Nda: martedì 5 Aprile:
Amalia: Buon Bokuaka day ^_^ posterete qualcosa per celebrare?
Io: Non credo onestamente, sono una di quelle persone che non ricordano "le ricorrenze", quindi ovviamente non ho pensato a niente prima e ora onestamente non ho grandi idee, anche perché mi piace come ship, ma non è una di quelle di cui non posso fare a meno di scrivere.
Sempre io il 6, passato il BokuAka day e senza tempo per scrivere, ascoltando "Iris": MA SONO BOKUTO E AKAASHI!!!
Quindi buon BokuAka day in ritardo a voi e buon compleanno a me!🌻
Akaashi scriveva da quando era un ragazzino, lavorare con la scrittura era sempre stato il suo sogno, ma non era stato fino al giorno del suo diploma, che Bokuto aveva letto davvero qualcosa di scritto da lui.
Era un blocco di lettere, lettere che il più piccolo non aveva avuto alcuna intenzione di consegnare: pezzi di carta straccia, vergati con inchiostro blu… come i suoi occhi.
I kanji eleganti, sottili, delicati: come appariva a uno sguardo superficiale il proprietario delle mani che li avevano tracciati. Bokuto non avrebbe potuto non distinguere il suo tratto, anche se non avesse visto lo stesso Akaashi rigirarseli tra le dita, vicino al suo borsone da allenamento, prima di accartocciarli e buttarli via.
Poche… infinite righe: la descrizione di una vita, di dettagli, colori, emozioni, debolezze. Era la vita di Bokuto vista da altri occhi, occhi che lo conoscevano meglio di quanto non si conoscesse lui stesso.
Leggeva tra quelle righe con devozione e le lacrime agli occhi, commosso da ciò che Keiji vedeva in lui.
Non poté far a meno di chiedersi come, quando, quanto e per quanto Akaashi lo avesse osservato a quel modo.
Il minore non aveva mai nascosto di essersi iscritto entusiasticamente all’accademia Fukurudani, proprio per poter giocare al fianco di colui che considerava una stella, ma Bokuto non aveva davvero capito quanto profondamente in lui avesse guardato.
Iris tra le tue poesie Ho trovato qualcosa che parla di me Le hai scritte tutte con blu Su pezzi di carta trovati qua e là Dimmi dove, dimmi come E con che cosa ascoltavi la mia vita Quando non stavo con te E che sapori e che umori, che dolori e che profumi respiravi Quando non stavi con me
Kami! In quel momento avrebbe solo voluto dirgli quanto lo amava, nella loro palestra, circondata dai ciliegi in fiore, all'allenamento-festa per il diploma che avevano organizzato, ma non poteva!
Per anni aveva osservato Keiji da lontano, nascondendo il proprio interesse e prendendo da lui tutto ciò che poteva: i rari sorrisi, le alzate impeccabili, la parola giusta al momento giusto.
Aveva preso, preso e preso, senza rendersi conto che l'altro ricambiava i suoi sentimenti, troppo preso dai suoi tormenti e le sue paranoie e ora semplicemente non avrebbe potuto chiedergli questo, non senza sapere se lo ricambiasse ancora, non senza sapere dove sarebbe andato Akaashi l'anno successivo, non mentre lo lasciava un anno indietro per andare a fare il professionista ad Osaka.
Eppure non aveva mai detto "Ti amo" a nessuno che non fossero le sue sorelle ed ora quelle due paroline volevano per forza sfuggirgli dalle labbra.
Iris mi viene da dirti Ti amo e lo sai Non l'ho detto mai Quanta vita c'è, quanta vita insieme a te Tu che ami e tu che non lo rinfacci mai E non smetti mai di mostrarti come sei Quanta vita c'è in questa vita insieme a te
Aveva aspettato un anno esatto per dirglielo, aveva aspettato il giorno del suo diploma.
«Credevo avessi smesso di piangere e deprimerti Bokuto-san.»
«L'ho fatto, sono cresciuto, sono solo… commosso credo e così tanto orgoglioso di te 'Kasheeeee» la voce un piagnucolio lamentoso.
Akaashi si era limitato ad annuire, soddisfatto e imbarazzato, aspettando cos' altro avesse da dire il maggiore.
«Sto giocando con dei professionisti, vedo alzatori e schiacciatori fantastici ogni giorno… eppure non è mai come quando alzavi per me-».
«Non dire fesserie, Bokuto-san.» lo interruppe, arrossendo ancora.
«Lasciami finire 'Kasheee, è solo che… con te è tutto diverso, quando giocavo con te la pallavolo era più bella, perché tutta la vita aveva più colori, perché ti amo.».
Akaashi non pensava di essere mai stato tanto rosso in vita sua, sembrava una scena da romanzo rosa, o di uno di quei manga a cui avrebbe potuto lavorare a breve.
Il mio nome dillo piano Lo vorrei sentire sussurrare adesso Che ti sono vicino La tua voce mi arriva Suona come un'onda che mi porta il mare Ma che cosa di più Iris ti ho detto ti amo E se questo ti piace rimani con me
«Kotarou…» il suo nome, un sussurro tra i gemiti.
I corpi avvinti in un intreccio indistricabile di gambe e braccia.
Bokuto si sentiva come travolto da una marea, mentre le mani di Akaashi lo accarezzavano, mentre la bocca divorava la sua e poi scendeva a baciare e mordere il collo.
Si sentiva stordito, in preda alle vertigini, mentre graffiava le spalle del corvino, inarcandosi in un gemito muto.
Si sentiva così piccolo e indifeso, in balia delle onde eppure così grande, forte dell'amore che leggeva sul suo volto.
Guardò verso l'alto: «Sei così bello 'Kasheeeee, ti amo così tanto».
Quanta vita c'è, quanta vita insieme a te Tu che ami e tu che non lo rinfacci mai E non smetti mai di mostrarti come sei Quanta vita c'è in questa vita insieme a te
Akaashi lo aveva amato silenziosamente per tutti gli anni del liceo, poi lo aveva amato apertamente, ma sopportando le lunghe distanze dettate dalle trasferte.
Lo aveva amato le sere in cui era solo, stanco e stressato, a correggere bozze su bozze e magari lo avrebbe voluto al suo fianco, un appoggio silenzioso nella notte.
Akaashi lo aveva amato in disparte tutti quegli anni, senza mai rinfacciarglielo, perché lo amava e voleva prima di tutto che la sua stella brillasse luminosa in cielo.
Ma anche Bokuto lo amava e lo aveva amato e per questo, ancor più che per la gratitudine, si spendeva in piccoli gesti quando poteva.
Anche Bokuto lo amava e per questo quando non era in trasferta, nelle lunghe notti di revisione delle bozze, metteva a freno la propria parlantina e seguiva silenziosamente i progressi di Akaashi.
Anche Bokuto lo amava e per questo tazze di caffè fumante apparivano di fronte ad Akaashi alle tre del mattino.
Anche Bokuto lo amava e per questo Onigiri Miya consegnava a casa loro almeno una volta al giorno quando Akaashi era a pieno regime e Bokuto non era lì per assicurarsi che cenasse correttamente.
Dimmi dove, dimmi come E con che cosa ascoltavi la mia vita Quando non stavo con te E i sapori e gli umori, che dolori e che profumi respiravi Quando non stavi con me Iris ti amo davvero E se questo ti piace, rimani con me
«Akashee tu hai sempre detto che sono una stella, ma la mia rotta l'hai sempre indicata tu. Rimani al mio fianco Keiji… sposami.». |