Together
Quando Edward raggiunse il molo si aspettava di trovarvi già
Stede ad aspettarlo e infatti un'espressione di sorpresa mista a
confusione attraversò il suo viso, per un attimo gli
balenò alla mente il pensiero che si fosse nascosto
così
chiamò il suo nome più volte ma niente, strinse
le labbra
mentre una strana stretta al cuore lo prese alla sprovvista, ma forse
era solo in ritardo si disse, o almeno era quello che Ed gli stava
raccontando.
L'altra parte di lui invece, quella che tutti avevano imparato a temere
-Barbanera- gli sussurrava all'orecchio che Stede non sarebbe mai
arrivato, che aveva cambiato idea perché si era reso conto
che
non poteva avere niente a che fare con un mostro, un assassino e
mandante di molti omicidi, lui non meritava le cose belle e Stede lo
era, eccome se lo era, con i suoi sorrisi, i suoi libri, le sue paure
ma anche il suo coraggio, Stede Bonnet era la cosa più bella
che
gli fosse capitata e come uno sciocco gli disse Barbanera
aveva
creduto di meritarla.
Era solo un flebile sussurro ancora quella voce dannatamente aspra che
lo faceva sentire impotente e inutile, era leggera come un soffio di
vento che passava tra i rami sfiorandone le foglie, il mare sciabordava
mentre lui ancora si guardava intorno, erano passati solo pochi minuti,
decise così di sedersi dicendo a se stesso che doveva darsi
una
bella calmata, ignorare lo stomaco chiuso, le viscere in subbuglio e il
cuore che stava iniziando davvero a fargli male.
Una sensazione di panico aleggiava silenziosa avvolgendolo come i
tentacoli del Kraken, Ed scrutava l'orizzonte come nella speranza di
vedervi comparire qualcosa, un puntino luminoso che lo portasse via da
quei pensieri brutti di inadeguatezza che non la finivano di ripetergli
che il pirata gentiluomo non sarebbe più arrivato, non
voleva
credere a quelle voci non ancora almeno, aveva bisogno di sapere che la
felicità la meritava anche lui nonostante tutto quello che
aveva fatto.
Le onde si abbattevano morbide sui piloni di quella passerella di
legno, di solito quel lento andirivieni accompagnato da quella musicale
melodia lo calmava ma non quella volta, aveva chiuso gli occhi nella
speranza che in quel modo potesse mettere a tacere tutto il rumore
nella sua testa e concentrarsi solo su quel dondolio liquido,
pensava a quali nomi potesse essersi inventato Stede per loro due
e un sorriso si aprì spontaneo sul suo volto.
Lo avrebbe aspettato fino all'alba decise e poi se ne sarebbe andato da
solo come un cane abbandonato in un angolo della strada, ma fino a quel
momento Edward si disse che doveva dargli tempo e che soprattutto
doveva dare tempo a se stesso, per questo ignorava le orecchie che
gli fischiavano in modo assordante, il tumulto nel suo petto simile ad
un mare in tempesta, con ancora gli occhi chiusi si
concentrò
solo sull'unico appiglio di buono che ancora aveva, vi si
aggrappò con tutto ciò che aveva esposto in
quelle
settimane, quella corda gli avrebbe graffiato le dita, i palmi delle
mani avrebbero sanguinato lo sapeva ma non gli importava, non era
ancora l'alba.
Ignorava quanto tempo fosse passato, forse poco ma per lui era
un'eternità, ogni secondo che veniva scandito era un colpo
di
spada conficcato nella parte destra del suo corpo, sanguinava
già e uno di quei colpi lo avrebbe ucciso era solo questione
di
tempo, la fortuna non lo avrebbe risparmiato ancora a lungo,
digrignò i denti facendo una smorfia con le labbra
rimproverandosi, doveva smetterla di torturarsi in quel modo altrimenti
Stede non lo avrebbe più voluto al suo fianco, Stede...
Gli occhi avevano cominciato a pizzicargli sicuramente per colpa della
salsedine, non per le lacrime,
quelle non avevano ancora il permesso di uscire era lui che controllava
il suo corpo e non il contrario, un nodo doloroso gli stava
stringendo la gola già da un po' e il rumore fuori e dentro
di
lui era incessante come il turbinio di una tempesta, per questo non si
accorse del fruscio di un ramoscello, dei passi veloci e affannati
dietro di lui, qualcuno con il fiatone lo stava raggiungendo, era
proprio dietro alla sua schiena, poteva colpirlo e mettere fine alla
sua vita in qualsiasi momento, Edward se ne rese conto solo dopo che un
tocco delicato si posò sulla sua spalla facendolo sussultare.
