mcfly
Salve a tutti i mcflyani e non :).
Avreste mai pensato che mi sarei data alle demential? :)
Se non ve lo aspettavate, tanto meglio :)-
Vi proporrò 5 racconti sui McFly,
tutti con un titolo ispirato a delle famose canzoni italiane (e
includerò anche i link). Giocheremo ad ascoltare un Jukebox
sottoforma di FF, insomma :). Spero che l'idea della musica italiana
associata ai McFly vi piaccia!
Per ora includo solo il primo, ma presto aggiornerò :). Buona lettura!
Con affetto
Ciry
TRACK N°1: “INNO NAZIONALE”- LUCA CARBONI
O… God save
McFly
God Save the Queen
God save our gracious Queen,
Long live our noble Queen,
God save the Queen;
Send her victorious,
Happy and glorious,
Long to reign over us,
God save the…
E lui è troppo di Manchester,
tu sei troppo di Corringham
sventoliamo troppe bandiere,
col bastone nella mano
e diventiamo troppo violenti,
e se non ci spacchiamo i denti
comunque ci promettiamo in coro
che ci romperemo il culo!
“Sì, io ti rompo il culo,
hai capito, Jones, te lo rompo!!!”
“Sono io che lo romperò a
te, Poynter di merda!!!”
“OMMIODDIO, MCFLY, CULO,
ROMPERE,
Sììììììììììììììììììììììììììììììììììì,
RAGAZZE, LE NOSTRE PREGHIERE
SONO STATE ASCOLTATE!!!”
Un’orda di fans ninfomani
e dalla mentalità fin troppo aperta, spuntate da chissà dove in mezzo alla
strada, distolse Dougie e Danny dai loro reciproci insulti, e li costrinse a
correre a gambe levate verso St. James Park, dove sicuramente avrebbero avuto
modo di rifugiarsi sugli alberi (cosa da farsi se scappate da un orso, NDR) o
di tuffarsi nel lago (nel caso di una fuga da uno sciame di api, NDR), nel
tentativo di sfuggire a tutte quelle mani vogliose (il cui unico ragionevole
rimedio sarebbe svitarsi il pene e lanciarlo in mezzo alla folla, NDR).
Quella sera, i due non
stavano cercando di accoppiarsi oscenamente e con veemenza, come pensavano le
faine fameliche da cui stavano scappando.
Stavano litigando di
brutto, prima che quelle li avessero interrotti!
E per che cosa litigavano,
due “uomini” (legalmente parlando) fatti e finiti?
Per il calcio.
Danny aveva la brutta
abitudine di diventare un vero pacchiano con poco self- control, se si parlava
di calcio.
E Dougie non era certo il
tipo da non rispondere alle provocazioni, nonostante se ne fregasse altamente
del calcio, sport che detestava; ma era divertente guardare Danny che vociava
come un pazzo davanti alla partita! Almeno finché non iniziava a seminare
zizzania, preso dalla rabbia, ogni volta che la sua squadra mancava una rete…
Così si erano ritrovati in
mezzo alla strada, all’uscita di un pub, dopo aver visto il primo tempo di “Bolton/
Essex”, e avevano iniziato una piccola discussione, degenerata in una cagnara
degna di due italiani pronti alla rissa.
“Terrone!” gli aveva
urlato Dougie.
“Zitto tu, che sei nato
prematuro!” aveva subito ribattuto Danny, furioso.
"E questo cosa c’entra!!!”
aveva strillato di rimando il bassista.
“C’entra perché… perché…
perché sei nato con un mese in anticipo, sei nato piccolo e brutto e con il
cervello di una gallina!!!” abbaiò il chitarrista.
Così, dopo che i nostri
due litiganti avevano cercato di non fare caso alla parata stramba di galline e
polli capitanata da un pulcino nero con un guscio d’uovo in testa che reclamava
di chiamarsi Calimero in mezzo alla strada; dopodiché, erano giunte le fans,
quindi la fuga era stata immediata.
Finalmente Buckingham
Palace apparve davanti a loro, in lontananza.
Avrebbero potuto
nascondersi e attendere che quelle indemoniate se ne andassero o si
disperdessero, dopodiché avrebbero ripreso a dirsele di santa ragione, magari
condendo il tutto con qualche sano pugno, da VERI uomini quali si credevano.
Appena arrivati in Saint
James Park, le loro strade si divisero.
Danny si tuffò in un
grande cespuglio vicino al lago, mimetizzandosi subito con l’ambiente, dal
momento che il terreno fangoso lo insudiciò da capo a piedi.
