Un anno fa

di Son of Jericho
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Un anno fa

 

E’ nei giorni in cui ci sentiamo più soli, che si tende a fare un’analisi profonda del proprio io. Ci guardiamo indietro, e vediamo più gli spettri dello sbagliato che del giusto.

Esattamente un anno fa. La mattina di un anno fa, pensavo di aver trovato il mio Santo Graal. Era un sabato mattina come tanti, speso a cercare di riposare la testa e ad evadere dalla routine del lavoro, dello stress e della settimana.

E invece eccoti là, dove non credevo di trovarti. Avevo paura di essermi confuso, pensavo di essere impazzito, non riuscivo a credere a ciò che stavo leggendo. Ma era tutto vero, tutto troppo bello. Brillava di nuovo il tuo smeraldo, mi sentivo esplodere il petto di felicità, come non avevo mai provato.

Per arrivare a oggi e rivivere quel giorno e quelli successivi con rimpianto per ciò che avrei voluto e che non è stato.

Volevo finire di buttar giù qualcosa e pubblicare prima che calasse il sole oggi, anche se qui piove. Prima che il buio si porti via tutto e ogni figura venga inglobata in un’unica ombra.

Pensieri che vanno e vengono, passano e ritornano. Mi scoppia talmente tanto la testa mentre sto a fissare il monitor che non riesco nemmeno a trovare le parole, o almeno qualcosa di utile da scrivere. Tutto mi suona difficile, perciò non credo che presterò particolare scrupolo e pazienza a queste frasi. Solitamente leggo e rileggo, cambio e torno indietro per poi cambiare di nuovo, ma stavolta no.

Sono ancora in cerca di un periodo migliore, e sinceramente, spero non sia così anche per te.

Mesi sono trascorsi, eppure, vedi, non sono ancora riuscito a passarci sopra e ad andare avanti. Dovrebbe essere facile, no? Finisce una fase, se ne inizia un’altra, poi si passa alla successiva e via via ad un’altra ancora. Funziona così per tutti, e allora perché per me no? Cosa c’è di sbagliato in me?

Una frase, un post con una foto, un tatuaggio con una parola, un soprannome. Non hai idea di quanto contino per me. E non puoi immaginare l’effetto che mi ha fatto ripensarci oggi. E’ stato come passare vicino a un falò e sentire una cicatrice andare a fuoco.

Come hai detto un anno fa: una parte di te sarà sempre una parte di me.

Una lontananza da riempire solo a parole. Se le leggerai, se avranno significato, se serviranno a lenire la delusione, o se finiranno soltanto per disegnare un’immagine, non sono comunque sicuro di volerle far cadere nel vuoto.

Non trova casa e pace questo tormento. Ci credo, ed è vero. Una parte di te sarà sempre una parte di me.

Si sta facendo buio, è ora di chiudere. Ogni luce ha la sua ombra e ogni ombra ha il mattino successivo. Quel giorno arriverà.





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