Aprì gli occhi di scatto voltandosi preso dal panico,
Barbanera
rise di lui perché mai da quando aveva assunto
quell'identità era stato colto impreparato, ma dal momento
in
cui la vita di Bonnet aveva incontrato la sua e lui aveva deciso di
diventare ed essere Edward Teach allora sì molte volte la
sua
anima aveva sussultato per la sorpresa.
La sensazione di stupore scivolò via insieme ai tentacoli
scuri
che stavano avvolgendo le sue gambe non appena i suoi occhi
incontrarono quelli dolci dell'uomo che fino a un istante prima aveva
in pugno la sua vita, la sua sanità mentale per dirla tutta,
i
capelli biondi che gli incorniciavano il viso e quel sorriso che era in
grado di risplendere anche al buio, illuminato solo dai raggi della
luna.
<< Stede >> sussurrò, la voce
tanto piccola da sembrare quella di un bambino.
<< Aspettavi qualcun altro? >>
domandò con un punta
di ironia e un leggero sorriso sghembo, doveva pur mascherare il
nervosismo in qualche modo.
Ed si alzò velocemente mentre Stede si rimise dritto
lasciando
scivolare piano la mano da quella spalla forte e tiepida, si guardarono
per qualche momento come se entrambi faticassero a credere di essere
lì l'uno di fronte all'altro, l'uomo che era stato a lungo
il
terrore dei mari scosse semplicemente la testa combattendo contro il
desiderio di toccarlo, sentiva il bisogno di accertarsi che la sua non
fosse un'allucinazione ma temeva che se avesse usato fare un passo
l'altro sarebbe svanito sotto il suo tocco.
<< Edward stai bene? >> gli
domandò avvicinandosi di
qualche passo, stava davvero iniziando a preoccuparsi, sulla spiaggia
non era riuscito a farlo smettere di parlare mentre pianificava la loro
fuga, ed ora che cosa gli era preso proprio non lo sapeva, stentava a
riconoscerlo, ma un dubbio iniziò ad avvelenargli la mente e
non
esitò un solo attimo a dargli voce.
<< Hai forse cambiato idea o... >>
Non finì la frase e non perché si era pentito
all'ultimo
di esprimere quel pensiero ma perché due forti braccia lo
stavano stringendo tenendolo fermo a contatto con un altrettanto
massiccio petto, non lo aveva nemmeno sentito arrivare e a dire il vero
non avrebbe nemmeno saputo dire l'attimo in cui si era mosso verso di
lui, Stede sorrise alzando le braccia e avvolgendo a sua volta il corpo
dell'altro, la mente ora era quieta e il cuore nel petto si stava
calmando come se quell'abbraccio fosse tutto ciò di cui
aveva
bisogno.
Quando sciolsero l'abbraccio Ed aveva gli occhi lucidi ma Bonnet non
poteva vederli per via del buio che li circondava, non riusciva a
pronunciare una singola parola come se quei lunghi minuti in cui era
rimasto da solo sul molo ad aspettare l'arrivo del suo compagno fossero
riusciti ad annientare una parte di sé fino a quando lui non
era
arrivato, in quel momento tutta l'ansia che gli si era posata addosso
era scivolata via e si era anche sentito uno sciocco ad aver avuto quel
forte timore.
<< I-io >> tentò di parlare ma
di nuovo la frase gli morì in gola.
Stede si voltò indietro poi di nuovo verso di lui,
una vena di preoccupazione gli adombrava il viso ma nonostante
ciò non aveva smesso di sorridere.
<< Meglio salire sulla barca, potrebbero scoprirci da un
momento all'altro. >>
Aveva ragione e così mordendosi la lingua in segno di
frustrazione verso se stesso lo seguì sulla piccola
imbarcazione, prese i remi e cominciò a remare con il viso
di
Bonnet di fronte che gli nascondeva una piccola parte della spiaggia,
quando era ancora da solo seduto sul legno freddo si era figurato
l'immagine di lui su quella stessa barca solo che nella sua
immaginazione era da solo, remava guardando il molo vuoto e il posto
davanti a sé anch'esso senza nessuno.
