Seduta, qui,
dondolano le mie gambe.
Giù il vuoto, la terra è lontana,
non saprei che farmene.
I difetti, li scruto minuziosamente,
sono sempre più grossi,
balenano spocchiosamente davanti ai miei occhi,
anche loro in attesa di essere letti.
È un tranello del diavolo,
nessun incantesimo riesce a respingerlo.
Poi una mano, la mia, si alza melliflua,
m'accarezza, mi riassesta.
Il salato brucia sulle guance,
la commozione.
Sei bella. Sei bella.
I difetti, uscite fuori ora
che non vi guardo,
che non vi do che le spalle,
perché siete bastardi,
ed io vi vinco.