Dougie ebbe la stessa
idea, ma di certo non aveva notato che il suo collega si era rifugiato nello
stesso luogo! Appena si ritrovò tra le frasche dell’ arbusto, inciampò sopra
Danny, finendo gambe all’aria.
Il parco con la sua
vegetazione fu la salvezza dei due componenti dei McFly, perché le fan, dopo
una breve ricerca dei loro idoli (secondo loro, freschi freschi di cambio di
sponda sessuale), se ne andarono, afflitte.
Cercarono nel giardino del
palazzo, nella fontana sotto il Victoria Memorial, sotto i cappelli delle
guardie reali, ma tutto fu inutile.
Entrambi i ragazzi
tirarono un sospiro di sollievo, sentendo i passi dello squadrone allontanarsi,
così uscirono dai loro nascondigli.
Dougie aveva solo le gambe
piene di fango, mentre Danny ne era ricoperto ovunque, sembrava una grossa
stecca di cioccolato fondente.
Senza badare ai reciproci
aspetti disastrosi, si alzarono e ripresero a litigare, a offendersi, a tirarsi
i capelli…
Sfuriata dopo sfuriata,
giunsero precisamente davanti al grande palazzo reale.
E fu allora che entrambi
persero qualcosa come vent’anni di vita in un secondo.
“ADESSO… BASTA!!!” tuonò
una voce dall’oltretomba.
“Occazzo!!!” sussurrarono
entrambi, guardandosi intorno confusi, ma soprattutto spaventati a morte.
I peli delle loro
ginocchia se la diedero a gambe per il terrore, appena in lontananza si vide
una sagoma nera camminare verso di loro, sicuramente minacciosa e assetata di
sangue.
“Merda, merda, merda…”
gridò Danny, cercando un altro nascondiglio insieme a Dougie per scappare a
morte certa.
Ma ormai, la sagoma era a
pochi passi da loro.
E quando se li ritrovò
davanti, rannicchiati per terra, avvinghiati l’uno all’altro e tremanti per la
paura, le sue parole furono terribili.
“Mi avete ufficialmente
rotto le palle!” tuonò, puntando su se stessa la torcia elettrica che aveva in
mano.
Dopo un iniziale momento
di stordimento, Dougie chiese per primo: “Maestà, cosa fate sveglia a
quest’ora?!”
“Di grazia, sto cercando
di dormire e non ci riesco!” rispose irritatissima la Regina Elisabetta, facendo
scuotere il pon pon del suo berretto da notte con i movimenti scattosi del
capo.
“Maestà, ci perdoni,
stavamo scappando!” intervenne Danny, piagnucolando.
“Giovanotto, si ricomponga
e si dia una lavata!” lo rimproverò la Regina “Quella roba di cui è cosparso non è per
niente sexy, neanche per una di bocca buona come me!”
Il chitarrista, seppur scosso
da quelle parole, continuò imperterrito: “Vostra Maestà, scappavamo da una
folla affamata di fans che volevano abusare di noi!”
“E stavate litigando,
porca di quella vacca!” sbraitò la signora, agitandosi nella sua lunga camicia
da notte color pesca “Vi ho sentiti da sopra mentre vi gridavate cose
impronunciabili! Vergognatevi, razza di stronzi! Turbare le vostre coscienze e
disturbare il mio sonno!!!”
“Maestà, ha cominciato
lui!!!” latrò Dougie, indicando con cattiveria l’amico fangoso, che lo fulminò
con lo sguardo.
“Non mi interessa chi ha
cominciato!” urlò la donna “Non potete prima fare i vostri giochetti erotici
nel MIO fango del MIO parco e poi litigare come due donnette scellerate perché
non riuscite ad avere un orgasmo!!!”
“Salsiccina mia… che cosa
sta succedendo?”
Il principe Filippo era
apparso alle spalle della consorte, avvolto nella sua vestaglia reale rosso
porpora con gli orsacchiotti stampati, un po’ timoroso.
“Filippo, torna a letto,
sto sistemando una faccenda con questi due sudditi sodomiti e negligenti!”
ordinò la Regina,
voltandosi a malapena verso il marito, che provò a insistere dicendo: “Ma, mia
cara, io credo che…”
“Filippo, se non vai a
letto, ti ci legherò, come l’altra settimana, poi mi vestirò da guardia reale e
allora vedremo se parlerai di nuovo a sproposito!” lo zittì la donna,
fulminandolo con lo sguardo.