<< Ed non che voglia metterti fretta di alcun tipo ma non
hai
detto una parola da quando sono arrivato, sicuro di sentirti ben...-
>>
<< Pensavo non saresti più venuto
>> lo buttò fuori
così di getto, non sapendo nemmeno lui dove avesse trovato
il
coraggio, da che non riusciva a parlare ora quella frase che gli pesava
dentro al petto era uscita con una semplicità disarmante e
lui
si sentiva meglio, più leggero ma purtroppo non si poteva
dire
lo stesso del pirata gentiluomo.
Quella frase gli era caduta addosso come un macigno facendolo sentire
schiacciato, piccolo e impotente, non si sentiva degno di stare
lì con lui come non si era mai sentito veramente degno del
grande pirata Barbanera che ora desiderava essere solo Ed, forse di lui
poteva un tantino avere l'ardore di sentirsi all'altezza
perché
forse Edward Teach era più simile a lui ed era
più facile
sentirsi adeguati.
Aveva ponderato su questo punto la notte non riuscendo a prendere sonno
mentre attendeva che la guardia lo venisse a prendere, quei pensieri lo
avevano torturato e in alcuni momenti aveva creduto che sarebbe stato
meglio lasciarlo andare piuttosto che aggrapparsi a lui come un inutile
fardello, ma poi gli erano venuti in mente i suoi occhi, il modo in cui
lo guardava dolcemente dopo il bacio che si erano scambiati, quel
sorriso appena accennato che si era subito allargato non appena lui gli
aveva detto che sì sarebbero partiti insieme, e allora i
dubbi si erano sciolti anche se continuava ad avere una gran paura ma
aveva deciso di ignorarla in nome di una felicità che aveva
un volto e che lo stava attendendo a pochi metri di distanza.
Dischiuse le labbra spostando lo sguardo ovunque pur di non incontrare
quei profondi occhi scuri che adesso lo stavano scrutando, non sapeva
bene cosa dire, ogni cosa gli sembrava sbagliata, ogni parola avrebbe
potuto ferirlo e lui già aveva ferito troppe persone e si
sentiva in colpa, dannatamente in colpa, Edward gli piaceva Dio solo
sapeva quanto ma era sicuro che prima o poi sarebbe riuscito a ferirlo
e lo avrebbe perso per sempre. Quel silenzio stava mandando Edward
nei matti come dopo il loro primo bacio dopo che gli aveva chiesto di
partire insieme, Stede era rimasto in silenzio chissà forse
perso nei suoi pensieri e lui aveva pensato di aver detto una
sciocchezza, era già pronto per un rifiuto quando invece la
risposta era stata affermativa i suoi occhi si erano illuminati, non
poteva credere che stesse succedendo sul serio e proprio a lui che
aveva sempre creduto di non meritare la felicità.
Stede prese un profondo respiro prima di parlare, si concesse un
momento con se stesso di cui aveva bisogno, ponderò le
esatte
parole da dire ma poi decise che non andavano bene, avrebbe seguito il
suo cuore proprio come aveva fatto Ed sulla spiaggia, lo
guardò
finalmente negli occhi che trapelavano un'insicurezza poco degna del
nome che si era lasciato alle spalle, era
dannatamente lontano dal terrore dei mari che sicuramente tanto tempo
prima era stato.
<< Ammetto di avere avuto paura, ne ho anche adesso se
è
per questo >> era stato difficile ammettere quella
verità,
si sentiva come se avesse sputato fuori un enorme sasso che fino a
prima gli stava scavando lo stomaco.
<< Perché? >> domandò
Ed che adesso aveva
smesso di remare, la barca era in mezzo al mare e intorno a loro
nemmeno gli scogli si intravedevano, il tono di voce era basso, un
flebile sussurro troppo spaventato per farsi sentire.
<< Io sono un codardo Edward, ho abbandonato la mia
famiglia, ho
ucciso qualcuno per errore e mi diverto ad essere un pirata ma la
realtà è che sono solo un rammollito che non
riesce ad
assumersi le sue responsabilità >> il suo
volto ora era
una maschera di dolore, gli occhi erano lucidi e una lacrima aveva
già solcato la sua guancia, sentiva il petto dolorante e
aveva
una voglia di piangere immensa ma il magone che gli stringeva la gola
gli impediva di buttare tutto fuori, non voleva sembrare più
debole di quanto già non si sentisse.
