolta sei tu a farmi segno di stare zitta soffermando
sulla mia bocca la tua mano.
“Io sono la tua donna Andrè, e tu sei il mio uomo” ti sussurro avendo le due dita sulle mie
labbra e un piccolo raggio di sole a scaldarmi il viso e il cuore. |