Angoletto
dell’Autrice!! (per la prima volta a inizio
storia)
‘One Piece’
da sempre accompagna la mia vita e se ne prende cura, lenisce le
ferite, mi abbraccia nei momenti di sconforto e mi fa tornare il
sorriso, perciò come avrei potuto non scrivere una long come
ringraziamento? In realtà sono anni che conservo lo schema
dei capitoli nella mia cartellina verde scarabocchiata, ma solo ora
sento di aver raggiunto la maturità per scrivere qualcosa di
un po’ più complesso – come quello che
state per leggere. Ho apportato molte modifiche alle idee originali,
quindi far congiungere tutto sarà più
complicato… Ma io amo le sfide!
Queste sono le avvertenze
che vi propongo; ci tengo, è importante!
1. L’originalità:
non è assolutamente mia intenzione copiare le fanfiction
altrui! Su questo fandom ci sono tante storie, perciò
è impossibile che io le abbia lette tutte; se nel corso dei
capitoli vi sembra di trovare evidenti similitudini con altre ff, vi
prego di segnalarmelo con cortesia (con una recensione o in privato,
come più vi è comodo).
2. I riferimenti:
mi sono divertita (e mi divertirò) a inserire qua e
là degli Easter Egg della serie originale e anche di altre
opere. Provate a coglierli e, per vedere se avete indovinato,
controllate gli Angoletti ;) Ho inserito anche delle perline
strappate rigorosamente dalla vita reale, per esempio nomi (rivisitati)
di locali o avvenimenti degni di nota (anche questi verranno segnati
alla fine di ogni capitolo!)
3. Le
età e le parentele: le ho leggermente
modificate, ovviamente ai fini della storia.
4. Il linguaggio:
alcune sezioni dei capitoli contengono dialoghi piuttosto…
speziati, ecco. Capisco che non tutti gradiscono le parolacce, quindi
ho cercato di arginare quanto più possibile il problema.
Purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) alcuni personaggi
hanno la tendenza a esprimersi in maniera volgare, quindi li ho
“assecondati” per mantenere intatto il carattere
originale di ognuno di loro (il raiting arancione è dovuto
in gran parte proprio a questo motivo).
5. Gli spoiler:
vi prego di non farli. La sottoscritta è in pari con il
capolavoro di Oda, ma non per tutti è così. Non
creiamo disagi a nessuno!
Grazie mille per
l’attenzione!
Gli aggiornamenti
avverranno ogni dieci giorni, salvo imprevisti.
Vi auguro una buona
lettura e un buon chill!
–Channy
Prologo: He
was so bored
Racchiuse nei propri polmoni tutto l’ossigeno che
era in grado di accogliere, per poi liberarlo con l’aiuto
della bocca, nella quale si fece largo una piccola nota prodotta dalle
corde vocali, precisamente da quella più grave.
Seduto in modo scomposto sulla poltrona rossa
del piccolo salotto, l’uomo si stava silenziosamente
chiedendo cosa avrebbe potuto fare per ingannare il tempo, il quale
scorreva con una lentezza inaudita, dal suo punto di vista.
Gettò la testa all’indietro, prendendo ad
osservare il soffitto bianco; le parole gli scivolarono via senza che
lui le potesse controllare: «Ma quanto ci metti?!»
Tese le orecchie, in ascolto, ma vi fu solamente il silenzio ad
afferrare le sue speranze; il destinatario di quella lamentela
infantile semplicemente e probabilmente non aveva sentito nulla, troppo
impegnato a combinare chissà cosa.