L’uomo anziano impallidì,
terrorizzato, e s’incamminò in silenzio e con grande fretta verso l’entrata del
palazzo.
Colpito e affondato.
“Maestà, noi veramente…”
iniziò Dougie, con un filo di voce.
“Voi adesso vi alzerete da
terra e mi ascolterete, e che cazzo!” ordinò la Regina.
I due ragazzi scattarono
in piedi con la schiena dritta e il mento alto, come due soldatini.
Così, la Regina iniziò il suo terzo
grado.
“Ditemi come stanno
veramente le cose e per cosa stavate litigando, per cortesia…” domandò,
fissandoli.
“Stavamo litigando per il
calcio, poi siamo scappati da dalle fans che…” rispose Danny, vergognandosi
come un ladro.
“Calcio!” lo sovrastò la
sovrana, continuando “Ebbene, per quale motivo?”
Dougie, spaventato dai
movimenti pericolosi del pon pon del berretto reale, rispose in fretta: “Perché
ci siamo lasciati prendere dalla rabbia guardando una partita al pub, Maestà,
sissignora!”
“Dove siete nati?” domandò
la donna, sistemandosi i grandi occhiali da vista con fare sospettoso.
“A Bolton, mia Regina!”
rispose Danny.
“A Corringham, Maestà!” lo
imitò Dougie.
“Bè, non m’interessa!”
sbottò la Regina
“La Gran Bretagna
è un regno immenso, prospero e bello sotto tutti i suoi lati! Non vedo perché
dovete essere rivali in modo così acerrimo! Porca puttana, ragazzi miei, non
avete niente di meglio da fare nella vita?!”
“Ci perdoni, Maestà, ci
perdoni, non lo faremo più!” la supplicò Dougie, praticamente in lacrime.
“Siamo stati degli emeriti
stupidi!” aggiunse Danny, battendosi un colpo sul petto per fare mea culpa.
“Bene, bene, è sufficiente
che vi siate pentiti!” li interruppe la loro sovrana, per poi farli alzare e
dir loro gentilmente: “Dal momento che vi siete comportati in modo egregio e
maturo, potete darvi una ripulita ed alloggiare nelle stanze del mio palazzo…”
Onorati da tale
privilegio, i due ragazzi accettarono immediatamente l’invito e, una volta
saliti fino alla stanza preparata per loro, si ritrovarono circondati dal lusso
e da ogni comodità.
“Non vedo l’ora di farmi
una doccia!” esclamò Danny, schifato dal fango che gli si stava asciugando
addosso.
“E io di darmi una bella
ripulita alle gambe! Guarda che schifo sono diventate le scarpe!” si lamentò
Dougie, prima di aggiungere, serio: “Danny, scusa davvero per prima, tu per me
non sei un terrone, ero solo arrabbiato come un idiota…”
“Figurati, Doug, anzi,
sono io che mi scuso!” ribatté l’altro, dandogli una pazza amichevole sulla
spalla “Tu non sei un minorato solo perché sei nato prematuro…”
I due amici si strinsero
in un abbraccio fraterno, ma furono interrotti nella loro riconciliazione
dall’arrivo della Regina assieme a Tom e Harry. Tutti quanti muniti di
videocamere, riflettori e tutto l’occorrente per un set cinematografico.
“Bene, giovanotti, potete
cominciare ad accoppiarvi come due checche alla riscossa!” annunciò la donna,
facendo vibrare il pon pon del suo berretto da notte.
“COSA?!” strillarono
all’unisono Danny e Dougie, scandalizzati.
“Ragazzi, avere
un’etichetta discografica per conto proprio non è facile, bisogna far
incrementare le entrate!” spiegò Harry, piazzando una videocamera su un
treppiedi.
“Giusto, collega!” lo
appoggiò Tom “Dunque, ragazzi, da bravi, datevi qualche bottarella e poi
venderemo tutto a peso d’oro!”
“Ma siete diventati tutti
scemi!!!” sbottò Danny, spalancando gli occhi per la rabbia e lo stupore.
“Oh, stai zitto,
terroncello!!!” lo ammonì severamente la Regina “Piuttosto, prendilo in bocca al tuo amico
londinese e fai la parte passiva, da inferiore, come tutti i terroni maledetti
che abbiamo qui, muahahahahahah…..”
THE END- TRACK 1
To be continued... (Track 2)
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CREDITS:
"Inno nazionale" di Luca Carboni e l'inno inglese "God save the Queen" sono state citate senza nessuno scopo di lucro.
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