<< Tu sei Barbanera, il dannatissimo Barbanera e io sono
solo, sono solo...- >>
<< Sei il pirata gentiluomo >>
provò a consolarlo
così ma quello che ottenne fu solo l'ennesimo singhiozzo.
<< Una nullità, tu hai rinunciato a tutto per
me ed io
cosa ho fatto? Ti ho rovinato, ti ho solo rovinato e mi dispiace da
morire. >>
A quel punto Edward si chinò di fronte a lui stando attento
a
non muovere troppo la barca, gli posò l'indice tanto vicino
alle
labbra da poter sentirne il respiro.
<< Shh, shh...Stede. >>
<< Stede guardami >> lo scosse dalle spalle
attirando
finalmente la sua attenzione, aveva le guance rigate dalle lacrime e
gli occhi rossi e lucidi e lui si sentiva l'unico responsabile di
quella situazione, aveva creduto di avergli fatto capire quello che
provava, chi voleva essere e invece probabilmente aveva contribuito
solo ad alimentare i suoi dubbi e le sue paure, la vertà era
che
non sapevano niente l'uno dell'altro, non si conoscevano davvero e si
erano illusi che quelle settimane passate insieme in mare erano state
sufficienti a risolvere ogni loro dubbio.
<< Rappresenti tutto ciò che ho sempre
desiderato, sei qui
su questa barca con me ed io non voglio niente più di
questo, mi
basta, tu mi basti. >>
Stede posò una mano sulla guancia ruvida di Ed lasciando
scivolare via l'ennesima gocciolina salata.
<< Non voglio rovinarti. >>
Edward appoggiò la mano sinistra su quella che si trovava
sulla sua guancia,
sorrise teneramente come solo grazie a quel bizzarro pirata era
riuscito a fare.
<< Non puoi farlo finché resti con me.
>>
<< Se ti dovessi stancare di me? Non sono poi
così interessante come credi. >>
<< Stede Bonnet sei partito con una cazzo di nave piena
di libri,
soprammobili e un fottutissimo guardaroba segreto, come credi possa
esistere qualcosa di meglio? >>
Finalmente un sorriso leggero si accese su quelle labbra gentili ma
ancora il dubbio adombrava i suoi occhi.
<< Quella è la mia nave non sono io.
>>
Ed abbassò lo sguardo ponderando qualcosa poi lo
rialzò su di lui.
<< Vediamo...Hai messo in piedi un equipaggio tutto da
solo, ti
prendi cura di loro come nessun altro farebbe, sei sopravvissuto a
più di un ammutinamento...- >>
<< Oh hanno fatto la spia >>
borbottò appena contrariato.
<< Sì l'hanno fatta ma questo ha contribuito a
renderti
ancora più interessante ai miei occhi, hai fregato Izzy
tenendogli testa, hai buttato fuori dalla tua nave un idiota che aveva
danneggiato il tuo equipaggio, questo è cazzuto e tu sei un
vero
pirata amico credimi, sono abbastanza esperto. >>
Stede sorrise e sospirò guardando l'orizzonte.
<< Il resto del mondo mi crede solo un idiota con un
giocattolo. >>
<< E a te importa? >>
Scosse piano la testa, un soffice riccio biondo gli finì
sulla fronte.
<< No, probabilmente sono un egoista ma quel mondo non mi
appartiene più, l'unico di cui mi importa davvero
è qui
di fronte a me ora. >>
Il viso di Edward si illuminò così tanto da far
invidia
alla luna che risplendeva su di loro, nel suo petto un calore ancora
sconosciuto ma che lo faceva sentire bene, Stede abbassò il
viso
e posò anche l'altra mano su quel bel volto che aveva
cominciato
ad amare, il sorriso ora più sicuro e privo di quei dubbi
che si
era portato dietro sin dall'inizio.
<< Voglio partire con te, non ho mai pensato di cambiare
idea ero
solo spaventato dall'idea di renderti chi non volevi essere ma vivere
anche solo un giorno lontano da te sarebbe inimmaginabile.