Sospirò ancora, l’uomo, e i
suoi occhi iniziarono a trascinarsi in giro per la stanza alla ricerca
di qualcosa di minimamente interessante da osservare; dalla finestra
intrappolata da una lunga tenda color panna, il suo sguardo
scivolò al caminetto in mattoni, per poi raggiungere il
divano bianco e il televisore adagiato su un mobiletto subito di fronte
all’annoiato. Accanto a quello, si stagliava una parete
attrezzata colma di libri ordinati con un certo criterio, quello
alfabetico, poiché la persona che li aveva piazzati
lì era un’accanita lettrice. Non era un vero e
proprio amante della lettura – o sarebbe meglio dire che non
lo era per niente –, ma improvvisamente si alzò
dal proprio trono e si avvicinò ai romanzi, con
l’intento di capire perché certa gente si
ostinasse a sprecare le proprie giornate leggendo piuttosto che fare
qualcosa di divertente all’aria aperta, magari un bel picnic
in compagnia di tanti amici nel bel mezzo di un vasto prato sovrastato
da un cielo perfettamente azzurro, con il sole splendente nel suo
centro in tutta la sua bellezza.
Fu lì, in mezzo a quella miriade di
pagine rilegate e interrotte da segnalibri colorati, che
l’adulto scovò qualcosa che attirò
completamente la sua attenzione: adornato da una copertina di uno
sgargiante giallo – il colore preferito della persona che
gliel’aveva donato con tanto affetto –,
ciò che aveva per le mani non era altro che un vecchio album
di fotografie risalenti alla sua adolescenza, quello che aveva coronato
come il periodo più bello della sua vita. Ancora incredulo
di averlo trovato – erano anni che non sapeva dove fosse
finito, eppure eccolo lì, sotto il suo naso! Altro che
disperso –, si accomodò nuovamente sulla propria
poltrona e iniziò a sfogliarlo. Si rivide,
all’età di diciassette anni, circondato dalle
persone che aveva amato di più nella sua intera vita,
nonostante gli rimanesse ancora mezzo secolo da vivere; rivide la casa
in cui aveva trascorso la propria giovinezza, la sua vecchia scuola,
alcuni professori e le strade che aveva percorso così tante
volte da aver imparato a conoscerle a memoria. Tutti i volti
sorridevano di fronte all’obiettivo della fotocamera, tranne
quelli catturati di sfuggita, forse perché impegnati a fare
altro. Foto sfocate a metà si alternavano a scatti perfetti,
quelli di gruppo, nei quali emergevano alla perfezione le
personalità e i sentimenti dei soggetti in posa;
concentrandosi a dovere, riusciva ancora a percepire le urla della
giovane dalla vivace chioma color carota che intimava a lui e a un
ragazzone in bermuda di stare fermi, mentre lei stessa tentava di non
muoversi troppo dalla propria posizione. Squadrò le altre
persone presenti nell’istantanea e si lasciò
scappare un risolino; un giovane dai capelli color grano era fermo in
una posa impeccabile, seppur in viso avesse un’espressione
ebete causata dalla sua mano posata sulla vita della ragazza che aveva
accanto, mentre a essere stati ritratti perfettamente erano unicamente
due fanciulli e una biondina, i quali, inginocchiati e abbracciati,
sorridevano allegramente, rispettando i loro caratteri bambineschi e
gioiosi.
Non rimpiangeva nessuna delle decisioni che
aveva preso e aveva fatto ben attenzione a non sprecare neanche un
briciolo di tempo, sfruttando la giovane età al massimo,
tuttavia avrebbe tanto voluto tornare a quell’epoca e
riviverne i momenti trascorsi a ridere insieme a un amico, a ballare
durante una festa, a cantare – stonare – in
occasione di un compleanno; sorrise mestamente, pensando che sarebbe
stato bello persino tornare a studiare dietro un banco di scuola,
ancora di più piangere per alleggerire i cocci di un cuore
infranto più volte. Perché numerosi erano stati i
dolori che l’avevano fatto crollare in ginocchio, ma sempre
aveva trovato un motivo per alzarsi e continuare a lottare. Quella
forza e quella determinazione lo avevano caratterizzato per anni, ma
con la maturazione fisica e mentale dell’uomo, queste
s’erano indebolite gradualmente, fino a raggiungere la
grandezza di uno spiraglio. Tornare indietro, nonostante tutti i
traguardi che con i decenni aveva tagliato, era appena diventato il suo
nuovo sogno nel cassetto.
Chiuse gli occhi e, sorridendo,
ricordò.
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