>>
<< Non lo stai dicendo solo perché ti senti in
debito? >>
<< No, per tutta la mia vita mi sono sentito incompleto e
infelice poi sei arrivato tu e ho conosciuto la felicità, la
paura
di perdere qualcuno e la gelosia >> sorrideva mentre
pensava a
tutti quei momenti che lo avevano sempre più avvicinato
all'uomo
che era insieme a lui.
<< Gelosia? >> domandò
arricciando le sopracciglia grige.
<< Sì suppongo si trattasse di quello, quel
tuo amico sembrava conoscerti così bene. >>
Edward finalmente capì a chi si riferiva, si
sistemò meglio ma rimanendo sempre a pochi centimetri da lui.
<< Oh era solo uno stronzo e avevi ragione...-
>>
Le parole rimasero sospese, immobili tra le loro labbra unite, Stede si
era chinato e lo aveva baciato chiudendo gli occhi, era stato un gesto
istintivo e come la prima volta si era sentito a casa, in un luogo nel
quale desiderava davvero essere, si staccarono di poco rimanendo con i
visi vicini, i nasi che si sfioravano e il sorriso sulle labbra.
<< Andiamo in Cina? >> domandò
Stede anche se la sua
non era una vera domanda, avrebbe seguito quel folle pirata anche sulla
luna se fosse stato necessario.
<< E Cina sia >> sorrise Edward
rimettendosi a sedere,
prese i remi e ricominciò a remare, sarebbe stata una lunga
notte ma insieme l'avrebbero affrontata, quello che entrambi avevano
capito era che quando erano vicini erano anche più forti, e
non
si trattava solo di pura strategia di combattimento ma di qualcosa di
molto più grande, insieme era una bella parola quando si
condivideva con qualcuno che ti avrebbe sempre coperto le spalle
qualsiasi cosa fosse successa, insieme era bello, insieme rappresentava
la felicità che avevano trovato l'uno nell'altro e che mai
sarebbero stati così pazzi da lasciarla andare.
Arrivarono alla nave proprio mentre Izzy stava per essere buttato in
acqua, tutti si bloccarono quando videro salire Barbanera, poco dopo
fece capolino la chioma bionda del co-capitano Bonnet che sorrise a
tutti soffermandosi poi su quello che stava accadendo era chiaro in
effetti e non poteva dar torto ai suoi uomini, loro due invece avevano
molte cose da spiegare e in cuor suo Stede sperava che la sua ciurma li
avrebbe seguiti perché ormai erano diventati una famiglia,
ma
prima dovevano decidere le sorti di quel pirata legato come un salame.
<< Mi spiace interrompervi ma dovremmo partire e anche in
fretta
>> disse Edward guardando i ragazzi che ricambiarono con
uno
sguardo confuso.
<< Temo che dovrete interrompere questa piacevole
attività
per il momento, lasciatelo pure legato >> Stede sorrise e
lui ed
Edward dopo essersi scambiati uno sguardo complice si diressero in
cabina, Izzy
venne lasciato cadere a peso morto sul legno della barca e questo non
migliorò certo il suo umore.
<< Edward! Edward di a questi idioti di slegarmi!
>>
sbraitava, un gabbiano che casualmente passava di lì
rilasciò i suoi bisogni che finirono proprio sulla sua
fronte.
I pirati della Revenge partirono per una nuova avventura, ignari ancora
che i cuori dei loro capitani si erano finalmente uniti e mai si
sarebbero lasciati, Barbanera era stato dimenticato sul molo insieme
alla paura di essere stato lasciato e baby Bonnet che ora era cresciuto
veniva cullato tutte le notti dal tocco delicato di Edward, partirono
insieme proprio come avevano deciso e mai nella loro vita erano stati
così felici di essere al mondo.
Sul ponte della nave due capitani guardavano l'orizzonte l'uno con una
mano posta sopra quella dell'altro, sorridevano mentre l'alba dava loro
il benvenuto e un nuovo giorno era pronto per essere vissuto con le sue
sorprese, la nuova bandiera sventolava alta nel cielo, rappresentava un
intero scheletro con due cuori e intorno ad essa ognuno dei ragazzi
aveva fatto ricamare un simbolo che li rappresentava, non erano
più dei pirati allo sbando ma una vera e propria famiglia di
pirati e forse sì allo sbando lo erano ancora ma erano
insieme,
ed era tutto ciò che contava.
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